lunedì 31 maggio 2021

Vivere senza Dio è inconcepibile

Ripubblico volentieri alcuni brani di una bellissima lettera di una lettrice del blog.

Caro D.
         […] quando penso a coloro che non hanno creduto o non credono più, penso: "come fanno ad essere felici così in solitudine?", è questa la prima sensazione che mi viene in mente, il vuoto totale. Per me una vita senza Dio è inconcepibile, è molto triste e mi farebbe paura vivere così. Sinceramente non so se le scelte che ho fatto fino ad ora siano quello che Dio aveva in programma per me, lo spero, ma è anche vero che non ho mai sentito di essermi allontanata da Lui. Non è presunzione sia chiaro, ma fin da piccola sono stata abituata (o mi sono abituata) a trattare con Dio colloquialmente, come con un amico. Non vorrei sembrare fuori luogo, certo ho pregato e prego nelle "forme stabilite", ma ho anche "parlato" tanto con Lui, o con la Madonna, dopo le preghiere, sentendoli presenze quotidiane e tangibili nella mia vita. Nelle difficoltà al massimo mi arrabbio con i miei simili, dato il mio "caratterino", ma anche quello passa quasi subito. Per quanto mi riguarda, sopporto e cerco di affrontare tutte le difficoltà che si presentano sul mio cammino, sforzandomi di stare tranquilla, pur dovendo fare i conti con un carattere un po' "sanguigno". Cerco conforto negli esempi di vita santa, nelle storie degli uomini e delle donne della Chiesa o dei missionari, che in una singola vita, solo per mezzo delle loro azioni, hanno cambiato il mondo. E a guardar loro, mi sento davvero "piccola" nelle mie preoccupazioni e/o lamentele. Infine ti ringrazio per questo scambio di mail, che davvero mi ha confortato ed aperto gli occhi su questioni che non mi ero soffermata a valutare. Il confronto, anche con realtà che apparentemente sono lontane dal proprio modo di vivere, arricchisce moltissimo. Ti auguro il meglio per la tua missione di vita e di aiutare tante persone come hai fatto con me.

Grazie e continuerò a tenere d'occhio il tuo blog.

(Lettera firmata)

Carissima in Cristo,
                               mi è piaciuto molto leggere la descrizione fatta con semplicità e schiettezza del modo colloquiale con cui dialoghi con Dio. Ciò che fai non è una cosa da matti, anzi! Sant'Alfonso Maria de Liguori scrisse un opuscolo intitolato “Modo di conversare continuamente ed alla familiare con Dio”, nel quale spiega che trattare col Signore con gran confidenza e familiarità non è affatto un mancare di rispetto alla sua maestà infinita. Secondo questo grande Dottore della Chiesa bisogna rivolgersi a Dio con l'amore più tenero e confidente che sia possibile, poiché Egli gioisce quando una sua creatura si rivolge a Lui con quella confidenza, libertà e tenerezza con cui i bimbi si rivolgono alle loro mamme.

Dunque continua pure a dialogare “da cuore a cuore” con Gesù e Maria, e intanto frammezza i tuoi dialoghi con brevi e intese frasi d'amore che saranno come frecce infuocate che vi lancerete reciprocamente. In questo modo ti infiammerai d'amore per il Redentore, mentre Lui già arde d'amore per te fin dall'eternità. Il mondo non esisteva, tu non esistevi, ma Egli già pensava a te e ti amava ardentemente come se tu fossi l'unica persona che avrebbe creato. Quindi ognuno di noi può e deve dire di Gesù (soprattutto quando si riceve devotamente l'Eucaristia), quel che diceva la sposa del Cantico dei Cantici: Dilectus meus mihi et ego illi (Cant. II, 16), il mio amato Dio s'è dato tutto a me e io tutto a Lui mi dono.

Spero che anche altri lettori del blog possano imitare il tuo modo di pregare, prendendo l'abitudine di parlare a Dio da cuore a cuore, familiarmente e con confidenza ed amore come ad un amico, il più amorevole di tutti.

Alcuni domanderanno: ma di quali temi possiamo trattare con Dio? Raccontategli dei vostri affari, dei vostri progetti, delle vostre pene, dei vostri timori e di tutto quello che vi riguarda. Come ho già detto, fatelo con confidenza e col cuore “aperto”, cioè senza soggezione. Potete parlare con Dio ovunque vi troviate, poiché Egli è onnipresente. Dunque, non dimenticatevi mai della sua dolce presenza, come purtroppo fa la maggior parte degli uomini. Parlategli quanto più spesso potete; se voi lo amate, non vi mancheranno cose da dirgli. Il nostro Dio si compiace di abbassarsi a trattare con noi, e gode che noi gli comunichiamo le nostre occupazioni più semplici. Egli ci ama tanto ed ha tanta cura di ciascuno di noi. Dobbiamo avere la confidenza di raccomandargli non solamente le nostre necessità, ma anche quelle degli altri. Piacerà tanto al nostro Dio, che noi, dimenticando alle volte i nostri interessi, gli parliamo dei vantaggi della sua gloria, delle sofferenze altrui, specialmente degli ammalati e dei poveri, delle anime del purgatorio che sospirano la sua visione beatifica, e degli scellerati peccatori che vivono privi della sua grazia.

Se vogliamo compiacere il Cuore amante del nostro Dio, dobbiamo cercare quanto più spesso possiamo di parlare con Lui continuamente e con tutta la confidenza possibile, e Lui non sdegnerà di risponderci. Non si farà sentire con voci sensibili alle orecchie, ma con voci bene intelligibili al nostro cuore, allorché ci staccheremo dalla conversazione delle creature per trattenerci a parlare da solo a solo col nostro Dio. Egli ci parlerà con quelle ispirazioni, con quei lumi interni, con quei tocchi soavi al cuore, con quei segni di perdono, con quei saggi di pace, con quella speranza del paradiso, con quei giubili interni, con quelle dolcezze della sua grazia, con quegli abbracci e strette amorose; insomma ci parlerà con quelle voci d'amore che ben le intendono le anime che egli ama e che non cercano altro che Dio. Su questa terra la Santissima Trinità sia l'unica nostra felicità, l'unico oggetto dei nostri affetti, l'unico fine di tutte le nostre azioni e desideri, fintanto che giungeremo nella Patria Celeste, dove finalmente potremo contemplare da faccia a faccia Colui che abbiamo tanto desiderato d'amare durante il pellegrinaggio terreno.




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domenica 30 maggio 2021

Una scelta di fondamentale importanza

Ripubblico la lettera di una ragazza che stava eleggendo lo stato di vita.


Caro D., certo che mi sei stato di enorme utilità, non puoi immaginare quanto! Non so davvero come ringraziarti per le tue preziosissime parole.

[…] A dir la verità io seguo sempre le risposte che tu dai anche ad altri lettori e lettrici, e quindi in un certo qual senso già avevo seguito il tuo consiglio che dai di norma cioé di trascorrere qualche giorno in un monastero di stretta osservanza per riflettere e meditare sullo stato di vita da eleggere, e questo è ciò che ho fatto recandomi a [...]. Per una serie di ragioni mi sento tra l'altro molto attratta dalla vita benedettina anche se so che non vorrei vivere la vita di clausura. Sono stata molto felice là, anche perché devo dire che la grande lontananza da casa mi ha permesso di pregare nella quiete senza dover essere sempre proiettata nelle mille preoccupazioni della vita quotidiana. Sì, devo dire che mi sentivo molto felice anche se purtroppo anche là ho avvertito ciò che vivo pressocché quotidianamente anche nella mia vita normale: una forte aridità nella preghiera e una specie di senso di lontananza da Dio, di impossibilità di immergermi nella sua presenza con la preghiera. È questo il vero problema che, sinceramente, mi affligge sempre, sia quando passo momenti di più intensa preghiera come in un monastero, sia quando mi dedico alla preghiera mentale nelle mie giornate normali a casa.

[…] So che può valer la pena fare un ultimo tentativo come dici tu ma il fatto è che ormai il tempo stringe veramente, già a [...] avevo chiesto al mio fidanzato di aspettare un po' a iniziare a organizzare il matrimonio e lui mi ha accontentato senza rimostranze, però ora mi chiede semplicemente e giustamente cosa voglio fare con lui e conoscendomi so che non sono assolutamente la persona che lascerebbe tutto per entrare in convento a preparativi avviati! Quello che dunque penso che farò è semplicemente raccogliermi personalmente in preghiera ripensando a cosa ho provato e come mi sentivo in quei giorni in monastero e di qui prendere la mia decisione davanti a Dio.

Ti ringrazio ancora di vero cuore e non mi stupisco che taluni ti abbiano "scambiato" per un professore universitario perché la tua dotta dottrina meriterebbe ben più di questo titolo! So di non poterti essere di alcuno aiuto, ma se mai avessi bisogno anche tu di qualcosa da me non esitare a chiederlo! E se si trattasse di usare dei mezzi tecnologici con i quali sai che sono molto limitata ti garantisco che proverò a superare la mia imbranataggine!!!! :)

Un caro saluto fraterno.

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                    sono d'accordo con te, ormai è giunta l'ora di dare una risposta al tuo fidanzato, cioè se accettare la sua proposta di matrimonio oppure abbracciare la vita religiosa. In questi giorni sto pregando il Signore per te affinché ti aiuti a capire la sua volontà.

