venerdì 27 dicembre 2019

Lettera aperta a un ragazzo in discernimento vocazionale

Riporto il testo di una interessante lettera intitolata “Risposta ad un giovane che dimanda consiglio circa lo stato di vita che deve eleggere”, che Sant'Alfonso Maria de Liguori scrisse ad un giovane in discernimento vocazionale. Preciso solamente che per agevolare la lettura ho eseguito qualche breve taglio e alcuni piccoli ritocchi.


Leggo nella vostra lettera che v.s. da più tempo si sente ispirato da Dio a farsi religioso, ma che poi vi son nati nella mente molti dubbi, e specialmente quello che senza farvi religioso anche nel mondo potreste farvi santo. Rispondo in breve a questa vostra, perché se ne desideraste una scrittura più lunga, potreste leggere un mio opuscoletto già dato alle stampe intitolato, Avvisi spettanti alla vocazione religiosa, ove distesamente ho trattato di questa materia. Dico dunque solamente qui in breve che questo punto dell'elezione dello stato è sommamente importante, perché da esso dipende la salvezza eterna. Chi elegge lo stato a cui Iddio lo chiama, facilmente si salverà; e chi non ubbidisce alla divina vocazione, difficilmente, anzi sarà moralmente impossibile che si salvi. La massima parte di coloro che si son dannati, si son dannati per non aver corrisposto alle chiamate di Dio.

Affinché pertanto possa eleggere quello stato che gli sarà più sicuro per acquistare la vita eterna, la quale per noi importa tutto, consideri che l'anima sua è eterna, e l'unico fine per cui l'ha posto Dio in questo mondo certamente non è stato affinché si acquisti robe ed onori su questa terra, e così faccia una vita comoda e deliziosa; ma è stato affinché con le sante virtù si meriti la vita eterna: Finem vero vitam aeternam. Nel giorno del giudizio a nulla vi gioverà l'avere avanzata la casa e l'aver fatta la vostra figura nel mondo; solo vi gioverà l'aver servito ed amato Gesù Cristo che vi ha da giudicare.

Vi dice il pensiero che anche restando nel mondo potreste farvi santo. Sissignore, potreste, ma è difficile; e se voi siete stato veramente chiamato da Dio allo stato religioso, e volete restare nel secolo, come di sovra ho detto, è moralmente impossibile; perché vi mancheranno quegli aiuti che Dio vi aveva preparati nella religione, e privo di quelli non vi salverete. Uno per farsi santo bisogna che adoperi i mezzi [spirituali], la lontananza dalle occasioni cattive, il distacco dai beni di terra, la vita raccolta con Dio: per mantener la quale vi bisogna poi la frequenza dei sacramenti e l'uso quotidiano dell'orazione mentale, della lezione spirituale e di altri esercizi devoti, senza cui non può conservarsi lo spirito. Or tutte queste cose è difficile, per non dire impossibile, esercitarle in mezzo ai rumori e disturbi del mondo. Le faccende della famiglia, i bisogni della casa, le lagnanze dei parenti, le liti, le persecuzioni, di cui abbonda il mondo, vi terranno così occupata la mente di pensieri e di timori, che appena, e distrattamente, la sera potrete raccomandarvi a Dio. Vorreste far orazione, leggere un libro spirituale, comunicarvi spesso, visitare ogni giorno il Sacramento dell'altare; ma tutto vi sarà impedito dagli affari del mondo, e quel poco che farete, tutto sarà imperfetto, perché fatto in mezzo a mille distrazioni e freddezze di spirito. Quindi sarà sempre inquieta la vostra vita e più inquieta sarà la vostra morte. Da una parte non mancheranno gli amici del mondo di mettervi in timore di abbracciar la vita religiosa, come dura e tormentosa. Dall'altra parte il mondo vi offrirà spassi, robe ed una vita contenta; badate bene e non vi fate ingannare. Siate persuaso che il mondo è un traditore che promette e non mantiene. Esso vi offre tutti questi beni terreni; ma ancorché ve li desse, potrà mai darvi la pace dell'anima? No, solo Dio può darvi la vera pace. L'anima è creata solo per Dio, per amarlo in questa vita e goderlo nell'altra; e perciò solo Dio può contentarla. Tutte le delizie e ricchezze della terra non possono dare la vera pace, anzi chi più abbonda di tali beni in questa vita, vive più tribolato ed afflitto, come confessava Salomone che ne abbondava: Universa (diceva) vanitas, et afflictio spiritus.

Se il mondo contentasse coi beni terreni, i ricchi, i magnati ed i monarchi, a cui non mancano né danari né onori né spassi, sarebbero pienamente contenti; ma l'esperienza fa vedere che per tali grandi della terra, quanto maggiori sono le loro grandezze, tanto maggiori sono le angustie, i timori e le afflizioni che provano. Starà più contento un povero frate che va cinto con una fune su di un sacco, e che si ciba di quattro fave, e dorme in una celletta sulla paglia, che non vive contento un principe con tutte le sue vesti d'oro e ricchezze che possiede; ogni giorno egli avrà una mensa imbandita, la sera si metterà in un morbido letto sotto un ricco padiglione, ma non potrà dormire, per le angustie che gli rubano il sonno. Pazzo chi ama il mondo e non ama Dio! diceva s. Filippo Neri. E se questi mondani fanno una vita tribolata, più tribolata sarà la loro morte; quando gli sarà intimato lo sfratto da questo mondo dal sacerdote assistente che dirà loro: Proficiscere, anima christiana, de hoc mundo: abbracciatevi col crocifisso, perché è finito il mondo per voi. Il male è che nel mondo poco si pensa a Dio e poco si pensa all'altra vita dove dovremo stare in eterno. Tutti i pensieri o quasi tutti, si applicano alle cose della terra e quindi avviene che riesce infelice la vita e più infelice la morte. Pertanto, affinché voi possiate accertare l'elezione del vostro stato, mettetevi davanti gli occhi il punto della morte, e scegliete quello stato che vorreste allora avere eletto. Allora non sarà più tempo di rimediare all'errore, se mai aveste errato, posponendo la divina vocazione al vostro desiderio di vivere con più libertà. Considerate che ogni cosa di quaggiù finisce: Praeterit figura huius mundi; dovrà finire per ognuno di noi la scena di questo mondo. Ogni cosa passa, e la morte si avvicina; e noi, quanti passi diamo, tanto ci accostiamo alla morte, e dalla morte all'eternità; a questo siamo nati: Ibit homo in domum aeternitatis suae. Quando meno ce l'immaginiamo ci verrà la morte. Oimè! trovandoci allora vicini a morire, che altro ci parranno tutti i beni di questa terra, se non beni di scena, vanità, bugie e pazzie? Che servirà allora dunque, ci avvisa Gesù Cristo, l'avere acquistato tutto il mondo, se avremo perduta l'anima? Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animae vero suae detrimentum patiatur? Ad altro non servirà se non per fare una morte infelice dopo una vita infelice.

