mercoledì 30 gennaio 2019

Sprecare la vita o donarla a Dio?

Tempo fa una lettrice mi ha chiesto gentilmente di postare sul blog una lettera che scrisse a delle suore.


Pace e bene sorelle,
                                  sono una ragazza di 25 anni in discernimento vocazionale, [...] ho conosciuto e letto tante cose sulla vostra Fondatrice, nella sua storia ho trovato la mia, qualcosa di me, di ciò che sono, che il Signore mi fa essere. Quando sono stata dalle suore del vostro Istituto, stare con i bambini, parlare con le sorelle, con Gesù, ho capito qualcosa, ma il Signore mi fece cercare qualcosa di profondo. Sentii la prima chiamata il 27 agosto 2000, e dopo dolori e sofferenze, dopo che Gesù mi ha fatto assaporare la sofferenza della sua croce affinché mi innamorassi di Lui, ecco che mi ha guarita. Sentii la sua voce nel seguirlo, nel seguire san Francesco... l'amore per i poveri. Evangelizzare, portare la parola di Gesù in terre lontane, dove la povertà regna... è quello che mi chiede il Signore, amare i poveri, gli ammalati, portare Gesù da loro, aiutarli, confortarli, assisterli. Ho avuto esperienze stupende di contatti con poveri, specie bambini; la cosa che ho visto in loro? LA GIOIA DI VIVERE NONOSTANTE TUTTO. CHE GIOIA MI HA RESO QUESTO! E IO STRUMENTO DEL MIO AMATO Gesù, HO TRASMESSO IL SUO AMORE, IN UN SEMPLICE ABBRACCIO, UNA CAREZZA. Sono stata stravolta dall'amore di Gesù, mi sono innamorata così profondamente che non ho visto e sentito niente... solo una cosa... mi indicava la povertà, aiutare i poveri, i bisognosi, gli ammalati, mi indicava di seguire Francesco. Io lo ringrazio infinitamente per aver sofferto tanto, perché da questa mia sofferenza è stato lì che Gesù mi ha chiamato a scoprire il suo amore infinito, e solo se mi affidavo a Lui e alla sua misericordia potevo stare bene. E così, quella sera del 27 agosto pregai fino allo sfinimento il Signore affinché mi facesse veramente la grazia di guarire... (ha voluto aspettare tutto questo tempo, ha voluto che portassi le mie croci come le sue, di salire sul Calvario per poi rinascere a vita nuova), stavo a casa, non uscivo, stavo male, ma quella sera decisi di uscire... andai in chiesa ...Lui era lì... mi aspettava... c'era il Santissimo esposto... mi sedetti e il mio cuore è stato invaso ...ho sorriso dopo anni di tristezza...Lui era il mio unico consolatore...l'amore che da sempre cercavo e mai trovavo. Tornai a casa, non cenai, andai in camera... mi misi davanti al crocifisso di san Damiano a parlare con il mio amato. Pregai, lo pregai davvero incessantemente; ero stanca di soffrire, di pensare a me, di sprecare la mia vita così, avevo capito che il Signore mi voleva mettere davanti un disegno d'amore grande... che all'inizio avrei fatto fatica a capire. Il Signore voleva farmi capire che la mia salvezza avrebbe portato frutti... come il famoso seme, resta solo un seme se non cade nella terra e non muore; ma se muore produce molti frutti. Poi andai a letto, l'indomani mi alzai, feci colazione, sorridente, cantai l'anima mia magnifica il Signore... e uscii. Mia madre rimase sconvolta, ero cambiata...andai da Gesù, non potevo farne a meno. Tornata a casa... pranzai, mia madre mi osservava e mi disse: E' UN MIRACOLO ... lo capii anche io! Capii davvero che il Signore mi fece passare attraverso la sua croce ... affinché capissi tutto, ero prescelta, ero sua, ecco perché non ho trovato mai l'amore, perché quell'amore era Gesù. Lui che mi ha colmato il vuoto interiore, Lui che ha purificato il mio cuore. Sono stata male per tanto tempo, per cosa? Per chi? L'unica risposta adesso è Gesù! Mi sono posta diverse domande! Perché sprecare la mia vita nell'egoismo di me stessa? Perché comprarmi abiti di marca quando ci sono ragazzini che non hanno nemmeno un tozzo di pane? Perché uscire il sabato sera, con vestiti attillati, andare in discoteca, sballarsi, quando potremmo incontrarci con gruppi di giovani e andare da Gesù che ci riempie di gioia e amore? Perché fare diete, essere belle, truccarsi per fare colpo, quando dietro quella maschera ci sono occhi tristi e pieni di rabbia? Io mi sono chiesta davanti al mio caro Gesù queste domande, e penso non è questa la vita che voglio. Sprecarla cosi? ma scherziamo? e Gesù? e i poveri? Amo i poveri, ecco perché voglio stare con i poveri, e per i poveri... insieme a Gesù, perché in loro vedo tutto, vedo Gesù! Io sono pienamente felice, innamorata. Io amo Gesù, Lui è il mio tutto, tutto quello che mi è sempre mancato... con Lui vivo... perché Lui vive in me. Io ho trovato la mia vita... la mia gioia, la mia felicità, aiutando i bambini e i ragazzi poveri, i più bisognosi, gli ammalati, portando e avvicinando Gesù a tutti loro... che bello!!! Vorrei davvero far parte della vostra Famiglia Religiosa, stare con voi sorelle, perché ormai non ho più dubbi, io voglio consacrare la mia vita a Gesù!