Dopo aver lungamente pregato lo Spirito Santo e la Mediatrice di tutte le grazie, metti il cuore davanti a Dio e rifletti attentamente sullo stato di vita che il Signore ti raccomanda di eleggere. Immaginati gli ultimi momenti della tua vita, quando il sacerdote verrà al tuo capezzale per darti gli ultimi sacramenti. Pensa a quell'ora estrema della vita, quando ti sarà dato il Santo Viatico, cioè Gesù Eucaristico Amore, che con la sua misericordia verrà a confortarti nell'ultima agonia, prima di presentarti dinanzi al suo Tribunale per avere la sentenza eterna: paradiso o inferno. Se ti trovassi in quell'ora cruciale, quale stato di vita avresti voluto eleggere per assicurarti meglio la salvezza eterna dell'anima?

Dopo aver riflettuto attentamente su tutti gli aspetti, pensa a quale stato sia più idoneo per te e che il Signore ti propone di eleggere. Se avrai pregato il Signore con fede, Egli ti illuminerà e ti farà capire la sua volontà. Dio concede sempre le grazie spirituali che gli chiediamo, se lo facciamo con fede (invece le grazie materiali le concede solo se sono utili alla nostra anima). Una volta eletto lo stato di vita, non dovrai più rimettere in discussione la decisione presa. Il nemico del genere umano tenterà di suggerirti che ti sei sbagliata e che dovevi prendere un'altra decisione, ma tu dovrai discacciare dalla mente simili pensieri che sono solo trappole per toglierti la pace e la tranquillità. Infatti il demonio cerca spesso di seminare inquietudine e sconforto per far cadere una persona nella tristezza, in questo modo si indebolisce la volontà dell'anima, e per il diavolo è più facile trascinarla al peccato, cioè lontano da Dio.

Coraggio, eleggi uno stato di vita e poi impegnati con tutte le tue forze a santificarti lì dove il Signore ha deciso di metterti.

Qualsiasi cosa farai nella vita, non dimenticarti di chiedere ogni giorno l'aiuto della Gloriosa e Beata Vergine Maria Addolorata, Corredentrice del genere umano, Mediatrice di tutte le grazie, Ausilio dei cristiani, Imperatrice dell'universo e Condottiera di tutte le vittorie!

Cordialiter




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sabato 29 maggio 2021

Un "Fidanzato" meraviglioso

Tempo fa una studentessa mi ha scritto una lettera molto edificante, per dirmi che finalmente ha trovato l'Amore della sua vita...


Caro D.,
               rieccomi di nuovo a scriverti. […] Seguo tutti i giorni i tuoi blog, e ti confesso che sono di grande conforto per me.

Se ti ricordi, nelle prime lettere che ti ho scritto a settembre ti dicevo che ero confusa perché non sapevo se Gesù mi voleva come Sua sposa oppure se dovevo sposare un uomo della terra. Ebbene, ormai mi considero a tutti gli effetti tra le fidanzate di Gesù. Ancora non sono Sua sposa perché sono costretta a stare nel mondo, così per ora sono una Sua fidanzata. Desidero essergli fedele fino alla morte, desidero che sia l'unico amore del mio cuore, che è stato creato apposta per amare Lui. I ragazzi non mi sono mai interessati, tutti quelli che incontravo erano privi di dolcezza e di purezza, che invece Gesù ha in abbondanza, e ora mi interessano ancora meno di prima perché ho compreso che nessuno può farmi felice come mi fa felice Gesù! A Lui solo desidero donare il mio cuore e tutta me stessa, Lui solo è degno di possedere tutto il mio amore, seppur misero rispetto a quello che Lui ha per me!

Quando penso che per salvare la mia anima si è lasciato schernire, flagellare, incoronare di spine e addirittura crocifiggere, sento il mio cuore accendersi d'amore per Lui, che ha sparso il Suo Preziosissimo Sangue per me, che non ho meriti e che sono indegna di tanta grazia. Oh, se tutte le ragazze della mia età capissero quanto è bello avere Gesù come fidanzato, quanto è bello amare Gesù e abbandonarsi a Lui! E invece, cercano l'amore di ragazzi che le fanno soffrire, che le usano, e compatiscono quelle che già si sono donate a Gesù buono. Piuttosto, sono io che provo pena per loro, che mi dispiaccio per loro che non comprendono che Gesù è il vero amore della vita. Nello stesso tempo, non posso fare a meno di rallegrarmi quando penso che io finalmente l'ho capito, dopo anni in cui ho desiderato incontrare l'Amore Vero, senza mai accorgermi che Lui stava continuamente bussando alla porta del mio cuore in attesa che rispondessi. Ed è arrivato proprio quando mi stavo rassegnando all'idea che non avrei mai trovato un amore così. Invece esiste e ora che l'ho trovato non lo tradirò mai e poi mai, per nulla al mondo!

Come puoi capire, la mia gioia oggi è tanta. Non perché da oggi che ho compreso di amare Gesù sopra tutto, ormai lo amo da tanto, ma l'amore che provo per Gesù è in continua crescita e con esso cresce il desiderio di essere per sempre Sua. Per questo, non vedo l'ora di poter andare a trovare le Servidoras. Lì potrei fare la mia prima esperienza vocazionale e potrei parlare con le suore del convento e avere un direttore spirituale con cui confidarmi e che mi potrebbe aiutare a capire ancora di più, ad avere la certezza che Gesù mi sta chiamando. Nel mio cuore io ne sono certa, ma ovviamente vorrei avere anche il parere di un padre spirituale che di vocazioni se ne intenda.

[…] Sento davvero che nel mio cuore si fa largo sempre più l'amore per Gesù e con esso la Sua Pace, Pace che quando sarò in convento sicuramente sarà più intensa. Sento anche che il mio spirito si rafforza ogni giorno sempre più, perché non traggo forza da me stessa ma da Dio, Dio solo è la mia forza!

Inoltre, meditando, ho cominciato a pensare ancor più seriamente all'idea di farmi suora di clausura. Come ti ho detto, inizialmente pensavo alla vita attiva ma prendevo in considerazione solo questa opzione perché mi spaventava l'idea della clausura, la vedevo un po' come una prigione. Adesso invece mi dà un bellissimo senso di libertà immaginarmi in un convento di clausura fervoroso e mi dà gioia pensare di immolarmi per Gesù, per la salvezza delle anime. Ogni giorno prego per le anime lontane da Gesù che vagano nelle tenebre del peccato, mi sta molto a cuore la loro salvezza [...].

Bene, mi sono dilungata davvero troppo questa volta. Perdonami, ma avevo bisogno di condividere con qualcuno la mia gioia. Con la mia famiglia non posso perché non capirebbero fino in fondo.

Ti ringrazio per l'attenzione che ogni volta mi dedichi e ti ringrazio anche per i bellissimi articoli che ogni giorno inserisci nel blog.

Ti saluto in Gesù e Maria,
(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                          il Signore è stato molto generoso con te poiché ti ha fatto la grazia di farti comprendere tante cose importanti per la vita spirituale. Sono cose che purtroppo in pochi capiscono a causa del fatto che la società è narcotizzata dal materialismo idolatrico e dall'edonismo sfrenato.

Diceva San Domenico Savio: “La morte, ma non peccati”. Anche Sant'Alfonso Maria de Liguori pregava il Signore di farlo morire prima di commettere un solo peccato mortale. Tu hai avuto tanti doni spirituali dallo Spirito Santo, ma adesso devi essere perseverante, perché hai molte più responsabilità innanzi a Dio, e se ti dannassi soffriresti molto di più di tante altre dannate che su questa terra non ebbero i tuoi stessi lumi dal Signore.

Coraggio, continua senza timore il combattimento spirituale per la maggior gloria di Dio. Se il demonio dovesse tentarti a commettere qualche peccato mortale, invoca subito l'aiuto di Gesù e Maria, e stai certa che riuscirai a vincere. Chi prega si salva, chi non prega si danna.

Sono felicissimo di sapere che sei fidanzata col mio Re. Anche Santa Teresina quando era nel mondo si autodefiniva “fidanzata” di Gesù. Non potevi trovare un fidanzato migliore. I ragazzi della terra spesso sfruttano le loro fidanzate per poi gettarle vie come stracci sporchi dopo che si sono stancati di loro (come faceva Gabriele D'Annunzio con le sue numerose amanti). Gesù invece è l'uomo migliore che una donna possa avere, poiché Lui ama con amore immenso, puro, casto e disinteressato. Lui è il vero amore. Non vedo l'ora di sapere che sei entrata in qualche ordine religioso fervoroso e osservante. Lì sarà facile salvarti l'anima e ricercare la perfezione cristiana per dare gusto a Dio.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




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venerdì 28 maggio 2021

Ritiro spirituale

Ripubblico una bella lettera di una ragazza a cui ho consigliato di fare un ritiro spirituale.

