domenica 31 gennaio 2021

La carità essenza della santità

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena.


La carità è così essenziale nella vita soprannaturale che dalla sua presenza o assenza dipende per il cristiano lo stato di vita o di morte. Chi non possiede la carità non possiede neppure la grazia santificante, la quale ne è assolutamente inseparabile: « chi non ama, rimane nella morte » (I Gv. 3, 14). D’altra parte, chi possiede la carità, possiede la grazia, quindi partecipa della vita di Dio: « chi sta nella carità, sta in Dio e Dio in lui » (ivi, 4, 16); e, come insegna S. Tommaso, « la carità... unisce l’affetto dell’uomo a Dio, al punto che l'uomo non viva più per se stesso, ma per Iddio » (IIa IIae, q. 17, a. 6, ad 3).

Tre sono le virtù teologali infuse in noi assieme alla grazia santificante: fede, speranza e carità. Tutte e tre hanno per oggetto Dio, ma di queste « la più grande è la carita » (I Cor. 13, 13). Più grande, perchè senza carità non vi può essere vita cn'stiana; più grande, perchè non verrà mai meno, perchè è la forza unitiva che ci congiunge a Dio, perchè è una partecipazione di quella carità infinita che è Dio stesso. Infatti, al farisco che l’interrogava sul massimo precetto della legge, Gesù ha risposto: « Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo comandamento » (Mt. 22, 37 e 38).

Quando la carità sarà in noi perfetta ci manterrà pienamente uniti a Dio e orienterà verso di lui tutte le nostre attività; quindi nella misura in cui un’anima è dominata dalla carità, è matura nella vita soprannaturale, è più o meno santa.


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].






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sabato 30 gennaio 2021

Sprecare la vita o donarla a Dio?

Tempo fa una lettrice mi ha chiesto gentilmente di postare sul blog una lettera che scrisse a delle suore.


Pace e bene sorelle,
                                  sono una ragazza di 25 anni in discernimento vocazionale, [...] ho conosciuto e letto tante cose sulla vostra Fondatrice, nella sua storia ho trovato la mia, qualcosa di me, di ciò che sono, che il Signore mi fa essere. Quando sono stata dalle suore del vostro Istituto, stare con i bambini, parlare con le sorelle, con Gesù, ho capito qualcosa, ma il Signore mi fece cercare qualcosa di profondo. Sentii la prima chiamata il 27 agosto 2000, e dopo dolori e sofferenze, dopo che Gesù mi ha fatto assaporare la sofferenza della sua croce affinché mi innamorassi di Lui, ecco che mi ha guarita. Sentii la sua voce nel seguirlo, nel seguire san Francesco... l'amore per i poveri. Evangelizzare, portare la parola di Gesù in terre lontane, dove la povertà regna... è quello che mi chiede il Signore, amare i poveri, gli ammalati, portare Gesù da loro, aiutarli, confortarli, assisterli. Ho avuto esperienze stupende di contatti con poveri, specie bambini; la cosa che ho visto in loro? LA GIOIA DI VIVERE NONOSTANTE TUTTO. CHE GIOIA MI HA RESO QUESTO! E IO STRUMENTO DEL MIO AMATO Gesù, HO TRASMESSO IL SUO AMORE, IN UN SEMPLICE ABBRACCIO, UNA CAREZZA. Sono stata stravolta dall'amore di Gesù, mi sono innamorata così profondamente che non ho visto e sentito niente... solo una cosa... mi indicava la povertà, aiutare i poveri, i bisognosi, gli ammalati, mi indicava di seguire Francesco. Io lo ringrazio infinitamente per aver sofferto tanto, perché da questa mia sofferenza è stato lì che Gesù mi ha chiamato a scoprire il suo amore infinito, e solo se mi affidavo a Lui e alla sua misericordia potevo stare bene. E così, quella sera del 27 agosto pregai fino allo sfinimento il Signore affinché mi facesse veramente la grazia di guarire... (ha voluto aspettare tutto questo tempo, ha voluto che portassi le mie croci come le sue, di salire sul Calvario per poi rinascere a vita nuova), stavo a casa, non uscivo, stavo male, ma quella sera decisi di uscire... andai in chiesa ...Lui era lì... mi aspettava... c'era il Santissimo esposto... mi sedetti e il mio cuore è stato invaso ...ho sorriso dopo anni di tristezza...Lui era il mio unico consolatore...l'amore che da sempre cercavo e mai trovavo. Tornai a casa, non cenai, andai in camera... mi misi davanti al crocifisso di san Damiano a parlare con il mio amato. Pregai, lo pregai davvero incessantemente; ero stanca di soffrire, di pensare a me, di sprecare la mia vita così, avevo capito che il Signore mi voleva mettere davanti un disegno d'amore grande... che all'inizio avrei fatto fatica a capire. Il Signore voleva farmi capire che la mia salvezza avrebbe portato frutti... come il famoso seme, resta solo un seme se non cade nella terra e non muore; ma se muore produce molti frutti. Poi andai a letto, l'indomani mi alzai, feci colazione, sorridente, cantai l'anima mia magnifica il Signore... e uscii. Mia madre rimase sconvolta, ero cambiata...andai da Gesù, non potevo farne a meno. Tornata a casa... pranzai, mia madre mi osservava e mi disse: E' UN MIRACOLO ... lo capii anche io! Capii davvero che il Signore mi fece passare attraverso la sua croce ... affinché capissi tutto, ero prescelta, ero sua, ecco perché non ho trovato mai l'amore, perché quell'amore era Gesù. Lui che mi ha colmato il vuoto interiore, Lui che ha purificato il mio cuore. Sono stata male per tanto tempo, per cosa? Per chi? L'unica risposta adesso è Gesù! Mi sono posta diverse domande! Perché sprecare la mia vita nell'egoismo di me stessa? Perché comprarmi abiti di marca quando ci sono ragazzini che non hanno nemmeno un tozzo di pane? Perché uscire il sabato sera, con vestiti attillati, andare in discoteca, sballarsi, quando potremmo incontrarci con gruppi di giovani e andare da Gesù che ci riempie di gioia e amore? Perché fare diete, essere belle, truccarsi per fare colpo, quando dietro quella maschera ci sono occhi tristi e pieni di rabbia? Io mi sono chiesta davanti al mio caro Gesù queste domande, e penso non è questa la vita che voglio. Sprecarla cosi? ma scherziamo? e Gesù? e i poveri? Amo i poveri, ecco perché voglio stare con i poveri, e per i poveri... insieme a Gesù, perché in loro vedo tutto, vedo Gesù! Io sono pienamente felice, innamorata. Io amo Gesù, Lui è il mio tutto, tutto quello che mi è sempre mancato... con Lui vivo... perché Lui vive in me. Io ho trovato la mia vita... la mia gioia, la mia felicità, aiutando i bambini e i ragazzi poveri, i più bisognosi, gli ammalati, portando e avvicinando Gesù a tutti loro... che bello!!! Vorrei davvero far parte della vostra Famiglia Religiosa, stare con voi sorelle, perché ormai non ho più dubbi, io voglio consacrare la mia vita a Gesù!





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venerdì 29 gennaio 2021

Un papà ostile alla vocazione della figlia

Riporto l'e-mail di una ragazza che ha un padre ateo, il quale non vuole che la figlia diventi suora...


Ciao D.!
[…] Ho delle bellissime notizie da darti. In questo anno ho continuato il cammino di discernimento vocazionale, insieme a un sacerdote diocesano straordinariamente bravo, che mi ha fatto da direttore spirituale. A settembre ho fatto gli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio [...]. Finalmente, proprio durante la meditazione sull'elezione dello stato di vita, Dio mi ha mostrato chiaramente che mi vuole tutta per sé, come sua sposa, proprio tra le [...]! Sono tanto felice, ma anche molto spaventata. Sono certa che il discernimento che ho fatto sia giusto, anche perché la mia scelta è maturata in un tempo molto lungo ed ha preso forma definitivamente in un tempo di grande pace interiore e consolazione, che, come dice Sant'Ignazio, è quello giusto per prendere decisioni. Il mio direttore spirituale ha approvato la mia scelta. Mi ha detto che aveva visto in me una chiamata sincera già da qualche mese e che aspettava il momento in cui io fossi stata matura abbastanza da rendermi conto autonomamente di questa volontà di Dio su di me. 

