venerdì 27 novembre 2020

Libri da leggere

Una gentile lettrice mi ha scritto per chiedermi i titoli di buoni libri da leggere.

Buonasera,
è da quasi un anno che leggo il suo blog e la voglio ringraziare con tutto il cuore per il lavoro che fa! Ho letto "Storia di un anima" e mi è piacuto davvero tanto, dunque le chiedo se potrebbe darmi alcuni titoli di altre buone letture spirituali.

Cari saluti
(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                       dammi pure del tu (lo preferisco). Sono contento di sapere che segui da circa un anno il mio blog. Ciò mi fa presupporre che sei una persona che sta riflettendo sullo stato di vita da eleggere. Spero con tutto il cuore che Gesù buono voglia prenderti presto tutta per Sé, facendoti abbracciare la vita religiosa.

Hai fatto bene a leggere “Storia di un'anima”, è davvero un libro edificante. Apprezzo moltissimo il tuo desiderio di fare delle buone letture spirituali. Purtroppo, nel mondo si parla di tutto (soldi, carriera, successo, discoteche, divertimenti, viaggi, gossip, svaghi, ecc.) tranne che della questione della salvezza eterna dell'anima e dell'amore che siamo tenuti a dare a Dio, cioè delle cose più importanti della vita.

Per questo motivo, se vogliamo imparare a conoscere, amare e servire il Signore, dobbiamo nutrire le nostre anime con delle buone letture spirituali. Per non correre il rischio di leggere i libri di certi pericolosi teologi moderni che seminano confusione ed eresie, ci conviene leggere i classici del cristianesimo, testi che elevano l'anima a Dio.

Ecco una piccola lista di titoli che ti consiglio di leggere:

-) Imitazione di Cristo (autore incerto)
-) Le Glorie di Maria (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Riflessioni devote (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Pratica di amar Gesù Cristo (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Uniformità alla volontà di Dio (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Del gran mezzo della preghiera (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Visite al Santissimo Sacramento (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Il castello interiore (di Santa Teresa d'Avila)
-) Filotea (di San Francesco di Sales)
-) Trattato della vera devozione a Maria (di San Luigi Maria Grignon de Montfort)

Come hai notato, la maggioranza dei libri che ti ho consigliato sono stati scritti da Sant'Alfonso Maria de Liguori. Questo grande santo coi suoi scritti spirituali ha infiammato tante anime d'amore per Gesù, nostro Dio, e Maria, nostra Mamma e Mediatrice di tutte le grazie. Se fossi ricco farei stampare i suoi libri in milioni di copie e le diffonderei gratuitamente dappertutto. Troppo grande è il bene spirituale che si ricava con queste preziose letture.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cristo Redentore e Maria Corredentrice,

Cordialiter




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mercoledì 25 novembre 2020

Depressione

Mi hanno scritto varie persone che soffrono o hanno sofferto di depressione. Per entrare in qualsiasi ordine religioso è necessario essere in buone condizioni psichiche e mentali. Coloro che riescono a guarire stabilmente dalla depressione, possono certamente abbracciare la vita religiosa...


Gentile Cordialiter,
                               mi chiamo [...], ho quasi 24 anni e vivo a [...]. Mi sono imbattuta per caso nel tuo blog e per me è diventato un appuntamento giornaliero. Ammiro moltissimo il tuo lavoro e ti ringrazio per l'aiuto che offri a tanti giovani che cercano la loro strada. Ora è arrivato il mio turno di chiedere consiglio.

Ero una cristiana piuttosto tiepida, una di quelle che si permetteva di selezionare solo quelle verità di fede che le facevano più comodo. Tuttavia ho sempre sentito la sete di qualcosa di più grande. Poi con l'inizio dell'università ho avuto un crollo: studio Chimica, un corso di laurea che, oltre ad essere piuttosto impegnativo, non è certo l'ambiente ideale per sviluppare la propria spiritualità. E così smisi di credere. Continuavo a pensare che ci fosse un'entità superiore (la complessa perfezione dell'universo rende assurdo credere che tutto sia dovuto al caso...), ma non mi preoccupavo di approfondire la questione in nessun modo. Per tre anni sono stata lontana da Dio, ma non ero davvero felice e mi sentivo spesso inquieta. Negli ultimi dieci mesi ho cominciato a stare male. Non riuscivo più a studiare e soffrivo di continui attacchi di panico, apparentemente immotivati. Non volevo più uscire con gli amici e sono rimasta indietro con gli esami. Mi è stato spiegato che esiste una parola per descrivere lo stato in cui mi trovavo: depressione. Così, dopo un difficile percorso di convincimento, ho deciso di andare da un bravo psichiatra che fosse in grado di aiutarmi. Nello stesso tempo però, ho sentito un fortissimo impulso verso Dio. Ho cominciato a pregare Gesù e la Vergine Maria, come mamma di tutti noi. Mi sono affidata a Lei. Ho sentito che in questi anni avevo vissuto immersa nel buio e, leggendo i brani del Vangelo, sono stata avvolta da una nuova luce. Mi sono confessata: è stato come rinascere a vita nuova. Adesso sento il bisogno di pregare spesso durante la giornata e anche di andare alla Messa. Voglio sempre sentire la vicinanza a Gesù. I miei genitori mi vedono ogni giorno più serena e sono felici che la terapia con lo psichiatra funzioni. Io però so che tutta questa gioia, questa felicità, la serenità nell'affrontare le piccole difficoltà di ogni giorno (che prima mi sembravano insormontabili), vengono dalla preghiera e dal sostegno di Maria. Sento di aver ricevuto una grande grazia e vorrei donarmi ancora di più a Gesù buono.

