domenica 28 febbraio 2021

Meglio restare a casa che frequentare i ritrovi mondani


Ripubblico la lettera di una ragazza attratta dalla vita religiosa...

Carissimo D.,
                      come stai? Io molto bene, mi mancano pochi esami e tra poco inizio a scrivere la tesi! Finalmente il momento che aspetto da tanto tempo si sta avvicinando! Leggo ogni giorno tutti i tuoi blog e mi ha colpito molto la lettera di quel ragazzo ostacolato dalla madre. Mi ha colpito perché mi rispecchio moltissimo in lui e in quello che gli sta capitando. Anche nella mia famiglia si pensa che la mia vocazione possa essere un'evasione della realtà (motivo per cui non ne parlo mai). Ed è spontaneo chiedersi: "Ma come possono pensare a questo? Io che sono sempre andata bene a scuola, adesso ho ottimi voti all'università, mi sono sempre occupata del prossimo nel mio tempo libero, ho sempre adempiuto al meglio tutti i miei doveri...com'è possibile che possano pensare che io voglia evadere dalla realtà se non l'ho mai fatto fino ad ora?" ... E questi pensieri fanno ancora più male perché vengono da coloro che ci hanno cresciuto e che ci sono stati sempre accanto... i nostri genitori! Come possono pensare questo? Non lo so, certamente anche i miei (come i suoi e come credo tutti) hanno paura di perderci perché la nostra scelta di vita non è "normale" quindi non sanno cosa potrebbe capitarci e a quali regole dovremmo "sottostare"... purtroppo, non capiscono che non è così, che più sei unito a Dio, più il tuo cuore è libero e senza paure... ma oggi è "normale" vedere i figli che lavorano, vanno a convivere, si sposano e se poi non va bene si separano, non vedere un figlio dentro un convento o un monastero.

Mi ritrovo molto anche nel fatto di dover discutere con loro (per fortuna col tempo un po' meno, ma le frecciatine non mancano mai!) sul fatto che il sabato sera preferisco stare a casa piuttosto che uscire con le grandi compagnie di una volta...è inutile, quando c'è Dio nel cuore, non c'è più spazio per altro! Questo non vuol dire per forza tagliare tutte le amicizie, ma conservare solo quelle vere (che purtroppo sono sempre poche) e coltivarle come si deve! E infine mi ritrovo tantissimo anche sul fatto che mi sento dire che la mia scelta sia stata "forzata" dal mio padre spirituale con cui ho un bel rapporto di amicizia... niente di più sbagliato! Anzi, proprio grazie al rapporto che si è creato tra di noi sono riuscita ad aprirgli completamente il mio cuore e Gesù non aspettava altro che questo: che gli aprissi il mio cuore perché Lui potesse entrare! E Lui è entrato, e il mio padre spirituale mi ha semplicemente fatto fare le scelte giuste nel mio cammino... e so che se non avessi avuto lui a quest'ora sarei persa, quindi il suo ruolo nelle nostre vite è più che fondamentale ed è lui la persona che meglio conosce le nostre anime! Quindi il mio umilissimo consiglio per quel ragazzo è di continuare a perseverare nella preghiera, di evitare le discussioni con chi ci circonda (anche con i nostri genitori, perché tanto è inutile, non capiranno mai!), di non lasciarsi scoraggiare perché le difficoltà bisogna affrontarle confidando nell'aiuto del Signore, e infine di non perdere la serenità, perché in fondo le scelte che Dio ci chiama a fare sono quelle che danno la felicità più profonda! Certamente un po' bisogna "tribolare", ma sono certa che ne valga la pena! :)

Un abbraccio D., a te, a questo ragazzo e a tutti i lettori del blog! Prego per tutti voi!

Grazie infinite per la tua costanza nel tenere i blog aggiornatissimi, Gesù ti ricompenserà pienamente!


Cara sorella in Cristo,
                                     ti ringrazio per avermi scritto. È proprio così: più si è uniti a Dio, più il cuore è libero dalle catene del mondo, poiché seguire il Vangelo significa essere liberi, mentre seguire la mentalità del mondo significa essere schiavi del peccato. Tra le tante cose belle che hai detto, vorrei sottolinearne una molto importante. Coloro che sentono di avere la vocazione alla vita religiosa, ma per qualche motivo devono restare ancora un po' di tempo nel mondo, devono cercare di stare alla larga dai luoghi di ritrovo mondani, poiché altrimenti si rischia di perdere la vocazione, che è un dono troppo prezioso! Andando con gli amici in discoteca, nei pub, o in birreria, spesso si viene travolti da un fiume di discorsi stupidi e materiali che allontanano il cuore da Dio. Mica abito sulla luna, so benissimo di cosa parlano i mondani: soldi, carriera, successo, pettegolezzi, discorsi invidiosi, mormorazioni, e tante altre cose vane e peccaminose. Vanitas vanitatum et omnia vanitas!

È chiaro che con gli amici spirituali e timorati di Dio puoi dialogare tranquillamente, ma come tu stessa hai notato, non è facile trovare amici di questa stoffa. Il materialismo dilaga dappertutto, e spesso persino nelle parrocchie si trovano persone che fanno discorsi mondani, per non dire irreligiosi. Ciò è causato in parte dalle dottrine di certi pseudo teologi moderni che trasudano di immanentismo.

Fai benissimo a restare a casa tua il sabato sera, magari per pregare o leggere un libro spirituale o la biografia di un santo. Cerca di vedere il meno possibile la televisione, poiché a parte qualche programma interessante e qualche altro passabile, tutto il resto è un diluvio di volgarità, edonismo e materialismo neopagano.

Approfitto dell'occasione per porgerti cordiali saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




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sabato 27 febbraio 2021

Vocazione o semplice pio desiderio?

Ripubblico una bella lettera di una lettrice del blog interessata a discernere la vocazione.

Ciao, 
        vorrei porti una domanda diretta: come si distingue una vocazione da un semplice desiderio? Mi spiego meglio. Io da un anno faccio un percorso intenso di fede nella mia parrocchia, con forte spiritualità Mariana. Sono consacrata a Gesù per mezzo di Maria, con la formula del Montfort. Ma da poco più di un mese, è cominciato un periodo di grazia. Dio si è reso molto presente, riesco a sentirlo molto, soprattutto durante la Santa Messa la sua presenza invade la mia anima. Mi sono innamorata di Gesù in una maniera che non credevo possibile. Mi ritengo "fidanzata", perché non riesco a immaginarmi adesso con nessun uomo. Ho fatto perfino degli "esercizi mentali", stando a contatto con il mio ultimo ragazzo, anche lui molto vicino a Dio e chiedendomi se io potessi ricominciare una relazione con lui. Ma ogni domanda finisce con un secco NO, perché io adesso non desidero altro che essere tutta di Gesù, solo sua. Mi sento sua esclusiva. Il mio direttore spirituale mi ha dato il consiglio di attendere, di lasciar stabilizzare la cosa, perché è molto presto. E io l'ho accettato, ma ogni giorno che passa non ho altro pensiero che Lui, solo quando sono con Lui (durante l'adorazione Eucaristica) o quando Lo ricevo nella Comunione, mi sento in pace, mi sento al mio posto. La mia anima è in continuo desiderio di Lui e non riesco a desiderare altro che unirmi più strettamente al Signore, che amo con tutta me stessa. Eppure non mancano dubbi che si ripresentano puntuali. Mi capita di pensare a quello che dovrei lasciare (la famiglia, una famiglia futura, le mie passioni) e per un attimo qualcosa mi spaventa, ma pensando più a fondo mi rendo conto che nulla vale tanto da voltare le spalle a una vita per Lui. Non riesco però a rispondere a questa domanda. Come faccio a comprendere se la mia è una vocazione o se è soltanto un desiderio? 

Sperando in una tua risposta a questo quesito un po' delicato, ti saluto in Gesù e Maria. 
Dio ti benedica.