(.)

domenica 13 gennaio 2019

Insegnare a pregare ai bambini

Dagli scritti di Fratel Candido delle Scuole Cristiane.


Racconta un parroco che un bambino povero, avendo la mamma ammalata in una misera soffitta, scrisse una lettera al suo Papà del Cielo e la imbucò nella cassetta delle elemosine. Tra i soldi delle offerte il parroco trovò quella lettera. Commosso da tanta ingenuità, andò all'indirizzo segnato sulla busta per portare un po' di aiuto. Fu così che il buon Dio esaudì la preghiera di quel bambino, che ebbe sempre più fiducia nel Signore e nell'efficacia della preghiera.

Un altro povero bambino di sette anni, credendo di essere solo in chiesa, stando vicino al Tabernacolo ripeteva: "Gesù, sii Tu mio padre. Gesù, sii Tu mio padre". Un signore che, non visto dal bambino, stava pregando lì vicino, gli si avvicinò e gli disse:

-Perché chiedi a Gesù di farti da padre?
-Sono rimasto orfano, non ho più nessuno. Pochi giorni fa è morto mio papà, e morendo mi ha raccomandato: "Prega Gesù perché ti faccia da papà".

Quel signore, commosso, gli disse:

-Il Signore ha esaudito la tua preghiera. Tu hai perduto il papà e io ho perduto il mio unico figlio. Se vuoi venire con me, io sarò il tuo papà, in nome di Gesù!


LA SAPIENZA DEI BAMBINI

Il bambino innocente tende naturalmente a Dio: è un'inclinazione che gli è stata messa nell'anima da Dio stesso nel Battesimo. Il bambino sente Dio, gusta Dio e, se lo si fa riflettere, se si eleva la sua mente e il suo cuore a Dio, ascolta volentieri quando si parla di Lui, e sarà portato a parlargli più spesso di quanto immaginiamo.

[...]

IL RISCHIO DI PERDERE DIO

A un papà o a una mamma fa piacere vedere il loro bambino che si avvicina spontaneamente, non per recitare un complimento imparato a memoria, ma per dire parole di affetto che gli escono dal cuore: "Mamma, quanto sei buona; ti voglio tanto bene... Papà, grazie per il bel giocattolo che mi hai comperato...".

Un papà mi raccontava, commosso, che suo figlio, al quale in occasione del suo compleanno aveva regalato un orologio, ogni tanto, durante il pranzo, si alzava e gli saltava al collo con mille espressioni affettuose come il cuore gli dettava, per esprimergli la sua gioia e la sua riconoscenza per il dono ricevuto.