Credi che questo improvviso e rovente amore per Dio sia solo uno stato passeggero dovuto alla depressione? La mia paura più grande è che questo sia per me solo un modo per evadere dalla realtà e dalle responsabilità di tutti i giorni. Non so cosa fare. Non ho il coraggio di affrontare quest'argomento con la mia famiglia, sono tutti atei e so che non capirebbero, anzi, si arrabbierebbero tantissimo. Forse dovrei parlare di questo col mio psichiatra?

Mi scuso per la lunghezza della lettera. Spero tanto che tu riesca a trovare un po' di tempo per leggerla e per rispondermi. Grazie infinite per la tua attenzione!

Un affettuoso saluto in Gesù e Maria,
(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per avermi scritto, è edificante leggere i racconti di conversioni come la tua, perché in esse rifulge maggiormente l'infinita misericordia di Dio. È commuovente pensare alla bontà con cui il Signore accoglie i peccatori pentiti. La pace interiore che senti dentro di te non è un'illusione, è un dono di Dio. Ordinariamente parlando, tutti coloro che si confessano umilmente e si uniscono a Gesù Eucaristico, sentono la pace della coscienza, la quale è un bene maggiore di tutte le ricchezze della terra. I mondani non comprendono questi discorsi, altrimenti lascerebbero le discoteche per andare a trovare la vera gioia in Dio. La verità è che siamo stati creati per amare Dio, e il nostro cuore non può trovare pace sin tanto che non riposa in Lui.

Adesso che sei quasi guarita dalla depressione devi perseverare nella via della vita devota che tanta gioia interiore ti sta donando. Il mondo è ingannatore, promette di far felici i suoi seguaci, ma in realtà rende inquieti e infelici su questa terra, e ancora di più dopo la morte, se si muore senza pentimento. San Domenico Savio ripeteva spesso: "La morte, ma non peccati". Aveva ragione, è meglio morire anziché offendere Dio con qualche peccato. Ormai sei stata presa in “trappola” da Gesù buono, non puoi più vivere senza di Lui. :-) Non ti rimane altro da fare che arrenderti al suo amore per te. Quando il mondo non era stato ancora creato, il Signore già ti amava, ti ha sempre amato sin dall'eternità. E chi altro potresti amare all'infuori di Lui? Io non conosco nessun altro uomo che si lascerebbe inchiodare in croce per salvarti. Dunque, che fare? Non parlare coi tuoi familiari di ciò che senti nel tuo cuore, loro sono atei, non possono capire questi discorsi, sarebbe come parlare in cinese. Il consiglio che ti do è di fare gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola per comprendere quale stato di vita eleggere. Appena sarai completamente guarita dalla depressione, potrai anche abbracciare la vita religiosa, se questa è la volontà di Dio su di te. Non parlare di queste cose con lo psichiatra, a meno che non sia una persona profondamente religiosa ed esperta di vita spirituale, come lo fu San Giuseppe Moscati, ma è raro trovare un fedele laico con queste caratteristiche. Puoi stare certa che l'amore per Dio non è un'evasione dalle proprie responsabilità, anzi, questo amore aiuta a svolgere i propri doveri in maniera più responsabile. Continua ad amare la Santissima Trinità con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze, ti assicuro che non te ne pentirai. Soprattutto non te ne pentirai nell'istante della morte, quando finalmente potrai vedere Gesù e vivere insieme a Lui per tutta l'eternità. Chi possiede Dio, possiede ogni bene, e chi invece perde Dio, perde tutto!

Sono felicissimo di sapere che sei devota alla Madonna, hai fatto benissimo a rifugiarti tra le sue mani materne. San Bernardo diceva che chi non è devoto alla Beata Vergine Maria è moralmente impossibile che si salvi, perché è come se chiudesse il canale delle grazie. Infatti Ella è la Mediatrice di tutte le grazie che Dio ci dona, quindi commettono un grosso errore coloro che non la amano e non si rivolgono a Lei per chiederle aiuto.

Spero di esserti stato di qualche utilità, approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Gesù Redentore e Maria Corredentrice del genere umano,

Cordialiter




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lunedì 16 novembre 2020

Non tradire la vocazione

Mi ha colpito molto la storia di una ragazza, la quale era entrata in un monastero di clausura di stretta osservanza, ed era felicissima e piena di gioia interiore. Tuttavia, a causa di forti pressioni ricevute dai parenti, è tornata nel mondo, dove ha trovato un fidanzato e ha tutto ciò che si può desiderare materialmente, però mi confidò di sentirsi triste ed infelice. Sentiva nostalgia del monastero, ma aveva paura che abbandonando nuovamente il mondo avrebbe potuto far soffrire i familiari e il suo fidanzato. Pertanto le rivolsi una “lettera aperta”:

Carissima sorella in Cristo,
                                         capisco le ragioni che ti spingono a sforzarti a restare nel mondo. Se da un certo punto di vista comprendo il tuo non voler far soffrire le persone a cui vuoi bene, da un altro punto di vista ti chiedo di riflettere attentamente su ciò che sto per dirti. Io non so esattamente qual è la volontà di Dio su di te, l'unica cosa che so è che hai nostalgia del monastero, perché lì ti sentivi il cuore pieno di pace, gioia e tranquillità di coscienza. Vivere lì ti sembrava l'anticamera del paradiso, ma da quando sei tornata nel mondo la situazione interiore è cambiata radicalmente, il tuo cuore è in lacrime e ti senti triste e infelice come in un inferno. Se tu decidessi di sposarti in queste condizioni spirituali, faresti soffrire moltissimo il tuo futuro marito, il quale si accorgerebbe presto che pur vivendo con lui, il tuo cuore è rimasto nel monastero di clausura. Per lui sarà uno strazio vederti triste e infelice, e ciò sarà un tormento per il suo cuore che gli farà vivere tristemente lo stato matrimoniale, e forse dentro di sé penserà: “Era meglio se mia moglie si fosse fatta suora, almeno adesso sarei più felice io, e sarebbe più felice lei, invece di avermi rovinato la vita.”

Prova a pensare alla situazione inversa. Immagina che il tuo fidanzato sia un ex novizio che è tornato nel mondo a causa delle pressioni dei suoi familiari. Adesso è triste ed infelice perché il suo cuore è rimasto in convento, dove si sentiva realmente felice. Se tu gli vuoi veramente bene, preferiresti che rimanesse insieme a te anche se triste e infelice, oppure preferiresti che tornasse in convento, pur di sapere che lì si troverà nuovamente felice?

Dunque, io penso che coloro che ti vogliono davvero bene, pur di vederti nuovamente felice, si rassegneranno nel sapere che sei tornata in monastero. Non devi preoccuparti dei peccati che hai commesso dopo il tuo ritorno a casa, poiché sai benissimo che Dio è contento di riabbracciare il figliol prodigo che ritorna da Lui col cuore pentito e confessa umilmente i suoi peccati.

Coraggio, non ti arrendere. Io continuerò a pregare per te fin quando non saprò che ti sei arresa all'amore di Gesù buono per te.

Ti saluto cordialmente in Cristo Redentore e Maria Corredentrice.

Cordialiter




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giovedì 12 novembre 2020

Lo zelo per le anime

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena.


O Gesù, che ti sei dato per la salvezza del mondo, accendi nel mio cuore un grande zelo per la salvezza delle anime. 


1 - A misura che l’amore di Dio prende possesso dei nostri cuori, vi fa nascere e vi alimenta un amore sempre più grande per il prossimo, amore che, essendo soprannaturale, mira soprattutto al bene soprannaturale dei nostri simili e diventa perciò zelo per la salvezza delle anime.

Se amiamo poco Dio, ameremo poco anche le anime e, viceversa, se il nostro zelo per le anime è debole, vuol dire che altrettanto debole è il nostro amore per Iddio. Infatti, come sarebbe possibile amare molto Dio, senza amare molto coloro che sono figli suoi, che sono oggetto del suo amore, delle sue cure, del suo zelo? Le anime sono, per così dire, il tesoro di Dio; Egli le ha create a sua immagine e somiglianza in un atto di amore, Egli le ha redente nel Sangue del suo Unigenito in un atto di amore più grande ancora. « Dio ha talmente amato il mondo da dare il suo Figliolo unigenito, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna » (Gv. 3, 16). Chi ha penetrato il mistero dell’amore di Dio per gli uomini, non può rimanere indifferente alla loro sorte: alla luce della fede ha compreso che tutta l’azione di Dio nel mondo mira al loro bene, alla loro felicità eterna, e vuole in qualche modo prendere parte a quest’azione, sicuro di non poter fare cosa maggiormente grata a Dio che prestare la sua umile collaborazione alla salvezza di coloro che gli sono tanto cari. Tale è stato Sempre il desiderio ardente dei santi; desiderio che li ha spinti a compiere eroismi di generosità pur di procurare il bene di un’anima sola. « Questa - scrive S. Teresa di Gesù - è l’inclinazione che il Signore mi ha data. Mi pare che Egli apprezzi di più un’anima sola che con le nostre industrie ed orazioni, per sua misericordia, noi gli guadagnamo, che non quanti servizi gli possiamo rendere » (Fd. 1, 7). 


È vero, il fine primario dell’azione di Dio è la sua gloria, ma questa gloria Egli, infinitamente buono, ama procurarsela particolarmente mediante la salvezza e la felicità delle sue creature, e di fatto nulla più dell’opera salvifica degli uomini esalta la sua bontà, il suo amore, la sua misericordia. Perciò, amare Dio e la sua gloria significa amare le anime, significa lavorare e sacrificarsi per la loro salvezza.

2 - Lo zelo per le anime nasce dalla carità, nasce dalla contemplazione di Cristo crocifisso: le sue piaghe, il suo sangue, i dolori strazianti della sua agonia ci dicono quanto valgono le anime al cospetto di Dio e quanto Dio le ama. Ma quest’amore non è corrisposto e sembra che gli uomini ingrati vogliano sempre più sfuggire alla sua azione. È il triste spettacolo di tutti i tempi che anche oggi si rinnova, quasi ad insultare Gesù e a rinnovare la sua Passione. « Tutto il mondo è in fiamme: gli empi, per così dire, anelano di condannare ancora Gesù Cristo, sollevano contro di lui un’infinità di calunnie e si adoperano in mille modi per distruggere la sua Chiesa ». Se Teresa di Gesù (Cam. 1, 5) poteva dire così del suo secolo tormentato dall’eresia protestante, tanto più possiamo dirlo noi del nostro, in cui la lotta contro Dio e contro la Chiesa è aumentata a dismisura e dilaga ormai in tutto il mondo. Beati noi se possiamo ripetere con la Santa: « La perdita di tante anime mi spezza il cuore. Vorrei che il numero dei reprobi non andasse aumentando... Mi pare che pur di salvare un’anima sola delle molte che si perdono, sacrificherei mille volte la vita » (ivi, 4 e 2). Ma non si tratta solo di formulare desideri: occorre fare, occorre agire e patire per la salvezza dei fratelli.