(Lettera firmata)

Carissima sorella in Cristo,
                                                due grandi Dottori della Chiesa come San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori, affermavano che quando una persona sente la vocazione del Signore ad uno stato di vita più perfetto, deve adempierla il più presto possibile. Tu hai fatto bene a parlarne col tuo direttore spirituale, il quale conosce il tuo animo meglio di tutti, e ti ha consigliato di attendere un po' di tempo. Hai fatto bene ad accettare quel che lui ti ha detto, perché Dio vuole che noi obbediamo ai nostri superiori. Tu il tuo dovere di corrispondere alla vocazione l'hai fatto, dunque ti dico che non hai nulla da rimproverarti se dovrai attendere ancora qualche tempo prima di poter realizzare quel sogno che ti fa ardere di amore per Dio. Per poter adempiere la vocazione religiosa è normale dover superare delle prove. Anche i santi hanno dovuto superarle. Le prove servono per irrobustire le anime e temprarle nel combattimento spirituale. Questo è un momento di prova per te, poiché prima che tu entri in monastero, il mondo e i nemici delle anime cercheranno di farti cambiare idea dicendoti che puoi essere una buona cristiana anche restando fedele laica, poi cercheranno di raffreddare il tuo amore per Gesù buono e di indirizzare i tuoi desideri verso i beni materiali, la carriera lavorativa, gli amori terreni, ecc. Ti incoraggio a restare salda nel tuo proposito vocazionale e ad allontanare la mente da tutto ciò che può distoglierti dal Signore. 

Affinché una vocazione sia considerata autentica è sufficiente che si realizzino tre condizioni. La prima è la “buona intenzione”, ad esempio il desiderio di consacrarsi a Dio per sfuggire le tante tentazioni che infestano il mondo, per avere più mezzi utili a salvare l'anima propria e quella del prossimo, per vivere più unita a Gesù Cristo, ecc. La seconda è l'assenza di impedimenti, come lo sono dei gravi problemi di salute, lo stato di grave bisogno dei genitori, ecc. Su tali questioni bisogna rimettersi al giudizio dei superiori, dopo aver spiegato la situazione con sincerità. Infine, la terza condizione è che i superiori, dopo attenta valutazione, accolgano la richiesta di colei che aspira alla vita religiosa. Se si verificano queste tre condizioni, la novizia può star tranquilla che la sua è vera vocazione. 

Quando farai la tua prima esperienza vocazionale in qualche monastero, verrai vagliata dalla superiora e dalla maestra delle novizie. Oltre ad esaminare le motivazioni che ti spingono a consacrarti a Dio, vedranno se hai volontà di fare il cammino di perfezione cristiana, se sei disposta a correggere i tuoi difetti, se sei obbediente, se hai attitudine per la vita comunitaria, se ami la preghiera e la penitenza, ma soprattutto se sei disposta a vivere in castità il resto della tua vita. Vagliando tutte queste cose ti diranno se hai davvero la vocazione oppure se ciò che sentivi nel cuore erano solo dei pii desideri. Leggendo la tua lettera appare chiaro che desideri abbracciare la vita religiosa non per motivi materiali, ma per nobili motivi spirituali, soprattutto per poter vivere strettamente unita a Gesù buono che ormai ha catturato il tuo cuore. Personalmente nutro molte speranze che la tua sia una vera vocazione, ma per il momento devi continuare il percorso di discernimento vocazionale sotto la guida del tuo padre spirituale. Bisogna capire inoltre se Dio ti chiama in un ordine di vita attiva oppure di vita contemplativa. Dopodiché bisognerà trovare un ordine religioso di stretta osservanza che viva il carisma a cui ti senti portata. È importante che sia “osservante”, visto che secondo Sant'Alfonso è meglio restare a casa propria anziché entrare in un monastero rilassato. Ecco alcuni semplici consigli che ti do. Innanzitutto continua a fare la “vita devota” che stai conducendo. Disinteressati di tutte le cose che distraggono l'anima da Dio (gossip, divertimenti mondani, mode, cupidigia dei beni materiali, eccetera). Dedicati alla lettura spirituale dei grandi classici del cristianesimo come “L'imitazione di Cristo”, “Filotea”, “Le Glorie di Maria”, “Il castello interiore”, “Storia di un'anima”, “Pratica di amar Gesù Cristo”, ecc. Considerati “fidanzata” di Gesù (come diceva Santa Teresa di Lisieux) e comportati in maniera esemplare. Cerca di informarti sui migliori ordini religiosi femminili presenti nella tua regione o nel resto d'Italia, poi tra uno o due mesi tornerai dal tuo direttore e gli dirai di voler fare un ritiro spirituale di una settimana in un monastero per poter pregare il Signore di farti capire meglio quel che vuole davvero da te. Trascorrendo alcuni giorni con le suore potrai renderti conto in cosa consiste la vita religiosa e se ti senti portata per essa. Se una ragazza non ha la vocazione, non vede l'ora di potersene tornare a casa, mentre se ha davvero la chiamata del Signore sente nel cuore una gioia soprannaturale, e capisce che il monastero è il suo habitat naturale.

Coraggio! La vita è un continuo combattimento spirituale per poter raggiungere la Patria Celeste. Solo i combattenti che resteranno fedeli al Redentore Divino sino all'ultimo respiro, otterranno la palma della vittoria. Prima di terminare devo dirti una cosa molto importante. Per me è stato di grande sollievo sapere che tu non appartieni più a te stessa, ma ormai sei diventata proprietà privata della Regina del Cielo, dopo esserti consacrata a Lei secondo la formula di quel grande innamorato della Madonna del Montfort. Sono molto speranzoso sul tuo futuro, ti sei messa in ottime mani, le stesse sante mani che per anni hanno curato con tenero amore materno Gesù bambino, il Figlio di Dio. Dopo la Passione e Morte di Cristo, tutte le nostre speranze nella salvezza eterna dell'anima sono riposte nell'intercessione della Beata e Gloriosa Vergine Maria, Ausilio dei cristiani, Mediatrice di tutte grazie, Corredentrice del genere umano, Imperatrice dell'Universo e Condottiera di tutte le Vittorie della Chiesa.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




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venerdì 26 febbraio 2021

Tre grandi mezzi per conservare e aumentare in noi la vita cristiana

Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


Abbiamo dunque a nostra disposizione tre grandi mezzi per conservare e aumentare in noi la vita cristiana che Dio ci largisce con tanta liberalità, e per darci generosamente a lui come egli si dà a noi.

1) Lottando, senza posa e senza scoraggiamento, con l'aiuto di Dio e di tutti i protettori datici da lui, contro i nostri nemici spirituali, siamo sicuri di vincere e di rassodare in noi la vita spirituale.

2) Santificando, con spesso rinnovata offerta, tutte le nostre azioni anche le più comuni, acquistiamo copiosi meriti, aumentiamo considerevolmente ogni giorno il nostro capitale di grazia e i nostri diritti al paradiso, pur riparando ed espiando le nostre colpe.

3) I sacramenti, ricevuti con buone e fervorose disposizioni, aggiungono ai personali nostri meriti una copia eccezionale di grazie che vengono dai meriti stessi di Gesù Cristo; e poichè spesso ci confessiamo e, se vogliamo, quotidianamente ci comunichiamo, non dipende che da noi di essere santi. Gesù è venuto e viene ancora in noi per comunicarci abbondantemente la sua vita: "Ego veni ut vitam habeant et abundantius habeant". Sta a noi l'aprire, il dilatar l'anima, per riceverla, coltivarla, aumentarla, partecipando continuamente alle disposizioni, alle virtù, ai sacrifici di Gesù. Verrà così il momento in cui, trasformati in lui, non avendo altri pensieri, altri affetti, altre intenzioni che le sue, potremo ripetere le parole di S. Paolo: "Vivo, jam non ego, vivit vero in me Christus".

[...] Giunti alla fine di questo capitolo, che è il più importante di questa prima parte, possiamo intender meglio la natura della vita cristiana.

1) È veramente una partecipazione della vita di Dio, perchè Dio vive in noi e noi viviamo in lui. Dio vive realmente in noi nell'unità della sua natura e nella trinità delle sue persone; e non vi resta inoperoso: produce nell'anima nostra un organismo soprannaturale che ci fa vivere una vita, non uguale ma simile alla sua, una vita deiforme. Colla grazia attuale, Dio mette questa vita in movimento, ci aiuta a fare atti meritori, e ricompensa questi atti producendo in noi una nuova infusione di grazia abituale. Ma noi viviamo in lui e per lui, perchè ne siamo i collaboratori: aiutati dalla sua grazia, riceviamo liberamente l'impulso divino, vi cooperiamo, e così trionfiamo dei nostri nemici, acquistiamo dei meriti, e ci prepariamo a quella ricca effusione di grazia dataci dai sacramenti. Non dimentichiamo però che lo stesso nostro consenso è opera della sua grazia, onde gli attribuiamo il merito delle nostre opere buone, vivendo per lui, perchè da lui e in lui viviamo.