Al contrario, un giovane che ha lasciato il mondo per darsi tutto a Gesù Cristo, quanto si vedrà contento, vivendo i suoi giorni in una cella solitaria, lontano dai tumulti e dai pericoli frequenti che vi sono nel mondo di perdere Dio! Nel monastero non avrà divertimenti di musiche, di commedie e di balli; ma avrà Dio che lo ricrea, e gli fa goder la pace: dico quella pace che può aversi in questa valle di lacrime, dove ognuno è posto a patire, e con la santa pazienza a guadagnarsi quella piena pace che gli sta preparata in paradiso. Ma in mezzo alla sua vita lontana dagli spassi del mondo, un'occhiata amorosa che da quando in quando darà al crocifisso, [...] un sospiro d'amore [per Dio], lo consolerà più che tutti i passatempi e festini del secolo, che tutti poi lasciano la bocca amara. E se vivrà contento in questa vita, più contento si troverà in morte di aver eletto lo stato religioso. Quanto si consolerà allora di avere spesi i suoi anni in orazioni, lezioni spirituali, mortificazioni e altri esercizi devoti, e specialmente se nella religione si sarà impiegato a salvare anime con le prediche e con sentire le confessioni! tutte cose che in morte gli accresceranno la confidenza in Gesù Cristo, il quale è ben grato e liberale nel premiare coloro che si sono affaticati per la sua gloria. Veniamo alla conclusione della vostra elezione. Giacché il Signore vi ha chiamato a lasciare il mondo, ed esser tutto suo nella religione, vi dico: Rallegratevi e tremate. Rallegratevi da una parte, ringraziatene sempre il Signore perché l'esser chiamato da Dio a vita perfetta è una grazia che Dio non dispensa a tutti: Non fecit taliter omni nationi. Inoltre tremate, perché se non ubbidite alla chiamata divina, voi mettete in gran pericolo la vostra salute eterna. Non ho luogo qui di narrarvi molti esempi di giovani che per non far conto della vocazione hanno fatto una vita miserabile ed una morte orribile. Tenete per certo che voi, accertata la vocazione che avete avuta, se restate nel mondo non avrete più pace; e molto inquieta sarà la vostra morte per il rimorso che allora vi tormenterà di non avere ubbidito a Dio che vi ha chiamato allo stato religioso. Sul finire della vostra lettera volete sapere da me se nel caso che non aveste lo spirito di entrare in religione, sarebbe meglio l'ammogliarvi, come vogliono i parenti, oppure farvi sacerdote secolare. Rispondo: Lo stato coniugale io non posso consigliarvelo, mentre s. Paolo non lo consiglia ad alcuno, se non quando vi fosse la necessità per causa d'una abituale incontinenza, la quale necessità tengo per certo che non vi sia per voi. In quanto poi allo stato di sacerdote secolare, sappiate che il sacerdote secolare ha l'obbligo di sacerdote e le distrazioni e i pericoli dei secolari; poiché vivendo in mezzo al mondo non può evitare i disturbi della casa propria e dei parenti, e non può essere esente dai pericoli dell'anima; avrà le tentazioni nella stessa sua casa, non potendo impedire che in quella non vi siano donne o parenti o serve, e che non vi entrino altre forestiere. Dovreste ivi starvene ritirato in una camera a parte, e non occuparvi ad altro che alle cose divine. Ma ciò è molto difficile a porlo in pratica, e perciò rari rarissimi sono quei sacerdoti che in casa propria si dedicano alla perfezione. Al contrario, entrando in un monastero di osservanza, sarete libero dagli incomodi del pensare al vitto ed alle vesti, perché ivi di tutto vi provvederà la religione; ivi non avrete i parenti che continuamente vi inquietano coi disturbi che succedono in casa; ivi non entrano donne che intorbidano la mente; e così lontano dai rumori del mondo non avrete chi vi impedisca le vostre orazioni e il vostro raccoglimento. Ho detto monastero di osservanza, perché se voleste entrare in qualche altro, dove si vive alla larga, è meglio che restiate a casa vostra, e vi dedichiate ivi a salvarvi l'anima come meglio potrete; poiché, entrando in una comunità ove è rilassato lo spirito, vi metterete in pericolo di perdervi. Quantunque vi entraste con risoluzione di dedicarvi all'orazione e di pensare solo a Dio; ciò nonostante, trascinato dai cattivi esempi dei compagni, e vedendovi inoltre deriso ed anche perseguitato, se non vorrete vivere a modo loro, lascerete tutte le vostre devozioni e farete come fanno gli altri, secondo l'esperienza che se ne vede. Se poi Iddio si degna di concedervi la grazia della vocazione, state attento a conservarvela con raccomandarvi spesso a Gesù ed a Maria con le sante preghiere; e sappiate che se risolvete di darvi tutto a Dio, il demonio da qui in avanti accrescerà i suoi sforzi nel tentarvi per farvi cadere in peccato, e specialmente per farvi perdere la vocazione. Resto con riverirvi, e prego il Signore che vi faccia tutto suo.