Ciao! Non so chi sei, ma devo ringraziarti perché le tue parole mi aiutano sempre a riflettere e ad approfondire temi che pochi trattano così pubblicamente e delicatamente. E' da un mesetto che seguo il tuo blog e devo dire che ciò sta cambiando alcuni pensieri sulla mia vita. Mi chiamo [...], ho quasi 25 anni e mi sto laureando in psicologia. Sono arrivata ad un bivio della mia vita, devo prendere strade sicure e definitive, iniziare un tirocinio magari fuori città, e protendere verso un lavoro ed una situazione autonoma che ho sempre bramato. Ho sempre desiderato poter divenire un giorno mamma, immaginando una famiglia tutta mia. [...] Non ho mai visto invece nello spirito delle consacrate a Dio un qualcosa che mi chiamasse, che potesse riguardare me. Ho sempre considerato la vita consacrata un dono di Dio e un dono a Dio, ma non il mio dono. Devo però dire che da qualche anno sento una “chiamata”, ma non avendo alcuna idea del tipo di chiamata, ho parlato con vari religiosi e laici sull'argomento. Ho così capito che per diventare religiosi è necessario innanzitutto che il pensiero di una tale scelta ti scateni dentro una grande gioia, gioia che io attualmente non credo di provare. Ho pensato così che si potesse trattare non di una chiamata vocazionale, ma di un pensiero probabilmente alimentato dalla mia non-condizione sentimentale e dal fatto che credo che il Signore faccia provvidenzialmente fallire ogni mio piano di vita perché forse ha qualcosa in serbo per me, qualcosa di cui però non sono assolutamente a conoscenza. In estate, sia parlando con il mio sacerdote, sia facendo esperienza in una comunità mista di frati e suore, dopo grandi dubbi su una possibile vocazione, ho finalmente archiviato l'idea della consacrazione, collegandola ad un argomento comunque bello, ma non facente parte di me. Leggendo però il tuo blog e le testimonianze, leggendo le memorie di santa Teresa di Lisieux ed altri testi, pregando la liturgia delle ore, frequentando la comunità della parrocchia e divenendo una catechista alle prime armi, pian piano si è riaccesa in me come una piccola fiamma, ed ho iniziato di nuovo a pensare alla vita monastica. Pregare, leggere la Bibbia ed altri libri religiosi, lavorare nella natura, nel silenzio, con la pace nel cuore, sono attività che mi stimolano. Sarebbe una strada fatta di estremi sacrifici (il dover rinunciare ad avere una propria famiglia e alla propria autonomia), ma una strada forse in sintonia con la mia natura. [...] Per me già sarebbe un grande dolore il dover rinunciare alla possibilità di divenire mamma, figuriamoci diventare una suora attiva e missionaria, la quale sarebbe però più coerente con la mia formazione […]. Mi ha sempre attratto invece la vita ascetica ed eremitica, soprattutto quella degli asceti di una volta. [...] Devo sottolineare che, il mio, è un periodo molto stressante e forse questo pensiero vocazionale è una "via di fuga" dalle responsabilità che mi stanno assalendo e da questo mondo che mi inquieta e mi inquina, e nel quale mi sono sempre sentita come "un pesce fuor d'acqua". Forse non ho pazienza e non riesco ad attendere che il Signore mi illumini maggiormente sul percorso da seguire. Vorrei sapere, ringraziandoti di vero cuore, cosa ne pensi di tutto ciò e come io possa fare maggiore luce in me stessa, riuscendo a fare discernimento su una “chiamata” che già è molto che riesco a percepire in mezzo a tutti questi rumori dell'anima e del mondo.

Pace a te, amico!


Cara sorella in Cristo,
                                   ti ringrazio per avermi scritto, per me è una grande gioia sapere che in questa società in cui regna il materialismo idolatrico, ci sono ancora persone che vivono “controcorrente” e cercano di capire qual è la volontà di Dio su di sé.

Eleggere lo stato di vita è una scelta di fondamentale importanza, per questo motivo apprezzo molto il tuo impegno nel voler riflettere attentamente su ciò che dovrai fare in futuro. Il fatto che il pensiero di entrare in convento non ti entusiasmi, non è necessariamente un sintomo di mancanza di vocazione religiosa. Pensiamo a Sant'Andrea Fournet, il quale da giovanotto non aveva nessuna intenzione di diventare sacerdote, e addirittura un giorno scrisse sulla copertina di un libro: “Né prete, né frate”. In seguito intraprese la carriera militare, ma dopo un po' di tempo capì che invece il Signore lo chiamava al sacerdozio, e così si arrese alla Sua divina volontà. Potrei raccontarti tanti altri casi del genere, anche di persone viventi.

Hai ragione quando pensi che il Signore ha permesso che fallissero tutti i tuoi piani perché Lui ha qualche altro progetto su di te. Di tutto ciò che ci capita nella vita, nulla avviene per cieco caso, ma ogni cosa è voluta o almeno “permessa” da Dio per nostro bene. Sì, anche le cose cattive sono “permesse” (non volute) dal Signore. Ti faccio un esempio: il Santo Giobbe subì il furto delle sue greggi e divenne poverissimo; ovviamente Dio non volle che venisse commesso il peccato di furto, ma non impedì che fosse compiuto, poiché sperava di trarne un bene maggiore, e infatti Giobbe si rassegnò umilmente a tutte le sventure che lo colpirono e benedì il Signore, meritando in questo modo enormi meriti di gloria per il Cielo.

Sant'Ignazio di Loyola da giovane era un valoroso soldato, ma non sempre viveva il cristianesimo in maniera coerente. Nostro Signore permise, in vista di un bene maggiore, che durante l'assedio di Pamplona venisse ferito a una gamba. E infatti durante la convalescenza Ignazio si convertì e in seguito fondò un istituto religioso che conquistò a Dio innumerevoli anime.

Sant'Alfonso Maria de Liguori da giovane era uno dei più bravi avvocati del foro partenopeo ed era riuscito a vincere tutte le cause che aveva difeso. Dio però permise che perdesse una causa, fu l'ultima della sua carriera perché Sant'Alfonso rimase talmente colpito dall'inaspettata sconfitta giudiziaria che capì che il mondo è traditore e che la carriera forense non era la sua strada. Infatti diede l'addio ai tribunali, abbracciò il sacerdozio cattolico, fondò un istituto religioso per predicare le missioni popolari, e scrisse numerosi libri spirituali che commuovono e convertono ancora oggi tante anime.

Io non conosco qual è il progetto di Dio su di te, però è certo che ha permesso che fallissero tutti i tuoi progetti perché ha in mente qualcosa di buono. Lui è amore infinito ed è incapace di fare o desiderare il male, pertanto puoi stare sicura che il suo progetto su di te è certamente qualcosa di meraviglioso, ed è la cosa migliore per il tuo bene spirituale.

Che fare in concreto? Il consiglio che ti do è di partecipare agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola organizzati dalle Servidoras e dai Padri dell'Istituto del Verbo Incarnato. Questi esercizi sono molto utili per eleggere uno stato di vita. Se vuoi, dopo i cinque giorni di esercizi potrai restare con le Servidoras e fare un'esperienza vocazionale con queste fervorose suore missionarie. Se ti sentirai chiamata da Dio ad entrare nel loro istituto religioso, sappi che dopo il periodo di formazione potrai scegliere se restare nel ramo di vita attiva e missionaria oppure passare nel ramo di vita contemplativa.

Per chiedere maggiori informazioni sulla vocazione e sugli esercizi spirituali puoi scrivere alle Servidoras. Puoi dire alle suore ciò che hai detto a me, e sono certo che ti daranno buoni consigli su come procedere nel discernimento vocazionale. Puoi chiedere anche di pregare per te.

Spero tanto di esserti stato di qualche aiuto, ma rimango a tua disposizione per qualsiasi chiarimento. Coraggio, continua a perseverare nel discernimento vocazionale, e affidati alla Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie affinché ti aiuti ad eleggere lo stato di vita che il Signore sin dall'eternità ha stabilito per il tuo bene.

In Gesù e Maria,

Cordialiter




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giovedì 27 maggio 2021

Con la morte finisce tutto

Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa.


Finis venit, venit finis (Ezech 2,7)

PUNTO I

Da' mondani sono stimati fortunati solamente quei, che godono de' beni di questo mondo, de' piaceri, delle ricchezze e delle pompe; ma la morte metterà fine a tutte queste fortune di terra. "Quae est vita vestra? vapor est, ad modicum parens" (Iac 4,15). I vapori ch'esalano dalla terra, talvolta alzati in aria, e investiti dalla luce del sole fanno una bella comparsa; ma questa comparsa quanto dura? ad un poco di vento sparisce tutto. Ecco quel grande oggi corteggiato, temuto e quasi adorato; domani che sarà morto, sarà disprezzato, maledetto e calpestato. Colla morte tutto si ha da lasciare. Il fratello di quel gran servo di Dio Tommaso de Kempis si pregiava d'aversi fatta una bella casa, ma gli disse un amico che vi era un gran difetto. Quale? egli domandò. Il difetto, quegli rispose, è che vi avete fatta la porta. Come? ripigliò, è difetto la porta? Sì, rispose l'amico, perché un giorno per questa porta dovrete uscirne morto, e così lasciar la casa e tutto.

La morte in somma spoglia l'uomo di tutti i beni di questo mondo. Che spettacolo è vedere cacciar fuori quel principe dal suo palagio per non rientrarvi più, e prendere altri il possesso de' suoi mobili, de' suoi danari e di tutti gli altri suoi beni! I servi lo lasciano nella sepoltura coverto appena con una veste che basta a coprirgli le carni; non v'è più chi lo stima, né chi l'adula; né si fa più conto de' suoi comandi lasciati. Saladino, che acquistò molti regni nell'Asia, morendo lasciò detto che quando portavasi il suo cadavere a seppellirsi, uno gli andasse avanti colla sua camicia appesa ad un'asta, gridando: Questo è tutto quel che si porta Saladino alla sepoltura.

Posto ch'è nella fossa il cadavere di quel principe, se ne cadono le carni, ed ecco che il suo scheletro più non si distingue dagli altri. "Contemplare sepulcra", dice S. Basilio, "vide num poteris discernere, quis servus, quis dominus fuerit". Diogene un giorno facea vedersi da Alessandro Magno tutto affannato in ricercare qualche cosa fra certi teschi di morti. Che cerchi? curioso disse Alessandro. Vado cercando, rispose, il teschio del re Filippo tuo padre, e nol so distinguere; se tu lo puoi trovare, fammelo vedere: "Si tu potes, ostende".

In questa terra gli uomini disugualmente nascono, ma dopo la morte tutti si trovano eguali: "Impares nascimur, pares morimur", dice Seneca. Ed Orazio disse che la morte eguaglia gli scettri alle zappe: "Sceptra ligonibus aequat". In somma quando viene la morte, "finis venit", tutto finisce e tutto si lascia, e di tutte le cose di questo mondo niente si porta alla fossa.