2) Questa vita è anche una partecipazione della vita di Gesù, perchè Gesù vive in noi e noi viviamo in lui. Vive in noi non solo come Dio, allo stesso titolo del Padre, ma anche come Uomo-Dio. Gesù è infatti il capo d'un corpo mistico di cui noi siamo le membra e da lui riceviamo il movimento e la vita. Vive in noi in un modo anche più misterioso, perchè, con i suoi meriti e con le sue preghiere, fa sì che lo Spirito Santo operi in noi disposizioni simili a quelle che questo divino Spirito operava nell'anima sua. Vive in noi realmente e fisicamente nel momento della santa comunione, e, per mezzo del divino suo Spirito, fa passare in noi i suoi sentimenti e le sue virtù. Ma anche noi viviamo in lui: incorporati a lui, liberamente riceviamo il movimento ch'egli c'imprime; liberamente ci studiamo d'imitarne le virtù senza però dimenticare che non vi riusciamo se non per mezzo della grazia meritataci da lui; liberamente aderiamo a lui come il tralcio al ceppo, e apriamo l'anima alla linfa divina che con tanta liberalità egli ci comunica. E, tutto ricevendo da lui, per lui e a lui viviamo, ben lieti di darci a lui come egli si dà a noi, dolenti solo di farlo in modo così imperfetto.

3) Questa vita è pure, in una certa misura, una partecipazione della vita di Maria, o, come dice l'Olier, della vita di Gesù vivente in Maria. Volendo infatti che la santa sua Madre sia la vivente sua immagine, Gesù le comunica, per mezzo dei suoi meriti e delle sue preghiere, il divino suo Spirito, che la fa partecipare, in un grado sovreminente, alle sue disposizioni e alle sue virtù. Così Gesù vive in Maria, e poichè vuole che la madre sua sia madre nostra, vuole pure che spiritualmente ci generi. Ora, generandoci alla vita spirituale (come causa secondaria, ben inteso), Maria ci fa partecipare non solo alla vita di Gesù ma anche alla sua. Onde noi partecipiamo alla vita di Maria nello stesso tempo che alla vita di Gesù o, in altre parole, alla vita di Gesù vivente in Maria. È il pensiero così bene espresso nella bella preghiera del P. Condren perfezionata dall'Olier: "O Jesu vivens in Maria, veni et vive in famulis tuis".

4) Questa vita è infine una partecipazione della vita dei Santi del cielo e della terra. Abbiamo infatti visto che il corpo mistico di Cristo comprende tutti coloro che gli sono incorporati col battesimo, e specialmente tutti quelli che godono della grazia e della gloria. Ora tutti i membri di questo corpo mistico partecipano alla stessa vita, alla vita che ricevono dal capo e che è diffusa nell'anima loro dallo stesso divino Spirito. Siamo dunque tutti veramente fratelli, ricevendo dallo stesso Padre, che è Dio, per i meriti dello stesso Redentore, una partecipazione della stessa vita spirituale, la cui pienezza è in Gesù Cristo, "de cuius plenitudine nos omnes accepimus". Perciò i Santi del cielo e della terra s'interessano del nostro progresso spirituale e ci aiutano nella lotta contro la carne, il mondo e il demonio.

Come son consolanti queste verità! Quaggiù la vita spirituale è certamente una lotta; ma se l'inferno combatte contro di noi e trova alleati nel mondo e sopra tutto nella triplice concupiscenza, combatte per noi il Cielo; e il Cielo non è soltanto l'esercito degli Angeli e dei Santi, è Cristo, vincitore di Satana, è la SS. Trinità che vive e regna nell'anima nostra. Dobbiamo quindi esser pieni di speranza e sicuri di riportar vittoria, a patto che, diffidenti di noi, facciamo innanzi tutto assegnamento su Dio: "omnia possum in eo qui me confortat".


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]




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giovedì 25 febbraio 2021

Affetti d'amore per il Santissimo Sacramento

Sant'Alfonso Maria de Liguori raccomandava vivamente ai fedeli di intrattenersi un po' di tempo con Gesù dopo la Comunione, per ringraziarlo e per offrirgli affetti d'amore. Un giorno gli chiesero quanto tempo dovesse durare il “ringraziamento”. Egli rispose almeno un'ora. Ma i suoi interlocutori dissero che un'ora era troppo, avevano altri impegni... allora Sant'Alfonso propose almeno mezz'ora. Nuovamente gli risposero che era troppo. Con le lacrime agli occhi, il grande Dottore della Chiesa chiese che il ringraziamento durasse almeno un quarto d'ora. Non bisogna stupirsi, Sant'Alfonso era un uomo innamorato di Gesù Eucaristia, e gli sembrava una cosa di gran profitto spirituale il colloquiare amorevolmente col Redentore Divino.

Il Sommo Pontefice Pio XII (di gloriosa e immortale memoria), nell'enciclica “Mediator Dei” affermava: “L'azione sacra, che è regolata da particolari norme liturgiche, dopo che è stata compiuta, non dispensa dal ringraziamento colui che ha gustato il nutrimento celeste; è cosa, anzi, molto conveniente che egli, dopo aver ricevuto il cibo Eucaristico e dopo la fine dei riti pubblici, si raccolga, e, intimamente unito al Divino Maestro, si trattenga con Lui, per quanto gliene diano opportunità le circostanze, in dolcissimo e salutare colloquio. Si allontanano, quindi, dal retto sentiero della verità coloro i quali, fermandosi alle parole più che al pensiero, affermano e insegnano che, finita la Messa, non si deve prolungare il ringraziamento [...] Per cui, se si deve sempre ringraziare Dio e non si deve mai cessare dal lodarlo, chi oserebbe riprendere e disapprovare la Chiesa che consiglia ai suoi sacerdoti e ai fedeli di trattenersi almeno per un po' di tempo, dopo la Comunione, in colloquio col Divin Redentore [...]?. Al Divin Redentore piace ascoltare le nostre preghiere, parlare a cuore aperto con noi, e offrirci rifugio nel suo Cuore fiammeggiante. Anzi, questi atti, propri dei singoli, sono assolutamente necessari per godere più abbondantemente di tutti i soprannaturali tesori di cui è ricca la Eucaristia e per trasmetterli agli altri secondo le nostre possibilità affinché Cristo Signore consegua in tutte le anime la pienezza della sua virtù. Perché, dunque, Venerabili Fratelli, non loderemmo coloro i quali, ricevuto il cibo Eucaristico, anche dopo che è stata sciolta ufficialmente l'assemblea cristiana, si indugiano in intima familiarità col Divin Redentore, non solo per trattenersi dolcemente con Lui, ma anche per ringraziarlo e lodarlo, e specialmente per domandargli aiuto, affinché tolgano dalla loro anima tutto ciò che può diminuire l'efficacia del Sacramento, e facciano da parte loro tutto ciò che può favorire la presentissima azione di Gesù? Li esortiamo, anzi, a farlo in modo particolare, sia traducendo in pratica i propositi concepiti ed esercitando le cristiane virtù, sia adattando ai propri bisogni quanto hanno ricevuto con regale liberalità. Veramente parlava secondo precetti e lo spirito della Liturgia l'autore dell'aureo libretto della Imitazione di Cristo, quando consigliava a chi si era comunicato: "Raccogliti in segreto e goditi il tuo Dio, perché possiedi colui che il mondo intero non potrà toglierti".

Dunque, se il Vicario di Cristo consiglia ai fedeli di praticare il ringraziamento dopo la Comunione, significa che è davvero un bene per le anime. Non c'è un tempo minimo obbligatorio da osservare, tuttavia conviene non essere avari con Gesù, dopo tutto quello che ha patito per noi.




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mercoledì 24 febbraio 2021

Spiegare i 7 sacramenti

Ripassiamo le nozioni basilari della nostra fede cattolica con l'intramontabile Catechismo di San Pio X.


1. - BATTESIMO



107. Che cos'è il Battesimo?
Il Battesimo è il sacramento che ci fa cristiani, cioè seguaci di Gesù Cristo, figli di Dio e membri della Chiesa.

108. Qual è la forma del Battesimo?
Forma del Battesimo sono le parole: "Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".

109. Chi è ministro del Battesimo?
Ministro del Battesimo è, d'ordinario, il sacerdote, ma in caso di necessità può essere chiunque, purché abbia intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.

110. Come si dà il Battesimo?
Il Battesimo si dà versando l'acqua sul capo del battezzando e dicendo nello stesso tempo le parole della forma.

2. - CRESIMA


111. Che cos'è la Cresima o Confermazione?
La Cresima o Confermazione è il Sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere.