S. Giovanni Crisostomo afferma che « nulla è più freddo di un cristiano che non si cura della salvezza altrui ». Questa freddezza è conseguenza di una carità molto languida; accendiamo, ravviviamo la carità, e sì accenderà in noi lo zelo per la salvezza delle anime. Allora il nostro apostolato non sarà più soltanto un dovere imposto dall’esterno, cui dobbiamo necessariamente attendere per obbligo del nostro stato, ma sarà un’esigenza dell’amore, una fiamma che divampa spontaneamente per il calore interno della carità.

Darsi alla vita interiore non significa chiudersi in una torre d’avorio per godere indisturbati le consolazioni di Dio disinteressandosi del bene altrui, ma significa concentrare tutte le proprie forze nella ricerca di Dio, nel lavorare per la propria santificazione, onde diventare accetti a Dio ed acquistare così una potenza di azione e d’intercessione, mediante la quale ottenere la salvezza di molte anime. 



[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

lunedì 9 novembre 2020

Coraggio nel seguire la chiamata di Gesù alla vita religiosa

Tempo fa ho avuto un lungo colloquio telefonico con una carissima lettrice del blog innamorata di Gesù Cristo. Questa nostra sorella nella fede stava soffrendo tantissimo nel suo cuore, a causa di problemi riguardanti la sua vocazione (adesso finalmente vive felice in un monastero di clausura). A beneficio di coloro che attualmente si trovano nelle stesse condizioni di sofferenza, ripubblico la lettera di incoraggiamento che le scrissi.

Carissima sorella in Cristo,
                                                sono contento di averti sentito al telefono, ma ho provato anche compassione nel sentire il tuo cuore afflitto a causa delle varie avversità che ti affliggono. Mi hai colpito molto quando a un certo punto del colloquio hai sospirato di voler entrare presto in monastero e di abbandonare definitivamente il mondo. Ho percepito chiaramente che hai il cuore il lacrime. Fa sempre pena sentire una persona che soffre, ma quando a soffrire è una persona come te che desidera solamente amare Gesù buono per tutto il resto della vita, la compassione è maggiore. Dai non ti scoraggiare, affidati nelle mani della Mediatrice di tutte le grazie e vedrai che tutto andrà per il meglio.

Mi è piaciuta molto la storia della tua vocazione e apprezzo tanto la forza d'animo che hai avuto nel voler lasciare tutto per donarti a Dio. Ben pochi avrebbero avuto il coraggio di rinunciare a ciò che hai rinunciato tu per abbracciare la vita religiosa. Gesù si è scelto davvero una sposa generosa e coraggiosa, sono contento che solo Lui potrà possedere il tuo cuore.

Chissà quante lacrime hai versato a causa del tuo amore per il Redentore Divino, ma chi semina piangendo raccoglierà con gioia i frutti nella Patria Celeste. Su questa terra siamo solo di passaggio, dobbiamo guadagnarci il Paradiso portando la croce per amor di Dio, dimostrando così il nostro amore per Lui. Con queste sofferenze ti stai purificando in attesa delle nozze col tuo amato Sposo. Nelle tue preghiere invoca anche l'aiuto dell'eroica Fondatrice dell'ordine in cui aspiri di entrare, vedrai che sarà molto felice di accoglierti tra le sue seguaci. Il diavolo sta cercando di seminare confusione per farti cadere nello scoraggiamento e farti commettere qualche errore; infatti diceva San Luigi Gonzaga che il demonio riesce sempre a pescare qualcosa nel torbido. Stai allegra e serena, confida nella Madonna e rimani con l'animo pronto ad accettare qualsiasi cosa avverrà. Non temere, in tutta la storia della Chiesa non è mai accaduto che qualcuno sia ricorso con fiducia a Maria e sia rimasto abbandonato. Mai!

Ricordati di chiedere l'aiuto anche di San Giuseppe, castissimo sposo della Beata Vergine e provvido custode della Sacra Famiglia. Quanti benefici si ottengono grazie alla sua intercessione!

Te lo ripeto, non temere. Gesù ti è molto vicino in questo momento in cui senti il peso della croce, che vuoi di più? Lui ti ama e ti vuole davvero felice. Se permette che adesso tu sia nel dolore, lo fa solo per trarne un bene maggiore. Nella Patria Celeste comprenderai tutto ciò in maniera luminosa e loderai la Divina Provvidenza che ti aveva mandato questa croce per farti meritare dei beni più grandi. Se resterai fedele alla Sua volontà, riceverai la ricompensa dal suo Cuore per omnia sæcula sæculorum. Così sia.