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martedì 12 novembre 2019

Lo zelo per le anime

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena.


O Gesù, che ti sei dato per la salvezza del mondo, accendi nel mio cuore un grande zelo per la salvezza delle anime. 


1 - A misura che l’amore di Dio prende possesso dei nostri cuori, vi fa nascere e vi alimenta un amore sempre più grande per il prossimo, amore che, essendo soprannaturale, mira soprattutto al bene soprannaturale dei nostri simili e diventa perciò zelo per la salvezza delle anime.

Se amiamo poco Dio, ameremo poco anche le anime e, viceversa, se il nostro zelo per le anime è debole, vuol dire che altrettanto debole è il nostro amore per Iddio. Infatti, come sarebbe possibile amare molto Dio, senza amare molto coloro che sono figli suoi, che sono oggetto del suo amore, delle sue cure, del suo zelo? Le anime sono, per così dire, il tesoro di Dio; Egli le ha create a sua immagine e somiglianza in un atto di amore, Egli le ha redente nel Sangue del suo Unigenito in un atto di amore più grande ancora. « Dio ha talmente amato il mondo da dare il suo Figliolo unigenito, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna » (Gv. 3, 16). Chi ha penetrato il mistero dell’amore di Dio per gli uomini, non può rimanere indifferente alla loro sorte: alla luce della fede ha compreso che tutta l’azione di Dio nel mondo mira al loro bene, alla loro felicità eterna, e vuole in qualche modo prendere parte a quest’azione, sicuro di non poter fare cosa maggiormente grata a Dio che prestare la sua umile collaborazione alla salvezza di coloro che gli sono tanto cari. Tale è stato Sempre il desiderio ardente dei santi; desiderio che li ha spinti a compiere eroismi di generosità pur di procurare il bene di un’anima sola. « Questa - scrive S. Teresa di Gesù - è l’inclinazione che il Signore mi ha data. Mi pare che Egli apprezzi di più un’anima sola che con le nostre industrie ed orazioni, per sua misericordia, noi gli guadagnamo, che non quanti servizi gli possiamo rendere » (Fd. 1, 7). 


È vero, il fine primario dell’azione di Dio è la sua gloria, ma questa gloria Egli, infinitamente buono, ama procurarsela particolarmente mediante la salvezza e la felicità delle sue creature, e di fatto nulla più dell’opera salvifica degli uomini esalta la sua bontà, il suo amore, la sua misericordia. Perciò, amare Dio e la sua gloria significa amare le anime, significa lavorare e sacrificarsi per la loro salvezza.

2 - Lo zelo per le anime nasce dalla carità, nasce dalla contemplazione di Cristo crocifisso: le sue piaghe, il suo sangue, i dolori strazianti della sua agonia ci dicono quanto valgono le anime al cospetto di Dio e quanto Dio le ama. Ma quest’amore non è corrisposto e sembra che gli uomini ingrati vogliano sempre più sfuggire alla sua azione. È il triste spettacolo di tutti i tempi che anche oggi si rinnova, quasi ad insultare Gesù e a rinnovare la sua Passione. « Tutto il mondo è in fiamme: gli empi, per così dire, anelano di condannare ancora Gesù Cristo, sollevano contro di lui un’infinità di calunnie e si adoperano in mille modi per distruggere la sua Chiesa ». Se Teresa di Gesù (Cam. 1, 5) poteva dire così del suo secolo tormentato dall’eresia protestante, tanto più possiamo dirlo noi del nostro, in cui la lotta contro Dio e contro la Chiesa è aumentata a dismisura e dilaga ormai in tutto il mondo. Beati noi se possiamo ripetere con la Santa: « La perdita di tante anime mi spezza il cuore. Vorrei che il numero dei reprobi non andasse aumentando... Mi pare che pur di salvare un’anima sola delle molte che si perdono, sacrificherei mille volte la vita » (ivi, 4 e 2). Ma non si tratta solo di formulare desideri: occorre fare, occorre agire e patire per la salvezza dei fratelli.

S. Giovanni Crisostomo afferma che « nulla è più freddo di un cristiano che non si cura della salvezza altrui ». Questa freddezza è conseguenza di una carità molto languida; accendiamo, ravviviamo la carità, e sì accenderà in noi lo zelo per la salvezza delle anime. Allora il nostro apostolato non sarà più soltanto un dovere imposto dall’esterno, cui dobbiamo necessariamente attendere per obbligo del nostro stato, ma sarà un’esigenza dell’amore, una fiamma che divampa spontaneamente per il calore interno della carità.

Darsi alla vita interiore non significa chiudersi in una torre d’avorio per godere indisturbati le consolazioni di Dio disinteressandosi del bene altrui, ma significa concentrare tutte le proprie forze nella ricerca di Dio, nel lavorare per la propria santificazione, onde diventare accetti a Dio ed acquistare così una potenza di azione e d’intercessione, mediante la quale ottenere la salvezza di molte anime. 



[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

giovedì 7 novembre 2019

Sentire con Cristo

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


O Gesù, fa’ che io possa nutrire per le anime sentimenti simili a quelli del tuo Cuore divino. 