Anche il Signore regala continuamente ai bambini, suoi figli carissimi, molti doni. E come potrebbe non gioire nel sentirsi ripetere da loro espressioni affettuose di riconoscenza che partono dal cuore, spontanee, e non sempre e solo delle formule imparate a memoria?

Che diremmo di un bambino che si limitasse a ripetere espressioni imparate a memoria da un libro, e non avesse mai una parola tutta sua, neanche in casa con i familiari?

Se non educhiamo i nostri bambini alla preghiera spontanea li priviamo, e con loro priviamo il Signore, di una grande gioia e lasciamo in essi una lacuna che rischia di non colmarsi più. Fatti adulti, troveranno come ostacoli sul loro cammino gli affari e le passioni... e se non sono stati abituati fin da piccoli a usare un linguaggio familiare con Dio, non ne sentiranno il bisogno e consumeranno i loro giorni nella freddezza verso il Signore, "arrangiandosi" come potranno, vivendo da illusi o da disperati, ma comunque in modo sterile e dannoso. E quanti ce ne sono in queste condizioni...!

Se si comincia a studiare una lingua da adulti, non si arriverà mai a una pronuncia perfetta. Così, se con Dio non si impara il linguaggio del cuore fin da bambini, è molto difficile impararlo da adulti.


INSEGNIAMO LA PREGHIERA SPONTANEA

Quando il bambino ha qualche pena, va spontaneamente dalla mamma e in lei cerca aiuto e conforto. Talvolta la mamma lo invita a rivolgersi al papà, se questi può fare qualcosa di più che lei non può fare.

E perché allora non suggerire al bambino di ricorrere anche al Signore e alla Madonna quando ha qualche bisogno, specialmente spirituale, qualche grazia da chiedere o qualche difficoltà da superare? Suggeriamo al bambino di pregare, di domandare ciò che desidera. Così più tardi, da adulto, quando avrà bisogno di qualunque cosa, di riuscire in qualche impresa, saprà a Chi rivolgersi per ottenere luce e forza nei suoi problemi.

Se invece, come già detto, è stato solo educato a dire meccanicamente qualche formula, senza mai conversare intimamente con Dio, a tu per tu, con espressioni sue, più tardi o lascerà del tutto quelle formule, a cui non ha mai dato grande importanza, e che ritiene cose da bambini o da vecchi, o continuerà a dirle senza attenzione, perché non gli ispirano alcuna fiducia, né elevano il suo cuore a Dio, a cui non è mai stato abituato a parlare con la confidenza di un figlio.

E così abbiamo uomini e donne che, mentre da bambini sulle ginocchia della mamma hanno pregato, nell'uso comune dell'espressione, cioè hanno detto delle preghiere, da adulti non pregano più, e vivono senza Dio! Le formule che dicevano da bambini, senza riflettervi, mancavano di calore, e per questo sono rimaste lettera morta per il loro cuore, e non hanno dato vita all'anima. È così che, pian piano, si è spento il gusto di Dio, donato da Dio stesso nel giorno del Battesimo.

[...]


INSEGNIAMO A PREGARE CON LE FORMULE

Che fare dunque? Non insegnare più ai bambini le solite formule di preghiere? No, sarebbe una conclusione sbagliata. La preghiera usuale, espressa con le formule è utile, anche perché può fornire un'ottima base alla preghiera spontanea.

Gesù ci ha insegnato la più sublime formula di preghiera. La Chiesa, nostra Madre e Maestra, prega per tutti, con formule comuni, e ci esorta a ripeterle con i suoi ministri.

Dobbiamo dunque far imparare e far dire le preghiere tradizionali, cercando, ovviamente, che non si riducano ad essere solo parole ripetute meccanicamente.

Bisogna far riflettere i bambini sul significato di quelle parole, perché, quando le recitano, accompagnino con la mente e col cuore ciò che dicono con la bocca.