Tuo fratello in Cristo,

Cordialiter




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sabato 7 novembre 2020

Sentire con Cristo

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


O Gesù, fa’ che io possa nutrire per le anime sentimenti simili a quelli del tuo Cuore divino. 

1 - Un’efficace collaborazione esige sempre una certa affinità d’intenti e di metodi fra il promotore dell’opera e i suoi collaboratori, anzi questa affinità deve essere tanto più profonda quanto più l’opera da compiersi non è materiale, ma spirituale. Dovendo collaborare con Dio per il bene delle anime, l’apostolo deve vivere in intima affinità spirituale con lui, sì da entrare il più possibile nelle sue vedute e nei suoi disegni per la salvezza del mondo. Solo penetrando a fondo il mistero dell’amore di Dio per gli uomini, l’apostolo potrà cooperare all'effusione attuale dell’amore e della grazia. Mediante le virtù teologali egli deve tenersi in contatto intimo con Dio e cercare di cogliere il movimento profondo del suo amore. La fede c’insegna che Dio ha chiamato all’esistenza gli uomini, spinto dalla sua bontà infinita che ha voluto effondersi al di fuori di sè, onde partecipare ad altri qualche cosa del suo bene, della sua felicità, della sua stessa vita. Ecco la grazia, creazione del suo umore, che rende gli uomini consorti della sua natura. E quando gli uomini, col peccato, si sono distaccati da lui rendendosi immeritevoli del suo dono, Egli non ha rinunciato il suo piano d’amore e, per poter ridare ad essi ciò che colpevolmente avevano perduto, ha sacrificato il suo Unigenito «che per noi uomini e per la nostra salute discese dal cielo» (Credo). 

L’apostolo deve comprendere a fondo che l’azione di Dio per gli uomini è tutta azione di amore: è l’azione del Padre che va in cerca del figliol prodigo, del pastore che va in cerca della pecorella smarrita; è l’azione di Dio che vuol offrire agli uomini la sua amicizia per renderli felici, per poterli accogliere nella sua casa, per poterli ammettere alla sua intimità, per renderli beati della sua beatitudine eterna. L’apostolo deve cercare di mettere il proprio cuore a contatto col cuore di Dio per riempirlo del suo amore, per condividere la sua carità verso gli uomini. L’apostolo deve, per così dire, sentire con Dio, sentire con Cristo, ossia nutrire profondi sentimenti di amore per i suoi fratelli, pallido riflesso dell’amore di Dio per gli uomini. 

2 - Non solo nella preghiera, ma nell’esercizio stesso del suo apostolato, l’apostolo deve cercare di mantenersi a contatto con Dio e col mistero del suo amore per gli uomini, cui deve umilmente collaborare. Cercherà questo contatto attraverso un intenso esercizio della fede che gli farà sempre più comprendere il mistero della Redenzione, che gli farà riconoscere l’attuazione di questo mistero nelle varie circostanze della vita, nello svolgersi degli avvenimenti, che lo aiuterà ad inserire la sua umile azione nella grande azione divina. In tal modo, anche quando userà mezzi umani, anche quando si occuperà di questioni materiali, si manterrà in un’atmosfera soprannaturale: non perderà mai di vista il fine ultimo della sua attività, ma sarà sempre desta in lui la consapevolezza di collaborare con Cristo alla salvezza delle anime. 

Alla fede l’apostolo deve unire un’ardente carità, perchè il contatto con Dio e l’affinità col suo amore si realizzano appunto per via d’amore. La carità, per la forza d’intuizione che le è propria, permetterà all’apostolo di penetrare più a fondo il mistero della Redenzione, di gustare la dolce realtà dell’Amore infinito che in esso si manifesta e lo spingerà a vivere in intima comunione con questo Amore, di cui deve essere il collaboratore e lo strumento. Allora il suo esempio, le sue parole renderanno testimonianza di verità non solo credute in teoria, ma vissute in pratica, ma assaporate, sperimentate nel contatto intimo con Dio. Allora l’apostolo potrà affermare con S. Giovanni: « Noi abbiamo conosciuto e creduto alla carità che Dio ha per noi » (1Gv. 4, 16) [...]. 

Mediante la fede e l’amore l’apostolo giungerà ad un'affinità spirituale sempre più grande col mistero della Redenzione e con Gesù che ne è il grande Attore, potrà fare suoi i sentimenti di Gesù, secondo la parola di S. Paolo: « abbiate in voi quel sentire che era anche in Gesù Cristo » (Fil. 2, 5). Questo « sentire con Cristo », che significa amare e volere all’unisono col Cuore divino, che significa condividere il suo amore immenso per Dio e per le anime, è il segreto di ogni apostolato.


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

venerdì 6 novembre 2020

L'Amore non è amato

Vorrei che tutte le persone del mondo potessero leggere la splendida lettera che la Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny scrisse l'8 dicembre del 1882.


La Servianne, 8 Dicembre 1882

Carissime Figlie in Cristo, siamo giunte al primo giubileo della Fondazione del nostro piccolo Istituto! [...] I vostri cuori traboccano di gioia e di riconoscenza; che potrei aggiungere ai vostri sentimenti e alla vostra religiosa commozione? Lasciatemi almeno lanciarvi il grido che errompe dal profondo della mia anima: Amore, amore!