1 - Un’efficace collaborazione esige sempre una certa affinità d’intenti e di metodi fra il promotore dell’opera e i suoi collaboratori, anzi questa affinità deve essere tanto più profonda quanto più l’opera da compiersi non è materiale, ma spirituale. Dovendo collaborare con Dio per il bene delle anime, l’apostolo deve vivere in intima affinità spirituale con lui, sì da entrare il più possibile nelle sue vedute e nei suoi disegni per la salvezza del mondo. Solo penetrando a fondo il mistero dell’amore di Dio per gli uomini, l’apostolo potrà cooperare all'effusione attuale dell’amore e della grazia. Mediante le virtù teologali egli deve tenersi in contatto intimo con Dio e cercare di cogliere il movimento profondo del suo amore. La fede c’insegna che Dio ha chiamato all’esistenza gli uomini, spinto dalla sua bontà infinita che ha voluto effondersi al di fuori di sè, onde partecipare ad altri qualche cosa del suo bene, della sua felicità, della sua stessa vita. Ecco la grazia, creazione del suo umore, che rende gli uomini consorti della sua natura. E quando gli uomini, col peccato, si sono distaccati da lui rendendosi immeritevoli del suo dono, Egli non ha rinunciato il suo piano d’amore e, per poter ridare ad essi ciò che colpevolmente avevano perduto, ha sacrificato il suo Unigenito «che per noi uomini e per la nostra salute discese dal cielo» (Credo). 

L’apostolo deve comprendere a fondo che l’azione di Dio per gli uomini è tutta azione di amore: è l’azione del Padre che va in cerca del figliol prodigo, del pastore che va in cerca della pecorella smarrita; è l’azione di Dio che vuol offrire agli uomini la sua amicizia per renderli felici, per poterli accogliere nella sua casa, per poterli ammettere alla sua intimità, per renderli beati della sua beatitudine eterna. L’apostolo deve cercare di mettere il proprio cuore a contatto col cuore di Dio per riempirlo del suo amore, per condividere la sua carità verso gli uomini. L’apostolo deve, per così dire, sentire con Dio, sentire con Cristo, ossia nutrire profondi sentimenti di amore per i suoi fratelli, pallido riflesso dell’amore di Dio per gli uomini. 

2 - Non solo nella preghiera, ma nell’esercizio stesso del suo apostolato, l’apostolo deve cercare di mantenersi a contatto con Dio e col mistero del suo amore per gli uomini, cui deve umilmente collaborare. Cercherà questo contatto attraverso un intenso esercizio della fede che gli farà sempre più comprendere il mistero della Redenzione, che gli farà riconoscere l’attuazione di questo mistero nelle varie circostanze della vita, nello svolgersi degli avvenimenti, che lo aiuterà ad inserire la sua umile azione nella grande azione divina. In tal modo, anche quando userà mezzi umani, anche quando si occuperà di questioni materiali, si manterrà in un’atmosfera soprannaturale: non perderà mai di vista il fine ultimo della sua attività, ma sarà sempre desta in lui la consapevolezza di collaborare con Cristo alla salvezza delle anime. 

Alla fede l’apostolo deve unire un’ardente carità, perchè il contatto con Dio e l’affinità col suo amore si realizzano appunto per via d’amore. La carità, per la forza d’intuizione che le è propria, permetterà all’apostolo di penetrare più a fondo il mistero della Redenzione, di gustare la dolce realtà dell’Amore infinito che in esso si manifesta e lo spingerà a vivere in intima comunione con questo Amore, di cui deve essere il collaboratore e lo strumento. Allora il suo esempio, le sue parole renderanno testimonianza di verità non solo credute in teoria, ma vissute in pratica, ma assaporate, sperimentate nel contatto intimo con Dio. Allora l’apostolo potrà affermare con S. Giovanni: « Noi abbiamo conosciuto e creduto alla carità che Dio ha per noi » (1Gv. 4, 16) [...]. 

Mediante la fede e l’amore l’apostolo giungerà ad un'affinità spirituale sempre più grande col mistero della Redenzione e con Gesù che ne è il grande Attore, potrà fare suoi i sentimenti di Gesù, secondo la parola di S. Paolo: « abbiate in voi quel sentire che era anche in Gesù Cristo » (Fil. 2, 5). Questo « sentire con Cristo », che significa amare e volere all’unisono col Cuore divino, che significa condividere il suo amore immenso per Dio e per le anime, è il segreto di ogni apostolato.


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

martedì 8 ottobre 2019

Blog di spiritualità cristiana (/)

Ricordo che oltre al blog vocazionale, aggiorno quotidianamente anche un altro blog sulla spiritualità cristiana: http://cordialiter2.blogspot.it/









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lunedì 10 giugno 2019

Monastero "Totus Tuus" di Gorizia (/)


Le clarisse innocenziane  del monastero "Totus Tuus Maria" di Gorizia hanno scritto un testo vocazionale che pubblico volentieri.

Giovane sorella, 
se nel tuo cammino di fede, nella tua quotidiana ricerca di senso e di felicità vera,
già avverti la chiamata di Cristo Gesù – Sposo : “Vieni e seguimi…!”,
se desideri dirGli di “SI’” – “ECCOMI”, per sempre,
nella vita contemplativa sulle orme di Chiara ‘Altera Maria’, allora … 
“Vieni e vedi! ....” :
nel solco eucaristico – mariano di Santa Chiara, di San Francesco, di San Giovanni Paolo II,
in una vita fraterna francescanamente semplice e povera, sostanziata di Vangelo 
e incentrata sull’Adorazione Eucaristica,
ospitiamo in foresteria per un sereno e serio discernimento vocazionale.
Siamo monache clarisse innocenziane, in comunione con i frati minori
 e tutta la Famiglia francescana.
Se vuoi, contatta Madre Maria Amata Chiara lasciando un messaggio
 in segreteria telefonica o inviandole una email.
Nella grande gioia di poter divenire insieme nella Chiesa e con la Chiesa
 – giorno per giorno – totalmente di Cristo Gesù in Maria SS.,
 affinchè il mondo creda, ti auguriamo Pace e Bene!
Il Padre delle misericordie ti benedica, le sorelle clarisse di Gorizia.

 “L’amore di Lui rende felici!” 
(Santa Chiara)


Monastero Clarisse Innocenziane o.s.c.
“TOTUS TUUS MARIA”
Piazza Sant’Antonio, 2/B
34170 GORIZIA – GO
monasterototustuusmariago@gmail.com




venerdì 24 maggio 2019

Tutti a votare!

