sabato 31 luglio 2021

Gradi di conformità alla volontà di Dio

Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


S. Bernardo distingue tre gradi di questa virtù, che corrispondono ai tre gradi della perfezione cristiana: "L'incipiente, mosso dal timore, sopporta la croce di Cristo pazientemente; il proficiente, mosso dalla speranza, la porta con un certo gaudio; il perfetto, consumato nella carità, l'abbraccia con ardore".

A) Gl'incipienti [cioè coloro che sono agli inizi del cammino di perfezione cristiana, n.d.r.], sorretti dal timor di Dio, non amano i patimenti, cercano anzi di scansarli; ma pure preferiscono patire anzichè offendere Dio, e, pur gemendo sotto il peso della croce, la subiscono con pazienza: sono rassegnati.

B) I proficienti, sorretti dalla speranza e dal desiderio dei beni celesti, e sapendo che ogni patimento ci vale un peso eterno di gloria, non cercano ancora la croce ma la portano volentieri con un certo gaudio [...].

C) I perfetti, guidati dall'amore, vanno più oltre: per glorificar Dio che amano, per conformarsi più perfettamente a Gesù Cristo, vanno incontro alle croci, le desiderano, le abbracciano con ardore, non già perchè siano amabili in sè ma perchè sono un mezzo di attestare il nostro amore a Dio e a Gesù Cristo. Si rallegrano, come gli Apostoli, d'essere stati stimati degni di oltraggi per il nome di Gesù: come S. Paolo, sovrabbondano di gaudio in mezzo alle tribolazioni. Quest'ultimo grado si chiama santo abbandono: ne riparleremo più tardi trattando dell'amor di Dio.

II. Efficacia santificatrice della conformità alla volontà di Dio.

Da quanto dicemmo risulta chiaro che questa conformità alla volontà di Dio non può che santificarci, perchè unisce la nostra volontà, e quindi pure le altre nostre facoltà, a Colui che è la fonte di ogni santità. A meglio rilevarlo, vediamo in che modo ci purifica, ci riforma e ci conforma a Gesù Cristo.

1° Questa conformità ci purifica. Già nell'antica Legge, Dio fa spesso notare che è pronto a perdonare tutti i peccati e a rendere all'anima il fulgido candore della primitiva sua purità, ov'ella cambi di cuore e di volontà [...]. Ora il conformare la propria volontà a quella di Dio, è certamente un mutar di cuore, un cessare di far il male, un imparare a fare il bene. [...] Nel Nuovo Testamento, N. Signore dichiara, fin dal primo suo ingresso nel mondo, che con l'ubbidienza sostituirà tutti i sacrifizi dell'Antica legge [...]. Gesù infatti ci redense con l'ubbidienza spinta fino all'immolazione di sè nel corso di tutta la vita e principalmente sul Calvario: "factus obœdiens usque ad mortem, mortem autem crucis". Con l'ubbidienza dunque e con l'accettazione delle prove provvidenziali, espieremo anche noi in unione con Gesù i nostri peccati e ci purificheremo l'anima.

2° Ci riforma. Ciò che ci deformò è l'amore disordinato del piacere, a cui cedemmo per malizia o per fragilità. Ora la conformità alla volontà di Dio ci guarisce da questa doppia causa di ricadute.

a) Ci guarisce dalla malizia, che nasce anch'essa dall'attacco alle creature e principalmente dall'attacco al proprio giudizio e alla propria volontà. Conformando infatti la nostra volontà a quella di Dio, accettiamo i giudizi suoi come regola dei nostri, i suoi precetti e i suoi consigli come regola della nostra volontà; ci distacchiamo quindi dalle creature e da noi stessi e dalla malizia che da questi attacchi derivava.

b) Rimedia alla nostra fragilità, fonte di tante miserie; in cambio di appoggiarci su noi stessi che siamo così fragili, con l'ubbidienza ci appoggiamo su Dio che, essendo onnipotente, ci fa partecipare alla sua forza e resistere alle più gravi tentazioni: "Omnia possum in eo qui me confortat". Quando noi facciamo la sua volontà, Dio si compiace di fare la nostra esaudendo le nostre preghiere e reggendo la nostra debolezza.

Liberi così dalla malizia e dalla debolezza, cessiamo d'offendere deliberatamente Dio e veniamo a riformare a grado a grado la nostra vita.

3° E la rendiamo quindi conforme a quella di Nostro Signore Gesù Cristo. a) La conformità più reale, più intima, più profonda, è quella che esiste tra due volontà. Ora, con la conformità alla volontà di Dio, noi assoggettiamo e uniamo la volontà nostra a quella di Gesù, il cui cibo era di fare la volontà del Padre; come lui e con lui, noi non vogliamo se non ciò che vuole Dio e ciò nel corso dell'intiero giorno: abbiamo quindi fusione di due volontà in una sola, unum velle, unum nolle; non facciamo più che una cosa sola con lui, ne abbracciamo i pensieri, i sentimenti, i voleri [...]; onde potremo presto ripetere la parola di S. Paolo: "Vivo autem, jam non ego, vivit vero in me Christus: vivo non già più io, ma vive in me Cristo".

b) Assoggettando la volontà, assoggettiamo e uniamo a Dio tutte le altre nostre facoltà, che sono sotto il dominio, e quindi l'anima intiera, che si viene a poco a poco conformando ai sentimenti, ai voleri, ai desideri di Nostro Signore; onde gradatamente acquista tutte le virtù del divino Maestro. Ciò che si disse della carità, n. 318, si può anche dire della conformità alla volontà di Dio che ne è la più autentica espressione; contiene dunque, come la carità, al dire di S. Francesco di Sales, tutte le virtù: "L'abbandono è la virtù delle virtù; è il fiore della carità; l'odore dell'umiltà; il merito, a quanto pare, della pazienza; e il frutto della perseveranza". Perciò Nostro Signore chiama coi dolci nomi di fratello, di sorella, di madre, quelli che fanno la volontà di suo Padre [...].

CONCLUSIONE.

La conformità alla volontà di Dio è dunque uno dei più grandi mezzi di santificazione; non possiamo quindi conchiudere meglio che con queste parole di S. Teresa: "L'unica ambizione di colui che comincia a far orazione, -- non si dimentichi questo che è importantissimo, -- dev'essere di porre ogni studio nel rendere la sua volontà conforme a quella di Dio... sta in ciò tutta la maggior perfezione che si possa toccare nel cammino spirituale. Quanto più questa conformità è perfetta, tanto più si riceve dal Signore e tanto più si è avanti in questo cammino". E aggiunge che avrebbe anche lei desiderato di vivere in questa via di conformità, senza essere elevata a ratti ed estasi, tanto era convinta che questa via basta alla più alta perfezione.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]




(.)

venerdì 30 luglio 2021

Ostacolata dai genitori

Ripubblico una lettera che scrissi a una ragazza di 18 anni.


Cara sorella in Cristo,
                                       rispondo molto volentieri alla tua e-mail.

Sant'Alfonso Maria de Liguori dice che quando il demonio si accorge che una persona desidera abbracciare la vita religiosa, si scatena contro di lei mettendole il bastone tra le ruote (suscitando persecuzioni e ostacoli vari) e cercando di distoglierla dal proposito di consacrarsi a Dio. Infatti il diavolo sa bene che se una persona entra in un buon istituto religioso, molto probabilmente salverà la propria anima e le anime di tante altre persone mediante l'apostolato e la preghiera. Inoltre, sempre Sant'Alfonso, dice che nel mondo sono i parenti i peggiori nemici delle vocazioni, e che tanti giovani hanno rinunciato ad abbracciare la vita consacrata proprio a causa delle pressioni ricevute dai familiari. Santa Chiara soffrì assai la persecuzione dei parenti che non volevano che diventasse suora. Oh, quante ne ha patite! Ma adesso è felice, è in Cielo con il suo amato Sposo.

Non farci caso alle cose offensive che ti dicono i tuoi genitori. Se un bambino di 4 anni ti dicesse che sei stupida, ti offenderesti? Certamente no, perché il giudizio di un bimbo è irrilevante e spesso senza fondamento, pertanto non ci faresti nemmeno caso. Se un analfabeta ti dicesse che sei un'ignorante, ti offenderesti? Probabilmente sorrideresti e non ci faresti caso, perché essere considerata ignorante da uno che non sa nemmeno leggere e scrivere, non è una cosa a cui dar peso. Perché ti ho fatto questi esempi? Perché i tuoi genitori nel campo spirituale sono “poco esperti”, pertanto farebbero molta fatica a capire quel che senti nel tuo cuore se tu ti confidassi con loro. Quindi i loro insulti non sono da tenere in conto. È ovvio che chi ha una visione un po' troppo materiale della vita, non riuscirà a capire una persona che invece ha una visione spirituale dell'esistenza terrena. San Francesco d'Assisi era figlio di un facoltoso mercante di stoffe, ma egli preferì lasciare tutto pur di seguire la chiamata di Cristo. I mondani lo accusavano di essere pazzo perché aveva rinunciato alle ricchezze della sua famiglia, per vivere poveramente e seguire Gesù nello stile di vita evangelico. Noi sappiamo che San Francesco si è salvato l'anima, e adesso gode in Cielo la visione beatifica di Dio. “Vieni servo buono e fedele”, gli avrà detto Gesù nell'ora del trapasso da questa vita terrena alla vita eterna. Chissà invece quante persone che criticavano e disprezzavano la vita di San Francesco, adesso stanno all'inferno, senza più speranza di salvezza. Insomma, ciò che conta è piacere a Dio, non agli uomini. Il nostro scopo in questo mondo è di conoscere, amare, e servire il Signore. Tutto ciò che non ci conduce a Dio è vanità delle vanità.

