domenica 31 ottobre 2021

Aiutiamo le anime del Purgatorio!

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli.



A chi desidera di suffragare molto i defunti, si consiglia una piccola pratica, utilissima. Dire spesso: Eterno Padre, vi offro tutte le Messe celebrate e quelle che si celebreranno sino alla fine del mondo, in suffragio delle anime del Purgatorio! -

Questa offerta fa prendere parte a tutti i Santi Sacrifici ed arreca molto suffragio. Sarebbe bene ripeterla ogni giorno, mattina e sera.


Per ottenere grazie

I fedeli conoscono per esperienza la potente intercessione delle anime purganti; per questo fanno celebrare Messe di suffragio, allorchè abbisognano di grazie urgenti.

Si raccomanda di rivolgersi in modo particolare all'intercessione delle anime, che in vita sono state più devote della Passione di Gesù e del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria.

Specialmente si preghi per i Sacerdoti defunti ed in generale per tutte le persone consacrate, perchè il Purgatorio di questa categoria di anime suole essere più rigoroso.


La Comunione

Dopo della Messa, il più grande sollievo è apportato nel Purgatorio dalla Santa Comunione.

Oh, se si avesse più fede e si amassero di più i cari morti, quante Comunioni si farebbero e con quanta maggiore devozione!

Quando si ha nel cuore Gesù, Il Re dell'eterna gloria, quante grazie si possono ottenere!

E' tanto facile comunicarsi, eppure si fa così di raro!

Per suffragare i morti, si vada alla Comunione non solo nell'anniversario del lutto, ma anche nel giorno del mese in cui è avvenuta la morte della persona cara.

La pietà dei fedeli dedica ai defunti un giorno della settimana, cioè il lunedì. Vi son di quelli che in detto giorno vanno al Cimitero a deporre fiori sulla tomba o ad accendere ceri; facendo questo, credono di fare molto, mentre in realtà fanno poco o niente. La visita alla tomba, i fiori ed i ceri, quando non sono accompagnati almeno da qualche preghiera, non giovano nulla al defunto, ma sono un sollievo al cuore del vivente. Al morto vale più una sola Comunione di suffragio, anziché molte visite alla tomba e molti fiori.

Purtroppo molti, dico molti, non comprendono ciò.

In pratica, ogni lunedì ci si comunichi od almeno ogni primo lunedì di mese.


Il Sangue del Redentore

Qualunque preghiera è un buon suffragio. Si suggerisce però qualche preghiera particolare, affinchè i fedeli la utlizzino molto.

L'offerta del Divin Sangue è di grandissimo sollievo alle anime penanti. Gesù disse un giorno a Santa Maria Maddalena De' Pazzi: Da che tu offri al Divin Padre il mio Sangue per le anime del Purgatorio, non puoi immaginare quante di esse siano state liberate da quelle pene!

La Santa ripeteva cinquanta volte al giorno quest'offerta, esortando le Consorelle a fare altrettanto.

Non sarebbe fuori posto presentare qui l'offerta del Divin Sangue, affinchè molti la imparino e la recitino con frequenza. Potrebbe recitarsi in forma di Rosario, in cinque poste.


Coroncina di offerta per i defunti del Sangue di Gesù

Grani grossi:

Tu dona, o Dio clemente, Riposo ai nostri morti! La luce tua conforti quei cuori, per pietà. - Pater.


Grani piccoli:

Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di Gesù Cristo,

In suffragio delle anime del Purgatorio.


Ogni decina: l’Eterno riposo



Il Rosario

Santa Teresa d'Avila, mentre si disponeva a recitare il Rosario ad onore della Madonna, vide il Purgatorio sotto forma d'un grande recinto, ove le anime soffrivano tra le fiamme.

Alla prima Ave Maria, scorse un getto d'acqua che dall'alto si riversava sul fuoco. In seguito, ad ogni Ave appariva un nuovo getto d'acqua. Intanto le anime si refrigeravano ed avrebbero voluto che il Rosario si perpetuasse.

La Santa comprese allora la grande utilità della recita del Rosario.

In ogni famiglia si ricordano morti; in ogni famiglia dovrebbe esserci la pratica del Rosario. Ma quanti sono al presente coloro che coltivano questa bella devozione? Perchè le case, che sono state visitate dalla morte, non risuonano tutte della recita del Rosario?

Costa tanto poco dire cinquanta Ave Maria e meditare i misteri della nostra Redenzione! Si potrebbe separare una posta di Rosario dall'altra, recitando la corona in diverse riprese. Si può pregare anche camminando, viaggiando o mentre si sta ad aspettare qualche persona. Quanto tempo si spreca, mentre potrebbe utilizzarsi per i nostri morti!


Il dolore

L'offerta di qualunque opera buona può servire di suffragio.

Il dolore è una moneta preziosa al cospetto di Dio. L'offerta della sofferenza, fisica o morale, è valido aiuto alle anime purganti.

Avviene un lutto. Quanto strazio nel povero cuore umano! Chi può esprimere il dolore dei figli alla morte della madre o del padre, il dolore della sposa alla perdita del marito, la ferita di una madre alla scomparsa di un figlio o di una figlia?... E' vero che col tempo anche questi grandi dolori si vanno affievolendo ed è provvidenziale; ma quanto si soffre nel primo periodo del lutto!

Perchè non utilizzare questo tesoro? Si dica spesso e con fede: Signore, vi offro lo strazio del mio cuore per dare sollievo ai miei morti! - Oh, se tutti facessero così, quanti suffragi giungerebbero ai defunti!


Uniformità al volere di Dio

Un altro punto capitale dovrebbe essere ben compreso.

Nell'esercizio del Sacro Ministero mi son trovato davanti a scene dolorosissime. Avvenuta una morte... il figlio che bestemmia contro Dio per la fine del padre; una donna che stacca i quadri dalla parete e li calpesta; un altro giura di nón andare più in Chiesa e di non voler credere più né a Dio né ai Santi; c'è chi impreca contro la morte ed il destino; qualcuno tenta di suicidarsi...

Ma che cosa si guadagna a fare ciò? Nulla!... Forse il morto riacquisterà la vita? Forse il dolore potrà diminuire?

La volontà di Dio si deve compiere, o liberamente o per forza. Dio ci ha creati per la vita eterna e chiama quando vuole. Nessuno è esente dalla morte! Sono morti i Santi ed è morto anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo.

Allorchè dunque muore una persona cara si faccia di necessità virtù. Si dica umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà! -

Quanta gloria a Dio questa uniformità al suo volere! Quanto refrigerio giunge all'anima trapassata con questo atto di rassegnazione!

Chi non sa fare la volontà di Dio, sappia che non vuol bene ai suoi morti, perchè può e non vuole suffragarli.


La carità

Tra i suffragi principali è da mettere l'esercizio della carità.

Per carità s'intende tutto ciò che si fa di bene al prossimo. Aiutare un bisognoso, vestire un poverello, dare una piccola offerta... tutto serve di riposo ai defunti. E' lodevole la pratica di quelle persone pie e benestanti, che per dare suffragio a qualche caro estinto, nei giorni festivi ammettono a tavola un poverello, memori che si fa a Gesù ciò che si fa al prossimo bisognoso.

Ma l'atto di carità più squisito è il perdonare le offese, anzi il beneficare chi ci abbia recato del male. Chi perdona generosamente ed offre a Dio il perdono come suffragio, oltre a guadagnare grande merito per il Paradiso, affretta l'ingresso al Cielo alle anime purganti.

Il seguente episodio è narrato da San Francesco di Sales ed avvenne a Padova, mentre egli frequentava l'università.