112. In che modo la Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo?
La Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, dandoci l'abbondanza dello Spirito Santo, cioè della sua grazia e dei suoi doni.

113. Chi riceve la Cresima, quali disposizioni deve avere?
Chi riceve la Cresima dev'essere in grazia di Dio e, se ha l'uso di ragione, deve conoscere i misteri principali della fede e accostarsi al sacramento con devozione.

3. - EUCARISTIA


114. Che cos'è l'Eucaristia?
L'Eucaristia è il sacramento che, sotto le apparenze del pane e del vino, contiene realmente Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, per nutrimento delle anime.

115. Chi è il Ministro dell'Eucaristia?
Il Ministro dell'Eucaristia è il Sacerdote.

116. Nell'Eucaristia c'è lo stesso Gesù Cristo che è in cielo e che nacque in terra da Maria Vergine?
Nell'Eucaristia c'è lo stesso Gesù Cristo che è in cielo e nacque in terra da Maria Vergine.

117. Quando diventano Corpo e Sangue di Gesù il pane e il vino?
Il pane e il vino diventano Corpo e sangue di Gesù al momento della consacrazione, nella Messa.

118. Dopo la consacrazione non c'è più niente del pane e del vino?
Dopo la consacrazione non c'è più né pane né vino, ma restano solamente le specie o apparenze, senza la sostanza.

119. Quando si rompe l'ostia in più parti, si rompe il Corpo di Gesù Cristo?
Quando si rompe l'ostia in più parti, non si rompe il Corpo di Gesù Cristo, ma solamente le specie del pane, e il Corpo del Signore rimane intero in ciascuna parte.

120. Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate del mondo?
Si, Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate del mondo.

121. Quante cose sono necessarie per fare una buona comunione?
Per fare una buona comunione sono necessarie tre cose: 1° essere in grazia di Dio; 2° sapere e pensare chi si va a ricevere; 3° osservare il digiuno eucaristico.

122. Che significa essere in grazia di Dio?
Essere in grazia di Dio significa avere la coscienza pura e monda da ogni peccato mortale.

123. In che cosa consiste il digiuno eucaristico?
Il digiuno eucaristico consiste nell'astenersi da ogni cibo e da ogni bevanda, per un ora prima della comunione.

124. Si può bere l'acqua prima della comunione?
Prima della comunione si può bere l'acqua naturale, perché essa non rompe il digiuno eucaristico, così anche per le medicine.

125. Ci sono altre concessioni per gli anziani e infermi?
Si, gli anziani e infermi, anche non degenti, possono prendere qualsiasi cosa senza limite di tempo.

126. C'è l'obbligo di ricevere la Comunione?
C'è l'obbligo di ricevere la Comunione almeno una volta all'anno, a Pasqua o durante il Tempo di Pasqua; e in pericolo di morte, come Viatico.

127. È cosa buona e utile comunicarsi spesso?
È cosa ottima e utilissima comunicarsi spesso, anche tutti i giorni, purché si faccia sempre con le dovute disposizioni.

128. Che cos'è la Santa Messa?
La Santa Messa è il sacrificio del Corpo e del sangue di Gesù Cristo che, sotto le specie del pane e del vino, si offre dal sacerdote a Dio sull'altare, in memoria e rinnovazione del sacrificio della croce.

129. Siamo obbligati a partecipare alla Messa?
Siamo obbligati a partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

4. - PENITENZA o RICONCILIAZIONE


130. Che cos'è la Penitenza o Riconciliazione?
La Penitenza o Riconciliazione è il sacramento, istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo.

131. Quante e quali cose si richiedono per fare una buona Confessione?
Per fare una buona confessionesi richiedono cinque cose: 1° l'esame di coscienza; 2° il dolore dei peccati; 3° il proponimento di non commeterne più; 4° l'accusa dei peccati; 5° la soddisfazione o penitenza.

a) Esame - Dolore - Proponimento


132. Come si fa l'esame di coscienza?
L'esame di coscienza si fa richiamando alla mente i peccati commessi, a cominciare dall'ultima confessione ben fatta.

133. Che cos'è il dolore?
Il dolore o pentimento è quel dispiacere ed odio dei peccati commessi, che ci fa proporre di non più peccare.

134. È necessario avere dolore di tutti i peccati commessi?
È necessario avere il dolore di tutti i peccati mortali commessi, senza eccezione, conviene averlo anche dei veniali.

135. Che cos'è il proponimento?
Il proponimento è la volontà risoluta di non commettere più peccati e di fuggire le occaioni.

b) Accusa dei peccati


136. Che cos'è l'accusa dei peccati?
L'accusa dei peccati è la manifestazione dei peccati fatta al sacerdote confessore, per averne l'assoluzione.

137. Di quali peccati siamo obbligati a confessarci?
Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali non ancora confessati o confessati male; giova però confessare anche i veniali.

138. Chi, per vergogna, tacesse un peccato mortale, farebbe una buona confessione?
Chi, per vergogna, tacesse un peccato mortale, non farebbe una buona confessione, ma commetterebbe un sacrilegio.

139. Che deve fare chi sa di non essersi confessato bene?
Chi sa di non essersi confessato bene, deve rifare le confessioni mal fatte e accusarsi dei sacrilegi commessi.

c) Soddisfazione o penitenza - l'indulgenza


140. Che cos'è la soddisfazione o penitenza sacramentale?
La soddisfazione o penitenza sacramentale è l'opera buona, imposta dal confessore a castigo ed a correzione del peccatore ed a sconto della pena temporanea meritata peccando.

141. Che cos'è l'indulgenza?
L'indulgenza è una remissione di pena temporale dovuta per i peccati, che la Chiesa concede sotto certe condizioni a chi è in grazia.

5. - UNZIONE DEI MALATI     6. - ORDINE      7. - MATRIMONIO


142. Che cos'è l'Unzione dei malati?
L'unzione dei malati, detta pure Olio Santo è il sacramento istituito a sollievo spirituale ed anche corporale dei cristiani ammalati.

143. Che cos'è l'Ordine?
L'ordine è il sacramento che dà la potestà di compiere le azioni sacre riguardanti l'Eucarestia e la salute delle anime, e imprime il carattere di ministri di Dio.

144. Che cos'è il Matrimonio?
Il Matrimonio è il sacramento che unisce l'uomo e la donna indissolubilmente, e dà loro la grazia di santamente convivere e di educare cristianamente i figli.




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martedì 23 febbraio 2021

Come dirlo ai genitori?

Un confessore ha consigliato a una lettrice del blog di cominciare ad accennare ai suoi genitori il suo desiderio di donare a Gesù il resto della sua vita...

Caro D.! Grazie mille per la tua bellissima e-mail. Ho preso contatti con le Servidoras già una decina di giorni fa [...]. Però, non posso andare a trovarle in questo mese [...]. Purtroppo, gli impegni in parrocchia mi bloccano fisicamente...ma non nell'animo. Non sapendo con chi parlare di questo, ho optato con un sacerdote che mi segue nella confessione da qualche anno. E lui mi ha appunto consigliato di parlarne, usando molto tatto, con i miei. Grazie per la tua risposta molto esaustiva.

Nell'Amore del Cristo Risorto,
(lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                    San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori sconsigliavano di confidarsi con amici e parenti circa il desiderio di abbracciare la vita religiosa, poiché in genere costoro tentano di porre degli ostacoli.

Comunque, visto che il tuo confessore ti ha consigliato di parlarne coi tuoi genitori, cerca di farlo in maniera molto prudente. Prendi la questione da lontano, incomincia con “discorsi filosofici”, ad esempio comincia a dire che non è possibile che siamo stati creati solo per occuparci di cose materiali, ma che nella vita c'è sicuramente qualcosa di più grande per cui vale la pena vivere, dì che a te non interessano le ricchezze, il successo, i cosmetici, le discoteche, i divertimenti sfrenati e tutte le cose vane della vita che non possono saziare il cuore, ma che sei alla ricerca di qualcosa di più grande, di speciale, che procura delle gioie spirituali, gioie eterne, cioè che non avranno mai fine. Poi comincia a dire che hai grande stima di personaggi che hanno fatto qualcosa di davvero grande nella vita, ad esempio San Francesco d'Assisi, Santa Chiara, Madre Teresa di Calcutta, Santa Teresa di Lisieux, ecc. E poi fai capire che non sarebbe male trascorrere alcuni giorni di preghiera e riflessione in qualche convento per ritemprare lo spirito, ma soprattutto per comprendere cosa fare da grande. Se i genitori si arrabbiano, bisogna rimanere calmi e cercare di cambiare discorso, oppure di rimanere in silenzio. È inutile dialogare con persone che strillano.