Purtroppo dovrò aspettare ancora qualche tempo prima di entrare al postulandato, per finire di laurearmi. Ormai ho dato tutti gli esami e sto effettuando il tirocinio finale, per cui è questione di qualche mese. […] Le mie amiche mi parlano di ragazzi, ma io mi sento già fidanzata con Gesù e vorrei gridarlo a tutto il mondo. Inoltre soffro, perché mi sento come se stessi ingannando i miei genitori. Seguendo le indicazioni del mio direttore spirituale, ho deciso di non dire loro niente riguardo alla mia scelta, finché concretamente non avrò stabilito la data per entrare in convento. Questo per risparmiarmi la prova di mesi durante i quali certamente tenterebbero di farmi cambiare idea. Tuttavia ora che la laurea si avvicina, spesso mi chiedono cosa ho intenzione di fare dopo, se intanto voglio iniziare a preparare il curriculum, eccetera. Io rimango sul vago, rispondo sempre che il dopo è nelle mani di Dio e che non si devono preoccupare, ma mi sento come se stessi tramando contro di loro. Mi chiedo spesso come farò a dare loro la notizia, per me così bella e per loro così terribile... Ho paura soprattutto di far soffrire mio padre, che è ateo e che una volta mi ha detto che preferirebbe una figlia morta a una figlia suora. So che si vergognerà di me e che probabilmente smetterà di parlarmi. Ho paura di questo.

[…] Scusami se mi sono dilungata così tanto, ma sentivo da tanto il bisogno di sfogarmi con qualcuno e il fatto di non poter parlare della mia vocazione mi sta corrodendo. Tutti mi chiedono dei miei progetti e sembra che io non voglia pensare al futuro, quando invece sto proprio correndo a perdifiato verso la meta, il mio Signore e mio Dio che mi tende le braccia!

La risposta a tutte le mie angosce la conosco già: abbandonarsi a Dio totalmente, confidare in Lui senza riserve. Sarà Lui a prendersi cura di me. 

Grazie per avermi ascoltato e per il prezioso aiuto che dai a tante persone, affinché trovino la loro strada. 

Prega per la mia serenità e perseveranza. 
Un caloroso saluto in Gesù e Maria,

(lettera firmata)



Cara sorella in Cristo,
                                            sono molto contento di sapere che ardi dal desiderio di donare la tua vita a Dio abbracciando la vita consacrata e divenendo sposa di Gesù Cristo in uno dei più fervorosi e osservanti istituti religiosi missionari.

Considero saggio ciò che ti ha detto la tua guida spirituale, cioè di aspettare ancora un po' di tempo prima di confidare ai tuoi genitori che hai deciso di rispondere affermativamente alla chiamata del Redentore Divino allo stato di vita più perfetto. Secondo Sant'Alfonso Maria de Liguori spesso i genitori sono i peggiori nemici delle vocazioni religiose, perché tentano in tanti modi di distogliere i figli dal pensiero di consacrarsi a Dio. E ciò avviene non solo tra i genitori atei, ma anche tra quelli che sono cattolici praticanti. 

Lo stesso Sant'Alfonso raccomanda ai giovani di non confidare ad amici e parenti la decisione di abbracciare la vita religiosa, appunto per evitare le persecuzioni dei mondani (soprattutto dei parenti). Quindi non devi sentirti in colpa se, quando qualcuno ti domanda cosa farai dopo la laurea, rispondi in maniera vaga e generica. I manuali di Teologia Morale insegnano che quando non vogliamo confidare una cosa a persone che non sono tenute a saperla, possiamo tranquillamente rispondere con frasi vaghe e generiche. Quindi puoi stare tranquilla che ciò che stai facendo non è affatto una cosa riprovevole, ma anzi è una cosa giusta e che quindi non costituisce nemmeno colpa veniale.

Purtroppo, i mondani hanno una visione materiale della vita, per loro lo scopo sulla terra è quello di ammassare beni materiali, avere successo, andare a ballare, divertirsi sfrenatamente, bere, mangiare, ridere e scherzare, pertanto fanno fatica a capire per quale motivo una persona possa decidere di lasciare tutto e di seguire Cristo abbracciando i consigli evangelici (povertà, castità e obbedienza) e dedicandosi all'ascetica, alla preghiera e all'apostolato per la propria personale santificazione e per la conversione e la salvezza delle altre anime, per la maggior gloria di Dio. 

Comunque, non preoccuparti di quel che dirà tuo padre quando saprà che hai deciso di entrare in convento. Ci sono stati altri genitori che si sono opposti, ma poi quando c'è stata la vestizione religiosa sono andati alla cerimonia ed erano i più commossi e felici di tutti.  :-)

Carissima in Cristo, in questi ultimi mesi che ti separano dall'abbandonare il mondo traditore per andare a vivere nella casa di Gesù buono che ti sta chiamando alla sua sequela, il demonio tenterà con le lusinghe o con le persecuzioni di convincerti a cambiare idea e a rinunciare alla vocazione religiosa. In realtà si tratta di una prova d'amore nei confronti del Signore, cioè dovrai dimostrargli che il tuo amore per Lui è più forte di tutte le avversità. Ricordati che maggiori sono le avversità, più bella è la vittoria!

Quando avrai altri dubbi e timori, oppure vorrai avere semplicemente delle parole di conforto, non esitare a scrivermi ancora. Per me è una grande gioia chiarire i dubbi e incoraggiare coloro che si sentono attrarre da Gesù alla vita religiosa.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter





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giovedì 28 gennaio 2021

Fidanzata ma attratta dalla vita religiosa

Una ragazza fidanzata mi raccontò di pensare spesso alla vita consacrata...


Caro D. spero che non ti sia offeso se nell'ultima mail mi sono permessa di dirti quale potrebbe essere la tua vocazione.

Ti ho detto così perché mi stupisce obiettivamente che tu che sei un "semplice fedele laico" riesca a consigliare così bene e così dottamente le persone. E' evidente secondo me, dato anche il numero di persone che segue giornalmente il blog, che il Signore è molto contento dell'opera che tu svolgi perché riesci a toccare tutte le anime come se le conoscessi personalmente, e io sono anche convinta (e d'altra parte ci sono tanti esempi anche nel passato) che quest'opera che tu svolgi sia molto gradita al Signore.

[…] Il motivo per cui ti scrivo di nuovo è che vorrei chiederti se secondo te può essere possibile che la vocazione sia una tentazione. So che come domanda può sembrare un po' assurda, ma il fatto è che, per cercare di esporti brevemente la mia difficoltà, ultimamente mi sto molto spesso interrogando su questo punto. Secondo te il pensiero della vocazione può a volte tramutarsi in una "tentazione" se di fatto impedisce di prendere con serenità e pace una decisione riguardo alla propria vita?

Grazie per la pazienza che hai sempre nell'ascoltare i tuoi lettori!!

Un caro saluto in Gesù e Maria,

(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo, 
                                     che ne diresti di partecipare agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio? Potrebbero essere molto utili per capire quello che Dio vuole da te.

Tu sai che io faccio "propaganda" per la vita religiosa, però non consiglierei mai di entrare in convento a chi non ha questa vocazione. Il Signore vuole che tu diventi come Zelia Guerin o come Francesca Cabrini? Se dipendesse da me, sai benissimo cosa ti direi di fare. Ma io non conto nulla, ciò che conta e ciò che spero veramente è che tu faccia la volontà di Dio. Quello che vuole Lui, va bene anche a me. Comunque, ritengo molto positivo il fatto che stai riflettendo adesso che sei ancora in tempo. Tanti lettori del blog (ma soprattutto lettrici) vorrebbero entrare in convento, ma hanno un vincolo coniugale...

Quindi apprezzo il fatto che tu voglia riflettere ancora una volta su quale stato di vita eleggere prima di prendere una decisione definitiva. Una volta che l'avrai presa (dopo un ritiro spirituale) non dovrai tornarci più col pensiero (così consigliava s. Alfonso).

Il pensiero della vocazione può essere una tentazione? Se viene da Dio, no; mentre se viene dal demonio può essere un trucco per creare confusione e incertezza nella tua anima. Satana nel torbido pesca sempre qualcosa. Però dobbiamo dire che il diavolo non conosce qual è la tua vera vocazione (cioè se religiosa o matrimoniale), quindi lui stesso non sa cosa "consigliarti" di fare. La sua speranza è che tu faccia il contrario della volontà di Dio.