Questa sera ci sarà la chiusura della campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo. È stata una campagna aspra e combattuta, come solitamente avviene in Italia. Vi confesso che non ho ancora deciso definitivamente per chi votare, ma certamente mi recherò alle urne e voterò per qualcuno (non ho mai votato scheda bianca né ho mai annullato il voto). Di sicuro non voterò per i partiti che vorrebbero approvare una legge sull’omofobia che imbavaglierebbe i cattolici contrari al matrimonio gay; vorrebbero la legalizzazione della droga; vorrebbero una legge per abolire il diritto dei medici e degli infermieri all’obiezione di coscienza all’abominevole crimine dell’aborto; vorrebbero dare la possibilità alle coppie omosessuali di poter adottare gli orfanelli; vorrebbero una legge che promuova l’ideologia gender nelle scuole; vorrebbero la legalizzazione dell’eutanasia e di altre cose contrarie alla Legge Eterna di Dio.



Se devo essere sincero sono rimasto deluso dal dibattito generale, si è parlato poco di come poter risolvere i problemi riguardanti l'appartenenza all'Unione Europea e dei temi etici. Mi piacerebbe votare per qualche movimento politico che ha intenzione di andare a Bruxelles per ridiscutere i trattati europei. Se non affossiamo l’austerity che ci sta imponendo l’UE, l’Italia è condannata a un lento e inesorabile declino economico. A causa delle politiche di austerità il numero dei “senza lavoro” e dei poveri è giunto a livelli molto alti, con conseguenze drammatiche per tanta gente che vive nell’indigenza. Penso che alla fine voterò andando per esclusione, cioè scartando le liste più lontane dalla Dottrina Cattolica.



Sono preoccupato per l'esito delle elezioni, temo che i partiti progressisti possano ottenere una larga maggioranza con la quale imporre cose immorali, come ad esempio l'obbligatorietà dello studio dell'ideologia gender nelle scuole. Ecco perché dico che bisogna recarsi alle urne per cercare di impedire il trionfo delle forze politiche progressiste. Inoltre bisogna impedire che possano vincere i partiti favorevoli all'austerity, ossia alle politiche recessive che stanno seminando miseria e sofferenze tra gli italiani e in altri popoli europei. Ad esempio in Grecia le politiche di austerity, oltre a causare disoccupazione, precariato e povertà, hanno causato anche un incremento della mortalità infantile, visto che tanti cittadini non hanno più la possibilità di acquistare i farmaci e di prenotare le visite mediche.


Spesso i nemici di Gesù Cristo hanno una visione tirannica della democrazia, cioè vogliono imporre ai cittadini degli obblighi contrari alla loro coscienza. Se i progressisti dovessero prevalere, l'Ue potrebbe rischiare di venire trasformata in una sorta di nuova versione di Unione Sovietica basata, invece che sul marxismo, sull'austerity e sull'ideologia gender. E chi oserà opporsi allo “stalinismo” dell'alleanza tra ideologia liberista e quella progressista, potrebbe venire ostracizzato e perseguitato. Non dobbiamo permettere che prevalga la tirannide dei nemici di Gesù Cristo. Tutti a votare!




venerdì 17 maggio 2019

Non votate per il Partito Democratico!

Purtroppo, ci sono tanti cattolici, persino “praticanti” (ovviamente praticano a “modo loro”, cioè calpestando vari insegnamenti della Dottrina Cattolica), che votano per il “Partito Democratico”, ossia uno dei principali partiti progressisti presenti nel panorama politico italiano. Si tratta di una sorta di tradimento nei confronti di Gesù Cristo, poiché il PD si batte in favore dell’approvazione di leggi contrarie agli insegnamenti del Magistero perenne della Chiesa. Non dobbiamo dimenticare che il Partito Democratico è il principale responsabile dell’approvazione del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, la cui approvazione costituisce un grave peccato, come insegnato nel 2003 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, allora presieduta dal Cardinale Ratzinger: "Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche. Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale. Nel caso in cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza della verità". (cfr. “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali” del Cardinale Joseph Ratzinger e di Mons. Tarcisio Bertone, LEV, 2003).

I cittadini che hanno votato per il PD sono moralmente responsabili delle leggi inique che sono state approvate dai parlamentari che hanno eletto. Nei vecchi manuali di Teologia Morale (la scienza teologica che ha per oggetto lo studio della liceità degli atti umani) veniva detto chiaramente che è peccato mortale votare sia per il partito comunista che per altri partiti contrari ai princìpi cattolici. Si può votare per un partito “non particolarmente buono” solo nel caso in cui gli altri fossero ancora più distanti dai princìpi cattolici, come insegnato da vari moralisti, tra cui Padre Eriberto Jone (1885 – 1967), il quale afferma: “A un candidato cattivo si può dare il voto solo quando ciò sia necessario per evitare l’elezione di un candidato peggiore” (cfr. “Compendio di Teologia Morale”, casa editrice Marietti, 1952).

Considerato il fatto che in Italia ci sono dei partiti più vicini, rispetto al PD, agli insegnamenti della Dottrina Cattolica (ad esempio quei movimenti politici che si oppongono all’ideologia gender e alla possibilità di concedere alle coppie gay la facoltà di poter adottare i bambini), risulta evidente che chi vota in malafede per il Partito Democratico (cioè sapendo che è un partito che ha dei valori contrari a quelli cattolici) commette un peccato mortale che non può essere assolto in Confessione se il penitente non mostra un sincero pentimento per la grave colpa commessa. Ecco cosa insegnano in proposito dei bravi teologi: “Non può essere assolto, perché indisposto, il penitente che dichiara di voler dare il suo voto al partito comunista o ad altro partito contrario alla Religione o alla Chiesa Cattolica. Però per essere assolto è sufficiente dare il voto a un partito non avverso al retto ordine morale” (cfr. “Sommario di Teologia Morale” di Don Luigi Piscetta e Don Andrea Gennaro, traduzione dal latino di Don Antonio Cavasin, casa editrice SEI, 1952).

mercoledì 1 maggio 2019

Testimonianza sull'amore di DIo (/)

Pubblico la testimonianza di una suora di clausura.