Fai attenzione a non scegliere un convento qualsiasi, devi sceglierne uno in cui si viva fervorosamente e in maniera davvero religiosa. Purtroppo, in certi conventi si vive in maniera rilassata e quasi secolarizzata. In genere questi conventi poco fervorosi non attraggono vocazioni, perché il loro stile di vita è “poco attraente”, ad esempio trascorrono le serate a guardare trasmissioni televisive mondane. Nei buoni conventi la televisione non si guarda mai, o solamente in casi rarissimi e giustificati.

Sono contento di sapere che ti sei messa in contatto con le Servidoras, queste suore sono davvero speciali, e infatti hanno tante vocazioni, ma spero che possano averne ancora di più, poiché c'è tanto bisogno di suore fervorose, caritatevoli e zelanti come loro.

In attesa che tu possa fare la tua prima esperienza vocazionale, ti consiglio di nutrirti spiritualmente facendo delle edificanti letture spirituali, come i seguenti libri: "Imitazione di Cristo", "Storia di un'anima", "Filotea", "Riflessioni devote", "Le Glorie di Maria", "Castello interiore", "Pratica di amar Gesù Cristo", "Del gran mezzo della preghiera", ecc.

Nella speranza di esserti stato di qualche utilità, approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cristo Re e Maria Regina,

Cordialiter




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lunedì 22 febbraio 2021

Amore e sacrificio

Amore e sacrificio, ecco dunque tutta la perfezione cristiana. Or chi non può, con la grazia di Dio, adempiere questa doppia condizione? È dunque così difficile amar Colui che è infinitamente amabile e infinitamente amante? L'amore che ci si chiede non è qualche cosa di straordinario, è l'amore di abnegazione, è il dono di sè stesso, è specialmente la conformità alla divina volontà. Voler amare è dunque amare; osservare i comandamenti per Dio è amare; pregare è amare; compiere i doveri del proprio stato per piacere a Dio è amare; anzi ricrearsi, nutrirsi con le stesse intenzioni è amare; rendere servizio al prossimo per Dio è amare. Non v'è quindi nulla di più facile, con la grazia di Dio, del praticare costantemente la divina carità e così incessantemente progredire verso la perfezione.

Il sacrificio certamente appare più penoso; ma non ci si chiede di amarlo per sè stesso: basta amarlo per Dio, o, in altre parole, persuadersi che sulla terra non si può amar Dio senza rinunziare a ciò che è di ostacolo al suo amore. Allora il sacrificio diventa prima tollerabile e poi presto anche amabile. Una madre che passa le lunghe notti al capezzale del figlio ammalato, non accetta forse lietamente le sue fatiche, quando ha la speranza, specialmente poi se ha la certezza di salvargli la vita? Ora noi abbiamo non solo la speranza ma la certezza di piacere a Dio, di procurarne la gloria, e nello stesso tempo di salvarci l'anima, quando, per amor di Dio, c'imponiamo i sacrifici che ci domanda. E non abbiamo per rinfrancarci gli esempi e gli aiuti dell'Uomo-Dio? Non patì Gesù quanto e più di noi per glorificare il Padre suo e salvare le anime nostre? E noi, suoi discepoli, incorporati a lui col battesimo, nutriti del suo corpo e del suo sangue, esiteremo a patire in unione con lui, per amore di lui, secondo le stesse sue intenzioni? E non è forse vero che la croce ha i suoi vantaggi, specialmente per i cuori che amano? "Nella croce sta la salute, dice l'Imitazione; nella croce la vita; nella croce la protezione contro i nemici; nella croce una soavità tutta celeste: "In cruce salus, in cruce vita, in cruce protectio ab hostibus, in cruce infusio supernæ suavitatis". Concludiamo dunque con S. Agostino: "Per i cuori che amano non vi sono sacrifici troppo penosi; vi si trova anzi diletto, come si vede in quelli che amano la caccia, la pesca, la vendemmia, gli affari... Perchè, quando si ama, o non si patisce o anche quel patimento si ama [...].

E affrettiamoci a progredire, per la via del sacrificio e dell'amore, verso la perfezione, perchè per noi è un obbligo.



(Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Desclée & Co., 1928)




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domenica 21 febbraio 2021

Vocazione

Ripubblico una lettera che tempo fa mi scrisse una ragazza attratta dalla vita religiosa...

Ciao, sono una ragazza di 22 anni, sono rimasta molto colpita dal tuo blog!

Da quasi un anno faccio un cammino di discernimento vocazionale! Tempo fa ho sentito dentro di me la chiamata del Signore per la prima volta, ho sentito il desiderio di essere Sua per sempre, ma nonostante questo sono molto confusa perché non so se quella della vita consacrata è veramente la mia strada!! Mi capita spesso di avere grandi dubbi (e adesso mi trovo proprio in uno di questi), mi viene da pensare che sia solo frutto della mia mente, che sia tutta una cosa inventata da me. Alcune volte mi capita anche di dubitare della Sua esistenza nella mia vita e quando penso questa cosa inizio a sentirmi vuota e vedo che la mia vita cambia in negativo. Io voglio solo fare la Sua volontà, voglio solo potermi offrire a Lui, dargli la mia piena disponibilità, dirgli il mio piccolo SI'!! ma ho tanta paura di sbagliare, di non riuscire ad ascoltarLo, di non fare la Sua volontà!! Io non mi sento degna di essere una Sua ancella!!! Ho veramente tanta paura di deluderLo!!!

Se posso, ti chiedo di pregare per me e se puoi darmi dei consigli!! Ti ringrazio fin d'ora! Prego per tutti voi!

Una ragazza desiderosa di Dio

Carissima in Cristo Redentore, 
                                                     ho letto la tua lettera e sono davvero contento che desideri fare la volontà di Dio, senza escludere di abbracciare la vita religiosa, che è lo stato di vita più perfetto.

Fai benissimo a voler discernere se quel che senti nel tuo cuore è solo un pio desiderio o una vera vocazione religiosa. In quest'ultimo caso dovresti sentirti profondamente grata al Signore per averti scelto come sua sposa sin dall'eternità. Un conto è essere la moglie di un semplice uomo della terra, altro conto è essere la casta sposa di Gesù Cristo, il Re dei re: c'è una differenza abissale! Purtroppo, non tutte le ragazze capiscono questi discorsi, e molte di esse rifiutano la vocazione religiosa pur di sposarsi e donare il proprio cuore a delle povere creature. Ti senti indegna? Sappi che Gesù buono elegge le sue spose per puro amore, non in base ai loro meriti.

Questo è un momento cruciale della tua vita, è importantissimo non commettere errori. Dunque, che cosa fare in concreto? Per il momento non parlare di vocazione né con i tuoi familiari (nemmeno se sono praticanti), né con le tue amiche (potrebbero mettersi a ridere, soprattutto se sono persone neo-pagane che capiscono solo discorsi su discoteche, oroscopi, sfilate di moda, gossip e altre vanità del genere). Se hai un ottimo direttore spirituale parlane con lui, ma deve essere davvero ottimo, cioè deve essere ricco di dottrina, carità e prudenza, altrimenti c'è pericolo che ti dia pessimi consigli. Se attualmente non hai una guida spirituale che ti ispira fiducia non preoccuparti, per discernere la tua vocazione puoi recarti alcuni giorni in qualche monastero di stretta osservanza, nel quale, raccolta nel silenzio e nella preghiera, potrai ascoltare quel che Dio dice al tuo cuore. Restando in città è difficile raccogliersi spiritualmente. È fondamentale sceglierne uno osservante, cioè dove si vive da veri religiosi. È importante questo fatto. Se tu andassi in un monastero rilassato, non solo rischieresti di perdere la vocazione, ma anche la Fede, come è accaduto ad altri. Come probabilmente ti sarai accorta da sola, molti ordini religiosi non vivono più come i loro santi fondatori, ma vivono in maniera rilassata e secolarizzata, e in genere hanno poca attrattiva sui giovani. Invece gli ordini religiosi di stretta osservanza affascinano col loro stile di vita autenticamente evangelico, e non di rado attirano numerose vocazioni.