I mondani non capiranno mai per quale motivo una ragazza che può avere successo in questa società, possa desiderare di “andarsi a rinchiudere” in un convento. Tentare di spiegare quel che senti nel tuo cuore sarebbe come parlare in cinese. Per loro sono discorsi assurdi, visto che i mondani pensano solo ad ammassare beni materiali e a darsi ai divertimenti sfrenati. Ognuno di noi è alla ricerca della felicità: alcuni la cercano nei beni materiali, nel successo e nelle gioie mondane, altri invece la cercano in Dio. In questo mondo erano più felici San Francesco e Santa Chiara, nonostante fossero poveri, oppure i re e gli imperatori dell'epoca? Io mi fido più dei santi. Se tu per accontentare i tuoi genitori rinunciassi alla vita consacrata, vivresti in maniera triste e infelice anche se diventassi regina di un ricco regno. Ma grazie a Dio non hai nessuna intenzione di rinunciare a diventare sposa di Gesù Cristo. Infatti hai capito che il tuo tesoro è nel Signore, e non rinunceresti per nulla al mondo a seguire la divina chiamata ad abbracciare lo stato di vita più perfetto.

Stai facendo bene a non confidare a nessuna persona mondana che desideri diventare religiosa per poter vivere più unita a Gesù. Se il mondo venisse a sapere che stai riflettendo sulla vocazione, ti perseguiterebbe ancora di più. Quando andrai a fare un'esperienza vocazionale in convento, sarà meglio non dire ai mondani che vuoi diventare suora, ma che vuoi fare un “ritiro spirituale”. Come ti ho già spiegato in passato, non è una bugia (nemmeno veniale), perché un'esperienza vocazionale è anche una sorta di ritiro spirituale. Il periodo di difficoltà che stai vivendo adesso, lo hanno vissuto tante altre ragazze, prima di diventare suore. Le persecuzioni che stai patendo sono “normali”, cioè in genere le patiscono molti di coloro che vogliono rispondere affermativamente alla chiamata di Dio alla vita consacrata. Da un punto di vista spirituale si tratta di una vera e propria prova d'amore: coloro che amano Gesù con amore forte e sincero resistono alle persecuzioni sino alla fine, mentre coloro che hanno un amore debole si arrendono e abbandonano il cammino vocazionale.

Coraggio, resisti! Devi continuare a combattere la buona battaglia in difesa della vocazione, perché vuoi dare gusto a Cristo, il quale ti ha amato sin dall'eternità, prima ancora di creare il mondo, e che per amor tuo si immolò sulla croce del Golgota, pagando così al posto tuo la pena meritata dai peccati che sapeva bene che avresti fatto. E chi altro potresti amare all'infuori di Lui? Non conosco nessun uomo che si lascerebbe percuotere, flagellare, sputare in faccia, coronare di spine, e inchiodare in croce, pur di salvare l'anima tua.

Tu sei maggiorenne, sei assolutamente libera al riguardo dell'elezione dello stato di vita, nessuno deve permettersi di costringerti ad eleggere uno stato a cui non ti senti chiamata. Non pensare alle opposizioni che forse subirai quando i tuoi parenti sapranno che vuoi diventare suora, ma abbandonati nelle mani del Signore, ci penserà Lui a spianarti la strada che ti condurrà alle nozze col Re del Cielo. Il disprezzo che tu hai nei confronti della mentalità materialista ed edonista che dilaga nella società pagana in cui viviamo, lo hanno tutti i seguaci di Gesù Cristo. Non è possibile servire due padroni: o serviamo Dio (che è nostro Padre e ci ama davvero), oppure siamo schiavi del mondo. Non è possibile nessun compromesso tra il Vangelo e la mentalità mondana, poiché sono in opposta contrapposizione.

Approfitto dell'occasione per salutarti cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria,

Cordialiter




(.)

giovedì 29 luglio 2021

Cosa sono le amicizie spirituali?

Riporto il capitolo XIX "Le vere amicizie" del libro di San Francesco di Sales intitolato "Filotea - Introduzione alla vita devota", ed. Paoline.


Ama tutti, Filotea, con un grande amore di carità, ma legati con un rapporto di amicizia soltanto con coloro che possono operare con te uno scambio di cose virtuose. Più le virtù saranno valide, più l'amicizia sarà perfetta.

Se lo scambio avviene nel campo delle scienze, la tua amicizia sarà, senza dubbio, molto lodevole; più ancora se il campo sarà quello delle virtù, come la prudenza, la discrezione, la fortezza, la giustizia.

Ma se questo scambio avverrà nel campo della carità, della devozione, della perfezione cristiana, allora sì, che si tratterà di un'amicizia perfetta. Sarà ottima perché viene da Dio, ottima perché tende a Dio, ottima perché il suo legame è Dio, ottima perché sarà eterna in Dio.

È bello poter amare sulla terra come si ama in cielo, e imparare a volersi bene in questo mondo come faremo eternamente nell'altro. Non parlo qui del semplice amore di carità, perché quello dobbiamo averlo per tutti gli uomini; parlo dell'amicizia spirituale, nell'ambito della quale, due, tre o più persone si scambiano la devozione, gli affetti spirituali e diventano realmente un solo spirito. A ragione quelle anime felici possono cantare: Com'è bello e piacevole per i fratelli abitare insieme. Ed è vero, perché il delizioso balsamo della devozione si effonde da un cuore all'altro con una comunicazione ininterrotta, di modo che si può veramente dire che Dio ha effuso la sua benedizione e la sua vita su simile amicizia per i secoli dei secoli.

Mi sembra che tutte le altre amicizie siano soltanto fantasmi a confronto di questa e i loro legami anelli di vetro e di giaietto, a confronto del legame della devozione che è tutta di oro fino.

Non stringere amicizie di altro genere; intendo dire quelle che dipendono da te. Non devi lasciar cadere, né disprezzare quelle che la natura e i doveri precedenti ti obbligano a intrattenere: quali quelle con i parenti, i soci, i benefattori, i vicini e altri; ripeto, mi riferisco a quelle che tu scegli liberamente di persona.

Può darsi che qualcuno ti dica che non bisogna avere alcun genere di particolare affetto o amicizia, perché ciò ingombra il cuore, distrae lo spirito, dà luogo ad invidie; ma si sbagliano. Negli scritti di molti santi e devoti autori, hanno letto che le amicizie particolari e gli affetti fuori dell'ordine sono molto dannosi per i religiosi; pensano che la regola valga per tutti, ma su questo ci sarebbe molto da dire.

Premesso che in un monastero ben ordinato, il progetto comune è di tendere tutti insieme alla vera devozione, è evidente che non sono necessari questi scambi particolari, per timore che, mentre si cerca in particolare ciò che è comune, non si passi dalle particolarità alle parzialità. Ma per coloro che vivono tra la gente del mondo e abbracciano la vera virtù, è indispensabile stringere un'alleanza reciproca con una santa amicizia; infatti appoggiandosi ad essa, ci si fa coraggio, ci si aiuta, ci si sostiene nel cammino verso il bene.

Coloro che camminano in piano non hanno bisogno di prendersi per mano, ma coloro che si trovano in un cammino scabroso e scivoloso si sostengono l'un l'altro per camminare con maggiore sicurezza. I religiosi non hanno bisogno di amicizie particolari, ma coloro che vivono nel mondo, sì, per darsi reciprocamente sicurezza e aiuto in tutti i passaggi pericolosi che devono affrontare. Nel mondo, non tutti tendono allo stesso fine, non tutti hanno lo stesso spirito; bisogna dunque riflettere e stringere amicizie secondo i nostri programmi; questa particolarità crea veramente una parzialità, ma è una santa parzialità che non crea divisioni se non quella del bene dal male, delle pecore dalle capre, delle api dai fuchi, che sono separazioni necessarie.

È fuor di dubbio, e nessuno si sogna di negarlo, che Nostro Signore nutrisse un'amicizia più tenera e personale per Giovanni, Lazzaro, Marta, Maddalena; lo dice la Scrittura. Sappiamo che S. Pietro aveva una predilezione per Marco e per Santa Petronilla; S. Paolo per S. Timoteo e S. Tecla. S. Gregorio di Nazianzo si gloria cento volte dell'amicizia che aveva per S. Basilio e così la descrive: " Si aveva l'impressione che in noi due ci fosse una sola anima con due corpi. È vero che non bisogna prestare fede a coloro che dicono che tutto è in tutto; tuttavia è vero che tutti e due eravamo in ciascuno e ciascuno nell'altro; coltivare la virtù e ordinare i programmi della nostra vita alle speranze future; questo era il modo di uscire da questa terra mortale, prima di morire ".

S. Agostino dice che S. Ambrogio voleva molto bene a S. Monica, per le rare virtù che ammirava in lei, ed ella gli voleva bene come a un angelo di Dio.

Ma ho torto a farti perdere tempo per una cosa così chiara. S. Girolamo, S. Agostino, S. Gregorio, S. Bernardo e tutti i più grandi Servi di Dio hanno avuto amicizie personali senza pregiudizio per la loro perfezione. S. Paolo, rimproverando ai Gentili il disordine morale della vita, li accusa di essere gente senza affetto, ossia gente incapace di amicizia. S. Tommaso, come del resto tutti i buoni filosofi, dice che l'amicizia è una virtù: certamente parla dell'amicizia personale perché, dice, la vera amicizia non può essere estesa a molte persone.