In una rissa era stato ucciso un giovane, appartenente a nobile famiglia. La madre del defunto, molto religiosa, era afflittissima sia per la morte del figlio, sia per il timore della sua sorte eterna. Pregava Iddio ed era disposta a qualsiasi sacrificio per soccorrere l'anima.

Il Signore le presentò l'occasione. Mentre ancora il cadavere era in camera, si bussò fortemente alla porta ed entrò trafelato un giovane.

- Per carità, signora, salvatemi!... I gendarmi mi cercano per arrestarmi!... Ieri uccisi un giovanotto; ma ora son pentito!...

La madre capì essere lui l'assassino del figlio. Una potente lotta avvenne nel suo animo; con l'aituo di Dio la superò.

- Ti perdono... per amore di Dio!... Ti dò rifugio nella mia abitazione!... Tu hai ucciso mio figlio!... Ma per dare riposo all'anima sua, voglio beneficarti! -

L'assassino pianse di commozione. Iddio gradì l'atto di carità e permise che la notte seguente il figlio apparisse alla: genitrice: - Non stare, o madre mia, in pensiero per me! Non mi sono dannato. Per il perdono che hai accordato al mio uccisore, il mio Purgatorio sarà molto breve. Presto entrerò in Paradiso! -



[Brano tratto da "I nostri i morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli].


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sabato 30 ottobre 2021

Atti di amore verso Dio

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


O Signore, fa’ che io ti ami per te stesso e non per la mia consolazione; fa’ che amandoti, cerchi sempre la tua volontà e non la mia. 

[...] Amare è voler bene a qualcuno; si comprende quindi, che l’essenza dell’amore sta nell’atto della volontà con cui si vuol bene. Ciò non toglie che in noi quest’atto vada facilmente congiunto con l’affetto sensibile e allora l’amore è insieme atto della volontà e della sensibilità; tuttavia è chiaro che la sostanza del vero amore non sta nell’emozione del sentimento, ma nell’atto della volontà. La carità non muta il nostro modo di amare, ma lo penetra, lo soprannaturalizza, rendendo la volontà, e la sensibilità capaci di amare Dio. Sì, anche il nostro affetto sensibile può essere impegnato nell’atto di amore soprannaturale; Dio non disdegna neppure questa più umile e meno elevata manifestazione del nostro amore per lui, tanto è vero che ci ha comandato di amarlo non solo con tutta la mente e con tutta l’anima, ma anche con tutto il cuore. Tutte le nostre forze -intellettuali, volitive, affettive - vengono impegnate nell’atto di amore e, tuttavia, la sostanza di questo atto non sta nel sentimento, ma nella volontà. Perciò, quando nel tuo amore per Dio rimani freddo riguardo alla sensibilità e non « senti » nulla, non devi turbarti: troverai così minore soddisfazione nel tuo amore - perchè sentire di amare è assai più dolce - ma il tuo atto di amore sarà ugualmente vero e pieno. Anzi, mancandoti l’appoggio e lo slancio che viene dal sentimento, sarai costretto ad applicarti con maggior decisione all’atto della volontà e ciò, lungi dal nuocere, renderà più volitivo, e perciò più meritorio, il tuo atto d’amore. Appunto perchè la sostanza dell’amore sta nell’atto della volontà che vuol bene a Dio, ecco che il Signore, per rendere più puro e più intenso il tuo amore, spesso Io priverà di ogni dolcezza di sentimento; non sentirai più di amare Dio e ciò ti darà pena ma, in realtà, lo amerai nella misura in cui saprai decisamente volere la sua volontà, il suo beneplacito, il suo gusto al di sopra di tutte le cose. Del resto, sentire l’amore non è in tuo potere, mentre è sempre in tuo potere fare atti d’amore con la volontà, è sempre in tuo potere voler bene a Dio cercando con tutte le tue forze di vivere per lui, di fargli piacere. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].




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venerdì 29 ottobre 2021

Vocazione religiosa maschile

Un ragazzo mi ha scritto una bella lettera che riporto volentieri.

Caro fratello,
                    ho scoperto da poco il tuo blog e non ho potuto fare a meno di leggere tutti gli interventi in cui emerge chiaramente la mirabile opera che Dio compie in silenzio ogni giorno attraverso le Sue chiamate alla vita religiosa e sacerdotale.

E nello stesso tempo il mio cuore si rattrista perché non ho saputo fare altrettanto finora, cioè ascoltare il mio cuore, visto che fin da ragazzo mi sento chiamato da Gesù a essere Suo testimone e ho sempre fatto finta di non sentire. Ma Cristo pazientemente ha insistito, alimentando dentro di me una voce che mi spinge costantemente verso di Lui. Ora vorrei iniziare un cammino di discernimento vocazionale per capire se quella stretta al cuore, quell’amore appassionato che sento per la croce di Cristo sia davvero una chiamata a seguirlo che ho sempre rifiutato. Ho provato più volte a “costringermi” alla vita che la mia famiglia, i miei amici hanno voluto per me: ho un bel lavoro, ho una casa, e mi sono ritenuto fortunato, anche se non sono riuscito a arrivare al matrimonio, fino a quando ho capito che in realtà non avevo niente, mi sentivo infelice perché non ho risposto prontamente alla chiamata di Cristo che dolcemente e con tenacia mi sussurra “vieni e seguimi”.

Così ora mi ritrovo a 37 anni con una passione per Cristo che mi travolge anima e corpo; ora sarei pronto a lasciare tutto ciò che ho sempre considerato “bello” e per cui mi consideravo fortunato, per volgere il mio sguardo verso la Croce di Cristo e seguirlo.

Ho capito che finora non avevo mai provato la felicità, anzi, solo un grande dispiacere per aver rifiutato di seguire Gesù; ma Lui è paziente, e se sa che c’è una piccola possibilità che noi apriamo il nostro cuore, non si arrenderà fino a quando entra così profondamente dentro di noi che tutto sembra andare avanti solo perché Lui esiste!

Sono consapevole che non sarà una scelta facile: ma prego il Signore che mi accompagni e che, se questa è la Sua volontà, io possa donargli l’unica cosa che ho di davvero prezioso: la mia vita.

Grazie per avermi ascoltato, ricordami nelle tue preghiere perché oggi più che mai ne ho davvero bisogno!

(lettera firmata)


Carissimo in Cristo,
                               è edificante sapere che nonostante sei un ragazzo con una posizione sociale invidiabile, sei disposto a lasciare tutto pur di seguire la vocazione. Se non hai ancora deciso in quale ordine entrare ti consiglio di fare un'esperienza vocazionale presso l'Istituto del Verbo Incarnato che a mio avviso è uno dei migliori ordini presenti in Italia, e infatti è uno dei pochi in forte espansione. Tra l'altro a differenza di altri istituti accettano anche candidati che hanno superato i 35 anni.

Certamente i mondani criticheranno la tua scelta di seguire Gesù Cristo, ma i loro giudizi non contano nulla, ciò che conta davvero è fare la volontà di Dio e sentire la pace nel cuore. Coraggio, non ti arrendere di fronte alle difficoltà che potresti incontrare sul tuo cammino!

Pregherò molto volentieri per te, c'è tanto bisogno di anime che si donino a Dio per la nuova evangelizzazione.

In Corde Matris

Cordialiter




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giovedì 28 ottobre 2021

Tentazioni

Tempo fa una studentessa liceale mi disse che subiva delle tentazioni contro la vocazione. Ciò è normale, il nemico del genere umano, quando si accorge che qualcuno vuole abbracciare la vita religiosa, cerca in tutti i modi di fargli cambiare idea...