Il pensiero di diventare moglie (di un uomo della terra) ti entusiasma oppure ti preoccupa un po'? E il pensiero della vita religiosa ti entusiasma? Ti sentivi più felice quando stavi in convento o quando stai in compagnia del tuo fidanzato? Le responsabilità della vita matrimoniale ti spaventano oppure no? (mi riferisco al debito coniugale, al controllo delle nascite, all'educazione della prole, eccetera).

Ovviamente non sei tenuta a rispondermi. Ti ho fatto queste domande affinché risponda principalmente a te stessa. Comunque, ci sono altre persone che poco prima del matrimonio hanno lasciato tutto e sono entrate in convento. Chissà cosa accadrà a te. :-)

Te lo ripeto, io vorrei che tu diventassi suora solo se lo vuole Iddio. Solo facendo la sua volontà si può essere davvero felici e realizzati. Ti ho parlato con franchezza, spero di esserti stato di qualche utilità.

In Corde Matris,

Cordialiter





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mercoledì 27 gennaio 2021

Lasciare il mondo ed abbracciare la vita religiosa

Ripubblico la lettera che qualche anno fa mi ha scritto una ragazza prima di abbandonare il mondo traditore ed entrare tra le “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”.

Caro fratello in Cristo,
                                     è con grande gioia che ti comunico che il 28 gennaio tornerò a Segni accompagnata dai miei genitori, per iniziare la mia avventura da postulante. Questo periodo è stato il più difficile perché era quello dell’incertezza sullo stato di vita da eleggere …anche la scelta dell’ordine in cui entrare non è una cosa semplice…

Grazie di cuore perché in questo periodo tutti i tuoi blog mi hanno sostenuta…è stato un po’ come avere qualcuno con cui parlare ogni giorno, dato che in famiglia non trovo molto spazio per parlare di cose spirituali…il tuo blog è stato il mio nutrimento spirituale, assieme ai libri cattolici e all’adorazione Eucaristica. Grazie anche perché il tuo blog mi ha fatto conoscere le Servidoras. Prego ogni giorno affinché il Signore mi faccia essere perseverante, e spero tanto di diventare Sua “sposa” e “madre delle anime”, come diceva S. Teresa di Gesù Bambino. [...] ero indecisa se frequentare prima l’università…anche per poter essere più utile all’ordine…ma poi sono stata conquistata dalla vita “angelica” della vita consacrata e non ho avuto più dubbi. […].

Grazie ancora,
(lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per la splendida notizia che mi hai dato!

Sono felicissimo di sapere che tra pochi giorni abbandonerai il mondo traditore e abbraccerai la vita religiosa. Grande deve essere la tua gratitudine nei confronti di Gesù buono per averti dato il dono inestimabile della vocazione religiosa. Su questa terra dobbiamo salvarci l'anima amando Dio e osservando la sua Legge. Entrando in un convento fervoroso e osservante è molto più facile salvarsi e ricercare la perfezione cristiana. Per questo motivo sono contento che entrerai tra le Servidoras, che io considero uno dei migliori istituti religiosi presenti in Italia. Consiglio spesso di fare un'esperienza vocazionale tra le Servidoras, anche perché queste suore beneficiano dell'assistenza spirituale dei Padri dell'Istituto del Verbo Incarnato, i quali hanno una buona preparazione dottrinale, sono zelanti del bene delle anime, celebrano la Messa in maniera attenta e devota, e sono anche gentili e cordiali.

Pregherò il Signore di concederti la grazia della perseveranza. Infatti il demonio potrebbe tentare di farti abbandonare il convento facendoti venire nostalgia dei parenti, degli amici e delle false gioie del mondo. Non cascare in questa trappola, il mondo è traditore! Promette di far felici i suoi seguaci, ma in realtà li inganna. Il nostro cuore è stato creato per amare Dio, e solo in Lui può trovare la pace interiore e la vera gioia. Le ricchezze, il successo e i divertimenti mondani non hanno mai fatto felice nessuno.

Ho apprezzato molto la determinazione con cui hai deciso di abbracciare la vita religiosa. Spero tanto che nel tuo convento di Segni possano venire presto molte altre lettrici del blog. :-)

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter





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martedì 26 gennaio 2021

Spirito di sacrificio

Mi hanno edificato molto le storie vocazionali di ex soldati, penso ad esempio a Sant'Ignazio di Loyola, Fra Tommaso Maria di Gesù e Padre Gabriele da Casotto.

I militari devono amare lo spirito di sacrificio per poter resistere alle privazioni che è necessario sopportare durante i periodi di guerra. Anche i religiosi devono amare lo spirito di sacrificio, non per vanagloria, ma per amore della penitenza. "O penitenza, o inferno" era una scritta che campeggiava all'interno di un convento di stretta osservanza. È proprio così, bisogna abbracciare la vita religiosa per fare penitenza e seguire la strada della perfezione cristiana. Chi volesse entrare in monastero con l'intento di condurre una vita comoda e rilassata dimostrerebbe di non avere una vera vocazione, ma dimostrerebbe piuttosto di essere un imboscato.

Apprezzo molto lo stile di vita degli ex soldati che hanno abbracciato la vita religiosa. Costoro in genere hanno conservato una ferrea disciplina militare, un forte spirito di sacrificio, un combattivo spirito apostolico e il disprezzo per la vita comoda, così come è avvenuto per Sant'Ignazio di Loyola, che prima di fondare un ordine religioso fu un valoroso soldato.

"Fate fondere le nostre brande, il soldato italiano sa dormire per terra", recitava un manifesto al tempo della guerra. Anche i religiosi devono essere disposti a sopportare dei sacrifici pur di salvare le anime e dare gloria a Dio. Pensiamo ad esempio a quegli eroici missionari che in Africa sopportano dure privazioni per portare il Vangelo ai popoli pagani. Sin dal noviziato bisogna impegnarsi a disprezzare la vita comoda e prepararsi ad affrontare i tempi duri, proprio come avviene nei periodi di guerra. Anche la vita del cristiano è un continuo combattimento contro i nemici dell'anima. Militia est vita hominis super terram (Iob 7,1), diceva appunto il Santo Giobbe. A maggior ragione è un combattimento la vita del religioso, il quale ha fatto voto a Dio di osservare una castità totale, un'obbedienza cieca e una povertà evangelica.

Chissà se tra i lettori del blog c'è anche qualche soldato che non ha ancora eletto il proprio stato di vita. Il mio consiglio è di ritirarsi alcuni giorni in qualche monastero osservante per comprendere quale sia la divina volontà. Forse Dio sta chiamando qualcuno ad abbandonare le stellette militari e ad arruolarsi in qualche ordine religioso di stretta osservanza per combattere la buona battaglia delle fede e conquistare anime da annettere alla Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo.





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lunedì 25 gennaio 2021

Gesù va alla ricerca della pecorella smarrita

Carissimi lettori, grazie a questo blog ho avuto la possibilità di ricevere tante lettere da parte di persone innamorate di Dio. Mi edifica l'anima leggere e-mail piene di unzione spirituale come quelle che mi ha inviato una ex "pecorella smarrita". Ripubblico la sua lettera per vostra edificazione.


Salve,
          ti do del tu, perché tu stesso dici che così desideri, e ti faccio i complimenti per i tuoi blog, che propongono delle riflessioni sempre interessanti.

Io ero una pecorella smarrita nel mondo, nella carriera in una grande città, nei costumi moderni. Poi nel giro di due settimane ho lasciato tutto e sono tornata a casa, in ogni senso. Inizialmente non capivo quale forza mi avesse spinto a liberarmi dalla mia schiavitù, poi ho sempre più cercato la vicinanza ai luoghi sacri, alle letture sacre e ho capito chi mi aveva dato la forza. Ora mi segue un buon frate per cercare di capire cosa devo fare di questa mia fede ritrovata così fortemente. Spesso sogno la vita di clausura, ma so bene che è troppo presto! Chiedo anche a te, se puoi, di ricordarmi nelle tue preghiere così da aiutarmi a capire la natura di questo nuovo dialogo con il Signore.

La mia storia è molto lunga e la prima volta che parlai con il frate che mi segue mi disse che gli ricordava quella di Agostino - naturalmente facendo le debite proporzioni!!!