La perfezione dunque, non consiste nel non avere amicizie, ma nell'averne una buona, santa e bella.




(.)

mercoledì 28 luglio 2021

L'Amore assoluto

Tempo fa una studentessa liceale ha scoperto “casualmente” il blog, e mi ha scritto per confidarmi ciò che sente nel suo cuore. Pubblico alcuni passi della sua lettera...

Carissimo fratello cristiano, mentre ero su facebook, mi è capitata un'inserzione sul tuo blog ed ho subito cliccato. Vorrei raccontarti un po' di me: sono una ragazza di 18 anni e frequento l'ultimo anno di liceo classico. Sin da piccola sono stata accompagnata da questa forte presenza, la fede. Questo infatti è stato un fatto - passami la parola- strano, perchè la mia famiglia non è molto credente in Dio e comunque, non crede affatto alla Chiesa. Mentre io ho sempre subito il fascino della Religione Cattolica ed ho sempre amato la cultura e le trazioni associate ad essa. Però questa fede è sempre stata accompagnata da un forte dubbio, associato a tutto quello che mi veniva detto nei confronti del clero. Sento il bisogno comunque di mandarti un tema che ho scritto qualche giorno fa per farti capire meglio la mia situazione.

[…] A volte si ha paura della verità quando è difficile da ammettere, da attuare, quando una cosa sembra “troppo grande per noi” quando invece è esattamente quello che per noi andrebbe meglio; la vera e pura felicità! La vera e pura forza di vita! L'amore assoluto! Quell'amore che ti lascia andare avanti anche quando tutto è perduto! Quell'amore che sopravvive anche quando c'è buio, quell'amore che apprezza tutto e non fa storie, quello paziente e saggio; l'amore del Signore umanizzato in tutte le persone che soffrono; ovunque c'è bontà, ovunque c'è solidarietà. […]

Alla luce di tutto, vorrei chiederti un consiglio su come fare per canalizzare al meglio questa mia fede e soprattutto con chi parlare della vocazione.
Grazie di cuore.

Cara sorella in Cristo,
                                   ti ringrazio di avermi scritto. Sono contento nel constatare che nonostante la società si sia scristianizzata e paganizzata, esistono ancora persone che non si fanno trascinare dalla stolta mentalità mondana, ma vogliono tenacemente seguire Gesù buono e amarLo con tutto il cuore.

Per quanto riguarda il comportamento del clero bisogna dire che nella storia della Chiesa ci sono sempre stati sia i sacerdoti zelanti, sia quelli che conducevano una vita dissipata e peccaminosa. Purtroppo, ciò accade in qualsiasi istituzione. Anche tra i carabinieri, i dottori, gli insegnanti, i magistrati, gli operai, gli imprenditori, eccetera, ci sono i buoni e i cattivi.

Quando qualcuno critica la Religione Cattolica a causa del cattivo esempio di certi preti, noi non dobbiamo farci convincere dalle loro tesi. Noi siamo seguaci di Gesù Cristo a prescindere dal comportamento del clero, e comunque anche tra i sacerdoti o tra i religiosi ci sono tanti esempi di eroica vita cristiana, pensiamo ad esempio a Don Bosco, Padre Pio, San Francesco, Santa Chiara, San Pio X, Santa Teresina, Sant'Alfonso de Liguori, Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e tantissimi altri santi.

Io non lo so qual è la volontà di Dio su di te, ma spero con tutto il cuore che Gesù buono voglia prenderti tutta per Sé facendoti abbracciare la vita religiosa in qualche ordine religioso fervoroso e osservante. Continua a riflettere sullo stato di vita che il Signore nella sua infinita bontà ha designato per te! Anzi, io ti consiglio di supplicare ogni giorno il Re del Cielo di chiamarti alla vita religiosa. Certo che si può chiedere questa grazia! Si può chiederla anche per gli altri, come faceva Santa Teresa di Lisieux!

Nella risposta che ti ho inviato in privato ti ho segnalato gli indirizzi di alcune suore con cui puoi parlare del tema della vocazione. Sarebbe bello se tu potessi fare un'esperienza vocazionale con loro, così potresti vedere coi tuoi occhi come si vive in un ordine religioso fervoroso.

Questo è un periodo importantissimo della tua vita, perché ormai si sta avvicinando il momento in cui dovrai eleggere lo stato di vita. Affidati all'intercessione della Madonna affinché ti aiuti a capire qual è la volontà di Dio su di te.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




(.)

martedì 27 luglio 2021

Sottomettersi a tutti i provvidenziali avvenimenti voluti o permessi da Dio

Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


Conformità alla volontà di beneplacito.

Questa conformità consiste nel sottomettersi a tutti i provvidenziali avvenimenti voluti o permessi da Dio per il nostro maggior bene e principalmente per la nostra santificazione.

a) Si appoggia sopra questo fondamento: che nulla succede senza il volere o il permesso di Dio, e che Dio, essendo infinitamente sapiente e infinitamente buono, nulla vuole e nulla permette se non per il bene delle anime, anche quando noi non riusciamo a vederlo. [...]

Ma per capir questa dottrina, bisogna guardar le cose con l'occhio della fede e dell'eternità, della gloria di Dio e della salute degli uomini. Chi si ferma alla vita presente e alla terrena felicità, non riuscirà mai a intendere i disegni di Dio, che volle assoggettarci alla prova quaggiù per ricompensarci poi nel cielo. Tutto è subordinato a questo fine, non essendo i mali presenti che un mezzo per purificarci l'anima, rinsaldarla nella virtù, e farci acquistare dei meriti; ogni cosa poi per la gloria di Dio che resta il fine ultimo della creazione.

b) È dunque un dovere per noi di sottometterci a Dio in tutti gli avvenimenti lieti o tristi che siano, nelle pubbliche calamità o nelle private sventure, nelle intemperie delle stagioni, nella povertà e nei patimenti, nel lutto che ci colpisce come nel gaudio, nell'ineguale ripartizione dei doni naturali o soprannaturali, nella povertà come nella ricchezza, nei rovesci come nei buoni successi, nelle aridità come nelle consolazioni, nella malattia come nella sanità, nella morte e nei dolori ed incertezze che l'accompagnano. [...] S. Francesco di Sales, commentando queste parole, ne ammira la bellezza: "O Dio, quale parole di grandissimo amore! Pensa, Teotimo, che dalla mano di Dio Giobbe ricevette i beni, dichiarando con ciò che non aveva tanto stimato i beni perchè beni quanto perchè provenivano dalla mano del Signore. Stando così le cose, ne conchiude che bisogna amorosamente sopportare le avversità perchè procedono dalla stessa mano del Signore, che è egualmente amabile quando distribuisce afflizioni come quando largisce consolazioni". Le afflizioni infatti ci porgono occasione di meglio attestare il nostro amore a Dio; l'amarlo quando ci ricolma di beni è cosa facile, ma spetta solo all'amore perfetto il ricevere i mali dalla sua mano, non essendo essi amabili se non per riguardo di chi li dà.

Questo dovere di sottomissione al beneplacito di Dio negli avvenimenti tristi è dovere di giustizia e d'obbedienza, perchè Dio è Supremo nostro Padrone che ha su di noi ogni autorità; è dovere di sapienza, perchè sarebbe follia volersi sottrarre all'azione della Provvidenza, mentre che nell'umile rassegnazione troviamo la pace; è dovere d'interesse, perchè la volontà di Dio non ci prova che per nostro bene, per esercitarci nella virtù e farci acquistare dei meriti; ma è sopratutto dovere d'amore perchè l'amore è dono di sè fino all'immolazione.

c) Tuttavia, per agevolare alle anime tribolate la sottomissione alla divina volontà, è bene, quando non sono ancor giunte all'amor della croce, suggerir loro alcuni mezzi per addolcirne i patimenti. Due rimedi li possono alleviare, uno negativo e l'altro positivo. 1) Il primo è di non aggravarli con falsa tattica: ci sono di quelli che radunano i loro mali passati, presenti e futuri, e ne formano come un ammasso che pare loro insopportabile. Bisogna invece fare il contrario: a ogni giorno basta il suo malanno [...]. In cambio di ravvivar le ferite del passato ormai cicatrizzate, bisogna o non pensarvi più o pensarvi solo per considerare i vantaggi che se ne sono tratti: i meriti acquistati, l'aumento di virtù prodotto con la pazienza, l'assuefazione al dolore. Così il dolore si attenua; perchè un male non ci punge se non quando vi fissiamo l'attenzione; una maldicenza, una calunnia, un insulto non ci arrovellano se non quando li veniamo acrimoniosamente ruminando.

Quanto all'avvenire è follia l'impensierirsene. È certamente da savi il prevederlo a fine di prepararvici per quanto possiamo; ma pensare anticipatamente ai mali che possono coglierci e attristarcene, è uno sprecare il tempo e le forze a tutto nostro danno; perchè in fin dei conti questi mali potrebbero non accadere; che se poi ci coglieranno, penseremo allora a sopportarli con l'aiuto della grazia che ci sarà data per addolcirli; in questo momento non l'abbiamo, onde, lasciati alle sole nostre forze, non possiamo che soccombere sotto il peso d'un carico che ci addossiamo da noi stessi. O non è meglio abbandonarsi nelle mani del Padre celeste e bandire inesorabilmente, come cattivi e malefici, i pensieri o i fantasmi che ci rappresentano dolori passati o futuri?