Caro D.,
             è un po' che non scrivo, ma seguo sempre il blog che non mi fa sentire sola e mi dà la forza di andare incontro al mio futuro Sposo. A volte non è facile andare avanti, le tentazioni aumentano sempre di più e mi gettano in un grande sconforto in cui penso che ho buttato via i miei diciassette anni, che ormai sono "un caso perso", impossibile che migliori e che tutti i miei buoni propositi sono pura fantasia e un tentativo di evasione dalla realtà. Queste crisi sono piuttosto frequenti, ma fortunatamente non continue, in quanto c'è sempre Qualcuno che non mi abbandona e mi mostra il Suo amore infinito prendendomi per mano; è davvero commovente pensare a tutto quello che il Signore fa per me […]. Un grande sostegno in questi ultimi mesi l'ho avuto leggendo Storia di un'anima, non so spiegare quanto bene mi abbia fatto, sono sempre stata devota a S. Teresa di Lisieux ma leggendolo l'ho sentita ancora più vicina a molti aspetti del mio carattere e anche ad alcune particolari esperienze che abbiamo provato entrambe. Ma soprattutto è stato un ulteriore slancio e conferma della mia vocazione, infatti ho visto scritti tutti i miei più profondi desideri. Perciò le ho chiesto di prendermi con sé come se fossi sua figlia e prepararmi per il giorno delle nozze; inoltre penso che sia contenta di aver finalmente trovato "un'anima più piccola della sua" che mi ha fatta sorridere quando l'ho letto...

Quest'anno non credo di riuscire a fare un'esperienza vocazionale, ma penso che l'estate prossima ci sarà l'occasione (sarò obbligata a dirlo ai miei, ma indagando in modo molto impersonale ho capito che accetterebbero molto volentieri che anche tutti i figli si consacrassero). Nel frattempo ho pensato che potrei confidarmi con una mia cara amica (che qualche anno fa mi aveva rivelato la sua vocazione), ma prima di farlo vorrei avere un tuo parere.

Comunque volevo ringraziarti per tutto il bene che fai alle anime, continua ad incoraggiarle perchè il Signore non abbandona mai chi si affida a Lui e i momenti di prova rendono più forti. Ti chiedo di pregare per la conversione di una persona che è stata molto importante per me (quasi una seconda mamma) e di un'altra mia amica, che involontariamente hanno creato le basi della mia vocazione.

Un abbraccio e una preghiera,

(lettera firmata)


Carissima in Cristo,
                                sono contentissimo di sapere che stai perseverando nel discernimento vocazionale. Il nemico del genere umano moltiplica le tentazioni per farti cadere nello sconforto e indurti ad abbandonare la vita cristiana, ma mi rallegro nel constatare che stai cercando di resistere tenacemente agli assalti avversari, come un valoroso soldato in battaglia. Sappi che ogni volta che sconfiggi una tentazione fai contento Gesù e progredisci nella vita spirituale. Non scoraggiarti quando sei tribolata dalle tentazioni, queste infatti sono prove che anche i santi hanno dovuto superare. L'amore con amor si paga. Il Redentore Divino ha dimostrato il suo amore per te facendosi flagellare e inchiodare alla croce pagando al tuo posto la pena meritata dai peccati. Tu devi dimostrare il tuo amore per Dio soffrendo per amor suo. È facile essere cristiani in mezzo alle consolazioni spirituali, ma il vero seguace Gesù Cristo è colui che per amor Suo sopporta la croce di ogni giorno. Qui vult venire post me abneget semetipsum et tollat crucem suam et sequatur me (Mt 16,24).

Il vero amore si dimostra sacrificandosi e soffrendo per la persona amata. Coloro che non amano il Signore non sono disposti a soffrire per la sua maggior gloria. Ma che ci stiamo a fare su questa terra se non amiamo Dio? Amiamolo con tutte le nostre forze! Solo Lui merita di possedere i nostri cuori!

Sono contento che hai letto "Storia di un'anima". Questo libro ha spinto tanta gente a donare la propria vita a Dio, ma è ottimo anche per coloro che non si sentono portati per la vita religiosa. Fai bene a leggere i classici del cattolicesimo, con essi infatti puoi nutrire spiritualmente la tua anima senza correre rischi. Invece devi fare attenzione ai libri di certi autori moderni che seminano confusione e rilassamento. Se leggi i libri scritti dai santi puoi star sicura che non ti ritroverai sulla strada sbagliata.

Sarebbe bello se tu potessi avere un'amica spirituale con cui parlare di vocazione e di altre cose devote. Però deve essere una persona devota e riservata, cioè che non vada a spifferare in giro le cose che gli confidi. Se vedi che un'amicizia ti aiuta a crescere nella virtù, allora è buona, se invece ti allontana da Dio, allora è una falsa amicizia, e bisogna troncarla subito.

Io continuo a sperare che tu possa fare un'esperienza vocazionale già questa estate, a meno che tu non abbia qualche impedimento. Non devi avere paura di chiedere il permesso dei tuoi genitori, perché a loro dovrai dire soltanto che vuoi fare un "ritiro spirituale" per ritemprare lo spirito, senza parlare per il momento di vocazione. Se loro intuiscono qualcosa e ti chiedono "Vuoi farti suora?", puoi rispondere "Non ne sono degna", oppure puoi dire che da grande vorresti sposarti. No, non è una bugia, ma una "restrizione mentale" che non costituisce nemmeno peccato veniale. Infatti la professione religiosa è un vero e proprio sposalizio, solo che invece di prendersi per sposo una povera creatura, ci si sposa con il Re del Cielo.

In Corde Matris

Cordialiter




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mercoledì 27 ottobre 2021

Il grande valore della Messa

Una giovane lettrice del blog mi ha chiesto di chiarirle l'aspetto sacrificale della Messa.


Caro fratello in Cristo,
(...) Più volte ti ho detto quanto mi facciano bene, tanto bene, le tue lettere. Alimentano la mia spiritualità. (...) le tue parole sono sempre spunto di riflessione e preghiera per me. Dio ti benedica per questo, che tu possa essere di aiuto per tante persone! 

Oggi durante la messa mi sono emozionata! Mi succede spesso di vivere la Santa Messa con emozione, prego intensamente e mi sento felice di lodare, ringraziare, ma sai che ancora non capisco bene il mistero dell'Eucaristia e il "sacrificio" della santa Messa? 

Ti auguro una buona domenica nel Signore!

In Gesù e Maria,

(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo, 
                                     sono contento che le lettere che ti scrivo non sono fatica sprecata, ma ti aiutano molto nella vita spirituale.

Padre Adolphe Tanquerey insegna che se per qualche ragione una persona non ha una guida spirituale, ci pensa il Signore a dirigerla, grazie anche alle buone letture spirituali. Quindi fai bene a leggere molto su argomenti religiosi.

Il peccato è un'offesa fatta a Dio, e poiché Dio ha una maestà infinita, per poter riparare le offese che gli vengono fatte c'è bisogno di un "risarcimento" che abbia un valore infinito. Le nostre opere buone e la nostra stessa vita hanno un valore finito, pertanto non sono idonee a riparare integralmente un'offesa (anche “solo” in materia veniale) fatta a un Dio infinito. Ecco perché Gesù Cristo è venuto nel mondo: essendo la Seconda Persona della Santissima Trinità, tutte le sue opere avevano un valore infinito, quindi per salvarci dalla dannazione eterna sarebbe bastata una sua lacrima, una sua preghiera, persino un semplice sospiro d'amore nei nostri confronti o qualsiasi altra azione offerta all'Eterno Padre in riparazione delle nostre colpe. Ma per dimostrare il suo grande amore per noi volle addirittura lasciarsi uccidere in croce offrendosi come Vittima di espiazione, pagando al posto nostro la pena meritata dai nostri peccati. Nella Santa Messa, al momento della Consacrazione, si rinnova in maniera incruenta lo stesso sacrificio che il Redentore compì sul Golgota. Dunque quando assisti alla Consacrazione, in cuor tuo devi offrire alla Santissima Trinità te stessa (la tua vita, la tua morte, le tue sofferenze, i tuoi problemi, i tuoi peccati di cui sei pentita, ecc.) unendoti al Sacrificio di Cristo, in riparazione dei tuoi peccati e di quelli del mondo intero.