Ero una giovane come tante, felice. Studente, sportiva, amavo la vita. Frequentavo l'Azione Cattolica e le A.C.L.I. Terminati gli studi, trovai un lavoro. Anche se lavoravo regolarmente in un posto, che economicamente mi dava molta soddisfazione, mi rendevo conto, nel contempo, che non ero proprio appagata. Ricevevo apprezzamenti e inviti da giovani che si accorgevano della mia freschezza giovanile, del mio impegno sociale e sportivo. Ma io sentivo di "volere di più". A 19 anni, dopo un periodo di riflessione, di ascolto della Parola di Dio, dopo essermi immersa nelle albe e nei tramonti, nel silenzio delle cime nevate, dove potei rientrare più spesso in me stessa, mi è balenata una nostalgia dell' "assoluto di Dio" che mi ha fatto trasalire. Non avevo mai pensato di abbracciare la vocazione religiosa, tanto meno quella claustrale. Amavo troppo la mia libertà! Ma durante una S. Messa, nel momento della consacrazione Gesù mi invitò a seguirlo. Tutto avvenne in 30 o 40 secondi. Non è facile descrivere a parole quella esperienza. Mi sentii avvolta improvvisamente dalla presenza di Dio, avvolta dal Suo amore e contemporaneamente sentii il vivo desiderio di essere tutta sua. In un baleno mi passò, come in veloce sequenza, la mia vita. Avevo finalmente raggiunto tutto ciò che da sempre avevo desiderato e conseguito con tanta fatica e sacrificio: un titolo di studio, un bel posto e soddisfazione nello sport. In confronto di quanto Lui mi stava dando in quel momento…ebbi l’impressione di avere tra le mani un po’ di paglia. Fu allora che dissi, sì, Gesù, mi consacrerò a Te! Inizialmente pensavo di farmi missionaria per poter comunicare a quanti avrei incontrato ciò il Signore aveva operato in me, poi, pian piano, nella preghiera e con l’aiuto di una guida spirituale, compresi che solo nella vita contemplativa trovava appagamento la mia aspirazione, solo questa mi permetteva di avvicinare, spiritualmente, un maggior numero di fratelli. A 21 anni, contro il parere di tutta la mia famiglia, che mi avrebbe vista più volentieri sposa felice, dopo aver curiosato in un monastero di clausura per averne una idea precisa, ho messo qualcosa in una borsetta e, da buona atleta, velocemente, alle prime luci del mattino e all’insaputa di tutti i miei cari, ho raggiunto il monastero: la mia nuova casa! Vi assicuro che il cuore batteva forte... 

A sera, guardando dalla finestra del monastero, intravidi, tra il verde, le insegne e le luci della città. Ricordavo quanto avevo lasciato e lo mettevo accanto a quello che avevo guadagnato... Chiusa la finestra sono scomparsa nell'umiltà, nella scoperta dello spirito proprio dell'Ordine monastico abbracciato, nell'accettazione dell'obbedienza in nome di Dio, di quel Dio e Padre che tenevo stretto nel mio cuore. 

E sono riapparsa colma di pace nell'esercizio di una maternità spirituale che mi permette di spostarmi tempestivamente da un capo all'altro della terra a visitare il cuore di ogni fratello, ad asciugare le lacrime, a tergere il sudore dei lavoratori, dei moribondi di tutte le guerre, a stringere al mio cuore gli orfani, gli anziani, i sofferenti di ogni colore ed età, a incoraggiare i giovani a percorrere onestamente, coraggiosamente la strada della vita, la strada di quella vita che è frutto del dono di Dio. Giorno dopo giorno lo Spirito mi apre sempre nuovi orizzonti. Mi fa comprendere che Dio, Padre buono, vuole servirsi della mia umile vita di Visitandina per farne una gioiosa, nascosta testimonianza dell'amore con cui Egli ama ogni uomo. 

Suor M.D.


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mercoledì 24 aprile 2019

Vivere il matrimonio in modo cristiano (/)

Tempo fa una lettrice mi ha parlato del tema della famiglia cristiana.



Caro D., fratello in Cristo,
                                            hai ragione, oggi più che mai c'è bisogno di famiglie veramente cristiane, contro questa inarrestabile perdita di valori. Credo anch'io che ci si possa santificare nel matrimonio, supportandosi a vicenda nel cammino spirituale. Dev'essere bellissimo trovare un'anima spiritualmente affine.

Le tue considerazioni sul matrimonio sono comprensibilissime. Dev'essere un mezzo che aiuta ad arrivare a Dio e non un ostacolo al cammino verso di Lui. Dobbiamo sempre aver presente che questa vita, per quanto lunga, è solo un soffio rispetto all'eternità. Io ormai cerco di tenere sempre più il pensiero fisso su di questo, le cose di questo mondo non mi interessano, tanto più se mi ostacolano nel santificarmi. Cerco di fare tutto in vista di quel momento in cui comparirò davanti a Dio. Non voglio pentirmi per l'eternità della mia condotta in questa breve esistenza. Spero che Gesù ti illumini sullo stato di vita da eleggere e che con questa illuminazione ti doni anche tanta gioia. Ho trovato molto interessante il post che hai scritto circa la vita matrimoniale, sapere come la pensi riguardo questo tema. Sai che, da quando ti leggo, resto stupita nel constatare che la pensiamo allo stesso modo al 100%. A volte, dopo averti scritto, leggo qualcosa sul tuo blog e in alcuni giorni mi è capitato di ritrovare anche qualche pensiero espresso con le stesse parole.

Caro D., spero che Gesù ti doni la moglie migliore che tu possa desiderare, se è questo il Suo volere, il Suo amorevole piano per te. Nella preghiera e nel silenzio troverai le risposte. 