Quando andrai in convento, ai tuoi amici e parenti non dovrai dire che ci vai per fare discernimento vocazionale, ma al massimo accennerai solo ad un semplice ritiro spirituale per ritemprare lo spirito. Non si tratta di una bugia, ma tuttalpiù di una “restrizione mentale” che non costituisce nemmeno peccato veniale, come insegna la Teologia Morale, infatti un ritiro vocazionale è anche un ritiro spirituale.

Se davvero Gesù ti desidera come sua sposa, ritieniti fortunata, perché nessun uomo della terra potrà mai darti la pace e le gioie spirituali che si godono nei monasteri di stretta osservanza. Le persone più felici che ho conosciuto, le ho incontrate nei conventi e nei monasteri. Siamo stati creati per amare la Santissima Trinità, e solo Lui è capace di saziare il nostro cuore. Anche nel mondo è possibile amare Dio, ma sono pochi coloro che lo amano davvero. Molti vivono in maniera pagana, come se Dio non ci fosse e come se non si dovesse morire mai.

Se mi dici la regione in cui abiti, forse posso consigliarti qualche monastero di stretta osservanza in cui trascorrere alcuni giorni di preghiera e riflessione per capire qual è la tua vocazione. Che altro dirti? Affidati interamente alla Beata e Gloriosa Vergine Maria, che come insegnano molti santi è la Mediatrice di tutte le grazie, oltre che la nostra Mamma del Cielo.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Re e Maria Corredentrice del genere umano.

In unione di preghiera,

Cordialiter




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sabato 20 febbraio 2021

Sentirsi attrarre dalla vita religiosa

Una ragazza mi ha detto che nel “mondo mondano” sente una sorta di angoscia, mentre il suo desiderio è di vivere in convento...

Caro D.,
                 ti ringrazio molto per le tue parole e per il tempo che mi hai dedicato scrivendomi.

[...] comincio seriamente a pensare che questo mondo non sia adatto a me. Quando penso al convento, a Gesù o a diventare suora mi sento rilassata. Ma se comincio a pensare alle cose di questo mondo sento qualcosa simile all'angoscia, come se qualcosa mi stesse allontanando da Dio. Mi piacerebbe fare un'esperienza in un convento ma non saprei come fare... avrei bisogno di qualcuno che mi segua e prima ancora vorrei capire se quella che sento è una vera vocazione.

Per questo ho bisogno di altri tuoi consigli. Aspetto una tua risposta. 

Ti saluto in Maria e Gesù,
(lettera Firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                   comprendo bene il tuo disagio nel vivere in questa società nella quale si pensa a tutto tranne che ad amare Dio!

A dir la verità, sin dalla tua prima lettera ho capito subito che non sei una persona adatta a vivere nel mondo. Basti pensare al disagio che provi quando ti trovi tra i tuoi coetanei che vivono paganamente, i quali sono soliti fare discorsi frivoli e volgari.

Se tu decidessi di restare nel mondo rimanendo nubile, saresti costretta a trovarti un lavoro per poter avere un reddito che ti consenta di vivere quando non ci saranno più i tuoi genitori, e pertanto saresti sottoposta agli stessi disagi che sopporti a scuola. Infatti, anche sul posto di lavoro capita spesso di sentire i colleghi fare discorsi stupidi e materiali. Sembra quasi che a certa gente interessi solo parlare di soldi, successo, svaghi, love stories, moda e ogni sorta di vanità delle vanità.

In un convento fervoroso e osservante saresti al sicuro da tante dissipazioni che affliggono le persone secolari, e potresti fare tranquillamente la vita devota che tanto ami. L'unico “problema” è che sei ancora minorenne, e per poter entrare in convento a questa età c'è bisogno del permesso dei genitori (quando sarai maggiorenne sarai libera di abbracciare la vita religiosa anche contro la volontà dei genitori). Conosco un buon istituto religioso che accoglie studentesse come te, le quali vivono e studiano stabilmente in convento con le suore. Speriamo che i tuoi genitori siano favorevoli a questa possibilità di diplomarti vivendo in convento.

Ti senti più portata per la vita attiva o per quella contemplativa in clausura?

In Corde Matris,

Cordialiter




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venerdì 19 febbraio 2021

Addio di un lettore

Sono tanto contento quando i lettori del blog, prima di partire per il convento, mi scrivono per salutarmi. Queste notizie mi riempiono di gioia. Ecco la lettera che tempo fa mi ha scritto un caro amico del blog (ovviamente per motivi di riservatezza ho eliminato tutti i riferimenti personali):


Carissimo D.,
                      dopo molto tempo ti rispondo per darti una bella notizia: lunedì entrerò nel convento dei [...] come probando. Ti ringrazio per i tuoi utilissimi consigli e per avermi infuso il necessario coraggio per decidere definitivamente di scuotermi dal torpore esistenziale nel quale mi stavo rinchiudendo e dare la svolta giusta e decisiva alla mia vita. [...] In convento non dimenticherò di pregare per te e per l'utilissima funzione che stai svolgendo col tuo blog col quale, con la semplicità della fede e di una dottrina salda [...] supplisci alle molte mancanze che i sacerdoti purtroppo oggi dimostrano nei confronti dei fedeli. […] Con le lacrime agli occhi ti ringrazio nuovamente e non mancherò di far conoscere il tuo blog ad altri ragazzi che vedo propensi ad una prospettiva di consacrazione ma poco coraggiosi.

In Corde Jesu et Mariae

(lettera firmata)


Carissimo amico,
                          sono molto contento che tu ce l'abbia fatta a superare le difficoltà che ti impedivano di entrare nell'ordine religioso per cui ti sentivi attratto. Ciò che dispiace è che ad ostacolarti sia stato qualche sacerdote che voleva spingerti, contro la tua volontà, verso il seminario diocesano. Anche San Luigi Gonzaga subì la tua stessa tentazione, infatti alcuni influenti ecclesiastici tentarono di convincerlo a desistere dall'entrare nell'ordine religioso che amava, e di fargli prendere la normale carriera ecclesiastica secolare. Ma l'eroico San Luigi tenne duro e non si arrese. Se un ragazzo è chiamato da Dio alla vita religiosa, è un errore costringerlo ad entrare nel seminario diocesano, senza avere validi motivi. Bene, bene, sono contento che la situazione si sia sistemata per il meglio. L'ordine religioso che hai scelto è uno dei migliori tra quelli presenti in Italia, lì potrai vivere da vero seguace del Vangelo e farti santo.

Se hai vinto una battaglia importante, la guerra però continua ancora. La vita dell'uomo su questa terra è una continua lotta per la salvezza della propria anima e di quella del prossimo. Adesso il demonio farà di tutto per farti perdere la vocazione, cercando ad esempio di farti venire nostalgia del mondo, dei parenti, degli amici, delle comodità e di tutte le lusinghe del secolo. Mi raccomando, resisti valorosamente a tutte le avversità, e Dio ti ricompenserà in Cielo. Per aspera ad astra, per le difficoltà si giunge alle stelle. Le vittorie più belle sono quelle più sofferte, coraggio!

Ti ringrazio di cuore per l'intenzione di ricordarti di me quando sarai nella cappella del convento, o nel silenzio della tua povera cella. Anche io ho tanto bisogno di preghiere. Preghiamo a vicenda gli uni per gli altri, e speriamo di poterci incontrare tutti insieme in Cielo, dove con la Madonna e tutti gli angeli e i santi, potremo finalmente amare e lodare Dio per sempre, senza più timore di poter peccare e dannarci.

Cordialiter




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giovedì 18 febbraio 2021

Gesù chiama chi vuole e quando vuole

Tempo fa una studentessa universitaria mi ha confidato che si sente attrarre alla vita religiosa, e mi ha chiesto se i motivi che la spingono a consacrarsi al Signore possono essere considerati "segni vocazionali"...

Salve fratello,
                     desideravo ringraziarla per il suo blog, per i suoi preziosissimi consigli, e per il bene che fa a molte persone.