PUNTO II

Filippo II re di Spagna, stando vicino a morte, si chiamò il figlio, e buttando la veste regale che lo copriva, gli fe' vedere il petto roso da' vermi, e poi gli disse: Principe, vedi come si muore, e come finiscono tutte le grandezze di questo mondo! Ben disse Teodoreto: "Nec divitias mors metuit, nec satellites, nec purpuram"; e che così da' vassalli come da' principi, "putredo sequitur, et sanies defluit". Sicché ognuno che muore, ancorché principe, niente conduce seco alla sepoltura; tutta la gloria resta sul letto, dove spira. "Cum interierit, non sumet omnia, neque descendet cum eo gloria eius" (Ps 48,18).

Narra S. Antonino che morto che fu Alessandro Magno, un certo filosofo esclamando disse: "Ecco quegli che ieri conculcava la terra, ora dalla terra è oppresso. Ieri tutta la terra non gli bastava, ora gli bastan sette palmi. Ieri conduceva per la terra eserciti, ed ora è condotto da pochi facchini sotto terra". Ma meglio sentiamo quel che dice Dio: "Quid superbis, terra et cinis?" (Eccli 10,9). Uomo, non vedi che sei polvere e cenere, a che t'insuperbisci? a che spendi i tuoi pensieri e gli anni tuoi per farti grande in questo mondo? Verrà la morte, ed allora finiranno tutte le tue grandezze e tutt'i tuoi disegni: "In illa die peribunt cogitationes eorum" (Ps 55,6).

Oh quanto fu più felice la morte di S. Paolo eremita, il quale visse 60 anni chiuso in una grotta, che la morte di Nerone, che visse imperadore in Roma! Quanto più fortunata la morte di S. Felice laico cappuccino, che la morte di Errico VIII vivuto tra le grandezze regali, ma nemico di Dio! Ma bisogna riflettere che i Santi per ottenere una tal morte hanno lasciato tutto, le patrie, le delizie, le speranze che il mondo loro offeriva, ed hanno abbracciata una vita povera e disprezzata. Si son seppelliti vivi in questa terra, per non esser seppelliti morti nell'inferno. Ma i mondani, come mai vivendo tra' peccati, tra' piaceri terreni, e tra occasioni pericolose possono sperare una felice morte? Dio minaccia a' peccatori che in morte lo cercheranno e non lo troveranno: "Quaeretis me, et non invenietis" (Ier 13). Dice che allora sarà tempo non di misericordia, ma di vendetta. "Ego retribuam in tempore" (Deuter 32,35).

La ragione ci persuade lo stesso, mentre allora un uomo di mondo, in morte si troverà debole di mente, ottenebrato e indurito di cuore per li mali abiti fatti: le tentazioni saranno più forti: chi in vita ha soluto quasi sempre cedere e farsi vincere, come resisterà in morte? Vi bisognerebbe allora una grazia divina più potente, che gli mutasse il cuore; ma questa grazia forse Iddio è obbligato a darcela? Forse colui se l'ha meritata colla vita sconcertata che ha fatta? E pure si tratta allora della sua fortuna o della sua ruina eterna. Com'è possibile che pensando a ciò, chi crede alle verità della fede, non lasci tutto per darsi tutto a Dio, il quale secondo le nostre opere ci giudicherà?

PUNTO III

Chiamò Davide la felicità della vita presente un sogno di chi si sveglia: "Velut somnium surgentium" (Ps 72,20). Commenta un autore: "Somnium, quia sopitis sensibus res magnae apparent, et non sunt, et cito avolant". I beni di questo mondo compariscono grandi, ma poi son niente e poco durano, come poco dura il sogno, e poi tutto svanisce. Questo pensiero che colla morte finisce tutto, fe' risolvere S. Francesco Borgia di darsi tutto a Dio. Toccò al Santo accompagnare in Granata il cadavere dell'imperadrice Isabella: quando si aprì la cassa, all'orrore, alla puzza tutti fuggirono; ma S. Francesco scorto dalla luce divina si fermò a contemplare in quel cadavere la vanità del mondo, e rimirandolo disse: "Voi dunque siete la mia imperadrice? Voi quella, a cui tanti grandi s'inginocchiavano per riverenza? O Donna Isabella dov'è andata la vostra maestà, la vostra bellezza? "Così dunque (tra sé concluse) finiscono le grandezze e le corone di questa terra! Voglio dunque servire da oggi avanti (disse) ad un Padrone, che non mi possa più morire. E così da allora si dedicò tutto all'amore del Crocefisso: ed allora anche fe' voto di farsi religioso, se moriva la moglie; come in fatti poi l'eseguì, entrando nella Compagnia di Gesù.

Ben dunque scrisse un uomo disingannato su d'un cranio di un morto queste parole: "Cogitanti vilescunt omnia". Chi pensa alla morte, non può amare la terra. E perché mai vi sono tanti infelici amanti di questo mondo? perché non pensano alla morte. "Filii hominum, usquequo gravi corde? ut quid diligitis vanitatem, et quaeritis mendacium?" (Ps 4,3). Miseri figli di Adamo, ci avverte lo Spirito Santo, perché non discacciate dal cuore tanti affetti alla terra, che vi fanno amare la vanità e la bugia? Ciò ch'è succeduto a' vostri antenati, ha da succedere anche a voi; essi in questo vostro palagio anche hanno abitato, in questo medesimo letto han dormito, ed ora non vi sono più: lo stesso ha da esser per voi.

Dunque, fratello mio, presto datti a Dio, prima che venga la morte. "Quodcunque potest facere manus tua, instanter operare" (Eccl 9,10). Quel che puoi far oggi, non aspettare a farlo domani, perché quest'oggi passa e non torna più, e domani può venirti la morte, la quale non ti permetterà di fare più niente. Presto distaccati da ciò che ti allontana, o può allontanarti da Dio. Lasciamo presto coll'affetto questi beni di terra, prima che la morte ce ne spogli a forza: "Beati mortui qui in Domino moriuntur" (Apoc 14,13). Beati quelli, che morendo si trovano già morti agli affetti di questo mondo! La morte da costoro non si teme, ma si desidera e si abbraccia con allegrezza: giacch'ella allora, in vece di separarli da' beni che amano, l'unisce col sommo bene, che solamente è da essi amato, e che li renderà eternamente beati.


[Tratto da "Apparecchio alla morte", di Sant'Alfonso Maria de Liguori]




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mercoledì 26 maggio 2021

Disprezzare la mentalità mondana

Tempo fa uno studente mi disse che si sentiva chiamare al sacerdozio, ma doveva terminare la scuola. Il problema era che nel mondo...

Buonasera,
                   dopo diverso tempo che seguo il suo blog, ho finalmente trovato il "coraggio" di scriverle. Volevo parlarle un po' di me, siccome vedo la sua gentile pazienza nell'ascoltare le persone. Mi chiamo [...] e sono un ragazzo di 19 anni che frequenta l'ultimo anno delle superiori. Oramai è da molti mesi che sento la chiamata del Signore a consacrarmi a Lui. Inizialmente, impaurito da una simile scelta di vita, ho scartato subito l'idea. Poi attraverso la preghiera ed i sacramenti ho potuto constatare come questa vita sia per me migliore di qualsiasi altra! Questo mi riempie di una gioia immensa! :) Da circa un mese ho poi avuto modo di parlare di questo mio desiderio con un sacerdote a me caro, il quale mi ha subito accolto come suo padre spirituale. Ora attendo la volontà del Signore, che sicuramente non ritarderà!

Leggendo il suo blog ho potuto constatare come tante persone, che come me sentono la chiamata del Signore, non riescano più a vivere con questa società. Ogni volta che devo per le più svariate ragioni confrontarmi con essa mi ritrovo in un mondo pieno di peccato. […] Io vorrei distaccarmi da tutto ciò che è mondano, ma a volte casco nelle "trappole" che il mondo offre. […] Ora poi a scuola si parla di organizzare la gita scolastica a Praga... io non vorrei andarci ma come spiegarlo ai miei compagni? Mi è veramente difficile seguire Cristo in certe situazioni.

Le chiedo perciò di ricordarmi nella preghiera affinchè riesca a distaccarmi da tutto ciò che mi impedisce di rimanere con Cristo.

Sperando di essermi fatto capire, le auguro un buon fine settimana.
A risentirla.
(Lettera firmata)


Caro fratello in Cristo,
                                     dammi pure del tu (lo preferisco). Dalle e-mail che ricevo ho l'impressione che il blog sia seguito prevalentemente da un pubblico femminile (anche nelle chiese la maggioranza delle persone presenti sono donne), ma sono contento che tra i lettori ci siano anche dei ragazzi che aspirano al sacerdozio cattolico. Le suore sono importanti per la Chiesa, ma i sacerdoti sono ancora più importanti perché possono amministrare i Sacramenti.

Comprendo bene il tuo disagio quando stai a contatto con persone che vivono mondanamente. Purtroppo, il mondo è interessato a tutto (divertimenti, soldi, gossip, sport, viaggi, cinema, feste, ecc.) tranne che ad amare Dio e a lottare per la salvezza eterna dell'anima.

Ai tuoi amici che tenteranno di convincerti ad andare a Praga, puoi semplicemente rispondere che non hai voglia di andare in gita, senza entrare nei particolari. Io, la mia ultima gita scolastica l'ho fatta nel 1997. I miei amici tentarono di convincermi ad andare in discoteca, ma tenni duro e rimasi a dormire in albergo (non sopporto il frastuono e lo stordimento che regna nelle discoteche). Nonostante le insistenze degli amici, l'anno dopo decisi di non andare nemmeno in gita. Non ero “asociale”, anzi, stavo sempre in mezzo agli alunni di tutte le classi, visto che ero stato eletto rappresentante d'istituto; ma ormai ero stufo di quelle cose.