Da sempre ho cercato la verità, ma spesso nei luoghi sbagliati. Mi sono laureata in filosofia e ho preso un dottorato, sempre in filosofia. Ho studiato all'estero e al mio ritorno ho cominciato a lavorare a Milano nel luccicante mondo della cultura. E delle bugie. Già ai tempi dell'università la mia anima era straziata dal dubbio e dal dolore che mi procuravo da me allontanandomi da Dio, tanto che a 21 anni fui ricoverata in ospedale per un esaurimento nervoso. La vita a Milano e il lavoro, le persone che ero costretta a incontrare e le vanità a cui assistevo quotidianamente non hanno fatto altro che acuire il mio malessere. Ma questa volta non mi sono lasciata sopraffare dalla disperazione e ho finalmente seguito il forte sentimento di Amore che provavo, e che era soffocato dalla mia vita artificiale e falsa. Ho ricominciato a leggere Agostino, che mi ha aiutato tantissimo, Teresa D'Avila e la Bibbia. Ho deciso di lasciare tutte quelle falsità, sono tornata a casa e mi sono iscritta a teologia. Ma ancora non mi basta!

La persona che mi segue è, giustamente, molto cauta. E poi se il buon Gesù mi ha aspettata fino ad ora forse è giusto che anche io impari ad essere paziente. Anche perchè il cammino è lungo e io voglio affrontarlo con il massimo rispetto. Ho certamente pensato ad un ritiro [...] e anzi, è un momento che sogno!! Ma voglio essere davvero pronta quindi se sai indicarmi qualche ordine accetto volentieri il consiglio, ma aspetterò comunque di sapere cosa ne pensa anche il mio buon frate. Faccio anche parte di un coro gregoriano da un po', insomma sto cercando di lodare il nostro Signore in ogni aspetto della mia vita!

[...] A presto allora e grazie

(lettera firmata)





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domenica 24 gennaio 2021

Pregare per le anime dei sacerdoti

Riporto alcuni brani di una lettera che Santa Teresa di Lisieux scrisse il 14 luglio 1889 a sua sorella Celina.

Mia cara Celina,
                          La mia anima non t'abbandona. Soffre l'esilio insieme con te!… Oh! quanto costa vivere, restare su questa terra d'amarezza e d'angoscia… Ma domani… un'ora, e saremo in porto. Che felicità! Come sarà bello contemplare Gesù faccia a faccia per tutta l'eternità! Sempre, sempre più amore, sempre gioie più inebrianti... una felicità senza nubi...

[...] Amiamolo fino al punto da soffrire per lui tutto ciò che vorrà, anche le pene dell'anima, le aridità, le angosce, le freddezze apparenti. È veramente un grande amore l'amare Gesù senza sentire nessuna dolcezza. È un martirio... Ebbene! Moriamo martiri ! [...] Celina, nei brevi istanti che ci restano , non perdiamo il nostro tempo... salviamo le anime... le anime. «Esse si perdono come fiocchi di neve» e Gesù piange, e noi… noi pensiamo ai nostri dolori senza consolare il nostro Fidanzato! Celina mia, viviamo per le anime, siamo apostoli, salviamo soprattutto le anime dei sacerdoti, queste anime che dovrebbero essere più trasparenti del cristallo… Ahimè! quanti cattivi sacerdoti, quanti sacerdoti che non sono santi abbastanza! Preghiamo, soffriamo per loro e nel giorno finale Gesù ci mostrerà la sua riconoscenza. Noi gli porteremo in dono le anime!…

Celina, comprendi il grido del mio cuore? Insieme, sempre insieme,

Celina e Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo


["Gli Scritti" di S. Teresa di Gesù Bambino, Edizioni OCD, traduzione a cura di Dante Giovannini].





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sabato 23 gennaio 2021

Celebrare la Messa con sacralità e devozione

Per quanto riguarda la Messa moderna, promulgata da Paolo VI nel 1969, è un vero dramma vedere i numerosi abusi liturgici che l'affliggono. Non si tratta di “casi isolati”, ma di casi diffusi. Ad esempio alcuni anni fa la Congregazione del Culto Divino emise un documento intitolato “Redemptionis sacramentum” (LEV), con cui tra le altre cose ribadiva al n.93 che “È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada.”. Purtroppo, in tantissime chiese il piattino sotto il mento dei comunicandi continua ad essere inutilizzato, e Gesù presente interamente anche nei piccoli frammenti finisce per cadere per terra ed essere calpestato dai fedeli. Un'altra cosa che mi fa soffrire molto sono i canti sciatti che dissacrano il rito sacro. Un conto è il meraviglioso canto gregoriano, altro conto sono le canzonette in stile "musica profana" che spesso sentiamo riecheggiare nelle chiese. No, non esagero, pensate che in una chiesa del Veneto è stata cantata addirittura una canzone dei Lunapop, mentre in una chiesa della Lombardia hanno cantato persino le canzoni di Luciano Ligabue! Personalmente, tra la Messa in rito antico (nell'immagine a lato) e la Messa moderna, preferisco la prima perché le sue preghiere, i suoi gesti, i suoi riti mi infondono maggior fervore. Inoltre, è molto più raro che un sacerdote che celebra secondo il rito antico commetta qualche errore durante la Sacra Liturgia.

Gli abusi liturgici oltre ad essere irriverenti nei confronti di Cristo, sono anche di danno per le anime, poiché tendono a desacralizzare il rito e quindi contribuiscono a spegnere la fede e il fervore del popolo. Il Concilio di Trento insegna che la Messa è essenzialmente la rinnovazione incruenta del Santo Sacrificio di Cristo. Non un nuovo sacrificio, ma lo stesso che il Redentore Divino compì sul Calvario, quando si offrì all'Eterno Padre come vittima di espiazione per i nostri peccati. Col suo sacrificio pagò al posto nostro la pena meritata dai nostri peccati. Quando la Messa è celebrata con sacralità e devozione, le anime si accendono di fervore, e spesso nascono delle vocazioni. Fateci caso, i pochi istituti religiosi maschili che hanno molte vocazioni, in genere celebrano la Messa in maniera devota, e senza compiere abusi liturgici.



Ecco alcune foto di Messe celebrate con sacralità e devozione.










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venerdì 22 gennaio 2021

Tornare a Dio

Ripubblico la lettera di una gentile ragazza rumena...

Caro Cordialiter,
                             sono una ragazza di 17 anni della Romania e ho scoperto con piacere il tuo sito. Quando ero bambina pensavo di diventare una suora e questo desiderio è cresciuto con me. Purtroppo, l’adolescenza mi ha fatto cercare la mia felicità altrove, limitando il mio rapporto con Dio. [...] Per evitare l'angoscia dei sacramenti, ho un po' abbandonato la pratica religiosa, salvo a Natale e Pasqua. Giustamente, si potrebbe chiedere come io possa continuare a pensare alla vita religiosa. Io sento sempre questo desiderio di amare Dio, di essere Sua, che non mi lascia. Io ho cercato la mia felicità negli altri e non l'ho trovata. Io proverò a cercarla in Dio, e credo che la troverò, ma ho paura di avanzare da sola, paura di perdere la strada, così io ritardo la mia conversione. Un direttore spirituale potrebbe essermi di aiuto, ma esito ancora a richiedere questo aiuto. Io mi vergogno dei miei peccati, dei miei sentimenti e non so se avrei il coraggio di confidarmi con qualcuno. Io vorrei condividere il mio dolore chiedendovi di pregare per me e spero di ricevere qualche consiglio.

Approfitto dell'occasione per dire che io ammiro molto il tuo blog. [...].

Grazie
(lettera firmata)

Carissima sorella in Cristo,
                                              innanzitutto devo dirti che mi fa molto piacere ricevere lettere dall'estero. È bello sentirsi fratelli nella fede anche se abitiamo in Paesi lontani.

Hai ragione, le creature non possono darci la felicità, poiché il nostro cuore è stato creato per amare Dio, e può trovare pace solo se riposa in Lui. Non ti scoraggiare per i peccati che hai commesso, il Signore è infinitamente buono ed è contentissimo di perdonarci se noi ci pentiamo e confessiamo umilmente le nostre colpe. Ogni volta che un peccatore torna a Dio col cuore pentito, in Cielo gli angeli fanno grande festa. Pensa che Santa Margherita da Cortona, Santa Maria Maddalena, Santa Maria Egiziaca in gioventù furono grandi peccatrici, ma poi si pentirono e vissero santamente il resto della loro vita. Ricevere il perdono da Dio procura grande pace e gioia all'anima.