Le chiedo un parere, e soprattutto di pregare per me. Le racconto brevemente la mia storia così che possa avere più chiarezza. Mi chiamo [...] e ho 22 anni. Studio lettere e frequento contemporaneamente alcuni corsi presso un istituto teologico. Dopo essermi diplomata desideravo unicamente studiare teologia, ma i miei genitori non me lo hanno consentito e quindi mi hanno indirizzato a lettere. […] Al di là di questa digressione è necessario che lei sappia anche che quando i miei mi hanno negato l'approvazione per teologia io me la sono presa immediatamente con Dio: desideravo studiare qualcosa che lo riguardasse, e così da quel momento ho deciso di vivere senza più pregare, sfidandoLo spesso, mettendoLo alla prova, in sostanza avendo la pretesa di vivere senza di Lui. Lo cacciavo costantemente, ma Lui era sempre lì, non in modo invadente però: continuava ad amarmi nonostante i miei numerosissimi peccati, dandomi la libertà di ricambiarlo o meno. La cosa non durò molto, sentivo l'insoddisfazione di condurre quello stile di vita, l'inutilità, ma anche, con assoluta immediatezza, il senso di colpa nei Suoi confronti. E la gravità del mio peccato era data proprio dalla piena e totale volontà di peccare! Sento che devo necessariamente, lo voglio, riconciliarmi con Lui. E pian piano riesco soprattutto attraverso la preghiera. Adesso ho capito l'utilità delle difficoltà che si pongono sul nostro cammino: servono per la nostra perfezione spirituale. Ma si accettano solo avendo la consapevolezza che Lui è sempre con noi, e che il  Suo infinito amore rende possibile affrontare qualsiasi avversità. Adesso lo so. I miei genitori si preoccupano tanto del mio futuro e non vedono l'ora che raggiunga la laurea così da avere un lavoro sicuro. Ma tutto questo mi sta stretto. È un discorso troppo egoistico per me. Io desidero aiutare gli altri, servire Dio, la sua volontà, pregare, e poter ricompensare anche in minima parte l'amore che Lui prova verso di noi. Dimezzare le sofferenze del mondo con la condivisione. [...] mi attira tanto, soprattutto l'aspetto educativo e formativo, ma in generale desidero stare accanto ai più deboli. Tutto ciò ovviamente si scontra con i desideri dei miei. Le confesso che mi attira tanto la vita delle suore e sento che questa attrazione è in realtà la voglia di essere come loro. Non le dico le paure e le difficoltà. Non ne ho parlato con nessuno, all'infuori di una suora con la quale ho incominciato un percorso di conferma o meno di questa mia pia intenzione. Io amo i miei genitori e desidero sempre la loro approvazione in tutto, ma so che amare il Signore deve essere sopra tutto. Lei pensa che il Signore mi stia davvero chiamando o crede si tratti di altro? Mentre le pongo questa domanda il mio cuore mi sta suggerendo che il Signore davvero mi sta chiamando...ma allora perché la cosa si è manifestata solo da quando ho incominciato a frequentare l'istituto teologico e non prima o dopo? Cioè la mia è semplice suggestione? Le posso anche dire le motivazioni che mi spingerebbero a una tale scelta: perfezionarmi spiritualmente, rinunciare finalmente a tutto ciò che è materiale, aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno, donare tutta me stessa a Dio che mi darà tutto ciò di cui ho effettivamente bisogno, evangelizzare. La prego di darmi il suo parere e di indicarmi delle preghiere che mi consentano di avvicinarmi sempre più a Dio. Scusi se sono stata alquanto prolissa. Risponda senza fretta. La ringrazio infinitamente di tutto. Anche di un suo solo pensiero.

Cordiali saluti,
(lettera firmata)


Carissima sorella in Cristo,
                                            dammi pure del tu, lo preferisco. Il Signore permette che subiamo delle avversità al fine di “provarci”, cioè di vedere se gli restiamo fedeli. Anche i santi subivano tante avversità e persecuzioni, ma loro accettavano tutto con cristiana rassegnazione, anzi con gioia, e approfittavano delle difficoltà per stingersi maggiormente a Dio. Sopportando cristianamente le avversità e le persecuzioni dimostriamo al Signore che lo amiamo davvero. È facile essere cristiani quando tutto va bene, ma è nell'ora della prova che si vede se il nostro amore per Dio è forte o debole. Il santo Giobbe in breve tempo perse tutto: salute, ricchezze e figli, ma invece di arrabbiarsi, benedisse Dio e accumulò enormi meriti per il Paradiso. 

Sono contento che ti sei pentita di esserti ribellata a Dio, e che adesso desideri donare il tuo cuore a Gesù buono abbracciando lo stato di vita più perfetto: la vita consacrata. Tu vuoi sapere se le motivazioni che ti attraggono alla vita religiosa sono autentici segni vocazionali. Insegna Sant'Alfonso Maria de Liguori (Dottore della Chiesa) che la prima condizione per considerare vera una vocazione consiste nella retta intenzione di colui che vuole consacrarsi al Signore. Ad esempio il voler vivere più unito a Dio, il voler vivere il cristianesimo in maniera più perfetta, l'allontanarsi dai pericoli spirituali che dilagano nel mondo, il voler impegnarsi maggiormente all'apostolato per la salvezza delle anime, ecc. Adesso fai il confronto con i motivi per cui tu intendi abbracciare la vita religiosa: perfezionarti spiritualmente, rinunciare a tutto ciò che è materiale, aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno, donare tutta te stessa a Dio, evangelizzare. Dunque?  :-)

Come hai capito tu stessa, hai dei tipici segni vocazionali, ma per avere la certezza ti consiglio di trascorrere alcuni giorni in qualche buon istituto religioso verso il quale ti senti attrarre. Le suore osserveranno se sei portata per la vita religiosa, e ti diranno se puoi tornare oppure se se devi lasciar perdere. Fai attenzione all'istituto da scegliere, perché ce ne sono molti che ormai si sono rilassati e non vivono più in maniera profondamente religiosa. Se non sai dove andare, ti consiglio di contattare le Servidoras, che io considero tra le più fervorose e zelanti suore che abbia conosciuto sinora.

Hai fatto benissimo a non raccontare ad amici e parenti che ti senti attrarre da Gesù alla vita religiosa. Continua ad avere la massima riservatezza su questo argomento. Se hai un padre spirituale puoi parlarne con lui, ma deve essere un uomo davvero dotto, zelante e caritatevole, altrimenti c'è pericolo. Purtroppo, ci sono dei sacerdoti (specialmente nel clero diocesano) che sistematicamente si oppongono alle vocazioni religiose; sant'Alfonso a tal proposito diceva che  costoro hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale senza avere la vocazione, o senza sapere cosa fosse. Ma l'opposizione più dura la si subisce dai laici. Leggendo la vita dei santi religiosi si constata che spesso hanno dovuto affrontare l'opposizione del mondo pur di adempiere alla vocazione. Generalmente la gente non comprende questi discorsi, pensa solo a divertirsi, fare carriera, avere successo, ammassare beni materiali, ecc.

Quando farai un'esperienza vocazionale, sarà meglio non dire a nessun parente o amico che vuoi farti suora. Limitati a dire che vuoi fare un ritiro spirituale per ritemprare lo spirito. Non si tratta di una bugia, perché un'esperienza vocazionale è anche una sorta di ritiro spirituale.

Dio dona la vocazione a chi vuole e quando vuole. Il chiamato deve solamente rallegrarsi di essere stato prescelto e impegnarsi ad adempiere al più presto alla vocazione.

Coraggio, non arrenderti! Spero tanto che un giorno tu possa diventare sposa di Gesù Cristo, abbracciando lo stato di vita più perfetto. Prego la Regina del Cielo di darti la forza di restare fedele a Gesù buono fino alla morte. Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti nel Cuore Immacolato di Maria Corredentrice del genere umano,

Cordialiter




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mercoledì 17 febbraio 2021

Donare il cuore a un uomo del mondo?

Ripubblico quel che mi scrisse una carissima lettrice del blog che stava deliberando lo stato di vita da eleggere (poi è entrata in monastero).

Buon giorno,
                      scrivo dalla […], ho 28 anni, non sono sposata, non escludo di farmi suora in qualche monastero osservante. Ho scoperto il tuo sito qualche tempo fa. Esso mi piace assai, alcuni testi e frammenti li conoscevo già, perché anch'io mi interesso di vocazione religiosa, cerco di trovare su Internet varie opere di Santi su questo tema [… e spero] che molte persone vengano a conoscenza di queste belle opere su un tema così straordinario, degno di essere trattato spesso in questi nostri tempi un po' tristi. [...] Una cosa è ovvia e certa per me: non sposerò mai un uomo della terra perché non mi immagino per niente di vivere come le altre ragazze sposate. Tutte vogliono sposarsi, formare una famiglia [...] e guadagnare soldi. E' normale per loro, ma io non ho sentito mai questo desiderio di seguirle in questa strada. [...] attualmente sto attraversando difficoltà interiori molto tristi, come se qualcuno volesse separarmi per sempre da Gesù... come vedi, ho tanto bisogno di preghiera e te ne ringrazio di cuore!