[Brano tratto da "Lasciate che i fanciulli vengano a Me", di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, titolo originale: "Formiamo il bimbo al soprannaturale", "L.I.C.E."]


lll





(.)

venerdì 4 gennaio 2019

Vera gioia

Una ragazza è rimasta colpita dalla vera gioia che ha visto negli occhi di una suora di clausura della sua età...


Caro D., 
                 è un sacco di tempo che non ti scrivo, ma nel frattempo sono stata un paio di volte dalle Servidoras e non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermele fatte conoscere. Sono davvero delle suore incredibili: piene di gioia di vivere, di allegria, che vivono davvero in povertà ma che condividono tutto. Quando sono stata con loro (sia a Segni che a Tuscania) non mi sono mai sentita ospite, ma sempre parte integrante della comunità, questo anche grazie al fatto che abbiamo condiviso con loro non solo la preghiera, ma anche i momenti di lavoro e di svago. Ho avuto anche la fortuna di aver conosciuto la suora di clausura di Velletri che prega per me, ed ho scoperto che ha la mia età ed ho visto nei suoi occhi e in quelli delle sue consorelle la Vera Gioia, quella che solo Gesù può dare. Ho visto concretamente come tutta la nostra vita può diventare Liturgia di gioia e di onore a Dio ed ora non vedo l'ora di poter fare gli esercizi spirituali di sant'Ignazio. Inoltre, siccome qui ho difficoltà a trovare un padre spirituale, mi hanno detto che posso mettermi in contatto con uno dei sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato... nel frattempo continuo con le letture spirituali (al momento sto leggendo "Le Glorie di Maria"). 

Sono ancora piena di dubbi, incertezze e non so se si possa parlare di vocazione nel mio caso (per questo voglio parlare con un buon padre spirituale) ma se dovessi dirti come vorrei trascorrere la vita non avrei dubbi nel risponderti che voglio viverla così come la vivono loro e quella gioia che ho provato vorrei che tutti la conoscessero. Non si può conoscerle e non desiderare di essere felici come lo sono loro... quindi ti scrivo questa mail (forse un po' sconclusionata ma sono anche stanca tra lavoro e studio) soprattutto per ringraziarti e per spronarti a continuare il lavoro che stai facendo con i blog perché molte ragazze con le quali ho parlato mi hanno detto di aver conosciuto le Servidoras tramite internet ed il tuo blog. 

Un caro abbraccio in Gesù e Maria.


Cara sorella in Cristo,
                                    sono molto felice di sapere che durante questi mesi in cui non ci siamo più sentiti hai continuato a riflettere sullo stato di vita da eleggere e hai fatto alcune esperienze vocazionali tra le Servidoras. 

Tutti gli esseri umani sono alla ricerca della felicità, alcuni la cercano nelle ricchezze, altri nel successo, altri nei divertimenti sfrenati o in altre cose materiali. Infine ci sono quelli che la cercano in Dio, e sono gli unici che la trovano, perché il nostro cuore è stato creato per amare il Signore, e non trova pace sin tanto che non riposa in Lui.

Le donne più felici che ho conosciuto nella mia vita sono le suore che vivono con fervore la propria unione sponsale con Gesù buono, il miglior sposo che una donna possa avere. Le Servidoras sono davvero molto fervorose e zelanti del bene delle anime, non è un caso che hanno tante vocazioni. Sarebbe meraviglioso se il Redentore Divino ti prendesse tutta per Sé facendoti abbracciare la vita religiosa tra le “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”. Tra l'altro lì ti sarà facile trovare una buona guida spirituale tra i sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato (fanno i cappellani nei conventi delle Servidoras), i quali oltre ad avere una buona preparazione dottrinale, sono anche molto caritatevoli e fraterni.

Questo è un periodo importantissimo per il tuo futuro, perché stai riflettendo sullo stato di vita da eleggere. Spero tanto che tu possa diventare sposa di Gesù Cristo tra le Servidoras. Solo in Cielo comprenderai appieno quanto grande sia stata la grazia della vocazione religiosa.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Corde Matris,

Cordialiter





(.)