Sono contento di sapere che hai il desiderio di diventare suora. Ecco alcuni consigli. Per ora non parlare di vocazione con amici e parenti. Cerca di fare molta lettura spirituale leggendo classici del cristianesimo come “L'imitazione di Cristo”, “Storia di un'anima”, “Filotea”, "Pratica di amar Gesù Cristo", ecc. Cerca di trovare un buon sacerdote con cui confidarti. Incomincia a informarti sui vari ordini religiosi femminili per conoscere i loro carismi e capire se ti senti più portata a vivere in un monastero di clausura oppure in un ordine religioso di vita attiva. Ricordati che l'ordine religioso da scegliere deve essere osservante, cioè deve vivere in maniera veramente religiosa e non in maniera rilassata e secolarizzata.

Carissima, io voglio solo che tu sia felice, e potrai esserlo se farai quel che Dio desidera da te. Sappi che vivendo in un monastero osservante sarà molto facile per te salvarti l'anima e cercare la santità. Se Gesù ti chiama ad essere sua sposa, ritieniti molto fortunata, poiché un conto è essere sposa di un uomo della terra, altro conto è essere sposa del Re dei re.

Quando ti senti demoralizzata non esitare a scrivermi, per me è una grande gioia rispondere alle lettere dei lettori per cercare di incoraggiarli al combattimento spirituale.

Restiamo uniti nella preghiera. Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter





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giovedì 21 gennaio 2021

Intervista a una mamma

Tra le lettrici del blog ci sono anche alcune mamme di giovani suore. Sono molto contento che queste mamme, pur essendo persone sposate, fanno propaganda in favore della vita religiosa. Sapendo che una di queste signore ha una figlia suora tra le Servidoras, ne ho approfittato per farle alcune domande, alle quali ha risposto con gioioso entusiasmo. Ormai anche lei è contagiata dal carisma delle Servidoras.

- Sei contenta che Gesù buono ha preso tua figlia come sua sposa, chiamandola ad abbracciare la vita religiosa?

- Sono felicissima di questo dono che ho ricevuto dal Cielo, non avevo mai pensato ad un'eventualità del genere in casa mia.

- Qual è stato il momento più commuovente: quando se ne è andata di casa, quando ha fatto la vestizione religiosa, oppure quando ha fatto i voti?

- I due momenti più commoventi sono stati sia l'uscita di casa, sia quando ha fatto la Vestizione. Quel giorno ho pianto così tanto! Ma è stata una sensazione dolcissima, vedevo le lacrime di gioia di mia figlia ed era la cosa che mi faceva capire quanto lei era felice, e quanto lo dovevo essere io per lei e anche per noi che abbiamo avuto una Grazia immeritata così grande.

- Come avete conosciuto le Servidoras?

- Le abbiamo conosciute in occasione di una missione popolare che hanno fatto nella nostra parrocchia su invito del nostro parroco. È stata una settimana indimenticabile anche per tutti i ragazzi!

- Ogni tanto tu e tuo marito andate a trovare le suore? 

- Le andiamo a trovare di rado perché vivono troppo lontano da noi, ma almeno due volte all'anno facciamo lo sforzo, di solito per la giornata dei giovani, che è diventato un appuntamento fisso, e anche in occasione della giornata della famiglia. 

- Ti piacerebbe fare volontariato nelle loro missioni?

- Si, mi piacerebbe. Purtroppo, però, non ho il tempo in questo momento, ma un giorno forse...

- Che sensazione è sapere che la propria figlia è sposa non di un uomo qualsiasi, ma del migliore di tutti, Gesù Cristo?

- È una sensazione indescrivibile, ci si sente privilegiati. Inoltre è una gioia sapere che lei prega sempre per noi. Qualche volta le dico che ho il Genero più bello del mondo (so di non esserne degna minimamente, ma il Signore è di una bontà infinita e ha messo lo sguardo su chi non merita niente). Ho anche un'altra figlia sposata che mi ha dato un nipotino (gioia bellissima anche questa) ma so di dover pregare molto per questa piccola famiglia, perché nel mondo è sempre più difficile vivere la vita matrimoniale. Ho più paura per la figlia sposata che non per la suora, anche se so che tra poco andrà in missione, ed il mio cuore di mamma spera che non sia troppo lontano per non perderla del tutto di vista, ma bisogna abituarsi anche a questo.

- Tua figlia, prima di conoscere le Servidoras, già si sentiva attrarre alla vita religiosa?

- Circa un anno prima di entrare in convento si era avvicinata molto alla Chiesa e manifestava la voglia di studiare teologia per diventare insegnante di religione. Frequentava il liceo scientifico, e a volte litigava con i suoi compagni perché bestemmiavano o perché parlavano male della Madonna e di Dio. Ciò la rattristava molto. 

- I mondani pensano che vivere in convento sia una cosa triste. Tua figlia è musona o sorridente?

- Se tu la vedessi ti si aprirebbe il cuore, il suo sorriso è veramente stupendo.

- Prima che tua figlia ti confidasse di voler entrare in convento, avevi sospettato qualcosa?

- No, non mi ero accorta di nulla. Quando le ho detto che poteva confidarsi con me oppure poteva farmi capire almeno una briciola di quello che aveva intenzione di fare, lei mi ha risposto che la famiglia è il primo ostacolo di una vocazione.

- Hai ostacolato la partenza di tua figlia?

- Essendo all'epoca ancora minorenne avrei potuto impedirle di partire, ma non ho mosso un dito, e grazie a Dio ho fatto la cosa giusta.

- Che consiglio vuoi dare alle mamme che hanno scoperto che le loro figlie vogliono abbracciare la vita religiosa?

- Un consiglio solo: lasciatele andare e rendetevi conto che siete fortunate ad avere una figlia consacrata. Pregate molto per loro perché non è facile il cammino di perseveranza e santità che devono compiere. Siate felici e gioite per questa grande Grazia.

- Da come parli sembra che tu sia stata contagiata dall'entusiasmo e dallo zelo delle Servidoras. È vero?

- Verissimo! Quando sono con loro tutto il resto diventa niente, i problemi quotidiani spariscono, ci sono solo loro con la loro gioia e con il loro carisma, e si canta, si gioca, si prega, e si canta ancora, e tutto sempre con il sorriso, non mi stanco mai della loro presenza perché ti trasmettono amore puro. È sempre difficile congedarsi a fine giornata, ma io mi sono ricaricata per affrontare di nuovo la vita di tutti i giorni.






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mercoledì 20 gennaio 2021

Il sacerdote deve avere un solo scopo: glorificare Dio guadagnandogli quante più anime è possibile

Di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


[...] Da tutti questi documenti risulta che il sacerdote deve, prima d'entrare nel sacerdozio, avere acquistato un certo grado di santità, e che, divenuto sacerdote, deve continuare a progredire verso perfezione sempre maggiore.

1° Per entrare nel sacerdozio, bisogna aver già acquistato un certo grado di perfezione. È quanto si ricava da tutti i testi del Pontificale da noi citati. Infatti si richiede già dal tonsurato il distacco dal mondo e da sè stesso per attaccarsi a Dio e a Gesù Cristo; e se la Chiesa prescrive degli interstizi tra i vari ordini, è perchè il giovane chierico abbia il tempo d'acquistare a mano a mano le varie virtù che corrispondono a ognun di essi. Lo dice chiaramente il Pontificale: "Atque ita de gradu in gradum ascendant, ut in eis, cum ætate, vitæ meritum et doctrina major accrescat". Ecco perchè si vuole da lui una virtù provata "quorum probata virtus senectus sit". Or questa virtù provata non si acquista che con la assidua pratica dei doveri del proprio stato, delle virtù che il Pontefice viene premurosamente indicando all'Ordinando in ogni ordine che gli conferisce. Dev'essere virtù talmente solida da rassomigliare a quella dei vecchi (senectus sit), i quali con lunghi e penosi sforzi hanno acquistato la maturità e la costanza propria della loro età.