Saluti cordiali
(lettera firmata)


Carissima in Cristo,
                                  ti ringrazio tanto per la tua gentilezza. Prego con tutto il cuore affinché tu possa fare ciò che Gesù buono desidera da te. Spero che il Redentore Divino voglia prenderti come sua sposa, perché Egli è il miglior sposo che una ragazza possa avere. Gli uomini della terra, anche i più buoni, non valgono nulla in confronto a Gesù. E poi, anche se una ragazza volesse prendersi come marito un comune mortale, deve sapere che è difficilissimo trovare un uomo buono come Luigi Martin, un vero marito cristiano e padre esemplare di nove figli, tra cui Santa Teresa di Lisieux.

San Paolo Apostolo desiderava che tutti fossero vergini come lui, mentre il matrimonio lo raccomandava solo a quelle persone che per pigrizia non volevano impegnarsi a vivere in totale castità, lottando contro i desideri carnali.

Certo che pregherò la Madonna per te, affinché ti aiuti a fare la volontà di Dio. Gesù ti vuole bene assai, e qualsiasi cosa ti accadrà in futuro, non dimenticarti mai di rifugiarti nelle mani della Beata Vergine Maria, la nostra Mamma del Cielo. Non ti demoralizzare, la Madonna veglia notte e giorno su di te. Coraggio!

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Re e Maria Mediatrice,

Cordialiter




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martedì 16 febbraio 2021

Necessità dell'orazione

Una studentessa in discernimento vocazionale mi ha detto che ormai per lei l'orazione è divenuta indispensabile come l'aria...

Caro D., è un po' che non ci sentiamo.
Sono la ragazza emiliana che qualche tempo fa ti scrisse del suo turbamento. Volevo ringraziarti per i continui inserti nei tuoi blog [...]. Ho trovato davvero molto edificanti le parole Sant'Alfonso Maria de Liguori, soprattutto queste:

"Troppo fa vedere l'esperienza, che quanto più taluni s'immergono a trattare cogli uomini, tanto meno desiderano di trattare con Dio; e quanto più essi trattano col mondo, tanto più Iddio da loro si ritira. Volentieri io parlerei (disse un giorno il Signore a s. Teresa) a molte anime; ma il mondo fa tanto strepito nel loro cuore che la mia voce non può sentirsi. Immersi pertanto molti religiosi negli affari di terra, poco pensano a stringersi con Dio […] Gli antichi monaci attendeano molto all'orazione, e perciò si faceano santi, e coll'edificazione che davano santificavano anche gli altri. Ma oggidì tutto manca perché è mancato lo spirito di orazione; e pertanto si manca all'umiltà, al distacco del mondo e all'amore a Dio; e mancando l'amore a Dio, mancano in conseguenza tutte le virtù"

Sempre più mi rendo conto in questo mio percorso che è necessario "scremare" tutto il superfluo dalla nostra vita. Purtroppo siamo sempre stati abituati ad avere tutto, anche più di quel che ci si può permettere. Non che siano sempre necessari i capricci, il più delle volte sono proprio coloro che dovrebbero educarci, e questo lo dice anche Sant'Alfonso, che ci viziano. Ora per quella che è la mia esperienza penso di poter dire che a muovere tutto questo sia più un amore incontrollato, che appunto rende talmente ciechi da far sì che non ci accorgiamo di fare del male pur volendo fare il bene.

Il mondo non è tanto, è troppo, e i nostri occhi vogliosi non sanno vedere l'utilità di quel che ci circonda. Non riusciamo a capire che nell'essenzialità dell'orazione quotidiana, o della lettura di qualche scritto religioso vi sono nascoste le chiavi della nostra felicità. Perché che cosa è questa felicità se non la tranquillità dell'animo e la serenità che affiora in viso disteso? Curioso che religiosi e sacerdoti e laici che veramente sono di Dio sono sempre sorridenti, sereni, beati.

Ho capito, e sto vivendo tutto questo in compagnia di due scritti a me molto cari:

- L'imitazione di Cristo, un testo semplice, ma completo; antico, ma attualissimo.

- Della perfetta vita religiosa, una raccolta di testi scritti da San
Bonaventura alla Madre Abbadessa delle clarisse.

Grazie a loro e a chi mi sta seguendo, i momenti di orazione o nei quali stare con Dio, mi sono divenuti necessari come l'aria.

E per coronare tutto,ora, via verso Lourdes!

Sursum Corda!

A presto,
(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                       sono davvero contento che tu ti stia sforzando di vivere intensamente la vita spirituale. Con Dio dobbiamo essere molto generosi e magnanimi, perché Lui merita di essere amato con tutte le forze.

Il libro dell'imitazione di Cristo è un ottimo compagno di vita; se tutti i cristiani lo leggessero e lo meditassero spesso, le cose andrebbero certamente meglio. È adatto a tutti, anche ai fedeli laici.

Ti auguro buon viaggio a Lourdes. Sarà un pellegrinaggio faticoso e impegnativo, perché coi malati c'è bisogno di avere tanta pazienza. Ma la consapevolezza che la tua opera non è motivata dal desiderio di guadagnare soldi, ma dalla volontà di dare gusto a Dio servendo disinteressatamente i bisognosi, ti darà la forza di superare i momenti più faticosi. Inoltre la Mamma del Cielo certamente ti farà sentire il suo aiuto; nessuno di noi può vincerla in generosità.

Ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter

Ad maiorem Dei gloriam!




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lunedì 15 febbraio 2021

Donare la vita a Dio

Pubblico nuovamente il testo di una lettera che scrissi a una lettrice del blog desiderosa di appartenere tutta a Gesù buono.

Carissima sorella in Cristo,
                                                sono contento di leggere nelle tue lettere vocazionali dei bellissimi sentimenti d'amore per Gesù buono. Non mi scandalizza affatto il tuo linguaggio tipico di una persona innamorata, poiché anche Santa Teresa di Lisieux quando era nel mondo si considerava fidanzata di Gesù e utilizzava un gergo simile. Anche la Sacra Scrittura nel Cantico dei Cantici utilizza frasi d'amore tipiche degli sposi.

Chissà quante giovani ragazze della tua età attualmente sono schiave dei falsi amori della terra, cioè quelli fondati sul peccato. Quanto vorrei che queste persone potessero leggere le tue lettere! Magari qualcuna di loro abbandonerebbe la triste vita vissuta lontano Dio, e come una pecorella smarrita si lascerebbe volentieri prendere sulle spalle dal Buon Pastore. Il Signore ti ha fatto una grazia enorme facendoti sentire il desiderio di donare la vita a Lui. Che cosa potresti desiderare di meglio? Chi ha Dio ha tutto, e chi non ha Dio non ha nulla.

Sono felice di sapere che per amore di Gesù sei disposta a sopportare le avversità che tenteranno di ostacolare la tua vocazione. Militia est vita hominis super terram (Iob 7,1). Mi piace vedere nei cristiani lo spirito combattentistico, poiché la vita è un continuo combattimento spirituale, e senza lo spirito del valoroso combattente si finisce per soccombere. Sant'Alfonso Maria de Liguori diceva che i genitori spesso sono i peggiori nemici della vocazione dei figli, per questo motivo non bisogna confidare a parenti e ad amici il desiderio di abbracciare la vita religiosa. Preghiamo per la tua mamma affinché capisca che è un errore per un genitore distogliere i figli dalla vocazione. La nostra felicità consiste nell'uniformarci alla volontà di Dio, e se Lui ti vuole tutta per sé, chi siamo noi per ribellarci alla Sua volontà?

Su questa terra nessuno conosce la tua anima meglio del tuo padre spirituale, il quale ha accolto con gioia il tuo desiderio di consacrarti a Dio. Dunque non devi preoccuparti se qualche altra persona ti dice che non devi farti suora, o che non sei adatta per la vita religiosa. Se tu non fossi stata adatta a vivere in monastero, il tuo direttore ti avrebbe detto chiaramente di non pensarci più. Del resto se fosse stato solo un fuoco di paglia si sarebbe estinto nel giro di breve tempo, io invece constato che sei sempre più innamorata di Gesù, che è il fine ultimo della tua vita.

Coraggio, non arrenderti! Anche se dovessi incontrare altri ostacoli sulla strada della consacrazione a Dio, ricordati che maggiori sono le difficoltà, più bella bella è la vittoria finale!

Pregherò la Mediatrice di tutte le grazie di vegliare su di te e di ottenerti la “grazia delle grazie”, ossia la perseveranza finale in stato di amicizia con Dio.

Fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




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