Un caro saluto

Siano lodati Gesù e Maria

(Lettera firmata)



Carissima in Cristo,
                                 diverse persone mi hanno consigliato di sposarmi. Si tratta di una scelta non facile, perché innanzitutto bisogna vedere qual è la volontà di Dio su di me (Sant'Alfonso Maria de Liguori insegna che per eleggere qualsiasi stato di vita è necessaria una chiamata del Signore), e in secondo luogo bisogna trovare una donna davvero cristiana. A me non interessa una vita matrimoniale insipida da un punto di vista spirituale. Io sono affascinato dalla vita ascetica, pertanto se dovessi decidere di sposarmi farei questo passo solo con una donna caritatevole, dolce e affettuosa (non acida, irascibile ed egoista) che avesse anche lei il desiderio di vivere un'intensa vita spirituale, praticando con fervore le virtù cristiane e ricercando seriamente la propria santificazione.

Ad esempio se fossi sposato vorrei che tutti i membri della famiglia si svegliassero presto per pregare insieme e poi fare in silenzio un po' di orazione mentale. In casa non dovrà esserci la televisione. Durante i pasti vorrei che si ascoltassero audiolibri spirituali come “L'imitazione di Cristo” e poi si parlasse di temi edificanti. I miei figli non li manderei nelle scuole del regime culturale progressista, ma opterei per le lezioni didattiche fatte in casa da me o da mia moglie (homeschooling), e poi a fine anno far fare un esame presso una scuola per convalidare gli studi fatti (la legge italiana lo consente). Quasi ogni giorno spiegherei ai miei bambini un po' di Dottrina Cristiana servendomi dell'intramontabile catechismo di San Pio X o di qualche altro testo fedele al Magistero perenne della Chiesa. Vorrei che la sera la famiglia si riunisse per recitare insieme il Rosario e altre preghiere, e poi vada a dormire presto. Mia moglie la tratterei con affettuosa dolcezza e affabilità, non in maniera scorbutica e oppressiva, come purtroppo fanno tanti mariti. Vorrei che in casa si respirasse un'atmosfera di spiritualità, di devozione e di carità fraterna, come avvenne nella famiglia costituita da San Luigi Martin e Santa Zelia Guerin (i genitori di Santa Teresa di Lisieux). Insomma, vorrei una famiglia con uno stile di vita quasi... monastico.  :-)

Molte persone quando si avvicinano per la prima volta al blog, pensano che io sia un monaco o qualcosa del genere, e poi rimangono sorprese quando scoprono che sono solo un giovane fedele laico. Alcune lettrici mi hanno manifestato esplicitamente il proprio interesse nei miei confronti in vista di un eventuale matrimonio. Ogni volta che ricevo “manifestazioni di interesse” le valuto con attenzione per vedere se ci sono i presupposti per continuare la reciproca conoscenza ed eventualmente formare insieme una famiglia davvero cristiana. Verso una di loro ricambiavo un certo affetto e pensavamo entrambi di essere fatti l'uno per l'altra, ma per motivi indipendenti dalle nostre volontà il processo di reciproca conoscenza in vista di eventuali nozze non è proseguito. Tuttavia sono contento di constatare che esistono ancora donne che la pensano come me al riguardo del matrimonio concepito anche come mezzo di santificazione.  

Per me non è un dramma rimanere celibe, anzi. Ma come ho già detto sopra, non sono interessato a una vita matrimoniale “poco cristiana”, perché per me sarebbe una vita infelice. Se invece una donna pia e devota dovesse manifestarmi di voler condividere con me la mia idea ascetica di vita matrimoniale, in questo caso, come ho già fatto in passato, valuterò se è volontà di Dio che abbracci questo stato di vita. Le cose che vengono dal Signore si vedono dai frutti: se una donna dice di essere interessata a me, e mi trasmette devozione, desiderio ardente di santità, e un grande amore per Dio, potrebbe essere la persona giusta con cui costituire una famiglia davvero cristiana.

Tuo fratello in Cristo,

Cordialiter

venerdì 19 aprile 2019

FSVM


Istituto fondato da Padre Theodossios Maria della Croce nel 1968 con la benedizione dell'allora arcivescovo di Genova, il zelantissimo Cardinale Giuseppe Siri. La Fraternità della Santissima Vergine Maria è suddivisa in due rami: uno maschile denominato “Jesus Sacerdos et Rex” e uno femminile denominato “Agnus Dei”. Apprezzo molto il modo devoto con cui celebrano il Santo Sacrificio della Messa. Anche dal punto di vista dottrinale sono degni di apprezzamento per via del loro forte attaccamento al Magistero bimillenario della Chiesa. Oltre a una spiccata devozione mariana, hanno ereditato dal Fondatore un grande amore per Gesù Eucaristia, che è il fine ultimo dell'uomo. Il ramo sacerdotale ha in cura alcune parrocchie di Genova, le suore invece hanno un'attività principalmente spirituale, occupandosi anche di attività culturali, musicali e artistiche, inoltre si occupano del catechismo dei bambini e ospitano famiglie in ritiro spirituale. Degno di nota è il fatto che i sacerdoti di questo istituto non vanno mai in giro con abiti secolari, ma amano utilizzare l'abito talare, segno della loro consacrazione. Anche le suore non utilizzano abiti borghesi, ma solo un degno abito religioso.

Ecco alcuni indirizzi per contattare questi religiosi:

Comunità Jesus Sacerdos et Rex (ramo maschile)
Via Fidanza 62
01022 Bagnoregio (VT)
Tel. 0761 792101
Email: jsr.bagnoregio@libero.it

Comunità Agnus Dei (ramo femminile)
Piazza Sant’Agostino, 7
01022 Bagnoregio (VT)

Parrocchia dei Santi Vittore e Carlo
Via Balbi, 7
16126 GENOVA
frater@viasacra.net

Fraternité de la Très Sainte Vierge Marie
Paroisse de Mailly-le-Château
3 rue du Château
F-89660 Mailly-le-Château
France


giovedì 4 aprile 2019

No alle foto "poco gastigate" sui social!