2) Il rimedio positivo è di pensare, nel momento in cui si soffre, ai grandi vantaggi del dolore. Il dolore è un educatore, è una forza, è una fonte di meriti. È un educatore, che ci illumina e ci fortifica, rammentandoci che quaggiù siamo poveri esiliati diretti verso la patria e che non dobbiamo trastullarci a cogliere i fiori delle consolazioni, la vera felicità non potendosi avere che nel cielo. Ora, come canta il poeta:

"Se l'esilio ci porge troppo amore, 
Con la patria lo scambia il nostro cuore!"

È anche una forza: l'abitudine del piacere fiacca l'attività, svigorisce l'animo e dispone a vituperose cadute; il dolore invece, non per sè ma per la reazione che provoca, tende e aumenta le energie e ci rende atti alle più maschie virtù, come si vide nel corso della grande guerra.

È pure una fonte di meriti per sè e per gli altri. I patimenti, pazientemente sopportati per Dio e in unione con Gesù Cristo, meritano un peso eterno di gloria, come S. Paolo continuamente ripeteva ai primi cristiani: "Stimo non adeguati i patimenti del momento presente rispetto alla ventura gloria da rivelarsi in noi. Perchè il momentaneo, leggiero fardello della tribolazione nostra, oltre ogni misura sublimissimo eterno peso di gloria prepara a noi [...]. E per le anime generose aggiunge che, soffrendo con Gesù, ne compiono la passione e contribuiscono con lui al bene della Chiesa [...]. Il che infatti risulta dalla dottrina della nostra incorporazione a Cristo [...]. Questi pensieri non tolgono certamente il dolore ma ne attenuano in modo singolare l'asprezza, facendocene toccar con mano la fecondità.

Tutto dunque c'invita a conformare la nostra volontà a quella di Dio, anche in mezzo alle tribolazioni [...].


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]




(.)

lunedì 26 luglio 2021

Meglio i divertimenti mondani o la vita religiosa?

Riporto il testo di una lettera che scrissi a una ragazza (ex lettrice del blog) che mi comunicò che sarebbe entrata in un monastero di clausura nel quale precedentemente aveva fatto un'esperienza vocazionale. La superiora del monastero le aveva comunicato per iscritto di aver visto in lei i segni della vocazione, e così si convinse a fare il grande passo.


Carissima sorella in Cristo,
                                           ho accolto con gioia la bella notizia che mi hai dato. Mi hai scritto numerose lettere piene di unzione spirituale, che mi hanno edificato. Sono davvero contento che Gesù buono sia riuscito a rapire il tuo cuore e a convincerti a divenire sua casta sposa. Adesso devi amarlo ancora di più, perché troppo grande è il dono che ti ha fatto. Ma ti rendi conto? Se sarai perseverante diventerai sposa non di un uomo qualsiasi, ma del Re del Cielo! Queste sono grazie che Dio non fa a tutte le ragazze, e tu sei una delle fortunate prescelte. Queste cose i mondani non le capiscono, loro pensano che tu sia pazza, perché vai a rinchiuderti in un monastero di clausura e non potrai andare in discoteca, al cinema o in qualche altro luogo di divertimento. Loro non possono capire le gioie che si provano nel monastero, ad esempio nel cantare un devoto canto eucaristico innanzi al Santissimo Sacramento. Altro che tutti i divertimenti mondani messi assieme!

Mi hai detto che devi ancora sbrigare qualche faccenda nel mondo, e poi potrai finalmente partire per il monastero di clausura, dove Gesù buono ti aspetta a braccia aperte. L'istituto religioso in cui entrerai mi piace molto. Ho letto la biografia della Fondatrice e mi ha entusiasmato il suo ardore per la salvezza delle anime e l'amore per il Sacro Cuore.

In attesa della partenza, il diavolo cercherà di ostacolarti in vari modi. Potrebbe insinuarti che non sei fatta per la vita contemplativa, ma per la vita attiva. Questa è una tipica tentazione per far perdere alle ragazze la vocazione o almeno la tranquillità del cuore. Un'altra tentazione frequente è quella della nostalgia della propria città, della famiglia, degli amici del mondo, e cose di questo tipo. Non devi avere nostalgia di nulla, poiché quando si ha Dio si ha tutto.

Coraggio, resta fedele alla chiamata di Gesù, ed Egli ti ricompenserà generosamente. Mi raccomando, devi desiderare la santità con tutte le tue forze per far piacere al tuo casto Sposo. I mondani sono assetati di vino e divertimenti, tu invece devi essere assetata della salvezza eterna delle anime per la maggior gloria di Dio.

Quando starai pregando nel silenzio della tua povera cella monastica, o durante la veglia notturna davanti al Santissimo Sacramento, non dimenticarti di dire all'amatissimo tuo Sposo una preghiera per me e per tutti i lettori del blog.

Ti ringrazio ancora per la bella notizia che mi hai dato. Spero tanto di poterti incontrare nella Patria Celeste, dove insieme alla nostra Mamma Immacolata, agli angeli e ai santi, potremo adorare e lodare la Santissima Trinità con tutte le nostre forze per tutta l'eternità.

Cordialiter




(.)

domenica 25 luglio 2021

Con la morte di perde tutto

Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa.


In morte si perde tutto

"Iuxta est dies perditionis" (Deut. 29. 21). Il giorno della morte si chiama il giorno della perdita, perché allora si perde dall'uomo quanto si è acquistato in vita, onori, amici, ricchezze, feudi, regni, tutto allora si perde. Che serve dunque l'acquistar tutta la terra, se in morte tutto si ha da lasciare? Tutto resta sul letto del moribondo. Vi è forse alcun re (disse S. Ignazio al Saverio, quando lo tirò a Dio) che nell'altro mondo si ha portato un filo di porpora in segno del suo dominio? Vi è alcun ricco, che si ha portata morendo una moneta o un servo per suo comodo? Nella morte tutto si lascia. L'anima entra sola nell'eternità, e solamente dall'opere sue va accompagnata. Povero me, dove sono l'opere mie, che possono accompagnarmi all'eternità beata? Altre non vedo che quelle che mi fan meritevole dell'inferno.

Gli uomini in venire al mondo vengono disuguali: chi nasce ricco, chi povero: chi nobile, chi plebeo. Ma nell'uscirne tutti muoiono egualmente. Affacciati ad una sepoltura, vedi se puoi scorgere tra quei cadaveri, chi è stato il padrone e chi il servo: chi il re e chi il vassallo. La morte eguaglia, come scrisse Orazio, alle zappe gli scettri: "Sceptra ligonibus aequat". Mio Dio, si procurino pure gli altri le fortune di questo mondo, io voglio che la sola grazia vostra sia la mia fortuna. Voi solo avete da essere l'unico mio bene in questa e nell'altra vita.

In somma ogni cosa di questa terra ha da venire a fine. Finiranno le grandezze, e finiranno le miserie: finiranno gli onori, e finiranno le ignominie: finiranno i piaceri, e finiranno i patimenti. Beato in morte non già chi ha abbondato di ricchezze, di onori e di piaceri: ma chi ha sopportata con pazienza la povertà, i disprezzi e le pene! Allora non consola il possesso de' beni temporali, solo consola quel che si è fatto e patito per Dio. Gesù mio, staccatemi da questo mondo, prima che me ne stacchi la morte. Aiutatemi colla vostra grazia; già sapete quanto io son debole. Non permettete che abbia da esservi più infedele, come ho fatto per lo passato. Mi pento, Signor mio, d'avervi tante volte disprezzato. Ora v'amo sopra ogni bene, e propongo di perdere mille volte la vita che la grazia vostra. Ma l'inferno non lascia di tentarmi; per pietà non m'abbandonate. Non permettete ch'io mi separi più dal vostro amore.

O Maria speranza mia, impetratemi voi la santa perseveranza.


_______________________________________


Così chiamava S. Agostino il pensiero dell'eternità: Il gran pensiero: "Magna cogitatio". Questo è quel pensiero, che ha mandati tanti solitari a vivere ne' deserti, tanti religiosi (anche re e regine) a rinserrarsi ne' chiostri, e tanti martiri a finir la vita ne' tormenti, affin di acquistarsi l'eternità beata del paradiso e di evitare l'eternità infelice dell'inferno. Il ven. Giov. Avila convertì una certa dama con queste due parole: "Signora, le disse, pensate a queste due parole: Sempre e mai". Un certo monaco si chiuse in una fossa, ed ivi non faceva altro che esclamare: "O eternità! O eternità!" Ah mio Dio, quante volte io mi ho meritata l'eternità dell'inferno! Oh non vi avessi mai offeso! Datemi dolore de' peccati miei, abbiate pietà di me.

Dicea lo stesso P. Avila che chi crede all'eternità e non si fa santo, merita star chiuso nella carcere de' pazzi. Ognuno che si fabbrica una casa, molto si studia per farla venire comoda, ariosa e bella, e dice: "Fatico, perché in questa casa ci ho da stare tutta la mia vita". E poi per la casa dell'eternità tanto poco si pensa! Giunti che saremo all'eternità, allora non si tratterà di stare in una casa più o meno comoda, più o meno ariosa; si tratterà di stare o in una reggia piena di tutte le delizie, o in una fossa piena di tutti i tormenti. E per quanto tempo? non per quaranta o cinquant'anni, ma per sempre, mentre Dio sarà Dio. I santi per salvarsi hanno stimato far poco, menar tutta la lor vita in penitenze, orazioni ed opere buone. E noi che facciamo? Ah mio Dio, già son passati tanti anni di mia vita, già la morte si accosta, e finora che bene mi trovo fatto per voi? Datemi luce, datemi forza a vivere per voi questi giorni che mi restano. Basta quanto vi ho offeso; ora vi voglio amare.