I santi insegnano che chi ama Gesù Cristo deve disprezzare la mondanità. Non è possibile nessun compromesso tra il Vangelo e lo spirito mondano che dilaga in questa società paganizzata, sono davvero inconciliabili.

Spero tanto che tu possa entrare in qualche ordine religioso fervoroso e osservante. Ti incoraggio a perseverare nel discernimento vocazionale e ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter




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martedì 25 maggio 2021

L'unica cosa necessaria

Dagli scritti di Padre Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964).


La vita interiore, come può facilmente concepirsi da ognuno, è una forma elevata della conversazione intima che ciascuno di noi fa con se stesso non appena si ritrova solo, sia pure in mezzo al tumulto delle vie di una grande città. Tosto che l'uomo cessa dal conversare coi suoi simili, conversa interiormente con se stesso su quanto maggiormente lo interessa. Tale conversazione varia assai secondo le diverse età della vita; quella del vecchio non è quella del giovane; varia ancor molto secondo che l'uomo è buono o cattivo. Se cerca seriamente la verità e il bene, questa conversazione intima con se medesimo tende a diventare conversazione con Dio, e a poco a poco, invece di ricercarsi in tutto, invece di tendere, in modo più o meno cosciente, a fare di sé il punto centrale, l'uomo tende a ricercare Dio in ogni cosa, ed a sostituire all'egoismo l'amore di Dio e delle anime in Lui. Tale è la vita interiore; e non v'è uomo sincero che non possa riconoscerlo senza difficoltà. L'unica cosa di cui parlava Gesù a Marta ed a Maria consiste nell'ascoltare la parola di Dio e nel viverla. La vita interiore concepita in tal modo è in noi qualcosa di assai più profondo e necessario della vita intellettuale o del culto delle scienze, della vita artistica e letteraria, sociale o politica. Troviamo, purtroppo, molti grandi scienziati, matematici, fisici, astronomi, che non hanno, per dir così, alcuna vita interiore; si dedicano allo studio della loro scienza come se Dio non esistesse, e nei loro momenti di solitudine non hanno alcuna conversazione intima con Lui. Sotto qualche aspetto sembra che anch'essi ricerchino, nella loro vita, il vero e il buono in un ambito più o meno circoscritto, ma tale ricerca è talmente contaminata dall'amor proprio e dall'orgoglio intellettuale, che vien fatto di domandarci se veramente porterà frutti per l'eternità. Non pochi artisti, letterati, e molti uomini politici s'elevano ben poco sopra questo livello di un'attività puramente umana e, tutto considerato, assai esteriore. Nell'intimo della loro anima vivono forse di un bene superiore a loro stessi, e cioè di Dio? A dir vero, non sembrerebbe. Questo ci dimostra come la vita interiore, o vita dell'anima con Dio, meriti davvero di essere chiamata l'unica cosa necessaria, perché è per essa che tendiamo verso il nostro ultimo fine e assicuriamo la nostra salvezza, che non dobbiamo troppo separare dalla santificazione progressiva perché questa è la via stessa della salute. Molti sembrano pensare che, in ultima analisi, ciò che conta è di salvarsi, e non è quindi necessario essere un santo. Che non sia necessario essere uno di quei santi che operano miracoli, la cui santità è riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, è cosa evidente; ma se vogliamo salvarci dobbiamo prendere la via della salvezza, e questa è in pari tempo quella della santità. In cielo non vi saranno che dei santi, sia che vi siano entrati immediatamente dopo la loro morte, sia che abbiano avuto bisogno d'essere purificati nel purgatorio. Nessuno entra in cielo se non ha quella santità che consiste nell'essere puro da ogni macchia. Perché un'anima possa godere per sempre della visione di Dio, vederlo ed amarlo come egli vede ed ama se stesso, ogni colpa anche veniale deve essere cancellata, e la pena dovuta al peccato scontata o rimessa. Se un'anima entrasse in cielo prima della remissione totale delle sue colpe, non potrebbe restarvi, e da se stessa si precipiterebbe nel purgatorio per esservi purificata. La vita interiore del giusto che tende a Dio, e che già vive di Lui, è veramente l'unica cosa necessaria. È evidente che per essere un santo non è indispensabile aver ricevuto una cultura intellettuale, e spiegare grande attività esteriore; basta vivere profondamente di Dio. È appunto quanto vediamo nei santi della chiesa primitiva, di cui molti erano povera gente, e magari anche schiavi; come possiamo vedere in San Francesco, in San Benedetto Giuseppe Labre, nel Curato d'Ars e in tanti altri. Tutti hanno compreso profondamente questa parola del Salvatore: «A che serve guadagnare il mondo intero, se poi perdiamo l'anima?» (Mt 16, 26). Se sacrifichiamo tante cose per salvare la vita del corpo, che dopo tutto dovrà morire, come non dobbiamo esser pronti a tutto sacrificare per salvare la vita dell'anima destinata a durare in eterno? E non deve l'uomo amare la propria anima più del suo corpo? «Che darà un uomo in cambio dell'anima sua?», soggiunge il Salvatore (ibid.). Unum est necessarium, dice pure Gesù (Lc 10, 42). Una sola cosa è necessaria, ascoltare la parola di Dio e viverla per salvare l'anima propria. E' questa la parte migliore che non può essere tolta all'anima fedele anche se questa avesse perduto tutto il resto.


(Brano tratto da "Le tre età della vita interiore" vol. I, di Padre Réginald Garrigou-Lagrange, Edizioni Vivere In)




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lunedì 24 maggio 2021

Società corrotta e materialista

Tempo fa mi ha scritto una ragazza che si sente a disagio in questa società materialista ed edonista, che pensa a tutto tranne che ad amare Dio.

Ciao D., grazie per avermi risposto :)

Sai non so realmente cosa voglio dalla mia vita, un futuro per me non lo vedo... guardo la gente e mi convinco sempre di più che sono diversa da loro, sono tutti in guerra tra loro anche per cose insignificanti... guardo i ragazzi anche uomini che non credono più in nessun valore, ormai la famiglia non esiste, contano solo il sesso, le macchine, i soldi..., ma alla fine cosa sono tutte queste cose? Dovrebbe essere importante il volersi bene, aiutarsi a vicenda, invece sembra che tutti ostacolano tutti... boh... a me piacerebbe essere d'aiuto perché mi darebbe la forza di andare avanti, anche solo aiutare una persona ad attraversare la strada mi fa stare bene :)

Vorrei tanto trovare un posto in questa vita ma sembra tutto così difficile, vorrei trovare la forza in Dio, conoscerlo e grazie al suo amore aiutare gli altri... non so se hai capito ciò che voglio dirti... grazie per ascoltarmi, magari le mie sono solo cretinate e ti faccio perdere solo del tempo, ma ti ringrazio! Buona serata!

(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                      tu non mi fai “perdere tempo”, sai perché? Il motivo è che il mio Re si è immolato in croce per il tuo bene, pertanto se Lui che è un Essere di infinita maestà ci tiene così tanto a te, anche io sono tenuto a dedicarti un po' del mio tempo per rispondere ai tuoi interrogativi, i quali non sono affatto sciocchi.

Ho apprezzato moltissimo ciò che hai scritto nella tua ultima lettera; sono contento che anche tu disprezzi l'edonismo sfrenato e il materialismo idolatrico che regnano nella nostra società secolarizzata. Tanta gente pensa solo a divertirsi, ad accumulare ricchezze e a cercare il successo anche a costo di calpestare il prossimo.

Tu invece devi difendere tenacemente i tuoi sani princìpi! Lo so che è difficile andare controcorrente, ma ti assicuro che ne vale la pena. I beni tanto amati dai mondani procurano delle felicità illusorie e passeggere, mentre la vera felicità consiste nell'amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi, in attesa di andare nella vera Patria, dove finalmente potremo adorare la Santissima Trinità per omnia sæcula sæculorum.

È molto bello il tuo desiderio di fare opere di bene per il prossimo.

Ti piace leggere? Ti consiglio di fare delle buone letture spirituali, ad esempio potresti leggere “Storia di un'anima” che è l'autobiografia di Santa Teresa di Lisieux. Inoltre ti consiglio di leggere tre bellissimi libri di Sant'Alfonso Maria de Liguori: “Le Glorie di Maria”, “Riflessioni devote” e “Pratica di amar Gesù Cristo”.

Io desidero solo che tu sia felice, e potrai esserlo davvero solo se farai ciò che Gesù buono desidera da te. Io non so se il pensiero che sin da bambina hai di diventare suora sia una vera vocazione o qualcos'altro, però ti incoraggio a cercare di capirlo. È nel tuo interesse cercare di scoprire qual è la volontà del Redentore Divino su di te. Dio vuole solo il tuo bene.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




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domenica 23 maggio 2021

Amore vero

Una ragazza aveva idea di sposarsi e farsi una famiglia, ma un giorno è arrivata casualmente su questo blog...

Carissimo fratello,
                             è un piacere per me leggere la tua risposta, mi sono fidata e tu mi hai indirizzato col cuore. Stento a fidarmi delle persone quando mi accorgo che la gente si ferma solo alla superficie, e non va oltre quell'involucro che è il nostro corpo. Anche se non mi fido, prendo a cuore tutti, è importante sorridere a tutti, essere pazienti e capire il malessere che affligge, e l'unica spiegazione è che ci si allontana dal Signore, non si vuole ammettere che non abbiamo tesoro più prezioso, non ci si vuole piegare perché pensiamo che la vita sia nostra, che abbiamo diritto su ciò che ci circonda. L'uomo non ha possedimenti, non ha possessi, ha solo il privilegio di poter avere l'eternità e l'eterno Amore di Dio. E' triste condividere qualcosa con persone che non permettono al Signore di illuminare la propria vita, diventa tutto noioso e vuoto, così anche nella parola più bella del mondo, "Amore", riesci a percepire la distanza tra la persona che l'ha pronunciata e tutto il senso che è racchiuso in un così dolce suono. E tu che sei lì che osservi senti di voler cambiare quel vuoto che ti trasmettono, per dargli una vita.