L’intramontabile Catechismo di San Pio X insegna che il Santo Sacrificio della Messa viene offerto per quattro fini:


- per onorare e adorare Dio come si conviene;

- per ringraziare il Signore per tutto ciò che ci dona;

- per placare Dio e dargli la dovuta soddisfazione per i nostri peccati, e anche per suffragare le anime sante del Purgatorio; per tali motivi il Sacrificio della Messa viene definito “propiziatorio”;

- per impetrare dalla Santissima Trinità nuove grazie, soprattutto spirituali.

Purtroppo, oggi ben pochi cattolici conoscono l’aspetto sacrificale della Messa. Con grande dolore devo constatare che addirittura tanta gente non crede nella Presenza reale di Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento, con tutto il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Invece noi cattolici fedeli al Magistero perenne della Chiesa crediamo fermamente a quel che il Concilio di Trento insegna infallibilmente al riguardo dell’Eucaristia, pertanto siamo felici di poter accogliere Gesù sacramentato in noi al momento della Comunione, unendoci a Lui con carità e devozione, ringraziandolo per tutti i suoi benefici e supplicandolo di aiutarci a raggiungere il supremo ed eterno traguardo nella Patria celeste, ove potremo amare con ardore la Santissima Trinità per tutti i secoli dei secoli. 

Nella speranza di averti fatto capire un po’ di più il grande valore della Santa Messa, ti saluto cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter




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martedì 26 ottobre 2021

Lasciare il lavoro per seguire Dio

Coloro che hanno avuto la grazia della vocazione religiosa devono avere il coraggio di abbandonare tutto per poter abbracciare la vita consacrata. Uno degli ostacoli più ardui da superare è il rinunciare alla carriera lavorativa. Dopo aver studiato molti anni e aver faticato parecchio per vincere un concorso, so benissimo che non è facile abbandonare il proprio lavoro, specialmente se è un posto fisso e ben remunerato, ma se si ha davvero la vocazione religiosa, sarebbe assurdo rinunciare a questa immensa grazia per una carriera lavorativa. Ovviamente bisogna agire con prudenza e prima di licenziarsi è opportuno fare un percorso di discernimento vocazionale per comprendere quel che davvero Dio vuole. Per poter fare un'esperienza vocazionale non è necessario rassegnare le proprie dimissioni, ma è sufficiente prendersi alcuni giorni di ferie o al massimo mettersi in aspettativa. Per quanto riguarda i dipendenti statali, è bene sapere che in Italia hanno la possibilità di prendersi un anno di “aspettativa”, in questo modo non si corre il rischio di perdere il posto di lavoro qualora dopo aver iniziato il postulandato o il noviziato qualcuno decida di tornarsene a casa. L'aspettativa per gli statali può essere rinnovata annualmente, pertanto se si ha qualche incertezza potrebbe essere prudente rinnovarla sino alla professione perpetua.

Coloro che preferiscono perdere la vocazione anziché rinunciare al proprio lavoro, devono pensare al giorno della morte. Ah quanti rimpianti (e forse anche rimorsi) avrà il moribondo nelle ultime ore di vita, quando sul letto d'agonia penserà che avrebbe potuto farsi santo se avesse obbedito alla divina vocazione, e che invece, restando nel mondo, ha condotto una vita tiepida e forse anche peccaminosa. Allora dirà: "Ah, povero me! Che ne sarà dell'anima mia tra qualche ora? Ah, se potessi tornare indietro, obbedirei alla vocazione del Signore e adesso morirei sereno! Ohimè, mi vedo così lurido di colpe, mentre se fossi entrato in un monastero di stretta osservanza mi sarei fatto santo! Adesso non mi rimane che piangere e affidarmi alla divina misericordia per impetrare il perdono finale, prima di presentarmi innanzi a Cristo Giudice per rendere conto di tutte le azioni della mia vita."

La storia insegna che in punto di morte, persino dei famosi monarchi hanno detto che sarebbe stato meglio se si fossero fatti frati anziché regnare. E se questo rimpianto è accaduto a ricchi e potenti monarchi, a maggior ragione può accadere a gente comune che ha rinunciato alla vocazione per non perdere un normale posto di lavoro. Ciò mi fa venire in mente Esaù che vendette la primogenitura a suo fratello Giacobbe per avere in cambio un piatto di lenticchie.

Ovviamente chi in passato ha commesso l'errore di rifiutare la vocazione, adesso non deve disperarsi se nel frattempo si è sposato o è diventato troppo vecchio per entrare in convento. Non bisogna mai disperarsi dei propri errori, poiché finché si è vivi si è in tempo per chiedere perdono a Dio, che è un Padre amorevole. Però chi è ancora in tempo per eleggere lo stato di vita a cui Iddio lo chiama, faccia attenzione a non sbagliare. Non vale la pena rinunciare a uno stato di vita più perfetto per ottenere in cambio dal mondo un piatto di lenticchie.

Lo ripeto, non bisogna licenziarsi subito dal proprio lavoro. Tuttavia, dopo che si è avuta la certezza della propria vocazione religiosa, sarebbe insensato continuare a voler restare nel mondo. A chi è indeciso sul da farsi, dico che bisogna farsi coraggio, poiché troppo grande è il bene spirituale che si riceve adempiendo la divina vocazione. Dunque, coraggio! e non dimentichiamo mai quel che diceva San Francesco d'Assisi: "Tanto è quel che m'aspetto, che ogni pena mi è diletto".




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lunedì 25 ottobre 2021

Vanità del mondo

Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa.


Vanità del mondo

Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animae vero suae detrimentum patiatur? (Matth 16,26)

PUNTO I

Fuvvi un certo antico filosofo, chiamato Aristippo, che viaggiando una volta per mare, naufragò colla nave, ed egli perdé tutte le sue robe; ma giunto al lido, essendo esso molto rinomato per la sua scienza, fu da' paesani di quel luogo provveduto di tutto ciò che avea perduto. Ond'egli scrisse poi a' suoi amici nella patria che dal suo esempio attendessero a provvedersi solamente di quei beni, che neppur col naufragio si perdono. Or questo appunto ci mandano a dire dall'altra vita i nostri parenti ed amici che stanno all'eternità, che attendiamo a provvederci qui in vita solamente di quei beni, che neppure colla morte si perdono. Il giorno della morte si chiama, "Dies perditionis (Iuxta est dies perditionis. Deut 29,21)". Giorno di perdita, perché in tal giorno i beni di questa terra, gli onori, le ricchezze, i piaceri tutti si han da perdere. Onde dice S. Ambrogio che questi non possiamo chiamarli beni nostri, mentre non possiamo portarli con noi all'altro mondo; ma le sole virtù ci accompagnano all'altra vita: "Non nostra sunt, quae non possumus auferre nobiscum; sola virtus nos comitatur".