"Cum metu, et tremore vestram salutem operamini (Phil. 2. 12). Per salvarci bisogna che tremiamo di dannarci, e tremiamo non tanto dell'inferno, quanto del peccato, che solo può condurci all'inferno. Chi trema del peccato, fugge le occasioni pericolose, spesso si raccomanda a Dio, piglia i mezzi per conservarsi in grazia. Chi fa così, si salva; e chi non fa così, è moralmente impossibile che si salvi. Ed avvertiamo quel che dice S. Bernardo: "Nulla nimia securitas, ubi periclitatur aeternitas". Non v'è sicurtà che basta, per assicurare la eternità. Ah mio Redentore, il sangue vostro è la mia sicurtà. Io era già perduto per li peccati miei, ma voi m'offerite il perdono, s'io mi pento d'averli commessi. Sì che mi pento con tutto il cuore d'avere offeso voi, bontà infinita. Io v'amo, sommo bene, più d'ogni bene. Vedo che voi mi volete salvo, ed io voglio salvarmi per amarvi in eterno.

O Maria Madre di Dio, pregate Gesù per me.




[Brani tratti da "Via della salute"]



lll




(.)

sabato 24 luglio 2021

Paura dei parenti

Ripubblico una vecchia lettera che tempo fa mi scrisse una ragazza preoccupata dell'eventuale incomprensione dei genitori circa la sua vocazione.

Caro fratello in Cristo,
                                     ho appena intrapreso un percorso di discernimento vocazionale...chiedo a te ed ai lettori del blog di pregare per me affinché senza paura di genitori ed amici possa dire un sì totale a Cristo...in qualunque stato di vita mi chiami! Pregate anche per il mio padre spirituale e coloro che mi sono accanto, specie i miei genitori, che non credo capiranno, specie all'inizio.

Grazie a tutti, prego per voi!

Cara sorella in Cristo,
                                     ti incoraggio a perseverare nel discernimento vocazionale intrapreso. Per amore di Gesù Cristo devi essere disposta a tutto, anche a subire l'opposizione di amici e parenti. L'amore con amor si paga!

Sappi che circa l'elezione dello stato di vita sei assolutamente libera, nessuno deve azzardarsi a costringerti a fare una cosa che tu non vuoi. Diceva Sant'Alfonso che i parenti spesso sono i peggiori nemici delle vocazioni. Se tu ti senti chiamata alla vita religiosa, sarebbe un grosso errore se qualcuno volesse impedirti di entrare in convento o in monastero. Bisogna fare la volontà di Dio, costi quel che costi. Se il Signore nella sua infinita misericordia ti ha concesso l'immensa grazia della vocazione religiosa, devi esultare di gioia e corrispondere presto al suo amore. Sappi che le ragazze maggiorenni possono diventare suore anche se i genitori sono contrari. Quindi non devi preoccuparti dell'opposizione di amici e parenti; l'unica cosa davvero importante è fare la volontà di Dio.

Coraggio, non arrenderti! Combatti la buona battaglia in difesa della vocazione, la Madonna ti aiuterà, e se resterai fedele sino alla fine, il Signore ti ricompenserà col suo ineffabile amore.

In Cordibus Jesu et Mariæ,

Cordialiter




(.)

venerdì 23 luglio 2021

Finire l'università?

Tempo fa una ragazza mi ha confidato di non riuscire a studiare, perché si sente attrarre dalla preghiera.

Ciao, sono [...], ho 22 anni e sono in crisi! Perché mi trovo su un bivio, dove non so che strada prendere! Io studio ingegneria civile, ma in quest'ultimo anno ho fatto solo 4 esami, e ora non riesco a studiare. Ad agosto ho fatto servizio al [..], ma quando sono tornata a casa ero felice e pensavo di riuscire a studiare, ma non ci sono riuscita, perché passo giornate intere a pregare. Io penso che Dio mi stia chiamando! Però mi sento in colpa perché non riesco a studiare! Vorrei farmi 2 esami in questa sessione, ma come faccio? Io ci provo a studiare, ma ho il pensiero sempre rivolto a Dio e prego sempre! Poi penso: chissà forse Lui vuole che io studio e invece non ci riesco, e mi sento in colpa.

Però mi sento fortemente chiamata, anche quando leggo il Vangelo o la Bibbia, sento che Lui mi dice: seguimi e lascia tutto ciò che hai. Sento un forte bisogno di dedicare la mia vita a Lui e al prossimo. E poi è capitato un giorno che sono riuscita a studiare (poco), però sentivo che mi mancava qualcosa, non è come lo scorso anno che quando studiavo ero soddisfatta e felice. Ora queste materie le odio, non mi dicono più niente, mentre prima le amavo! [...] Tu cosa mi consigli di fare? Non so se insistere con lo studio o continuare a pregare come sto già facendo.

Grazie per la tua attenzione!

Cara sorella in Cristo,
                                   è davvero “curiosa” questa tua forte attrazione per la preghiera che, quasi fosse una calamita, ti stacca dai libri universitari e ti porta a Gesù buono. Oh, quanto vorrei che questa “calamita” attirasse alla preghiera tante altre persone! :-)

In effetti, se hai sempre voglia di pregare, sarà difficile continuare a studiare e terminare l'università. Diceva Sant'Alfonso che quando una persona si sente chiamata alla vita religiosa, deve subito darsi da fare per poter adempiere alla divina vocazione. Però, certi ordini preferiscono far terminare gli studi (almeno quando sono giunti verso il termine) prima di accogliere una persona in convento. Insomma, in questi casi si agisce “caso per caso”.

Secondo me l'ideale sarebbe poter fare un'esperienza vocazionale in un ordine fervoroso e osservante, per vedere se ti senti portata per la vita religiosa. Se non sai a chi rivolgerti, ti consiglio di contattare le "Serve del Signore e della Vergine di Matarà" (dette anche "Servidoras"). Quest'ordine ha sia il ramo di vita attiva, sia quello di vita contemplativa in clausura. Le suore del ramo attivo sono impegnate su tutti i fronti: dall'apostolato coi giovani a quello con gli anziani, dalla carità verso i poveri all'apostolato della cultura, dalle missioni estere all'apostolato nelle parrocchie italiane. Si occupano di asili, scuole, editoria, esercizi spirituali, campi estivi, assistenza ai disabili, apostolato vocazionale, aiuto materiale ai poveri affamati, ecc. Insomma, ovunque c'è bisogno di evangelizzazione, le Servidoras sono presenti con il loro zelo apostolico. Queste suore (in maggioranza giovani) rispondono volentieri alle domande che le rivolgono le ragazze in discernimento vocazionale come te. Puoi contattarle e dirle le stesse cose che hai detto a me. Queste gioiose e caritatevoli suore ti sapranno consigliare quel che è meglio fare. Ecco il loro indirizzo: vocazione@servidoras.org

Ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter




(.)

giovedì 22 luglio 2021

Attenzione alla cattiva filosofia

Tempo fa mi ha scritto una studentessa universitaria ardente d'amore per il Signore...