Amore a Dio che ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio per salvarlo! Amore all'Agnello che ci ha lavati nel suo Sangue adorabile e si è immolato per redimerci! Amore a Gesù Ostia che da dieci anni si degna di rimanere esposto sui modesti altari dei nostri monasteri! Amore al Cuore divino che ha conquistato i nostri cuori! Sorelle e Figlie carissime, vorrei comunicarvi la celeste Passione di Gesù Cristo. Egli è venuto a portare il fuoco dell'Amore sulla terra; che posso desiderare se non che esso infiammi le vostre anime? Vorrei vedervi divorate da questo amore; ma non di un amore di desideri e di sentimenti infecondi, bensì di un amore in opere e verità che va fino all'estrema dedizione e si lascia portare dall'Amato fino all'estrema immolazione. Per aggiungere fiamme al vostro fuoco di amore vi ricordo e vi metto al vivo come è odiato in questo tempo infelice Colui che amiamo; quanto è disprezzato Colui che adoriamo; quanto è oltraggiato Colui che serviamo in ginocchio.

L'Amore non è conosciuto, l'Amore non è amato, Sorelle mie! Quando ho visto l'odio del mondo per Dio che è Amore; il disprezzo e gli oltraggi del mondo per Colui che è Padrone di ogni potere in cielo e in terra; quando ho visto l'Armata di Satana devastare il campo delle anime per le quali il mio Salvatore ha versato il Suo Sangue, «il mio cuore si è liquefatto come cera nel mio petto», e per mezzo dell'amore che desidera fare di più di quanto è in suo potere e crede che tutto gli sia possibile, ho osato chiedere al Divino Amore di formarsi una piccola falange di Vergini che siano i Serafini della terra, anime pronte alla sofferenza, ardenti nella dedizione e che nulla, all'infuori dell'obbedienza guidata dalla prudenza che spetta all'Autorità, possa arrestare sulla via del sacrificio; anime completamente abbandonate alla sua azione divina, nelle quali si compiano interamente i suoi disegni di misericordia; anime eucaristiche riparatrici e apostoliche; anime ostie unite a Lui, trasformate in Lui, offerte e sacrificate da Lui; che non vivono più, ma nelle quali Egli viva, la cui vita sia nascosta con Lui in Dio; ostie vive nelle quali Egli completi, in un certo modo, la sua Passione, e di cui Egli disponga secondo il suo beneplacito per la sua gloria. Sorelle, è un sogno il mio? A voi la risposta, a voi il provare a Gesù con lo slancio e la generosità dei vostri cuori, che Egli non vi ha chiamate invano nel suo santuario e attorno al suo altare!

[...] Lo scopo di Satana, l'ideale delle sette è di scacciare Gesù Cristo dal mondo, di abolire perfino la memoria della sua dottrina e di strappargli le anime; bisogna dunque, Sorelle, amare Gesù Cristo, unirsi a Gesù Cristo, imitare Gesù Cristo, conquistare anime a Gesù Cristo. Bisogna amare Gesù Cristo e unirci a Gesù Cristo. Amiamolo da Vergini e da spose; gettiamo ai suoi piedi adorati i nostri gigli che Egli stesso ha fatto crescere, bagnandoli col suo Sangue prezioso, e il cui profumo sarà respirato da Lui solo.

L'Istituto è innanzitutto un'opera di amore; perciò esso non accoglie che anime ripiene di un amore generoso, delicato, ardente. Ecco perché ci siamo consacrate al Cuore di Gesù, centro dell'amore; ecco perché ci siamo strette attorno all'Eucarestia, capolavoro dell'Amore. L'Eucarestia è Dio con noi e ci dà la consumazione dell'Amore, l'unione reale con Gesù Cristo. Dobbiamo esaltare Gesù Cristo con l'adorazione, con immenso rispetto, fede viva e la virtù di religione portata al suo più alto grado, attinta in Gesù Cristo e che dalle nostre anime risalga a Lui e, per Lui all'adorabile Trinità.

Consacriamo i nostri cuori ad estinguere, per quanto possibile, la sete ardente che ha Gesù Cristo di essere conosciuto e amato dalle sue creature. Alle raffinatezze dell'odio infernale, vogliamo donare a Gesù Cristo tutte le delicatezze dell'amore che compatisce, che ripara, che tutto condivide e nulla rifiuta; dell'amore che strappa al Cuore del Diletto i segreti della sua carità ardente, dello zelo che lo divora, delle sue agonie, dei suoi dolori, dei suoi sacrifici; dell'amore che dà vita per vita e che per la gloria di Dio, è pronto anche a dare il suo Sangue. Ecco perché ci sforziamo di attuare i desideri del Cuore di Gesù. Ecco perché cerchiamo nel Cuore Immacolato di Maria, fonte di tenerezza e di amore, e negli ultimi anni della sua vita consumati dal martirio d'amore, il modello dei nostri sentimenti e della nostra vita. Ecco perché noi offriamo tutto e noi stesse per ciò che il Cuore di Gesù ha maggiormente amato.

Bisogna imitare Gesù Cristo. L'inferno vuole abolire la dottrina di Gesù Cristo? Noi lo seguiremo e lo imiteremo il meglio possibile, proprio in ciò che si oppone alla dottrina infernale delle sette. Esse predicano l'orgoglio, la ribellione, l'indipendenza; noi impareremo alla scuola del Cuore di Gesù, per praticarle con sforzo continuo, «le virtù della mitezza e della profonda umiltà che con l'ubbidienza e il sacrificio, formano le basi del nostro Istituto». Tenderemo a fare della perfezione dell'ubbidienza il carattere distintivo della nostra società.