Che serve dunque, dice Gesù Cristo, guadagnarsi tutto il mondo, se in morte perdendo l'anima perderemo tutto? "Quid prodest homini, si mundum universum lucretur?". Ah questa gran massima quanti giovani ne ha mandati a chiudersi ne' chiostri, quanti anacoreti a vivere ne' deserti, quanti martiri a dar la vita per Gesù Cristo! Con questa massima S. Ignazio di Loiola tirò molte anime a Dio; e specialmente la bell'anima di S. Francesco Saverio, il quale stava in Parigi, applicato ivi a' pensieri di mondo. Francesco (gli disse un giorno il santo) pensa che il mondo è un traditore, che promette e non attende. Ma ancorché ti attendesse quel che ti promette il mondo, egli non potrà mai contentare il tuo cuore. Ma facciamo che ti contentasse, quando durerà questa tua felicità? può durare più che la tua vita? ed in fine che te ne porterai all'eternità? Vi è forse ivi alcun ricco, che si ha portata una moneta, o un servo per suo comodo? Vi è alcun re, che si ha portato un filo di porpora per suo onore? A queste parole S. Francesco lasciò il mondo, seguitò S. Ignazio e si fece santo. "Vanitas vanitatum", così chiamò Salomone tutti i beni di questo mondo, dopo ch'egli non si negò alcun piacere di tutti quelli che stanno sulla terra, com'egli stesso confessò: "Omnia quae desideraverunt oculi mei, non negavi eis" (Eccl 2,10). Dicea suor Margherita di S. Anna carmelitana Scalza, figlia dell'imperator Ridolfo II: "A che servono i regni nell'ora della morte?". Gran cosa! tremano i santi in pensare al punto della loro salute eterna; tremava il P. Paolo Segneri, il quale tutto spaventato dimandava al suo confessore: Che dici, padre, mi salverò? Tremava S. Andrea d'Avellino, e piangeva dirottamente dicendo: Chi sa, se mi salvo! Da questo pensiero ancora era così tormentato S. Luigi Beltrando, che per lo spavento la notte sbalzava di letto dicendo: E chi sa, se mi danno! E i peccatori vivono dannati, e dormono, e burlano, e ridono!

PUNTO II

"Statera dolosa in manu eius" (Os 12). Bisogna pesare i beni nelle bilance di Dio, non in quelle del mondo, le quali ingannano. I beni del mondo son beni troppo miseri, che non contentano l'anima, e presto finiscono. "Dies mei velociores fuerunt cursore, pertransierunt quasi naves poma portantes" (Iob 9,25). Passano e fuggono i giorni della nostra vita e de' piaceri di questa terra, e finalmente che resta? "Pertransierunt quasi naves". Le navi non lasciano neppure il segno per dove son passate. "Tanquam navis, quae pertransit fluctuantem aquam, cuius, cum praeterierit, non est vestigium invenire" (Sap 5,10). Domandiamo a tanti ricchi, letterati, principi, imperadori, che or sono all'eternità, che si trovano delle loro pompe, delizie e grandezze godute in questa terra? Tutti rispondono: Niente, niente. Uomo, dice S. Agostino: "Quid hic habebat, attendis, quid secum fert, attende". Tu guardi (dice il santo) solamente i beni, che possedea quel grande; ma osserva che cosa si porta seco, or che muore, se non un cadavere puzzolente ed uno straccio di veste per seco infracidirsi? De i grandi del mondo che muoiono, appena per poco tempo si sente parlare, e poi se ne perde anche la memoria. "Periit memoria eorum cum sonitu" (Ps 9,7). E se i miseri vanno poi all'inferno, ivi che fanno, che dicono? Piangono e dicono: "Quid profuit nobis superbia, aut divitiarum iactantia?... transierunt omnia illa, tanquam umbra" (Sap 5,8). Che ci han giovate le nostre pompe e le ricchezze, se ora tutto è passato come un'ombra, ed altro non c'è rimasto che pena, pianto e disperazione eterna?

"Filii huius saeculi prudentiores filiis lucis sunt" (Luc 16,8). Gran cosa! come sono prudenti i mondani per le cose della terra! Quali fatiche non fanno, per guadagnarsi quel posto, quella roba! Che diligenza non mettono, per conservarsi la sanità del corpo! Scelgono i mezzi più sicuri, il miglior medico, i migliori rimedi, la miglior aria. E per l'anima poi sono così trascurati! Ed è certo che la sanità, i posti, le robe un giorno han da finire; ma l'anima, l'eternità non finiscono mai. "Intueamur (dice S. Agostino) quanta homines sustineant pro rebus, quas vitiose diligunt". Che non soffre quel vendicativo, quel ladro, quel disonesto per giungere al suo pravo intento? E poi per l'anima non vogliono soffrir niente? Oh Dio, che alla luce di quella candela, che si accende nella morte, allora in quel tempo di verità si conosce e si confessa da' mondani la loro pazzia. Allora ognuno dice: Oh avessi lasciato tutto, e mi fossi fatto santo! Il Pontefice Leone XI diceva in morte: Meglio fossi stato portinaio del mio monastero, che Papa. Onorio III similmente Papa, anche dicea morendo: Meglio fossi restato nella cucina del mio convento a lavare i piatti. Filippo II re di Spagna morendo si chiamò il figlio, e gittando la veste regale, gli fe' vedere il petto roso da' vermi, e poi gli disse: Principe, vedi come si muore, e come finiscono le grandezze del mondo. E poi esclamò: Oh fossi stato laico di qualche religione e non monarca. Nello stesso tempo si fe' ligare al collo una fune con una croce di legno, e dispose le cose per la sua morte, e disse al figlio: Ho voluto, figlio mio, che voi vi foste trovato presente a quest'atto, acciocché miriate come il mondo in fine tratta anche i monarchi. Sicché la loro morte è uguale a quella de' più poveri del mondo. In somma chi meglio vive ha miglior luogo con Dio. Questo medesimo figlio poi (che fu Filippo III) morendo giovine di 42 anni, disse: Sudditi miei, nel sermone de' miei funerali, non predicate altro se non questo spettacolo che vedete. Dite che non serve in morte l'esser re, che per sentire maggior tormento d'esserlo stato. E poi esclamò: Oh non fossi stato re, e fossi vivuto in un deserto a servire Dio, perché ora anderei con maggior confidenza a presentarmi nel suo tribunale, e non mi troverei a tanto rischio di dannarmi! Ma che servono questi desideri in punto di morte, se non per maggior pena e disperazione a chi in vita non ha amato Dio? Dicea dunque S. Teresa: "Non ha da farsi conto di ciò, che finisce colla vita; la vera vita è vivere in modo, che non si tema la morte". Perciò se vogliamo vedere, che cosa sono li beni di questa terra, miriamoli dal letto della morte; e poi diciamo: Quegli onori, quegli spassi, quelle rendite un giorno finiranno: dunque bisogna attendere a farci santi e ricchi di quei soli beni che verranno con noi, e ci renderanno contenti per tutta l'eternità.

PUNTO III

"Tempus breve est... qui utuntur hoc mundo, tanquam non utantur, praeterit enim figura huius mundi" (1 Cor 7,31). Che altro è la nostra vita su questo mondo, se non una scena che passa e presto finisce? "Praeterit figura huius mundi"; figura cioè scena, commedia. "Mundus est instar scenae (dice Cornelio a Lapide), generatio praeterit, generatio advenit. Qui regem agit, non auferet secum purpuram. Dic mihi, o villa, o domus, quot dominos habuisti?". Quando finisce la commedia, chi ha fatta la parte del re, non è più re; il padrone, non è più padrone. Ora possiedi quella villa, quel palagio; ma verrà la morte, e ne saran padroni gli altri.