Ciao, oggi per la prima volta sono capitata nel blog, ho letto tante bellissime cose, e vorrei anche io contribuire con la mia esperienza. Se sono 'capitata' in questo sito non è un caso, ma è il frutto della mia necessità di cercare occasioni per poter parlare con qualcuno di quello che provo. Ho 26 anni e studio Filosofia. Fin da bambina sono stata educata alla vita religiosa, nel senso che sono credente e praticante: ma solo oggi io posso dire di capire ciò che significa tutto questo. La mia passione per la Filosofia è nata al Liceo; quando l'ho scoperta, la mia vita è cambiata, e la mia gioia era immensa. Da allora l'ho sempre coltivata e amata con entusiasmo; lei ti eleva spiritualmente, ti abitua e ti insegna a scorgere il trascendente, o metafisico, come si dice in gergo tecnico. Io credevo di aver raggiunto il massimo della felicità nella mia vita. L'anno scorso ho passato un periodo molto buio della mia vita interiore, un periodo di enormi sofferenze e paure. Ho pregato tanto perché ne potessi uscire, ma il mio cuore era talmente pieno di paura che riuscivo a pregare solo con la testa. Usavo quello che ho sempre saputo usare: la razionalità. Credevo di aver perso Dio, di non riuscire più a riconoscerlo; la verità è che non l'avevo mai trovato. Ebbene, mi trovavo in Chiesa durante la Santa Messa domenicale, pochi mesi fa, periodo in cui, grazie ad un aiuto specialistico, stavo già molto meglio. Durante l'omelia ho smesso di seguire le parole del Parroco, come se mi fossi incantata. Fissavo la Croce. All'improvviso ho avvertito una sensazione davvero strana... non mi ero mai sentita così. Era come se qualcuno mi stesse abbracciando, e tutto intorno a me sentivo calore. Poi ho avvertito una gioia immensa nel cuore e un senso di amore grandissimo. Anche ora non riesco a trattenere le lacrime. Ho capito subito che il Signore stava rispondendo alle mie domande. La prima cosa che ho pensato è stata: eccoti Signore, ti ho trovato. Io ti ho cercato con la mente e tu mi hai risposto nel cuore. Da allora ho dentro una gioia incontenibile, che non so a chi trasmettere perché ho paura di essere presa per folle. Lui mi ha salvato, e la cosa straordinaria è che mi ha guarito dalle mie angosce ancora prima che io potessi conoscerlo e rendergli grazie. DIO E' GRANDE, E' IMMENSO. In quel momento ho avuto come la sensazione di svegliarmi da un lunghissimo sonno, e mi sono detta: ma io finora dov'ero???? dove guardavo? non è possibile, tu sei sempre stato qui al mio fianco, umile e discreto, e io non ti vedevo!! Tutto mi si è chiarito davanti, è un'emozione indescrivibile. La gente non ha il CORAGGIO di guardare fino in fondo nelle cose, non pensa, non sta in silenzio ad ascoltare. Non ha il coraggio di amare. In questi mesi mi sono tormentata e mi sono chiesta a lungo che senso abbia avuto il mio percorso di studi. La risposta che mi sono data è questa: è il modo che il Signore mi ha regalato per farmi arrivare a Lui. Questo era il mio percorso. Ora il mio animo è sereno e colmo di amore e di forza, ed ogni giorno che passa la mia coscienza si fa sempre più vivida: il Signore non viene accolto perché non viene capito, se solo la gente lo conoscesse!!...se solo tutti fossero in grado di sentire l'amore nel cuore come lo sto sentendo io... sarebbe bellissimo. Ecco perché scrivo. Perché la mia gioia immensa deve trovare un senso e una direzione. L'amore che sento dentro è tanto grande e insieme tanto semplice. Il Signore è degno di amore e riconoscenza infinite, non basta una vita per lodarlo. Soltanto ora capisco il significato dei gesti eucaristici, di tutte le parole, della possibilità che una persona voglia dedicare la sua vita a Dio. Tutte cose che prima non capivo, perché non le vivevo appieno, le vivevo per sentito dire, come gesti meccanici. Mi sento come una bambina che si entusiasma per la sua prima bambola, o per aver scoperto per la prima volta l'arcobaleno. Ora capisco anche cosa significa infinito, o eterno: lo si può percepire nell'esatto istante in cui senti Dio in te; qui ritrovo le bellissime, ma allora incomprensibili parole di Sant'Agostino, che io ho avuto modo di conoscere attraverso i libri della Filosofia medievale: si avverte l'infinito nell'attimo in cui trovi Cristo.

[…] Carissimo, io mi scuso e ti ringrazio se avrai letto questa mia lunga mail, ma per me è stato importante. Con grande affetto, ti saluto nella Benedizione del Nostro Signore, che tanto ci ama e che tanto dobbiamo amare.


Cara sorella in Cristo,
                                    sono contento che il mio blog sulla vocazione religiosa ti sia piaciuto. Ho apprezzato molto la tua testimonianza. Adesso però vorrei dirti due cose.

- La filosofia, se è buona come quella di San Tommaso d'Aquino, conduce a Dio. Mentre la cattiva filosofia (come quella di Kant, Hegel, Nietzsche e Heidegger), allontana le anime dal Signore. Continua pure a studiare filosofia, ma fai attenzione agli autori che trascinano direttamente o indirettamente all'ateismo. Anche di certi filosofi pseudo "cattolici" (mi riferisco ai modernisti), devi fare molta attenzione, poiché sono molto pericolosi. Come riconoscerli? Costoro disprezzano ferocemente la filosofia di San Tommaso, e con il loro immanentismo distruggono la fede in Dio. Papa San Pio X nella magistrale encicica "Pascendi Dominici gregis" ha condannato il modernismo definendolo "la sintesi di tutte le eresie", e ha affermato che esso conduce all'ateismo.

- Dopo aver letto la tua lettera, sento di doverti dire che spero tanto che Gesù buono voglia prenderti tutta per Sé, attraendoti alla vita religiosa in qualche ordine fervoroso e osservante. Sì, anche nel mondo potresti vivere da buona cristiana, ma ciò non è facile, come dimostra lo stile di vita della maggioranza dei secolari. Al contrario, in un buon ordine, è molto più facile amare Dio con tutto il cuore e sopra ogni cosa. Sarebbe bello se tu potessi fare un'esperienza di vita religiosa di una settimana in qualche buon convento, oppure, se lo preferisci, in qualche monastero contemplativo.

Qualunque cosa deciderai di fare “da grande”, spero tanto che tu possa continuare a dedicare la tua vita ad amare con tutte le le tue forze Gesù buono. Sì, solo Lui merita di possedere i nostri cuori.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter

lll



(.)

mercoledì 21 luglio 2021

Ritiro spirituale

Ripubblico quel che mi scrisse una cara lettrice del blog al ritorno da un ritiro spirituale.

Carissimo D.,
                       eccomi di rientro dal ritiro, anzi...dal Paradiso! Sono a casa già da qualche giorno, ma sto cominciando solo ora a riprendermi (si fa per dire) dal trauma del rientro a "Babilonia". Sono passata dal perfetto silenzio al caos più totale. La prima cosa che ti voglio dire è che senza averlo programmato, per una serie di circostanze, ho trascorso un intera giornata nei luoghi di S. Gemma Galgani! Quante lacrime ho versato sulla sua tomba, quante emozioni nei luoghi dove lei ha vissuto! […] Ho potuto vivere un'esperienza indimenticabile in due Comunità religiose molto fervorose che vivono con grande fedeltà il carisma dei loro fondatori, dall'una e dall'altra sono rimasta molto edificata. I due aspetti che mi hanno colpito di più sono: l'amore e la cura per la liturgia. [...] Che gioia, erano mesi che non gioivo così, ogni Messa era cantata a cappella in gregoriano!! Poi sono rimasta molto impressionata dalla capacità che hanno di accogliere i fratelli, riuscendo a coinvolgerli nei loro ritmi di preghiera in modo tale da non mancare alla carità fraterna e non perdere il loro raccoglimento. In effetti le due spiritualità a prima vista sembrerebbero molto diverse perchè la prima Comunità ha il carisma di essere Monaci nel mondo, e la seconda di essere eremiti in Comunità, ma osservandole più attentamente si scopre che hanno molto in comune, ad esempio la capacità di unire la Chiesa Occidentale a quella Orientale con molta armonia, infatti l'impatto che ne ho avuto è stato molto naturale […]. Nella Cappellina privata che hanno tutti gli eremiti, il Santissimo è custodito dentro un piccolo Tabernacolo che ha dietro lo sportellino il vetro dove Gesù è sempre esposto, ci pensi... poter adorare il Signore tutti i giorni per tutto il tempo che si vuole? Solo al pensiero di dovermi nuovamente privare di tanta beatitudine sentivo una sofferenza enorme, volevo restare lì per sempre. Ora che sono a casa, mi sembra di morire in certi momenti, ma si può morir d'amore? Credo di sì, la mia brama è verso di Lui e non posso più vivere senza. Se già prima avevo disprezzo per le vanità del mondo, ora mi pesa anche il mio corpo che ha tante esigenze, e mi costringe a restare attaccata a terra, invece vorrei volare.

Purtroppo il nemico è più agguerrito che mai, e se le inventa tutte per cercare di ostacolare la mia gioia, infatti ti chiedo di pregare per un'intenzione che mi sta dando molto dispiacere. […] Io come sempre ti offro la mia povera preghiera, in modo particolare ti ho ricordato davanti a Gesù durante le mie veglie. Per me sei e resterai un caro amico anche se gli impegni vicendevoli non ci consentono di sentirci frequentemente.

Ti saluto fraternamente e ti auguro tante grazie e benedizioni per il tuo cammino di santità.
Con affetto, tua sorella in Cristo

(lettera firmata)




(.)

martedì 20 luglio 2021

Amicizia vera


Ripubblico la lettera che ho scritto a una lettrice del blog.

Carissima sorella in Cristo,
                                              rispondo molto volentieri alla tua ultima e-mail e ti ringrazio di cuore per i bellissimi pensieri spirituali di cui abbondano le tue lettere.

Mi hai detto che senti il bisogno di avere delle amicizie spirituali. In effetti San Francesco di Sales raccomandava alle persone secolari di trovare delle amicizie di questo genere, con le quali incoraggiarsi vicendevolmente nella pratica delle virtù cristiane. La vita su questa terra è un continuo combattimento spirituale, e a volte capita di sentirsi soli e scoraggiati. Ma se si hanno delle amicizie spirituali ci si aiuta e conforta a vicenda, rendendo più facile l'avanzata sulla strada verso il fine ultimo della nostra esistenza: Dio. Grazie a questo blog ho potuto stringere una vera amicizia spirituale con varie persone che praticano la devozione, e ti posso dire che ciò mi è di grande conforto, perché è edificante per me vedere tanti fratelli e sorelle nella fede combattere con ardore la stessa battaglia per la santificazione delle anime e la maggior gloria di Dio. Quando un'amicizia è vera, cioè è fondata sulla virtù e la carità, da essa nascono frutti buoni perché la devozione si riversa da un cuore all'altro e le anime avanzano insieme sulla via della perfezione cristiana.

Nel mondo regnano l'egoismo, la cupidigia dei beni terreni e la ricerca sfrenata dei piaceri, sembra di vivere ai tempi del paganesimo. È davvero una grande consolazione sapere che ci sono ancora dei giovani che considerano come "vanità delle vanità" le cose mondane, e aspirano solo ad amare e servire Gesù buono abbracciando la vita religiosa. Sono contentissimo che vuoi donare per sempre la tua vita a Colui che ti ha creato. In un ordine religioso osservante potrai facilmente salvarti l'anima e anche divenire santa.