Vorrei chiederti qualche chiarimento.

[…] Secondo te una guida che non sia saggia potrebbe velare gli occhi e far allontanare dalla vocazione? Dunque è questo che si intende per pericoloso?

Il mio desiderio è proprio di partecipare alla vita in un monastero di stretta osservanza, come quello delle [...]. Se il Signore vuole che io segua questa via, so che sarà quella, non mi sento trasportata in altre direzioni. Sono decisa su ciò che devo e ciò che non devo, su ciò che posso, e ciò che non posso. E osservando i vari monasteri, non ho avuto dubbi. Sai, sono sempre stata credente, e crescendo anche praticante, sento che la mia fede è forte, ma il tuo blog ha un po' stravolto i miei "piani". Passi tutta la vita a pensare di doverti sposare.

Le preghiere sono poesie, quella che mi hai inviato è una poesia, chi le scrive è un poeta del Signore, e anche chi le pronuncia col cuore è un poeta. Se una preghiera è suggerita dal Signore, diventa una poesia d'Amore. Grazie per avermela inviata.

Ti saluto con affetto. Il Signore dia sempre pace alla tua vita,
(lettera firmata)

Carissima sorella in Cristo,
                                          sono davvero contento che stai riflettendo sullo stato di vita da eleggere. Se ho compreso bene, in passato pensavi che il tuo futuro sarebbe stato quello di madre di famiglia, mentre dopo aver visitato il mio blog hai cominciato a non escludere di abbracciare la vita religiosa. In effetti è molto importante capire e adempiere la volontà di Dio. Sai, in questi mesi ho ricevuto varie lettere di persone sposate (quasi tutte donne) che più o meno esplicitamente mi hanno fatto capire che se potessero tornare indietro abbraccerebbero la vita religiosa, o perlomeno rifletterebbero con più attenzione prima di sposarsi. Ma ormai quel che è fatto è fatto. Tu invece sei ancora in tempo per riflettere attentamente prima di eleggere lo stato di vita prescelto da Dio. Leggendo le tue lettere ho compreso che sei una persona che ha dei pensieri molto profondi, e quando parli d'amore ti riferisci a quello vero che nasce da Dio. Anche se tu decidessi di sposarti, non sarebbe facile trovare uno sposo che parli il tuo stesso “linguaggio” circa l'amore vero e sincero.

Insomma, se una ragazza desidera sposarsi, si sposi pure, ma almeno abbia la saggezza di trovarsi uno sposo davvero cristiano, altrimenti potrebbe pentirsene amaramente. Ma quanti sono i ragazzi disposti a vivere il fidanzamento in castità e il matrimonio senza contraccezione e nella fedeltà assoluta? Solo Iddio sa quanti sono, ma a me non sembra che siano tanti visti i discorsi schifosi che molti uomini fanno continuamente.

Secondo me le ragazze più fortunate sono quelle che sono diventate spose di Gesù Cristo, da Lui non possono temere alcun male poiché è per sua natura un Bene infinito e Amore eterno. Ti confesso che per te desidero il miglior Sposo che una donna possa avere, pertanto sto pregando il Signore di prenderti tutta per sé. Spero tanto che il tuo cuore diventi tutto suo. E se per caso tu non avessi la vocazione religiosa, Gesù buono può donartela, purché tu o qualche altro la richieda.

Adesso rispondo molto volentieri alle tue domande:

- Secondo te una guida che non sia saggia potrebbe velare gli occhi e far allontanare dalla vocazione?

- Purtroppo, sì. Sant'Alfonso Maria de Liguori si lamentava di certi preti che scoraggiavano sistematicamente i giovani dall'abbracciare la vita religiosa. Secondo lui questi preti hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale senza avere la vocazione o perlomeno senza sapere cosa sia la vocazione. Aggiungo inoltre che certe “pseudo guide spirituali” fanno più danni che bene, poiché non sono ben preparate a tale compito. Se un direttore è poco istruito, e inoltre vive in maniera rilassata e imperfetta, come potrà guidare un figlio spirituale sulla via della perfezione cristiana?

- Dunque è questo che si intende per pericoloso?

- Per pericoloso s'intende che può indurre il figlio spirituale a commettere degli errori più o meno gravi, e quindi a non fare davvero la volontà di Dio.

Spero tanto di esserti stato di qualche utilità, rimango a tua disposizione per rispondere ad altre domande o anche solo per dialogare su temi spirituali.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




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sabato 22 maggio 2021

Atti di carità verso Dio

È molto importante fare spesso degli atti di carità verso Dio. A tal proposito riporto, con l'esplicito incoraggiamento del mittente, una lettera di un caro lettore del blog alla quale segue la mia risposta.

Caro amico,
                      ormai ti chiamo amico perché tale ti considero anche senza conoscerti, visto che i tuoi consigli valgono molto di più di quelli di tanti amici che si rifanno alla cultura del mondo, tu invece attingi da ben altre fonti e sei sempre così gentile da non lesinare spiegazioni. Poi, leggendo i tuoi articoli, non si può far altro che avere fiducia in un amico come te che pur dicendo le cose come stanno lasci vedere sempre un barlume di speranza, non come tanti autori di blog e riviste che confondono e demoralizzano. Oggi, approfittando sempre della tua disponibilità, volevo un tuo parere su qualcosa che mi tocca personalmente in questo periodo. Come ti dissi io vivo in un Paese dove la nostra Religione non è permessa, quindi non ho l'opportunità di ricevere i sacramenti, inoltre, come ti spiegai, sono in un periodo particolare di fragilità emotiva e confusione sul futuro a causa di problemi materiali e spirituali, tuttavia cerco di non farmi mai mancare la preghiera e ogni giorno cerco di essere costante, anche se non provo più il gusto della preghiera come prima. Però, mi capita a volte di commettere dei peccati gravi, e qui non posso confessarmi, quindi cado in un tunnel di senso di colpa che sfiora la depressione e inizio a pensare alla morte e cose del genere, e mi chiedo addirittura se tutte le mie preghiere in questa situazione diventino vane e inutili, essendo io in stato di peccato, o se il Signore, dall'infinito della sua bontà, le ascolti lo stesso. Spero di avere bene esposto i miei dubbi, ti prego dammi un consiglio.

Grazie, che Dio ti benedica sempre,
(lettera firmata)

Carissimo fratello in Cristo,
                                         hai fatto bene a scrivermi, spero tanto di poter esserti di qualche utilità. Anche se tu fossi l'uomo più cattivo del mondo, il mio Re è morto in croce anche per te, nonostante sapesse che l'avresti tradito col peccato. Dunque, se Lui ti ha amato sin dall'eternità, anche io sono tenuto ad avere nei tuoi confronti sentimenti di carità fraterna. Se devo essere sincero, nutro molte speranze che riuscirai a risollevarti. Infatti, quando una persona si riconosce peccatrice, è già sulla buona strada che la condurrà, se sarà perseverante, ad un'autentica conversione.

È triste sapere che esistono degli Stati in cui il cristianesimo è proibito. Tuttavia, anche se non ci sono sacerdoti, puoi tornare oggi stesso in stato di grazia di Dio. In che modo? Ti basterà recitare con contrizione del cuore un “Atto di dolore”. Poi quando avrai la possibilità di confessarti, i peccati che hai commesso verranno definitivamente cancellati per l'eternità. Per “contrizione del cuore” intendo dire che devi essere dispiaciuto di tutti i peccati mortali che hai commesso, e questo dispiacere deve essere causato non tanto dalla consapevolezza di aver meritato l'inferno, quanto piuttosto dalla considerazione che col peccato hai offeso Dio che è infinitamente buono, e sei stato la causa dell'atroce e dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Se in questo momento hai questo “dolore perfetto” dei peccati mortali commessi e hai l'intenzione di confessarti quando ne avrai la possibilità, ti ritrovi già in stato di grazia, e se per un incidente dovessi morire, non andresti all'inferno. Per questo motivo è cosa buona recitare ogni giorno l'atto di dolore, oppure potresti anche fare degli atti di carità perfetta verso Dio, dicendogli sinceramente che gli vuoi bene e che preferisci morire anziché offenderlo col peccato. Insegna San Tommaso d'Aquino che la carità non può convivere col peccato mortale, dunque se una persona fa un atto di carità perfetta verso Dio, implicitamente è anche contrita del male fatto, e così nel suo cuore non può più albergare il peccato mortale che viene spazzato via dalla carità perfetta verso Dio. Il Venerabile Don Giuseppe Frassinetti spiega diligentemente questa dottrina nel suo aureo “Compendio della Teologia Morale”.

In certi casi è lecito desiderare la morte, però bisogna dire che ovviamente non è mai lecito uccidersi, ma bisogna uniformarsi alla volontà di Dio. Lui ci ha creato, Lui è nostro Padrone, solo Lui sa quando è giusto far terminare il nostro esilio in questa valle di lacrime. Sant'Alfonso insegna che non è lecito desiderare la morte per rabbia o disperazione, però è lecito desiderarla quando qualcuno stimasse “meno dura la morte che la sua vita penosa, per causa dell'infermità, della povertà, o d'altra tribolazione che patisce.” Inoltre afferma che è lecito desiderare la morte per poter liberarsi dalle tentazioni che infestano il mondo e andare in Cielo ad amare Dio senza più paura di perderlo col peccato. Santa Teresa d'Avila desiderava ardentemente la morte per poter unirsi con Dio, e a tal proposito scrisse una bella poesia il cui ritornello è “Muero porque no muero”.