"Malitia horae oblivionem facit luxuriae magnae" (Eccli 11,29). L'ora funesta della morte fa scordare e finire tutte le grandezze, le nobiltà ed i fasti del mondo. Casimiro re di Polonia un giorno, mentre stava a mensa co' grandi del suo regno, accostando la bocca ad una tazza per bere, morì, e finì per lui la scena. Celso imperadore, in capo a sette giorni ch'era stato eletto, fu ucciso, e finì la scena per Celso. Ladislao re di Boemia, giovine di 18 anni, mentre aspettava la sposa, figlia del re di Francia, e si apparecchiavano gran feste, ecco in una mattina preso da un dolore se ne muore; onde si spediscono subito i corrieri ad avvisare la sposa, che se ne torni in Francia, poiché per Ladislao era finita la scena. Questo pensiero della vanità del mondo fe' santo S. Francesco Borgia, il quale come di sopra si considerò a vista dell'imperadrice Isabella, morta in mezzo alle grandezze e nel fiore di sua gioventù, risolse di darsi tutto a Dio, dicendo: "Così dunque finiscono le grandezze e le corone di questo mondo? Voglio dunque da ogg'innanzi servire ad un padrone, che non mi possa morire".

Procuriamo di vivere in modo, che non ci sia detto in morte, come fu detto a quel pazzo del Vangelo: "Stulte, hac nocte animam tuam repetent a te, et quae parasti cuius erunt?" (Luc 12,20). Onde conclude S. Luca: "Sic est qui sibi thesaurizat, et non est in Deum dives". E poi dice: Procurate di farvi ricchi, non già nel mondo di robe, ma in Dio di virtù e di meriti, che son beni che saranno eterni con voi in cielo: "Thesaurizate vobis thesauros in coelo, ubi neque aerugo neque tinea demolitur". E perciò attendiamo ad acquistarci il gran tesoro del divino amore. "Quid habet dives, si caritatem non habet? Pauper si caritatem habet, quid non habet?" dice S. Agostino. Se uno ha tutte le ricchezze e non ha Dio, egli è il più povero del mondo. Ma il povero che ha Dio, ha tutto. E chi ha Dio? chi l'ama: "Qui manet in caritate, in Deo manet, et Deus in eo" (1 Io 4,16).


[Meditazione tratta da "Apparecchio alla morte", di Sant'Alfonso Maria de Liguori].



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domenica 24 ottobre 2021

Testimonianza di una ragazza laureata

Ripubblico una bella testimonianza che mi scrisse una ragazza che si era appena laureata.


Ciao Cordialiter, mi chiamo [...], ho 24 anni, sono di [...] ma vivo a […] da 5 anni ormai. Ho concluso i miei studi il mese scorso...mi sono laureata con 110 e lode in Scienze [...] e sono sicura che senza l'aiuto della Vergine Maria e di Gesù non avrei mai raggiunto questo risultato. A gennaio devo iniziare uno stage presso [...], sono fidanzata da più di 4 anni e l'anno prossimo dovrei sposarmi.... beh può sembrare una vita perfetta...cosa chiedere di più? Non potevo sperare in meglio...e invece, caro fratello in Cristo, in questo ultimo periodo della mia vita sono molto confusa...non riesco a capire se stia nascendo in me la vocazione o il mio è semplicemente un grande amore per Gesù e un vivo desiderio di piacergli sempre di più, di essere come Lui mi vuole, desiderio che a mio parere dovrebbero avere tutti, e non solo sacerdoti e suore. Gesù ha donato la sua Vita per tutti noi...e non c'è uomo sulla terra che non deve vivere unicamente per Sua Maestà. Tutti siamo chiamati alla santità....e ad amare immensamente il Signore.

Ecco fino a qualche mese fa ero certa che la mia vocazione era quella ad avere una famiglia, ho sempre desiderato avere una famiglia come quella di Santa Teresina. Ti premetto che sono molto religiosa, la Santa Messa quotidiana è diventato uno dei momenti più importanti della mia giornata, e quando per qualche motivo non posso andarci, sento un vuoto dentro...mi manca l'incontro con Gesù; ogni giorno leggo letture spirituali (ed è proprio leggendo il Diario di Suor Faustina che Gesù mi ha richiamata a Sé) e dedico del tempo alla preghiera personale. Le buone letture mi hanno insegnato molto...ed è così che pian piano sono cambiata. Prima passavo interi giorni senza pregare, non tutte le domeniche andavo a Messa, preferivo andare allo stadio ad esultare per una squadra di calcio, avevo rapporti con il mio fidanzato, ma poi, una volta compreso il gravissimo peccato della carne, gli ho parlato, e dopo non poca fatica, gli ho fatto capire come sia importante vivere in grazia di Dio. [...] il mio fidanzato vede la vita di fede che conduco, ed è stato forse proprio lui a far nascere dentro di me questo dubbio...più volte mi ha ripetuto che la vita che conduco è la vita di una suora, che non è normale che una ragazza della mia età ha la libreria piena di libri religiosi, che non ama truccarsi, che non ama mettersi lo smalto (prima lo mettevo ma ora non ne sento e non ne vedo la necessità), che non ama indossare le scarpe con i tacchi, e che il pomeriggio ad una passeggiata preferisce andare in Chiesa per la recita del Santo Rosario e la Santa Messa. Ecco qualche volta è anche capitato di litigare pesantemente per tutto questo […].

[…] a volte sento tanta aridità e mi chiedo se quest'aridità possa conciliarsi con una possibile vocazione! Io fino a poco tempo fa desideravo più che mai avere una famiglia e dei figli da educare con lo stesso amore con cui l'hanno fatto i genitori di Santa Teresina. Ma ora ho paura di sbagliare scelta... Ci sono momenti in cui sono certa che la mia sia vocazione, ma altri invece, e a volte anche subito dopo, in cui sono certa che la mia sia una chiamata alla vita matrimoniale.... puoi immaginare i momenti che passo... ed è per questo che seguirò un consiglio che hai dato ad una lettrice del blog.... andrò agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio che si terranno dalle Serve del Signore e della Vergine di Matarà. Ho già scritto alle sorelle e sono stata contattata da Suor Maria Stella. Sarà per me un tempo di grazia, e chiederò al Signore di illuminarmi. [...]

Prega per me e per il mio ragazzo, caro fratello in Cristo. So che ho anche bisogno di un buon Padre Spirituale, ma per il momento non sono riuscita a trovarlo. […] Intanto prego il Signore di illuminare il sacerdote al quale aprirò la mia anima. Infine voglio ringraziarti per tutto il tempo che dedichi a chi ti scrive e per le bellissime parole che ci doni...pregherò il Signore per te.

Un caro saluto fraterno.


Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per la bella testimonianza che mi hai scritto. Le storie vocazionali che mi colpiscono di più sono quelle come la tua, cioè di persone che da una vita peccaminosa passano ad un'intensa vita spirituale. È commuovente pensare alla Divina Misericordia: il Signore invece di castigare i peccatori con la morte, li converte, li perdona e a volte gli dona pure la grazia della vocazione religiosa. Che dire? Merita proprio di essere amato con tutto il cuore e sopra ogni cosa! Ciò che mi dispiace è che sono pochi coloro che amano Dio. Con le lacrime agli occhi i santi dicevano che l'Amore non è amato!

Sono contentissimo di sapere che ti sei iscritta agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio, ti saranno molto utili per capire ciò che Dio vuole da te. Se vuoi puoi chiedere alle Servidoras di poter restare lì da loro qualche altro giorno, così potrai fare anche la tua prima esperienza vocazionale, cioè vivrai insieme alle suore per vedere se sei portata per la vita religiosa. Loro saranno felicissime di accoglierti, e credo che resterai colpita dalla loro carità fraterna e dalla loro gioia cristiana.

Per quanto riguarda il direttore spirituale avrai l'imbarazzo della scelta, infatti lì potrai conoscere i sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato, i quali oltre ad essere ben preparati sono anche molto cordiali.