Fai benissimo a combattere anche contro i peccati veniali, i quali pur non uccidendo l'anima, tuttavia la feriscono rendendola tiepida e debole nel combattimento spirituale. Quando si è tentati a commettere qualche peccato veniale, bisogna pensare che Dio dopo tutto il bene che ci ha dimostrato donandoci Gesù Cristo, non merita di essere offeso nemmeno con una piccola colpa volontaria. Il Redentore si è immolato sulla Croce per nostro amore, pagando al posto nostro la pena meritata dai nostri peccati, troppo grande sarebbe la nostra ingratitudine se non contraccambiassimo il suo amore rimanendo fedeli al Vangelo anche nelle piccole cose. L'amore con amor si paga. DimostriamoGli il nostro amore evitando di commettere anche le piccole colpe volontarie.

Sono contento che hai un'amica che ha il tuo stesso ideale di consacrazione totale a Dio, così potete incoraggiarvi e sostenervi a vicenda in questa battaglia importantissima della vostra vita spirituale. Quante sono le ragazze nubili in Italia? Milioni. E tra tutte queste ragazze, quante di loro si sentono attrarre dal desiderio di divenire spose di Gesù Cristo? Poche, pochissime. Voi due fate parte di questo piccolo gruppetto, dovete sentirvi fortunate per aver ricevuto questa grazia immensa, altro che tutte le ricchezze e le vanità della terra! Purtroppo solo poche persone capiscono questi discorsi. Vi incoraggio a perseverare con tenacia su questa strada. Sarebbe un grande dispiacere per Gesù se tornaste alla vita mondana del passato e vi dimenticaste della divina chiamata. Ma sono fiducioso che ciò non avverrà, perché sia tu e presumo anche la tua amica, ormai vi siete donate a Dio per mezzo della Madonna con la consacrazione formulata da San Luigi Maria Grignon de Montfort, pertanto vi siete messe in ottime mani ed Ella vi custodirà dagli assalti del demonio, del mondo e della carne. I mondani penseranno che le vostre vite saranno sprecate in monastero, ma che importa quel che pensano i mondani? L'importante è vivere in amicizia con Dio in attesa di andarlo ad amare nella Patria Celeste per tutta l'eternità.

Non vedo l'ora di sapere che tu e la tua amica avete abbandonato questo mondo immerso nel fango dei vizi, per abbracciare la vita religiosa immolandovi per la salvezza delle anime e per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Gesù e Maria devono regnare!

Vi saluto cordialmente con fraterna carità,

Cordialiter




(.)

lunedì 19 luglio 2021

Donare un figlio a Dio

Tempo fa, una lettrice molto devota a San Giovanni Bosco, mi ha scritto un breve messaggio al quale ho risposto volentieri.


Ciao,
          tanti complimenti per il tuo blog, ormai è diventata una bella abitudine quotidiana leggere i tuoi scritti, che fanno tanto bene!

Molto bella ed emozionante l’intervista che hai fatto alla “mamma” della suora!

Mi vengono in mente le parole di Don Bosco: “Quando un figlio lascia la famiglia per farsi prete o religioso, Gesù Cristo prende il suo posto in casa”. Queste parole le amava ripetere una “Santa Mamma cristiana” di tre sacerdoti e aggiungeva “Non è vero che i figli che si fanno “religiosi” sono perduti per una mamma. […] Con tre figli preti non sono mai stata abbandonata!”.

Grazie, continua così.

Cordiali saluti.

(lettera firmata)


Carissima sorella in Cristo,
                                              innanzitutto sono contento di constatare che in questa società edonista e secolarizzata, ci siano ancora persone interessate alle cose spirituali. Cari lettori, mi rivolgo a tutti voi: per me è una grande consolazione sapere che esistete. Anche se non vi conosco personalmente, mi sento in “comunione spirituale” con ciascuno di voi. Non si tratta di un'illusione, ma è la realtà. Infatti noi siamo tutti membri dello stesso Corpo, ossia della Chiesa Cattolica che, come insegna il Magistero Pontificio, è il Corpo Mistico di Cristo.

Se tutti i miei sforzi per questo blog avessero prodotto anche un solo sospiro d'amore per Gesù buono, mi sentirei abbondantemente appagato. Voglio che le anime ardano col fuoco dell'amore divino, poiché Cristo deve regnare! Dunque vi ringrazio per le bellissime lettere che mi scrivete, le quali spesso sono piene di unzione spirituale ed innalzano l'animo verso Dio. Ah, se i mondani, invece di visitare i siti immorali, venissero su questo blog per leggere le vostre lettere, quante anime tornerebbero con lacrime di compunzione tra le braccia di Dio!

Ho ricevuto tante lettere edificanti; studentesse liceali che ardono dal desiderio di diventare spose di Gesù Cristo, ragazzi disposti a rinunciare al proprio lavoro pur di accedere al sacerdozio cattolico, giovani neolaureati pronti a rinunciare a tutto pur di abbracciare i consigli evangelici tra sacrifici e penitenze. Quanto vorrei che i mondani potessero leggere le vostre e-mail! Chissà, forse molti di loro scoprirebbero di essere anch'essi designati da Dio alla vita religiosa e all'apostolato.

Sì, aveva ragione Don Bosco a ricordare che i figli dati a Dio non sono persi per i genitori. Il Signore non si lascia battere da nessuno in generosità, e se a una mamma chiede un figlio, in qualche modo gli restituirà il centuplo già in questa vita.

Fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




(.)

domenica 18 luglio 2021

L'anima si purifica con le tribolazioni

Ripubblico la lettera di una lettrice che soffriva per l'opposizione della madre alla vocazione.

Caro D.,
                sto in ombra, ma leggo sempre il tuo blog, e spesso mi ritrovo nelle lettere che ricevi, come mi ha colpito la lettera di quel ragazzo che è in difficoltà a causa del fatto che sua madre gli ostacola vocazione. Per questo ti chiedo di pubblicare anche la mia lettera, come risposta e incoraggiamento per lui, perché non è solo!!!!! Ci sono anch'io!!!! Capitano anche a me più o meno le stesse cose, e io non ho ancora scelto lo stato di vita. Non so ancora cosa fare, non so qual è la volontà di Dio su di me. Ciò che è certo è che io Lo cerco sempre di più e questo si fa notare...

Anche ieri sera ho discusso con mia madre che associa tutte le mie attività con l'andare in chiesa. Perché vado 2 ore a settimana all'incontro dell'Azione Cattolica, perché vado la domenica alla messa dei bambini, perché leggo libri dei santi, ecc. E...che bello sarebbe poter riuscire ad andare alla messa ogni giorno, ma per adesso non posso. Anche a me non piace uscire per andare a perdere tempo con certi tipi di amici, guardare la TV, leggere romanzi, ecc. Mia madre mi dice sempre che così non potrò mai trovare un fidanzato, e che invece altre ragazze della mia età sono già sposate e hanno dei figli. Io gli ho detto che in tutti questi anni non ho perso niente, e sono felice così. Anche a me capita la stessa cosa di quel ragazzo, e cioè che il mio padre spirituale vuole prepararmi a farmi suora, mentre mia madre...

Mi sono resa conto che tutti questi ostacoli servono alla nostra purificazione, perché Dio vuole rafforzare la nostra fede. Questa è la nostra piccolissima croce, e quando ho sentito ieri sera questo discorso della mamma, ripetevo più volte nel mio cuore, "Ti amo, Gesù!". Questa soluzione l'ho trovata solo quest'anno, ma è bene pregare in quel momento anche per la persona che ci fa soffrire. Inoltre, quando le persone che ci circondano ci perseguitano a causa della nostra fede, dobbiamo essere felici, perché così dimostriamo che quello che noi viviamo, non sono solo parole, ma anche atti.

Il mio consiglio e di alzarsi su, anche con le lacrime agli occhi, anche se fa male il cuore, e andare avanti, perché il conflitto non dura per sempre. La situazione si calma in pochi giorni, e prima o poi i parenti si abituano all'idea. A me capitano queste cose soprattutto durante la Quaresima. Sono piccole cose che possiamo offrire al Signore.

Spero tanto che la mia testimonianza possa incoraggiare quel ragazzo e forse altre persone che si trovano in questa situazione.

Ti auguro tutto il bene del mondo e tante benedizioni da Dio!

(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per la bella lettera di incoraggiamento che hai scritto. La pubblico molto volentieri, nella speranza che possa dare un po' di conforto a coloro che stanno subendo l'opposizione del mondo alla propria vocazione religiosa.

Sono contento che stai continuando a riflettere sullo stato di vita da eleggere, e che stai cercando di capire se la tua vocazione è di consacrarti a Dio abbracciando la vita religiosa.

Fai benissimo a non frequentare discoteche e altri ritrovi mondani che allontanano da Dio. Le cattive amicizie sono un grosso ostacolo non solo alla vocazione religiosa, ma anche alla salvezza della propria anima. Infatti, andando con persone malvagie, si finisce per diventare come loro. Il fatto che tu non abbia un fidanzato è un grande vantaggio, così sarà più facile adempiere la volontà di Dio qualora tu abbia la vocazione religiosa, come io spero. Il nostro scopo su questa terra è di salvarci l'anima per la maggior gloria di Dio, mentre le cose materiali (fidanzati, soldi, divertimenti, viaggi, ecc.) sono secondarie e non indispensabili per raggiungere l'obiettivo supremo, anzi, in certi casi sono di ostacolo.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter

lll




(.)

sabato 17 luglio 2021

La vita è un viaggio verso l'eternità

Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa.