[...] Le sette insegnano l'edonismo, il materialismo e il più gretto egoismo; noi vi opporremo la ricerca della totale abnegazione, il vigore della perfezione interiore e una incessante mortificazione in ogni cosa, per quanto sarà possibile; vi opporremo un amore generoso della croce, lo spirito di sacrificio, d'unione a Gesù immolato, che non è altro che lo spirito stesso del cristianesimo; vi opporremo una squisita purezza, le caste delicatezze della verginità, l'oblio dei nostri interessi personali, e infine, l'intero sacrificio di noi stesse per la maggior gloria di Dio. [...]

Bisogna conquistare anime a Gesù Cristo. Agli sforzi infernali per strappare le anime a Gesù Cristo, opporremo lo zelo e la dedizione dell'amore. Quanto sbaglierebbe l'anima che venisse a cercare in questo Istituto esclusivamente la propria perfezione! Una Figlia del Cuore di Gesù deve essere non solo un altro Gesù Crocifisso per lo spirito di sacrificio e di volontaria penitenza, o come un altro Gesù Ostia per lo spirito di oblazione e di immolazione perpetue, ma deve essere anche un altro Gesù Redentore compiendo in se stessa «ciò che Gesù Cristo deve soffrire in noi, per la formazione del suo corpo che è la Chiesa», per le stesse intenzioni del sacrificio di Nostro Signore, che sono la gloria di Dio e la salvezza delle anime. «Questa umile Società non è fondata soltanto per la salvezza e la santità dei suoi membri, ma perché i suoi membri si adoperino, con l'aiuto della grazia e con tutte le loro forze, alla salvezza delle anime, per il servizio dei sacri interessi del Cuore di Gesù, della santa Chiesa e del Sacerdozio cattolico, per mezzo della preghiera, del sacrificio, della diffusione della devozione verso il Cuore adorabile di Gesù e verso la Vergine Immacolata, Regina e ausiliatrice della Chiesa».

E come potremo noi dal profondo della nostra miseria elevarci a cose tanto sublimi? Sorelle faremo tutto per mezzo di Gesù Cristo; mediante la nostra unione al suo Cuore e al suo sacrificio, l'offerta dei suoi meriti infiniti e del preziosissimo calice del suo Sangue adorabile. Faremo tutto per Maria, l'Associata al divin sacrificio, per la quale venne sempre l'aiuto divino alla Chiesa contro i suoi nemici, e che, dopo aver annientato tutte le eresie, distruggerà certamente anche la grande apostasia sociale dei tempi presenti» [...].

E poiché ad ogni errore è seguito sempre il trionfo spirituale di ciò che esso combatteva, è certo che la Chiesa godrà in futuro di una meravigliosa fioritura di Ordini religiosi e di uno splendido risveglio di vita cristiana. O Sorelle! ... umiltà profonda, ma fiducia illimitata; abbandono senza riserva all'azione della grazia, perché «poche anime comprendono ciò che Dio opererebbe in esse, se si abbandonassero completamente nelle sue mani e lasciassero agire la grazia divina».

Capirete facilmente come un Istituto che ha simili scopi, non può accettare anime ripiegate su se stesse, meschine, pusillanimi, che cercano le dolcezze della pietà, invece di cercare il sacrificio e la perfezione; esso ha bisogno di anime generose, ardenti nell'immolazione, dimentiche di se stesse e soprattutto piene di quella dedizione amorosa che va dritta al Cuore del Diletto!




[Nella foto in basso, il suo corpo incorrotto dal 1884]





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mercoledì 4 novembre 2020

Annuncio matrimoniale

Una mia cara amica piemontese di 43 anni, profondamente spirituale, vorrebbe abbracciare la vita matrimoniale, ma non ha ancora trovato l'uomo giusto che possa rispondere alla sua chiamata di sposa e madre cristiana. Desidera un uomo di fede profonda, un uomo con cui poter condividere una intensa vita di preghiera e che voglia coltivare davvero i valori cristiani; per poter crescere insieme nel cammino di perfezione cristiana. La sua aspirazione è santificarsi nello stato di vita matrimoniale. In passato ha compiuto delle esperienze vocazionali in monastero ma successivamente ha sentito nel suo cuore il desiderio di santificarsi nel matrimonio formando una bella famiglia cristiana. È importante per lei osservare la castità prima del matrimonio come ogni altro precetto evangelico. Tendenzialmente cerca un uomo assiduo nei sacramenti, profondamente orante, in ascolto della Parola di Dio e che viva davvero in Cristo e che da Lui si faccia plasmare per raggiungere la santità. Non cerca un cristiano mediocre ma un'anima profondamente innamorata di Cristo, come lo è lei. Cerca un uomo forte con cui poter affrontare tutte le tribolazioni che i veri seguaci di Cristo devono sopportare per testimoniare le verità di fede soprattutto in questo tempo particolare della storia della Chiesa.

Questa mia amica, che conosco personalmente, desidera un uomo dolce e gentile, un galantuomo d'altri tempi, essendo lei molto dolce, delicata e sensibile.