Circa l'aridità di spirito non devi preoccuparti, anche i santi hanno sofferto questa prova d'amore. È in questi momenti che si vede se uno ama davvero Dio. Infatti alcune persone quando spariscono le lacrime e le consolazioni spirituali, smettono di pregare e si allontanano dal Signore. Forse a te l'aridità è causata dal contatto col mondo, perché non è facile fare vita devota e accendersi nel fervore quando si ha a che fare tutto il giorno con le cose dissipanti che infestano la società. Fortunatamente nei conventi e nei monasteri (parlo di quelli osservanti, non di quelli rilassati) non ci sono dissipazioni che inaridiscono la devozione.

Coraggio, non temere! Prega lo Spirito Santo affinché ti faccia capire la sua volontà. Io ovviamente spero con tutto il cuore che Gesù buono voglia prenderti tutta per Sé. Un conto è essere sposa di un uomo della terra, altro conto è essere sposa del Redentore Divino!

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




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sabato 23 ottobre 2021

Le vere amicizie si fondano sulle virtù cristiane

Le amicizie mondane sono false, perché non sono fondate sulle virtù cristiane e allontanano da Dio. Invece le vere amicizie sono molto edificanti per l'anima. Grazie al blog ho potuto allacciare delle amicizie spirituali con diversi lettori e lettrici, tra cui quella con Clara, pseudonimo di una delle più generose finanziatrici di "Cordialiter". È grazie a persone come lei se sto continuando faticosamente a tenere aperti i miei blog su temi religiosi, i quali assorbono molte ore di lavoro, soprattutto per rispondere a migliaia di e-mail all'anno.



Caro D., 
           mi dà gioia aiutarti con qualche piccola donazione. Il tuo blog è come un faro per tutti i credenti in Gesù e Maria, ed è spunto di riflessione per tutti quelli che sono assaliti da mille dubbi e indecisioni. Sto leggendo con molto interesse i libri che mi hai donato soprattutto i Pensieri di Santa Teresa di Los Andes e quello sulle anime del Purgatorio. Gli audiolibri che mi hai inviato sono di una profondità straordinaria e di grande insegnamento (ovviamente ne ho da ascoltare per mesi visto quanti me ne hai inviati: grazie davvero!).

Per quanto riguarda il progetto di aprire un convento in provincia di [...] per consentire a donne mature, con diversi trascorsi di vita, di potersi consacrare al Signore, lo trovo di una carità cristiana unica nel suo genere. Spero proprio si possa realizzare! Tu quando puoi tienimi informata perché ovviamente sono interessata. Pregherò sicuramente perché l'Opera sia benedetta da Maria Santissima.

Il libro sulla Passione di Cristo purtroppo è andato perso nell'incendio! [...] Una cosa è certa: con questa "prova" sono diventata molto più paziente ed ho capito che tutto, ma proprio tutto, è un dono e niente ci è dovuto! Niente è per sempre! Solo Dio è eterno! Ecco perché dobbiamo aggrapparci a Gesù, l'unico che ci amerà per sempre!

Ti saluto cordialmente. A presto.

Clara



Carissima in Cristo,
                                       è una grande grazia l'aver accettato con rassegnazione cristiana le dure prove che hai dovuto affrontare negli ultimi anni. Purtroppo, molti cristiani in questi casi perdono la fede e si allontanano da Dio, non volendo rassegnarsi a quanto gli è capitato. Sono contento che nonostante tutto tu abbia avuto la forza di restare ancorata a Cristo, il nostro amorevole Redentore.

Oggi è davvero difficile andare “controcorrente”, senza farsi trascinare dalla mentalità mondana. In giro si sentono i discorsi dei seguaci del mondo, i quali parlano solo di ammassare beni materiali, avere successo, seguire le mode, cinema, gossip, discoteche, divertimenti sfrenati, e tante altre cose vane che allontanano il cuore da Dio, unico vero bene.

I mondani spesso ci accusano di essere persone asociali, ma non è vero. A noi piace socializzare, ma solo con persone spirituali, le quali ci avvicinano a Dio. Queste sono le vere amicizie, perché sono basate sulle virtù cristiane, invece le amicizie mondane, non essendo fondate sulle virtù, sono frivole e ci allontanano dalla strada che conduce a Cristo.

Visto che quasi tutti i tuoi libri spirituali sono stati bruciati dall'incendio, ho deciso di regalarti qualche altro volumetto edificante. Questa mattina ho provveduto a spedirti le “Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo” e un altro libretto di Sant'Alfonso Maria de Liguori intitolato “Uniformità alla volontà di Dio”. Si tratta di uno scritto alfonsiano molto edificante, perché insegna ad accettare cristianamente tutto ciò che ci capita nella vita, anche le sofferenze, le incomprensioni col prossimo, le persecuzioni, le perdite di beni materiali, ecc. Nella seconda parte del libro è stato aggiunto un breve opuscoletto che parla del modo in cui conversare con Dio durante l'orazione mentale. Insegnamenti davvero utilissimi!

Per me è una grande gioia donarti libri spirituali. Sin dalla tua prima e-mail ho compreso che sei una persona portata per la vita devota e che aspiri a praticare un'intensa vita spirituale. 

È consolante sapere che nella nostra società secolarizzata e paganizzata, esistono ancora delle persone spirituali come te, che desiderano vivere per Dio e praticare con fervore le virtù cristiane per dare gusto al Signore. Infatti in questi anni mi hanno scritto tanti lettori e lettrici che la pensano come noi e che non vogliono conformarsi con la mentalità mondana che dilaga nella società materialista in cui viviamo.

Per questo motivo quando ricevo le e-mail tue o di altre persone spirituali, rimango molto edificato. È incoraggiante sapere che la pensiamo allo stesso modo e che siamo spiritualmente uniti. La Chiesa Cattolica è il Corpo Mistico di Cristo: Gesù è il capo, noi siamo le membra. Per questo motivo non esagero quando dico che siamo spiritualmente uniti.

Rinnovandoti la mia stima e il mio affetto fraterno, ti saluto cordialmente nei Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter



Caro D., 
              ti ringrazio per i tuoi cari doni che apprezzo moltissimo [...]. Grazie per la tua mail così affettuosa e fraterna: tu hai proprio il dono della consolazione. 

Contraccambio i saluti fraterni che mi hai mandato. A presto.

Clara




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venerdì 22 ottobre 2021

Seguire la vocazione

Riporto alcuni brani di una lettera di una ragazza.

Carissimo fratello in Cristo,
                                           […]. Per 4 anni ho negato e rifiutato ogni segno o sentore di chiamata religiosa [..] sono stati anni di intensa e profonda tribolazione e sofferenza interiore! Se finalmente ho deciso di agire diversamente è soltanto perché mi sono resa conto che la mia indecisione sullo stato di vita da abbracciare deve terminare [...] a volte mi chiedo il perché di tanta predilezione da parte del Signore nonostante la mia indegnità!

E' davvero difficile mettere per iscritto ciò che si sente nel cuore in certe situazioni ed io ti ringrazio per la tua disponibilità e pazienza! L'averti scritto e lo scriverti mi aiuta tanto, mi dà forza... ti chiedo scusa se sono stata inopportuna e se ti ho fatto perdere del tempo prezioso con queste mie mails insensate!

Non voglio più disturbarti perché mi rendo conto di non scrivere nulla di coerente... voglio solo dirti ancora grazie e chiederti di pregare per me:) niente di più...

un abbraccio... continuerò a leggere il blog...