LA PRESENTE VITA È VIAGGIO ALL'ETERNITÀ

Ibit homo in domum aeternitatis suae (Eccl 12,5)

PUNTO I

Dal vedere che in questa terra tanti malviventi vivono tra le prosperità, e tanti giusti all'incontro vivon tribulati, anche i gentili col solo lume naturale han conosciuta questa verità che essendovi Dio, ed essendo questo Dio giusto, debba esservi un'altra vita, in cui siano puniti gli empi e premiati i buoni. Or quello che han detto i gentili col solo lume della ragione, noi cristiani lo confessiamo per fede. "Non habemus hic manentem civitatem, sed futuram inquirimus" (Hebr 13,14). Questa terra non è già la nostra patria, ella per noi è luogo di passaggio, per dove dobbiamo passare tra breve alla casa dell'eternità. "Ibit homo in domum aeternitatis suae". Dunque, lettor mio, la casa dove abiti, non è casa tua, è ospizio, dal quale, tra breve, e quando meno te l'immagini, dovrai sloggiare. Sappi che giunto che sarà il tempo di tua morte, i tuoi più cari saranno i primi a cacciartene. E quale sarà la tua vera casa? una fossa sarà la casa del tuo corpo sino al giorno del giudizio, e l'anima tua dovrà andare alla casa dell'eternità, o al paradiso, o all'inferno. Perciò ti avvisa S. Agostino: "Hospes es, transis et vides". Sarebbe pazzo quel pellegrino, che passando per un paese volesse ivi impiegare tutto il suo patrimonio, per comprarsi ivi una villa o una casa, che tra pochi giorni avesse poi da lasciare. Pensa pertanto, dice il santo, che in questo mondo stai di passaggio; non mettere affetto a quel che vedi; vedi e passa; e procurati una buona casa, dove avrai da stare per sempre.

Se ti salvi, beato te, oh che bella casa è il paradiso! Tutte le reggie più ricche de' monarchi sono stalle a rispetto della città del paradiso, che sola può chiamarsi: "Civitas perfecti decoris" (Ez 23,3). Colà non avrai più che desiderare, stando in compagnia de' santi, della divina Madre e di Gesù Cristo, senza timore più d'alcun male; in somma viverai in un mar di contenti ed in un continuo gaudio che sempre durerà. "Laetitia sempiterna super capita eorum" (Is 35,10). E questo gaudio sarà così grande, che per tutta l'eternità, in ogni momento, sembrerà sempre nuovo. All'incontro, se ti danni, povero te! Sarai confinato in un mare di fuoco e di tormenti, disperato, abbandonato da tutti e senza Dio. E per quanto tempo? Passati forse che saranno cento e mille anni, sarà finita la tua pena? Che finire! Passeranno cento e mille milioni d'anni e di secoli; e l'inferno tuo sempre sarà da capo. Che sono mille anni a rispetto dell'eternità? meno d'un giorno che passa. "Mille anni ante oculos tuos, tanquam dies hesterna quae praeteriit" (Ps 89,4). Vorresti or sapere quale sarà la tua casa, che ti toccherà nell'eternità? Sarà quella che tu ti meriti, e ti scegli tu stesso colle tue opere.

PUNTO II

"Si lignum ceciderit ad austrum, aut ad aquilonem, in quocunque loco ceciderit, ibi erit" (Eccl 11,3). Dove caderà in morte l'albero dell'anima tua, ivi avrai da restare in eterno. E non vi è via di mezzo, o sempre re nel cielo, o sempre schiavo nell'inferno. O sempre beato in un mare di delizie, o sempre disperato in una fossa di tormenti. S. Gio. Grisostomo considerando l'epulone, che fu stimato felice, ma poi era stato confinato all'inferno, e Lazzaro all'incontro, che fu stimato misero, perché povero, ma poi era felice nel paradiso, esclama: "O infelix felicitas, quae divitem ad aeternam infelicitatem traxit! O felix infelicitas, quae pauperem ad aeternitatis felicitatem perduxit!".

Che serve angustiarsi, come fa taluno dicendo: Chi sa se son prescito, o predestinato! L'albero allorché si taglia, dove cade? cade dove pende. Dove pendete voi, fratello mio? che vita fate? Procurate di pender sempre dalla parte dell'austro, conservatevi in grazia di Dio, fuggite il peccato; e così vi salverete e sarete predestinato. E per fuggire il peccato, abbiate sempre avanti gli occhi il gran pensiero dell'eternità, chiamato appunto da S. Agostino: "Magna cogitatio". Questo pensiero ha condotti tanti giovani a lasciare il mondo, ed a vivere ne' deserti, per attendere solo all'anima; e l'hanno accertata. Ora che son salvi, se ne trovan certamente contenti, e se ne troveran contenti per tutta l'eternità.

Una certa dama, che vivea lontana da Dio, fu convertita dal P. M. Avila con dirle solamente: Signora, pensate a queste due parole: "Sempre e Mai". Il P. Paolo Segneri ad un pensiero ch'ebbe di eternità in un giorno, non poté prender sonno per più notti, e d'indi in poi si diede ad una vita più rigorosa. Narra Dresselio che un certo vescovo con questo pensiero dell'eternità menava una vita santa, replicando sempre tra sé: "Omni momento ad ostium aeternitatis sto". Un certo monaco si chiuse in una fossa ed ivi non faceva altro che esclamare: "O eternità, o eternità!". Chi crede all'eternità, e non si fa santo, diceva il medesimo P. Avila, dovrebbe chiudersi nella carcere de' pazzi.

PUNTO III

"Ibit homo in domum aeternitatis suae": dice il profeta, "ibit", per dinotare che ciascuno anderà a quella casa, dove vuole andare; non vi sarà portato, ma esso vi anderà di propria volontà. È certo che Dio vuol tutti salvi, ma non ci vuole salvi per forza. "Ante hominem vita, et mors". Ha posta avanti ad ognuno di noi la vita e la morte, quella ch'eleggeremo, ci sarà data: "Quod placuerit ei, dabitur illi" (Eccli 15,18). Dice finalmente Geremia che il Signore ci ha date due vie da camminare, una del paradiso e l'altra dell'inferno: "Ego do coram vobis viam vitae, et mortis" (Ier 21,8). A noi sta di scegliere. Ma chi vuol camminare per la via dell'inferno, come mai potrà ritrovarsi poi giunto al paradiso? Gran cosa! tutti i peccatori si voglion salvare, e frattanto si condannano da se stessi all'inferno con dire, spero di salvarmi. Ma chi mai, dice S. Agostino, trovasi così pazzo, che voglia prendersi il veleno colla speranza di guarirsi? "Nemo vult aegrotare sub spe salutis". E poi tanti cristiani, tanti pazzi, si danno la morte peccando con dire: Appresso penserò al rimedio! O inganno che ne ha mandati tanti all'inferno!

Non siamo noi così pazzi come questi; pensiamo che si tratta d'eternità. Quante fatiche fanno gli uomini per farsi una casa comoda, ariosa e in buon'aria, pensando che vi han da abitare per tutta la loro vita? E perché poi sono così trascurati, trattando di quella casa, che loro toccherà in eterno? "Negotium pro quo contendimus, aeternitas est", dice S. Eucherio; non si tratta d'una casa più o meno comoda, più o meno ariosa, si tratta di stare o in un luogo di tutte le delizie tra gli amici di Dio, o in una fossa di tutti i tormenti tra la ciurma infame di tanti scelerati, eretici, idolatri. E per quanto tempo? non per venti, o per quarant'anni, ma per tutta l'eternità. È un gran punto. Non è questo negozio di poco momento, è un negozio che importa tutto. Quando Tommaso Moro fu condannato a morte da Arrigo VIII, Luisa sua moglie andò a tentarlo di consentire al volere di Arrigo; egli le disse allora: Dimmi, Luisa, già vedi ch'io son vecchio, quanti anni potrei aver di vita? Rispose la moglie: Voi potreste vivere venti altri anni. O sciocca mercantessa, ripigliò allora Tommaso, e per venti altri anni di vita su questa terra vuoi che perda un'eternità felice, e mi condanni ad una eternità di pene?

O Dio, dacci lume. Se il punto dell'eternità fosse una cosa dubbia, fosse un'opinione solamente probabile, pure dovressimo metter tutto lo studio per viver bene, acciocché non ci ponessimo al pericolo di essere eternamente infelici, se mai quest'opinione si trovasse vera; ma no, che questo punto non è dubbio, ma certo; non è opinione, ma verità di fede: "Ibit homo in domum aeternitatis suae". Oimè che la mancanza di fede, dice S. Teresa, è quella che è causa di tanti peccati e della dannazione di tanti cristiani. Ravviviamo dunque sempre la fede, dicendo: "Credo vitam aeternam". Credo che dopo questa vita vi è un'altra vita, che non finisce mai; con questo pensiero sempre avanti gli occhi prendiamo i mezzi per assicurare la nostra salute eterna. Frequentiamo i sagramenti, facciamo la meditazione ogni giorno e pensiamo alla vita eterna; fuggiamo le occasioni pericolose. E se bisogna lasciare il mondo, lasciamolo, perché non vi è sicurtà che basta per assicurare questo gran punto dell'eterna salute. "Nulla nimia securitas, ubi periclitatur aeternitas" (S. Bernardo).


[Meditazione tratta da "Apparecchio alla morte", di Sant'Alfonso Maria de Liguori].



(.)