La preghiera non è mai vana. Se un cristiano è in stato di grazia, la preghiera accresce in lui la carità e i meriti per il Cielo. Se invece è in stato di peccato mortale, la preghiera serve ad ottenere da Dio la grazia della conversione. Quindi, qualsiasi sia lo stato della tua coscienza, continua a pregare senza scoraggiarti. Non è detto che tu debba usare le normali formule, puoi anche parlare in modo familiare con Dio, raccontandogli i tuoi problemi, le tue preoccupazioni, le tue sofferenze. Parlando da cuore a Cuore col Signore, è bene inframmezzare il discorso con degli atti d'amore nei suoi confronti. Devi dirgli che lo ami, che tutte le ricchezze della terra non potranno mai far felice il tuo cuore, poiché l'unica cosa che brami è il suo amore, che vuoi convertirti per dargli gusto, eccetera. Chissà, forse leggendo questa lettera hai fatto qualche atto di carità perfetta verso la Santissima Trinità e sei tornato in stato di grazia. Lo spero tanto!

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cristo Re e Maria Regina di tutte le Vittorie della Chiesa,

Cordialiter




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venerdì 21 maggio 2021

Cosa fare dopo la maturità?

Tempo fa una studentessa mi ha confidato di voler entrare in convento dopo gli esami di Stato...

Carissimo Cordialiter,
                                    il mio nome è [...], sono una ragazza di 18 anni, abito in un paesino vicino a [...] e a breve mi diplomerò. Da anni porto dentro di me il desiderio di poter abbracciare la vita religiosa perché è solo quando parlo con Gesù buono e la nostra cara mamma Maria che mi sento veramente felice! Tuttavia ho sempre avuto un fattore che mi bloccava e mi blocca tuttora: essendo figlia unica lascerei i miei genitori da soli, ed anche se mio padre afferma di essere felice all'idea che io prenda i voti, io continuo a non esserne convinta...è come se mi sentissi in dovere di metter su famiglia e donar loro dei nipotini! D'altra parte l'unico mio desiderio sarebbe quello di donarmi completamente a Gesù e aiutare i più bisognosi attraverso Lui. Non so che cosa fare...confido in un tuo consiglio (e complimenti per il bellissimo ed utilissimo blog!!)

Cordiali saluti e che Dio ti benedica!
(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                     ti ringrazio di avermi scritto, per me è una grande gioia ogni volta che qualcuno mi confida che vuole donare la propria vita a Gesù buono abbracciando la vita religiosa. È una bellissima notizia sapere che tuo padre è felice che tu diventi sposa di Cristo, magari tutti i genitori fossero felici come lui! Non devi sentirti in obbligo di rimanere nel mondo per dare dei nipotini ai tuoi genitori. Il nostro scopo supremo su questa terra non è quello di dare una discendenza alla propria famiglia, ma è di dare maggior gloria a Dio ricercando la perfezione cristiana e salvandoci l'anima.

San Francesco Saverio apparteneva a una nobile famiglia “decaduta”. Voleva studiare per diventare importante e riportare la sua famiglia all'antico splendore del casato. Però, Sant'Ignazio di Loyola, che era suo amico, gli diceva spesso la celebre frase del Vangelo: “Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima sua?” In seguito San Francesco Saverio lasciò il mondo e insieme a Sant'Ignazio e ad altri compagni fondarono un istituto religioso che nel corso dei secoli ha dato tanta gloria a Dio.

Santa Teresa di Lisieux voleva diventare suora, poiché in questo modo sarebbe diventata “madre delle anime”. Nel Giorno del Giudizio scopriremo l'immenso numero di anime che si sono convertite e salvate grazie alle sue preghiere, alle penitenze e a i suoi scritti. Anche tu potrai diventare "madre delle anime" se abbraccerai la vita religiosa, infatti potrai aiutare tante anime con la preghiera e l'apostolato.

Luigi Martin (il papà di Santa Teresa di Lisieux), ebbe nove figli, ma solo cinque figlie femmine raggiunsero l'età adulta. Quattro di esse erano diventate suore di clausura, e solo Celina era rimasta nel mondo. Ormai Luigi Martin era vecchio e vedovo, e gli avrebbe fatto comodo avere una figlia sposata, ma un giorno pure Celina gli confidò di voler entrare in monastero. Quel sant'uomo, invece di arrabbiarsi, scoppiò a piangere dalla gioia e chiese a sua figlia di accompagnarlo in chiesa perché voleva ringraziare Gesù per essersi preso tutte le figlie come sue spose.

Del resto, se una persona ha la vocazione religiosa, ma preferisce rimanere nel mondo, farà una vita triste e infelice, così come dimostra l'esperienza. Ah, quante donne rimpiangono di aver donato il proprio cuore a un uomo del mondo, anziché averlo donato a Gesù, quando da giovani si sentivano attrarre alla vita consacrata!

Comunque, sappi che ci sono degli istituti religiosi (ad esempio le Servidoras) che alle figlie uniche le mandano in un convento il più possibile vicino alla casa dei genitori, così possono incontrarsi più spesso. Inoltre, i genitori, se vogliono, possono fare i volontari in qualche missione delle Servidoras, e così, invece di avere solo due o tre nipotini, avranno la gioia di essere “nonni” di un gran numero di anime beneficiate dal loro apostolato.

Coraggio, non rinunciare a donare a Gesù buono il resto della tua vita!

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter




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giovedì 20 maggio 2021

Ha capito che Gesù la vuole tutta per Sé

Tempo fa una ragazza mi ha raccontato la sua esperienza vocazionale tra le Servidoras.

Carissimo D.,
                           come già ti avevo scritto, durante le vacanze di Pasqua ho fatto la mia prima esperienza vocazionale dalle Serve del Signore e della Vergine di Matarà! Sono stata prima al Triduo nello studentato di Tuscania e poi due giorni a Segni. Quando sono partita scoppiavo dalla felicità...era tanto che desideravo trascorrere un periodo in convento e quando finalmente ho potuto, non mi sembrava vero. Da diversi mesi lo chiedevo ai miei genitori e alla fine abbiamo trovato l'accordo che mi avrebbero regalato il viaggio per i miei 18 anni, che ho compiuto il [...]. Non puoi immaginare quanto sia stata felice lì! Ho provato una gioia e una pace grandissime, che non avevo mai sperimentato prima di allora. Durante il Triduo per la prima volta ho potuto vivere in modo così profondo la preparazione alla Pasqua e mi ha aiutata molto a "riscoprire", in un certo senso, la Passione di Gesù con tutto quello che ha sofferto per noi e anche per me, per il semplice motivo che ci ama più di ogni altro indipendentemente dalla nostra piccolezza. Inoltre quando sono andata a Segni (sono stata lì due giorni prima di tornare a casa) abbiamo visitato il monastero delle Servidoras di Pontinia, siamo state con loro tutto il pomeriggio e abbiamo fatto l'Adorazione insieme. Sono stata felicissima di conoscerle e mi ha stupita molto la gioia che trasmettevano...tutto il contrario di quello che pensano le persone dall'esterno!

Questi sono stati i giorni più belli della mia vita, non puoi immaginare nemmeno quanto sia stata felice... non mi sono pesati affatto, anzi sono volati in un momento e se non fossero finite le vacanze sarei rimasta molto di più ;) Non so come spiegarlo, ma lì mi sentivo "a casa", non sentivo il bisogno di qualcos'altro perché avevo tutto! Mi piaceva molto anche come trascorrevo le giornate, la Messa, il Rosario e tutti i momenti di preghiera mi hanno dato tanta forza e pace. Durante l'Adorazione era bellissimo poter essere tutta per Gesù, mi riempiva di gioia e la prima volta quasi mi sono commossa, tanto ero felice e sicura vicino a Lui. Avevo molte cose da dirGli...ma soprattutto Gli dicevo che Lo amo con tutta me stessa, che voglio amarLo sempre di più, consolarLo ed essere sempre accanto a Lui. Mi sono messa nelle Sue mani, perché faccia di me quello che desidera. Ovviamente ho pregato tanto anche per te e per tutti i lettori del blog:)

La grazia più grande però è stata il fatto che mi sono davvero innamorata di Gesù: ho capito con certezza che Lui mi vuole come Sua sposa, non che prima non lo pensassi, ma ora è diverso, ne sono completamente sicura e non ho più alcun dubbio come spesso mi capitava prima. Non so come spiegarmi...è una cosa che sento dentro e sono sicura che questa è la Sua volontà, non sono mai stata tanto felice come quando l'ho compreso davvero e Gli ho detto il mio "sì". Anche ora non puoi immaginare come aumenti di giorno in giorno questa certezza e il desiderio di essere tutta Sua. Come ti dicevo, non ho più alcun dubbio e mi sento davvero felice al pensiero di donarmi tutta a Gesù e a Maria. Scusa il lungo sfogo...e se non mi sono espressa bene, sono cose che non so mai come dire perché sono troppo belle e grandi:) Quindi per ora mi fermo qui!