(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                   non devi chiedermi scusa di nulla e non devi preoccuparti; per me non è una scocciatura ricevere lettere da parte di persone attratte dalla vita religiosa, anzi è davvero una gioia rispondere e incoraggiare le anime a seguire Cristo in qualche buon ordine religioso. Quindi se vorrai scrivermi, leggerò con piacere le tue lettere e ti risponderò volentieri. Ci tengo moltissimo ad ogni singola vocazione, dunque anche alla tua. Non voglio che nemmeno una vada persa. Ogni vocazione è un tesoro non solo per colui che la riceve, ma anche per tutto il resto della Chiesa Cattolica che è il Corpo Mistico di Cristo. Ti confesso che non vedo l'ora che tu vada in convento per fare un'esperienza vocazionale. So chi è il tuo direttore spirituale, è un sacerdote molto preparato, e se ha visto in te i segni vocazionali, c'è da credergli.

Perché tra tante altre ragazze il Signore ha scelto proprio te? I decreti divini sono imperscrutabili, però ciò che è certo è che Lui non sceglie in base ai meriti, quindi la tua chiamata è solo un'opera del suo amore gratuito. In convento sarà molto facile per te disprezzare tutte le vanità della terra (ricchezze, successo, moda, ecc.) e vivere solo per amare Dio e per salvare le anime con la preghiera, la penitenza e l'apostolato. Queste sofferenze interiori che stai patendo sono il tuo campo di battaglia. La vita su questa terra è una prova, cioè dobbiamo provare a Dio che lo amiamo davvero con tutto il cuore e sopra ogni cosa. Il vero amore si dimostra nel saper soffrire per la persona amata. Tu ora stai soffrendo molto, ma è proprio in questa sofferenza che stai dimostrando di amare Dio. Senza che te ne rendi conto, in ogni istante di dolore stai dicendo che preferisci soffrire questi patimenti interiori anziché ribellarti alla volontà del Signore che ti sta chiamando alla sua sequela in uno dei migliori ordini religiosi presenti in Italia.

Le tue sofferenze sono una vera e propria croce, ma senti un po' quel che scrisse in proposito Santa Gemma Galgani: ...Mi ha detto poi Gesù: «Sai, figlia mia, in che maniera io mi diverto a mandare le croci alle anime a me care? Io desidero possedere l'anima loro, ma intera, e per questo la circondo di croci, e la chiudo nelle tribolazioni, perché non mi scappi di mano; e per questo io spargo le sue cose di spine, perché non si affezioni a nessuno, ma provi ogni suo contento in me solo. È l'unica via per vincere il demonio e giungere a salvezza: Figlia mia, quanti mi avrebbero abbandonato, se non li avessi crocifissi! La croce è un dono troppo prezioso, e da esso si apprendono molte virtù!»

“Tanto è ciò che mi aspetto che ogni pena mi è diletto” diceva il zelantissimo San Francesco d'Assisi. La stessa cosa dico a te per incoraggiarti a perseverare.

Ti saluto fraternamente in Gesù e Maria

Cordialiter




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giovedì 21 ottobre 2021

Lettera di un lettore

Ripubblico una bella lettera che qualche anno fa ho ricevuto da un caro lettore.


Caro D., […]
                      sono […] quel ragazzo che ti chiese notizia per un convento dei […], ed alla fine... sono andato...!!!

Anche se non ti conosco personalmente, ti ringrazio dal profondo del mio cuore per il tuo (apparentemente) piccolo aiuto che fornisci con il tuo blog, e che mi hai fornito perchè grazie a te il Signore ha fatto sì che io facessi questa splendida esperienza, profonda e infinitamente superiore nella loro casa dei postulanti a [...], oltreché essere riuscito a parlare (per grazia di Dio) con il Padre Fondatore, […].

Ho trovato il coraggio, ed il Signore mi ha dato la forza e la gioia di dire il mio SI a LUI! ed ora entro in convento il 31 di dicembre, lasciando tutta la mia carriera, la mia famiglia, i miei affetti e tutto ciò di materiale che mi lega, per seguire il mio Signore sulla via della perfezione e della santità.

Il Signore ha riconfermato con forza e misericordia profonda di Padre e di Crocifisso il suo Amore per me e per tutti chiamandomi a questo servizio che mi sovrasta infinitamente, perchè si è chinato su di me, piccolo e vile servitore indegno! rivestendomi con questo dono immenso di grazia.

Rendo Grazie al Signore e ti ricordo nelle mie preghiere, ti affido a Maria Vergine Immacolata e spero che anche tu non ti stancherai mai di annunciare Cristo Crocifisso e Risorto!

Un Abbraccio in Cristo Signore!

PAX et BONUM

(lettera firmata)


Caro amico,
                       ti ringrazio per la bella notizia che mi hai dato nel giorno del Natale di Nostro Signore. Il giorno prima era stata una lettrice a darmi un'altra bella notizia. Grazie a tutti voi!

Sono contento che hai scelto di entrare in un ordine religioso di stretta osservanza, nel quale sarà facile per te seguire la strada della perfezione cristiana e fare del bene alle anime. Povero te se fossi entrato in un ordine rilassato, dove non si vive più da veri religiosi.

Adesso bisognerà pregare assai affinché tu sia perseverante nella tua vocazione. Il Signore ti ha fatto un dono troppo grande chiamandoti alla sua sequela, mentre tanti altri poveri ragazzi nel mondo vivono schiavi dei vizi più degradanti, dall'odio verso il prossimo alla lussuria, dalla cupidigia del denaro alla mancanza di fede in Dio. Coraggio amico, se sarai fedele, il Signore ti ricompenserà con i suoi preziosi beni spirituali.

Quando sarai nella cappella del convento, o nella tua povera cella, non dimenticarti di pregare per i lettori del blog in ricerca vocazionale. Ce ne sono alcuni che mi hanno scritto, i quali vorrebbero abbracciare la vita religiosa, ma devono ancora superare varie difficoltà.

Incoraggio tutti alla perseveranza, e ricordate che maggiori sono le difficoltà, più bella è la vittoria!

In Cordibus Jesu et Mariae

Cordialiter




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mercoledì 20 ottobre 2021

Chi è Dio?


Ripassiamo le nozioni basilari della nostra fede cattolica con l'intramontabile Catechismo di San Pio X.



1. Chi ci ha creato?
Ci ha creato Dio

2. Chi è Dio?

Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.

3. Che significa perfettissimo?


Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione senza difetto e senza limiti, ossia che Egli è potenza, sapienza e bontà infinita.

4. Che significa Creatore?

Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose.

5. Che significa Signore?

Signore significa che Dio è padrone assoluto di tutte le cose.

6. Dio ha corpo come noi?

Dio non ha corpo come noi, ma è purissimo spirito.

7. Dov'è Dio?

Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli è l'Immenso.

8. Dio è sempre stato?

Dio è sempre stato e sempre sarà: Egli è l'Eterno.

9. Dio sa tutto?

Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli è l'Onnisciente.

10. Dio può far tutto?

Dio può far tutto ciò che vuole: Egli è l'Onnipotente.

11. Dio può fare anche il male?

Dio non può fare il male perché non può volerlo essendo bontà infinita.

12. Dio ha cura delle cose create?

Dio ha cura e provvidenza delle cose create e le conserva e dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà e giustizia infinita.

13. Per qual fine Dio ci ha creato?

Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso.

14. Che cos'è il paradiso?

Il paradiso è il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e in Lui di ogni altro bene senza alcun male.

15. Chi merita il paradiso?

Merita il paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente Dio e muore nella sua grazia.

16. I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale, che cosa meritano?

I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale meritano l'inferno.

17. Che cos'è l'inferno?

L'inferno è il patimento eterno della privazione di Dio, nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene.

18. Che cos'è il purgatorio?

Il purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio, e di altre pene che tolgono dall'anima ogni resto di peccato.

19. Perché Dio premia i buoni e castiga i cattivi?

Dio premia i buoni e castiga i cattivi perché è la giustizia infinita.




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