Non è dunque una virtù quale che sia, dice S. Tommaso, quella che è richiesta per l'esercizio del ministero ecclesiastico, ma virtù eccellente: "Ad idoneam executionem ordinum non sufficit bonitas qualiscumque, sed requiritur bonitas excellens". Abbiamo visto infatti che il Pontificale esige dagli Ordinandi la pratica d'una fede robusta ed operosa, d'una grande confidenza in Dio, d'un'amor di Dio e del prossimo che giunga fino al sacrifizio, senza parlare delle virtù morali della prudenza, della giustizia, della religione, dell'umiltà, delle temperanza, della fortezza, della costanza; le quali virtù devono pur essere praticate in alto grado, poichè il Pontefice invoca sopra gli ordinandi i doni dello Spirito Santo, che, compiendo le virtù, ce lo fanno praticare in tutta la loro perfezione. Non basta quindi essere uno di quegli incipienti che sono ancora esposti a ricadere in colpe gravi; ma è necessario, purificata l'anima dalle colpe e dagli attacchi, essersi rassodati nelle virtù che costituiscono la via illuminativa e tendere a sempre più intima unione con Dio.

2° Fatti sacerdoti, non è il momento di fermersi ma anzi di progredire ogni giorno di virtù in virtù, come nota l'Imitazione: "Non alleviasti onus tuum, sed arctiori jam alligatus es vinculo disciplinæ, et ad majorem teneris perfectionem sanctitatis: il vostro carico non si è alleggerito ma siete invece legati da più strette obbligazioni e tenuti a maggiore santità. Il sacerdote dev'essere ornato di tutte le virtù e deve dare agli altri l'esempio d'una vita pura". Oltre che il non progredire è retrocedere [...], vi è, come abbiamo dimostrato parlando del ministero sacerdotale [...], tale obbligo di conformarsi a Gesù Cristo e di edificare il prossimo, che, nonostante tutti i nostri sforzi, restiamo sempre al di sotto dell'ideale tracciato dal Vangelo e dal Pontificale. Dobbiamo quindi quotidianamente pensare che ci rimane ancora molto da fare per conseguirlo: "Grandis enim tibi restat via".

D'altra parte noi viviamo in mezzo al mondo e ai suoi pericoli, mentre i religiosi sono protetti dalle regole e da tutti i vantaggi della vita di comunità. Se dunque essi sono obbligati a tendere incessantemente alla perfezione, non lo saremo anche noi e più di loro? E se noi non abbiamo, per proteggere la nostra virtù, gli esterni baluardi che difendono la loro, non dobbiamo forse supplirvi con una maggior forza interiore, che non può evidentemente acquistarsi che con sforzi spesso rinnovati verso una vita migliore? Il mondo con cui siamo obbligati a trattare tende continuamente ad abbassare il nostro ideale; è quindi necessario costantemente rialzarlo con un ritorno frequente allo spirito sacerdotale.

Questo progresso è dovere tanto più urgente in quanto che dal nostro grado di santità dipende la salute e la santificazione delle anima che ci sono affidate: secondo le leggi ordinarie della provvidenza soprannaturale, un sacerdote fa tanto maggior bene quanto più è santo, come abbiamo dimostrato, [...]. Potrebbe dunque essere conforme alla nostra missione di santificatori di anime, il fermarci a mezzo o anche al principio della via della perfezione, mentre tante anime in pericolo di perdersi ci gridano da tutte le parti di correre in loro aiuto "transiens... adjuva nos?". È chiaro che a questo grido di soccorso non vi è che una sola risposta degna d'un sacerdote, quella di Nostro Signore stesso: "Io mi santifico e mi sacrifico perch'essi siano santificati in tutta verità".

Non esamineremo qui la questione se il sacerdote, obbligato a maggior perfezione interiore del semplice religioso, sia nello stato di perfezione. È questa, a dir vero, una questione di Diritto canonico, che viene comunemente risolta negativamente, perchè il sacerdote, anche se pastore di anime, non ha quella stabilità che è canonicamente richiesta dallo stato di perfezione.

Il sacerdote poi che è nello stesso tempo religioso, ha, com'è chiaro, tutti gli obblighi del sacerdozio, e per di più quelli dei voti, e trova nella regola più copiosi aiuti per essere santo. Ma non deve dimenticare che il suo sacerdozio l'obbliga a perfezione maggiore di quella dello stato religioso.

Così il clero secolare e il clero regolare, senza ombra di gelosia, si stimeranno e si aiuteranno a vicenda, non avendo che un solo e medesimo scopo, di glorificar Dio guadagnandogli quante più anime è possibile, e giovandosi delle virtù e dei buoni successi che noteranno nei confratelli per eccitarsi a nobile emulazione: "Consideremus invicem in provocationem caritatis et bonorum operum".



[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]





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martedì 19 gennaio 2021

Addio!

Ripubblico l'e-mail che mi scrisse una lettrice del blog per annunciarmi la sua entrata in un monastero di clausura.

Carissimo D., 
                  non vedevo l'ora di scriverti!! FINALMENTE è giunto il momento per me tanto atteso e desiderato: il prossimo 2 febbraio, giorno della Presentazione di Gesù al Tempio, chiederò alla Vergine di presentarmi al Suo Figlio Gesù, ed entrerò come aspirante nel Monastero delle [...]! Mi sento talmente entusiasta e felice da camminare leggera, con un piede per terra e un altro per aria!!! Ho tanta di quella gioia da riversarla inevitabilmente su chi mi circonda, sento che non potrei desiderare altro nella vita!!! Oh, se tutti potessero scoprire cos'è amare ed essere amati da Gesù in questo modo così profondo!! Ecco perché so che non basterà questa vita intera e nemmeno tutta l'eternità per ringraziarLo di tutti i Suoi benefici, ma soprattutto dell'immenso dono della Chiamata a seguirLo più da vicino!! […] Io debbo ringraziarti tantissimo, perché sei tu che mi hai additato Casa mia, ossia il Monastero delle [...], sei stato strumento della Provvidenza!! La Madonna ti tenga sempre sotto il Suo manto! Non credo che in questa vita ci conosceremo di persona (anche se mai mettere limiti a Dio), quindi avrò modo di ringraziarti quando saremo in Cielo! Continua a pregare per me, e io lo farò per te. 

Un abbraccio nei Cuori di Gesù e Maria,
(lettera firmata)


Carissima in Cristo, 
                            sono felice di sapere che tu e le monache avete fissato la data del tuo ingresso in monastero. È bellissimo sentirti entusiasta per il gran dono che hai ricevuto, ossia quello di essere stata chiamata ad abbracciare lo stato di vita più perfetto e divenire sposa di Gesù Cristo. Mi dispiace che moltissimi cristiani ignorano quanto sia prezioso il dono della vocazione e quanto sia meraviglioso vivere in un monastero fervoroso e osservante. Quanto vorrei che tante altre persone potessero provare la tua stessa gioia spirituale, cioè essere entusiaste all'idea di consacrarsi presto al Signore.

Ovviamente non sto dicendo che tutti debbano diventare religiosi, ma almeno dovrebbero pensare così: "Beata lei che è stata prescelta da Dio per diventare religiosa e andrà a vivere in un monastero di clausura nel quale potrà vivere felice già su questa terra e salvarsi facilmente l'anima. Povero me invece che sono costretto a vivere in mezzo al mondo, tra mille tentazioni e pericoli spirituali, col grave rischio di perdere Dio per sempre. Altro che vita di perfezione cristiana, qui nel mondo sarà già assai se riuscirò a salvarmi l'anima e meritarmi l'ultimo posto in Paradiso! Ah, beati tutti coloro che hanno avuto la bella sorte di essere chiamati alla vita religiosa!" Ohimè, i mondani, non solo non ragionano così, ma addirittura criticano aspramente coloro che abbracciano la vita consacrata, soprattutto se di vita contemplativa.

Quando sarai in monastero, non dimenticarti di pregare tanto per le vocazioni sacerdotali e religiose. Tu hai avuto un dono enorme da parte di Dio, adesso devi pregare che questo dono venga donato a tante altre persone. Più persone si consacreranno a Gesù, e meglio sarà per tutta l'umanità! C'è tanto bisogno sia di anime che si dedichino all'evangelizzazione, sia di anime contemplative che con le loro preghiere ottengano dal Signore le grazie necessarie alla conversione dei cuori di tante persone che nel mondo vivono come se Dio non ci fosse. La Madonna a Fatima disse che tante anime vanno all'inferno perché non c'è nessuno che preghi o si sacrifichi per loro. Quindi, se ci fossero più religiosi, si salverebbero più anime. Inoltre i religiosi, se vivono in maniera fervorosa e osservante, si impegnano maggiormente ad amare il Signore e a ricercare la propria santificazione. Anche le persone che abitano nel mondo sono chiamate alla santità, ma è più difficile raggiungerla, perché hanno tante distrazioni e preoccupazioni materiali. Noi dobbiamo desiderare che Dio sia amato ardentemente da tutti! Sì, Lui lo merita! 