Solo se veramente interessati e corrispondenti davvero a ciò che lei cerca potete contattarla al seguente indirizzo mail: jesusmary77@libero.it

lunedì 2 novembre 2020

Visione del Purgatorio di Suor Josefa Menendez

Ci sono nel mondo delle anime privilegiate, cioè scelte direttamente da Dio per una missione particolare. A costoro Gesù si presenta sensibilmente e le mette nello stato di vittima straordinaria, rendendole partecipi anche dei dolori della sua Passione. Queste vittime riparano certe categorie di peccati e soffrono moltissimo nel corpo e nello spirito. Perchè possano soffrire di più e salvare più peccatori, Iddio permette che talune di esse siano trasportate, sebbene viventi, nell'ordine soprannaturale e che stiano a penare nel Purgatorio [oppure anche] nell'inferno. Come avvenga il fenomeno, non possiamo spiegarlo. Queste vittime, quando ritornano dall'al di là, sono afflittissime e sogliono piangere dirottamente; qualche volta restano con delle scottature e piaghe nel corpo. Le anime privilegiate scompaiono improvvisamente dalla propria camera, alla presenza anche di testimoni, o dopo una notte o parecchie ore riappaiono. Sembrano cose incredibili, ma sono storiche.

Per conoscere più diffusamente questi fatti, si legga il volume «Invito all'amore» edito dalla Libreria L.I.C.E. - Berruti - Torino. E' la storia di Suor Josefa Menendez, morta nel 1923.

Sarebbe tanto utile conoscere qualche visita fatta nel Purgatorio.

- La notte dal primo al due novembre l'assalto diabolico mi aveva lasciata spossatissima. Mentre quasi ogni notte ero stata a soffrire nell'inferno tra i dannati, il Signore volle che nel mese dei morti andassi nel Purgatorio. Chiesi a Gesù se realmente fosse l'inferno o il Purgatorio il luogo ove vado a soffrire, oppure una semplice figura dell'oltre tomba. Gesù mi rispose: E' il vero inferno ed il vero Purgatorio. Le anime però le vedi in sembianze umane, per distinguerle. Ti porto in questi luoghi affinché tu resti invogliata a soffrire sempre più, per strappare anime all'eterna perdizione. -

Nella notte del primo novembre, verso le ore due, mi sentii leggera leggera come se non avessi avuto il corpo. Mentre a trasportarmi nell'inferno suole venire il demonio, il quale in un volo vertiginoso mi lancia tra i dannati, questa volta mi sentii trasportare da mano invisibile, senza vedere alcuno, e dopo un poco, invece di trovarmi sul letto, mi trovai in Purgatorio, vicino alle anime che spasimavano dal desiderio di vedere Dio e per altri dolori. II luogo era grandissimo; si vedeva dove cominciava, ma non dove finiva. Poi vidi un'immensa folla di anime, in maggioranza persone consacrate. Appena la mano invisibile mi posò vicino a costoro, tutte provarono gran gioia e dissero: Prega, prega per noi e per la nostra liberazione! - Un tale disse: Se tutti sapessero com'è tormentoso il fuoco del Purgatorio, veramente ci verrebbero presto in aiuto! -

In quel momento cominciai a provare le pene del Purgatorio. Mi sentii come esasperata nell'anima e provai un forte calore in tutto il corpo. Però non è tanto la sofferenza del corpo che fa soffrire, quanto il rimorso di avere offeso Dio sì grande e la privazione di vederlo. Si sente fortemente Dio e non si può andare a Lui. Che terribile sofferenza!... Vidi le anime rassegnatissime; non dimostravano alcun segno di disperazione. Erano tanto pentite del male fatto e avrebbero voluto ritornare nel mondo per dire a tutti: Non fate peccati, perchè veramente c'è l'inferno ed il Purgatorio e le pene che vi si soffrono sono immense!

Mi si avvicinò un uomo, gridando: Non ne posso più di questi tormenti! Ormai sono nove anni che soffro e mi sembrano novecento anni! Per pietà liberatemi presto da queste pene!... Peccai, è vero!... Mentr'ero in vita, quando la miseria copriva la mia famiglia, imprecai contro Dio e contro i Santi. Sebbene me ne fossi confessato, ho da scontare la pena! -

Un Sacerdote era afflittissimo e chiedeva suffragi: Sto soffrendo molto, perchè in vita sono stato molto indulgente a tanti piccoli piaceri! -

Una donna diceva: Avevo la vocazione religiosa e la perdetti per una cattiva lettura. Ringrazio Dio che non sono piombata nell'inferno! -

Una suora esclamò: Sto riparando alcune mancanze di fiducia in Dio. Il giudizio di una religiosa è rigoroso, perchè non è il nostro Sposo Gesù che ci giudica, ma il nostro Dio!

- Il mio Purgatorio, diceva un'altra anima, sarà lungo poichè non ho accettato la volontà di Dio, né ho fatto con sufficiente rassegnazione il sacrificio della mia vita durante l'ultima malattia. La malattia è una grande grazia di purificazione, ma se non si fa attenzione, può essere occasione di maggior Purgatorio. -

Un'anima ringraziava: Iddio ti ricompensi la carità! Tu hai abbreviato il mio Purgatorio. Oh, se tutti riflettessero fin dove può condurre un affetto poco mortificato, come si applicherebbero a dominare la natura ed a reprimere le passioni! -

Da quanto si è esposto, si vede com'è delicata la Divina Giustizia nel purificare le anime che hanno peccato.

Se fosse concesso a tutti di visitare un momento il Purgatorio, quanti si farebbero santi!


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli].




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