In Gesù e Maria,
(lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                      mi è piaciuto tantissimo il racconto della tua esperienza vocazionale tra le Servidoras. Sono felicissimo di sapere che è stata un'esperienza meravigliosa! Ah, se le ragazze della tua età, invece di seguire le false gioie della terra, sapessero quanta gioia si prova a vivere in un convento fervoroso e osservante, tutte supplicherebbero Gesù buono di ricevere in dono l'immensa grazia della vocazione religiosa! Altro che pensare alle discoteche e agli altri dissipanti divertimenti mondani! In convento hai potuto vivere in maniera profonda e fervorosa il Triduo Pasquale, che è il mistero centrale della nostra Religione: Gesù il Figlio di Dio che si immola come vittima per espiare i nostri peccati e redimerci. Vedere Cristo sulla croce ci ricorda quanto ha sofferto per nostro bene e per dimostrarci fino a che punto giunge il suo immenso amore per ciascuno di noi. E chi altro possiamo amare se non Colui che pur essendo Dio ha voluto sacrificare la sua vita per noi?

Mi sono piaciute molto le parole d'amore che hai detto a Gesù buono mentre lo adoravi nel Santissimo Sacramento. Il tuo modo di colloquiare “da cuore a cuore” con il Redentore Divino è una vera e propria “orazione mentale”, tanto raccomandata da Santa Teresa d'Avila e da Sant'Alfonso Maria de Liguori. L'orazione mentale è la fornace ardente che tiene ravvivato nei nostri cuori il fuoco dell'amore per la Santissima Trinità. Purtroppo, nel mondo è più difficile raccogliersi interiormente e innalzare il cuore a Dio, poiché ci sono troppe distrazioni e dissipazioni. Invece abbracciando la vita religiosa in un ordine fervoroso e osservante, è facile poter fare vita devota e dedicarsi all'orazione mentale. È bellissimo sapere che vuoi diventare suora per poter amare Gesù ancora di più, consolarLo ed essere sempre accanto a Lui. Insomma, tu vuoi che solo Gesù sia il Re del tuo cuore. Comprendo la tua gioia nel visitare uno dei monasteri di clausura del ramo contemplativo delle Servidoras, è stata certamente un'esperienza splendida. Il mondo pensa che le claustrali siano persone tristi e infelici che vivono rinchiuse dietro le grate come delle carcerate. Invece tu stessa hai potuto notare la grande gioia interiore che emanavano dai loro volti. Come è possibile? Il motivo è che sono innamorate del loro dolcissimo Sposo, e grazie alla clausura possono vivere continuamente raccolte alla presenza di Dio, senza che le vanità che infestano il mondo possano distrarle. È normale che persone che vivono continuamente unite a Gesù siano internamente gioiose; si tratta di una gioia che i mondani non possono comprendere. Vedo che ti sei ambientata subito tra le Servidoras! In effetti nei loro conventi si respira tanta gioiosa carità fraterna, quindi è facile trovarsi come a casa propria. Spero tanto che tu possa tornare presto lì da loro, magari per trascorrere gran parte dell'estate. Mi ha fatto piacere sapere che ardi dal desiderio di donare al Redentore Divino il resto della tua vita. Sarebbe bello se tante altre ragazze che adesso sono schiave delle vanità del mondo, si innamorassero anche loro di Gesù! Prega ardentemente Nostro Signore di “catturare” tante altre giovani, donando loro la grazia della vocazione religiosa. Entrando in un convento fervoroso è molto facile salvarsi l'anima, vivere felici e con la pace nel cuore già su questa terra, ma ancora di più in Cielo per tutta l'eternità! Siamo stati creati per amare Dio, tutto ciò che non ci conduce a Lui è vanità delle vanità. È assurdo attaccare il proprio cuore a dei beni materiali che con la morte dovremo lasciare. Inoltre, a che giova conquistare il mondo intero se poi si perde l'anima? Dobbiamo vivere solo per il Signore, ricercando la perfezione della vita cristiana, la salvezza delle anime e la maggior gloria di Dio.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter

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Le donne che desiderano fare un'esperienza vocazionale tra le Servidoras possono contattare queste suore scrivendo al loro indirizzo: vocazione@servidoras.org



(.)

mercoledì 19 maggio 2021

Dell'aridità di spirito

Brano tratto da "Riflessioni divote", di Sant'Alfonso Maria de Liguori.


Dice s. Francesco di Sales che la vera divozione e il vero amore verso Dio non consiste nel sentire consolazioni spirituali nell'orazione e negli altri esercizi divoti, ma nell'avere una volontà risoluta di fare e di volere solo quel che vuole Dio. Questo è l'unico fine per cui dobbiamo far l'orazione, le comunioni, le mortificazioni ed ogni altra cosa che piace a Dio, quantunque le facciamo senza sapore ed in mezzo a mille tentazioni e svogliatezze di spirito. Con aridità e tentazioni (dice s. Teresa) fa prova il Signore de' suoi amanti. Benché tutta la vita duri l'aridità, l'anima non lasci l'orazione: tempo verrà che tutto le sarà molto ben pagato.

Come avvertono i maestri di spirito, in tempo di desolazione dobbiamo principalmente esercitarci in atti di umiltà e rassegnazione. Non vi è tempo migliore a conoscere la nostra impotenza e miseria, che quando stiamo aridi nell'orazione, tediosi, distratti e svogliati, senza fervore sensibile ed anco senza desideri sensibili di avanzarci nel divino amore. Allora l'anima dica: Signore, abbiate pietà di me, vedete come sono inetto anche a fare un atto buono. Bisogna inoltre rassegnarsi, e dire: Dio mio, volete tenermi così oscuro, così afflitto; sempre sia fatta la vostra volontà. Non voglio esser consolato, mi basta qui stare solo per darvi gusto. E così bisogna persistere nell'orazione sino al tempo determinato.

La maggior pena poi delle anime d'orazione non è tanto l'aridità, quanto l'oscurità in cui l'anima si vede spogliata di ogni buona volontà e tentata contra la fede e contra la speranza. Talvolta si aggiungono impeti di tentazioni, e di tal differenza, ch'ella resta con gran timore di aver perduta anche la divina grazia, e le pare che Dio per li suoi difetti l'abbia discacciata da sé ed abbandonata; in modo che allora si vede come odiata da Dio; perciò in quel tempo la tormenta anche la solitudine e l'orazione le sembra un inferno. Allora bisogna far coraggio, e bisogna sapere che quei timori di aver dato consenso alla tentazione o alla diffidenza, quelli sono timori, son tormenti dell'anima, ma non sono atti volontari e perciò sono liberi da peccato. In quel tempo la persona ben resiste colla volontà alle tentazioni, ma per le tenebre che l'ingombrano non arriva a conoscerlo distintamente. E ciò si manifesta poi colla sperienza, mentre se appresso le occorresse di commettere un semplice peccato veniale avvertito, l'anima che ama Dio accetterebbe prima mille volte la morte.

Pertanto non si affanni allora a volere accertarsi che sta in grazia di Dio e che non vi ha peccato. Voi volete allora conoscere e star sicura che Dio vi ama; ma Dio in quel tempo non vuole farvelo conoscere, ma vuole che solo attendiate ad umiliarvi, a confidare nella sua bontà ed a rassegnarvi nel suo volere. Voi allora volete vedere, e Dio non vuole che vediate. Del resto dice s. Francesco di Sales che la risoluzione che avete (almeno colla punta della volontà) di amar Dio e di non volergli dare il minimo disgusto deliberato, vi assicura che state in grazia di Dio. Abbandonatevi in quel tempo in braccio alla divina misericordia; protestatevi che non volete altro che Dio e la sua volontà, e non temete. Oh quanto sono cari al Signore questi atti di confidenza e di rassegnazione fatti in mezzo a quelle tenebre spaventose!

S. Giovanna di Chantal per 41 anni patì queste pene interne accompagnate da tentazioni terribili e da timore di stare in peccato e di essere abbandonata da Dio. Era tanta la pena, che diceva in quel tempo, il solo pensiero della morte darle qualche sollievo. Diceva: Talvolta sembrami che se ne fugga la pazienza, ed io resti in punto di lasciare ogni cosa e di abbandonarmi alla perdizione. Negli ultimi otto o nove anni di sua vita le sue tentazioni invece di mancare furono più fiere, onde o facesse orazione o lavorasse, era sì grande il suo martirio interno, che faceva compassione ad ognuno che la praticava. Le pareva alle volte che Dio la discacciasse da sé: onde per sollevarsi volgeva lo sguardo da Dio; ma non trovando quel sollievo che cercava tornava a guardare Dio, benché le sembrasse contra lei sdegnato. Nell'orazione, nella comunione e negli altri esercizi divoti non provava che tedio ed agonia. Le pareva essere, come un infermo oppresso da' mali, impotente a voltarsi all'altro lato, muto che non potesse spiegare le sue angosce, cieco che non vedesse alcuna porta per uscire da quel fondo. Le sembrava aver perduto l'amore, la speranza e la fede; del resto ella teneva il guardo fisso in Dio riposando in braccio alla divina volontà. Diceva di lei s. Francesco di Sales che l'anima sua benedetta era un musico sordo ch'eccellentemente canta, ma non gode della sua voce perché non la sente. L'anima dunque che si trova nella prova dell'aridità, per quanto si veda oppressa dall'oscurità non si perda d'animo, confidi nel sangue di Gesù Cristo, si rassegni nel divino volere e dica così:

Gesù speranza mia, e unico amore dell'anima mia, io non merito consolazioni; datele a chi sempre vi ha amato, io mi ho meritato l'inferno, e di esser ivi da voi per sempre abbandonata, senza speranza di potervi più amare. Ma no, mio Salvatore, ogni pena accetto, punitemi quanto volete, non mi private di potervi amare. Toglietemi tutto, ma non voi. Miserabile qual sono, io v'amo più di me stessa e tutta a voi mi dono, non voglio vivere più a me stessa. Datemi forza di esservi fedele. O speranza de' peccatori, Vergine santa, nella vostra intercessione io confido; fatemi amare il mio Dio che mi ha creato e redento.



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