Adesso devo dirti una cosa importante. Quando hai fatto l'esperienza vocazionale hai potuto gustare delle intense consolazioni spirituali. In genere il Signore concede questi doni per “catturare” più facilmente le anime. Poi, una volta che le ha catturare, le mette alla prova togliendo loro le consolazioni spirituali, per vedere se lo amano con amore sincero e disinteressato, oppure solo per ottenere in cambio le consolazioni interiori. Purtroppo, molte persone quando terminano le consolazioni spirituali abbandonano il Signore e ritornano alla vita mondana. Il vero cristiano deve amare Dio perché Egli è degno di essere amato, non per ottenere qualche dono in cambio.

Quindi, se quando sarai nel monastero di clausura, dopo un iniziale periodo di fervore dovesse capitarti un periodo di aridità spirituale, non dovrai pensare che si tratti di mancanza di vocazione, bensì di una prova d'amore. Se resterai fedele a Gesù, riuscirai a superare la prova e dimostrerai di amare Dio in maniera sincera e disinteressata.

Il nemico del genere umano ogni volta che si accorge che una persona è attratta dalla vita consacrata, cerca di ingannarla con l'intento di “convincerla” a rinunciare ad entrare in monastero. Perché tutta questa subdola lotta contro la vocazione? Satana sa bene che se una persona entra in un istituto religioso fervoroso e osservante, quasi certamente si salverà l'anima, e inoltre salverà tante altre anime con la preghiera, la penitenza e l'apostolato. Ecco perché il diavolo si impegna molto nel far perdere le vocazioni.

Tutti i tuoi familiari e i tuoi conoscenti che ti vogliono davvero bene, devono essere contenti per te, perché lì in monastero sarai molto felice. Tu ci sei stata in monastero (durante l'esperienza vocazionale), e hai potuto vedere personalmente quanto siano felici le monache di clausura. Certamente sono molto più contente delle donne mondane. Le suore fervorose sono le donne più felici della terra perché il loro Sposo le dona la pace del cuore e le infiamma di carità. Siamo stati creati per amare Dio e il nostro cuore è inquieto sin tanto che non riposa in Lui.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter





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lunedì 18 gennaio 2021

Lettera di un amico

Tempo fa un caro lettore del blog mi ha scritto un'accorata lettera di incoraggiamento...

Caro D., che bello il tuo blog! Lettera dopo lettera sento l'animo commuoversi, e mi smarrisco pensando a come Gesù voglia raggiungere proprio ogni luogo e tutte le persone per tramite dei suoi innamorati, dei suoi sboccianti apostoli. Mi commuovo soprattutto quando parli di Maria, quando rassicuri le giovani donne che a Lei si consacrano, perché hanno trovato il vascello sicuro che le condurrà gioiose al Porto Eterno, anche in mezzo alle più rovinose tempeste. Mi piace il calore spirituale che promana dai tuoi scritti, sapienti e sicuri. Certe volte, poi, leggendoti posso allontanare momenti di sconforto o di debolezza; e anche solo le immagini che inserisci sento talvolta riemergere nel mio spirito quando parlo o medito su cose spirituali (come l'immagine di santa Teresa trapassata, in quel suo volto beato e sereno).

Mi piace la tua parola combattiva e ispirata, ed è davvero un conforto per me sapere che darai ancora il tuo contributo per l'umile rivista della mia parrocchia.

Ti guidi sempre e ti protegga la nostra Madre, Immacolata e sempre Vergine Maria.

(Lettera firmata)

Carissimo amico,
                              ti ringrazio per le belle parole di incoraggiamento. Gestendo questo blog mi sono accorto che ci sono tante persone che si sentono attratte dalla vita consacrata, ma il mondo cerca di farle pensare ad altro. Per contrastare l'opera dei nemici delle vocazioni religiose, cerco di pubblicare un post al giorno, con l'intento di aiutare i lettori in discernimento vocazionale a mantenere accesa la fiammella della chiamata divina. Se un ragazzo ha la vocazione ma non ci pensa quasi mai, prima o poi rischia di perderla.

Tuttavia dalle lettere che ricevo mi sono accorto che il blog è letto anche da tante persone che pur non avendo la vocazione per la vita consacrata, vengono ogni giorno sul sito per trovare degli scritti spirituali con cui nutrire la propria anima. Ovviamente rispondo volentieri anche a costoro, poiché il precetto divino sulla carità fraterna riguarda tutti.

Ti confesso che qualche volta mi viene in mente il pensiero di abbandonare il blog, ma poi penso subito al dispiacere che proverebbero molti lettori con i quali ho un rapporto di amicizia spirituale, e non me la sento di tradirli e di abbandonarli come fanno i soldati disertori. Anzi, penso che questa battaglia merita di essere combattuta, e spero (a Dio piacendo) di continuare a combatterla per molti anni ancora.

Carissimo, continuerò volentieri a scrivere articoli per la rivista della tua parrocchia. Per me è un piacere fare “propaganda religiosa”. :-)

Approfitto dell'occasione per salutarti cordialmente in Cristo Re e Maria Corredentrice,

Cordialiter

P. S. Per farti piacere ho ripubblicato la foto del volto esanime di Santa Teresa di Lisieux. Quanta pace che emana il suo viso angelico. Per lei la morte è stata l'inizio della vita eterna con Cristo, il suo casto Sposo.





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domenica 17 gennaio 2021

La preghiera del "Pater Noster"

Dagli scritti di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


Fra le preghiere che recitiamo in pubblico o in privato non ve n'è alcuna più bella di quella insegnataci da Nostro Signore medesimo, il Pater. 

A) Vi troviamo prima di tutto un insinuante esordio, che ci mette alla presenza di Dio e stimola la nostra confidenza: Pater noster, qui es in cælis. Il primo passo da fare quando si prega è d'accostarsi a Dio; ora la parola Pater ci mette subito alla presenza di Colui che è Padre per eccellenza, Padre del Verbo per generazione e Padre nostro per adozione; è dunque il Dio della Trinità che ci si mostra, circondandoci di quel medesimo amore di cui circonda suo Figlio; e poichè questo Padre è nei cieli, vale a dire è onnipotente e fonte di tutte le grazie, ci sentiamo tratti ad invocarlo con intiera filiale confidenza, essendo della famiglia di Dio e tutti fratelli, perchè tutti figli di Dio: Pater noster.

B) Viene poi l'oggetto della preghiera; chiediamo tutto ciò che possiamo desiderare e in quell'ordine in cui lo dobbiamo desiderare: a) prima di tutto il fine principale, la gloria di Dio: "Sia santificato il tuo nome", cioè sia riconosciuto e proclamato santo; b) poi il fine secondario, l'aumento del regno di Dio in noi che prepara il nostro ingresso nel regno dei cieli, "venga il tuo regno"; c) il mezzo essenziale per ottenere questo doppio fine, che è la conformità alla divina volontà: "sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra". Vengono appresso i mezzi secondari, che formano la seconda parte del Pater: d) il mezzo positivo, il pane quotidiano, pane del corpo e pane dell'anima, perchè l'uno e l'altro ci sono necessarii per sussistere e progredire, "dacci oggi il nostro pane quotidiano"; e) infine i mezzi negativi, che abbracciano: 1) la remissione del peccato, il solo vero male, peccato che vien perdonato a noi in quella misura con cui noi perdoniamo altrui: "rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori"; 2) l'allontanamento delle prove e delle tentazioni che potrebbero farci soccombere: "non c'indurre in tentazione"; 3) e da ultimo l'allontanamento dei mali fisici, delle miserie della vita, in quanto sono ostacolo alla nostra santificazione: "ma liberaci dal male. Così sia".

Preghiera sublime, perchè tutto vi si riferisce alla gloria di Dio; e nello stesso tempo semplice e alla portata di tutti, perchè, pur glorificando Dio, chiediamo tutto ciò che vi è di più utile per noi. Ecco perchè i Padri e i Santi presero diletto a commentarla, e il Catechismo del Concilio di Trento ne dà lunga e molto soda spiegazione.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]





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sabato 16 gennaio 2021

Intervista a una lettrice del blog

Ripubblico un'interessante intervista a una lettrice del blog.

 -) A quale età hai cominciato a pensare di donare la tua vita a Cristo abbracciando la vita consacrata?

-) A 19 anni, ricevetti una chiara chiamata ad una stretta intimità con Gesù. È stata improvvisa e totalmente inaspettata, e, negli anni, è stata da Lui più volte confermata e approfondita. È opera Sua, non mia.

-) Perché ti attrae così tanto la vita contemplativa?

-) Mi attrae Cristo che mi chiama, non la vita contemplativa in sé stessa. Questa è solo funzionale al tipo di chiamata ricevuta, in cui sento il bisogno viscerale di un cuore a cuore, intimo e silenzioso, con Lui.

-) Tra i tanti istituti di vita contemplativa esistenti, senti un'attrazione particolare per la spiritualità di Santa Teresa d'Avila, l'eroica Fondatrice delle Carmelitane Scalze. Che cos'è che ti affascina di questo Ordine religioso?

-) La prima volta che incontrai le Carmelitane Scalze, in loro vidi "me". Ma erano una "me" trasfigurata, più limpida e bella, e, soprattutto, una "me" vera. Ciò che mi attrasse fu la loro schiettezza in Cristo, senza giri di parole, la fraternità pulita e limpida, senza sotterfugi, la trasparenza nei rapporti con ciascuna persona, dove c'era un sincero e pieno ascolto dell'altro, perchè si è completamente svuotati interiormente. È quel "nulla" di cui parla S. Giovanni della Croce, che ai più spaventa, perchè probabilmente lo fraintendono, pensando ad una "spersonalizzazione" dell'individuo, o qualcosa di simile. Quel "nulla", invece, per me che l'ho sperimentato praticamente sulla mia pelle, è l'essere totalmente dipendenti da Dio, gioiosamente schiavi di ogni Suo desiderio, in ascolto di ogni anelito e fiato che giunge da Lui, direttamente, o mediato dai fratelli e sorelle. Gli scritti del Santo Padre Giovanni della Croce, e della Santa Madre Teresa d'Avila, come pure gli altri (splendidi!) scritti dei Santi carmelitani, sono una vera gioia per lo spirito, un itinerario, un cammino per tutti coloro che sono stanchi di vivere una vita mediocre, con mezze misure: sono le istruzioni di volo per "salire", e l'unico modo per salire, è "scendere", servire ed essere, con santa gioia, gli ultimi! Ecco la vocazione carmelitana: vivere insieme, da eremiti, il Vangelo di Cristo, radicalmente!

-) Tu hai trascorso diversi mesi in un monastero di clausura. Che cosa provavi nel vivere continuamente alla presenza di Dio?

-) I primi tempi dopo la chiamata, prima dell'entrata al Carmelo, mi sentivo costantemente e sensibilmente alla presenza dello Sguardo di Dio. Man mano che passarono gli anni, dopo l'ingresso al Carmelo, questa sensazione sensibile è svanita, per lasciare il posto a qualcosa di più solido e duraturo. Non bisogna attaccarsi troppo alle sensazioni, o si rischia di non maturare mai nella vita spirituale! In maniera naturale, con la Grazia, si passa dalle sensazioni alla consapevolezza della presenza di Dio ovunque, specialmente nel cuore dei fratelli (a partire da coloro che ci feriscono). Personalmente, non riesco a comprendere come si possa vivere, con la "V" maiuscola, senza porsi continuamente sotto gli Occhi dolcissimi di Cristo, assetati di ogni nostro bacio e attenzione nei Suoi confronti.

-) I mondani pensano che è triste vivere in un monastero. A te le suore di clausura sono sembrate persone tristi o felici?

-) Chi pensa che sia triste vivere in un Monastero, probabilmente non ha mai visto una persona consacrata. Anche un cristiano "triste" è incomprensibile: il Vangelo è pienezza di Vita, è Gioia purissima e divina! Soprattutto in mezzo alle croci (e che croci!) dove, anche se la gioia non è sentita nella carne, c'è una pace e una serenità felice, che non fa desiderare nient'altro che ciò che la Volontà del Padre buono dispone per ciascuno.  Perchè essere tristi, se Cristo è Risorto?

-) La vita contemplativa è semplicemente meravigliosa. Non pensi che bisognerebbe fare qualcosa di più per farla conoscere maggiormente?

-) Credo che l'unico modo per far "conoscere maggiormente" la vita contemplativa, sia che, all'interno dei Monasteri, si viva il Vangelo in maniera integrale, senza mezze misure. D'altronde, in una scelta di vita così radicale, non si può essere che santi o mediocri: non esiste una via di mezzo (!). E, per santi, non intendo affatto persone impeccabili, ma peccatori consapevoli del proprio limite, che sanno chiedere "scusa" a Dio e al fratello, che si mettono in discussione alla Luce della Parola di Dio.  Pertanto, più un Monastero profumerà di Vangelo, più il Profumo di quelle vite donate al Signore si espanderà lontano!  Quanti Monasteri di clausura non hanno siti web, pubblicità, si trovano in posti sperduti, e poi si ritrovano così tante vocazioni all'interno che non c'è spazio per starci tutti? Il Monastero in cui stavo io era di questa felice "categoria"!





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venerdì 15 gennaio 2021

Vocazioni

Un caro lettore interessato al tema delle vocazioni religiose mi ha scritto una lettera alla quale ho risposto volentieri.


Carissimo Cordialiter,
                                     da quando ho scoperto il tuo blog ti leggo quotidianamente e devo dire che gli scritti dei lettori e le tue risposte mi edificano, mi fanno percepire quella gioia delle persone che ti scrivono e che magari stanno ascoltando una chiamata o vi stanno rispondendo: mi riempiono di felicità, quella felicità che tanto mi manca. Se potessi tornare indietro sicuramente mi affiderei solamente nelle Sue mani. Ti scrivo forse desideroso di qualche tuo suggerimento, consiglio, ma in quest’ultimo tempo mi sento sempre più insoddisfatto, insoddisfatto del mondo, di questo mondo e dei suoi legacci verso le cose sempre più materiali che distolgono dalla luce, la vera Luce. Ma ringrazio il Signore del desiderio sempre frequente di potermi abbandonare completamente a Lui, ad un vivere fatto di sola preghiera ed abbandono. […] Ti ringrazio e ti affido nelle mani della Vergine Maria perché stenda il suo manto sulla tua persona e sul tuo apostolato che fai attraverso il blog. Ti abbraccio fraternamente e spero di leggerti. Ciao, saluti,

(lettera firmata)

Caro amico,
                     sono contento che le lettere vocazionali dei lettori siano di tua edificazione spirituale. Hai ragione sono proprio piene di unzione spirituale, ed io le pubblico proprio perché dopo aver beneficato il mio animo possano elevare anche l'animo degli altri lettori, in una sorta di “amicizia spirituale” con cui ci eleviamo l'animo a vicenda, così come esortava San Francesco di Sales nel suo capolavoro ascetico intitolato “Filotea”.

Il tema delle vocazioni è affascinante, infatti colpisce sapere che ci sono persone disposte a rinunciare a tutto pur di donarsi a Dio in qualche ordine religioso di stretta osservanza.

Io amo la Chiesa Cattolica perché è il Corpo Mistico di Cristo, al quale siamo incorporati anche noi grazie al Battesimo. Il mio desiderio è che la Chiesa si espanda maggiormente, ma sono addolorato nel constatare che la maggioranza della popolazione mondiale non fa parte del Corpo Mistico di Cristo, e che anche moltissimi cattolici vivono ormai come se Dio non ci fosse, e come se non dovessero morire mai. Per cambiare la situazione drammatica in cui versa l'umanità è necessario incrementare il numero dei sacerdoti e dei religiosi, i quali devono essere zelanti e innamorati delle anime, altrimenti produrranno poco o nessun frutto di grazia.

Ecco perché nel mio piccolo cerco di propagandare il tema della vocazione religiosa. Dio continua a chiamare i giovani, le vocazioni ci sono ancora, ma molti non se ne accorgono nemmeno poiché sono troppo presi dalle cose materiali e dai divertimenti sfrenati.

Continuiamo a combattere questa battaglia di promozione vocazionale con i nostri poveri mezzi, anche se i nemici della Religione hanno potentissimi mezzi mediatici. È una lotta impari, ma il cristiano è un soldato che non si arrende mai e continua a combattere sino all'ultimo respiro.

Ti saluto fraternamente nel Cuore della Beata Vergine Maria, la Condottiera di tutte le vittorie della Chiesa.

Cordialiter





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