Rimango dispiaciuto quando certe persone che si dichiarano cattoliche pubblicano sui social network delle foto di persone con abiti "troppo succinti". Certo, anche le persone che non credono in Dio dovrebbero astenersi dal pubblicare certe foto, ma che lo facciano anche dei cattolici praticanti lo trovo un atto di incoerenza.


giovedì 14 febbraio 2019

Sei stata creata per amare Dio

Ecco la lettera vocazionale di una giovane studentessa liceale...


Buongiorno,
                 navigando alla ricerca di informazioni sulle vocazioni ho trovato il suo blog. E devo dire che è davvero una bella fonte di informazioni! Complimenti!

Mi presento...mi chiamo [...] ho 16 anni, frequento il Liceo Scientifico ed abito a [...]. Negli ultimi mesi (dopo esser stata lasciata dal mio fidanzato dopo quasi due anni insieme) mi sono riavvicinata di gran lunga alla Chiesa e a Gesù. A dire il vero non mi ero mai allontanata di mia spontanea volontà, ma il mio fidanzato mi concedeva solo la domenica mattina per la S. Messa. [...] Da un bel po' di tempo però penso che ciò che può darmi Gesù non può darmelo nessun uomo. Volevo intraprendere la carriera militare, un sogno sin da bambina. Ho fatto concorsi per entrare nelle Scuole delle Forze Armate e le sere prima delle prove pensavo tra me e me "È davvero questo ciò che voglio?". Ed ora credo di avere la risposta.

Ho pensato di scriverLe perchè vorrei sapere se dalle mie parti ci sono conventi per fare ritiri vocazionali e capire realmente se è questo che Dio vuole da me. All'età mia, posso fare un'esperienza vocazionale oppure devo aspettare di finire gli studi e diventare maggiorenne? Poi potrei iniziare il cammino in convento verso i voti? Come posso fare con gli studi? Parlarne con i miei ancora è molto difficile...prima vorrei sapere dove andare e cosa fare. E poi ne parlo con loro. Aspetto una sua risposta. Grazie mille!!!

Un caro saluto in Gesù,
(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                     dammi pure del tu (lo preferisco). Sono davvero contento di sapere che hai compreso che nessun uomo della terra potrà mai renderti felice come farebbe Gesù se gli donassi tutto il tuo cuore. Lui è il miglior sposo che una donna possa avere. Rifletti sul fatto che Dio è eterno, cioè è sempre esistito, e sin dall'eternità, prima ancora di creare il mondo e le stelle, già pensava a te e ti amava in attesa di crearti (la tua anima è stata creata dal Signore nel momento in cui sei stata concepita nel grembo di tua madre). Pensa che quando Cristo si è immolato in croce, lo ha fatto pensando a te, per espiare i tuoi peccati e redimerti. Se tu fossi stata l'unica persona bisognosa di redenzione, Lui si sarebbe incarnato e si sarebbe immolato lo stesso solo per te. Sì, anche per salvare un'anima sola! Troppo grande è l'amore di Dio per ciascuno di noi! Dove puoi trovare qualcuno che ti ami più di Nostro Signore? Non conosco nessun altro uomo che si lascerebbe flagellare e crocifiggere per salvarti. Fortunata te se diventerai sposa di Gesù abbracciando la vita religiosa in un istituto fervoroso, sarai felice già su questa terra, ma soprattutto nell'eternità.

Hai fatto bene a scartare l'idea di entrare nelle Forze Armate, non mi piace il modo “poco caritatevole” con cui non di rado vengono trattate le reclute.

Anche se sei minorenne puoi benissimo fare un'esperienza vocazionale, e puoi anche entrare in convento, però per iniziare il noviziato dovrai aspettare i 17 anni, come è stabilito dal Codice di Diritto Canonico. L'unico problema è che per entrare in convento prima dei 18 anni è necessario avere il permesso dei genitori. Avere una figlia sposa di Gesù Cristo è una grazia immensa, però non sono molti i genitori che comprendono questi discorsi spirituali.

Non è necessario avere il diploma per abbracciare la vita consacrata. Comunque, sappi che in qualche istituto religioso è possibile terminare gli studi scolastici in convento. A mio avviso è una cosa molto buona, perché così si evita di frequentare le scuole normali, dove ci sono dei professori atei che parlano male della Religione, e dei compagni di classe che si comportano male.

Rimango a tua disposizione per rispondere ad eventuali ulteriori domande. Ti incoraggio vivamente a perseverare nel discernimento vocazionale. Troppo grande è la grazia di donare interamente il proprio cuore a Gesù e di divenire sua sposa.

In alto i cuori!

Cordialiter




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giovedì 7 febbraio 2019

Quando rispondere alla vocazione?

Tempo fa una gentile lettrice del blog mi ha posto alcune domande....

Caro Cordialiter,
                             mi chiamo [...], sono un'assidua lettrice del tuo blog. Mi hanno colpito due lettere che hai pubblicato: in una dicevi ad una persona che la vocazione può "andar via" o essere "tolta da Dio e data ad un'altra persona" e in un'altra che "se pure una persona non ha la vocazione, si può pregare che Dio gliela doni". Che vuol dire? Dio non ha per ognuno una vocazione personale fin dall'eternità, da prima che una persona nasca? Come può toglierla e darla ad un'altra? E se ha già un progetto, può cambiarlo in vocazione religiosa se glieLo si chiede? Grazie.

Un saluto in Gesù e Maria.


Cara sorella in Cristo,
                                      San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori (entrambi Dottori della Chiesa), insegnano che quando una persona comprende di avere la vocazione, deve darsi da fare per poter adempierla al più presto, altrimenti rischia di perderla.

Se vuoi saperne di più al riguardo ti basterà leggere gli "Avvisi spettanti alla vocazione religiosa" di S. Alfonso. Ecco alcuni brani: “Pertanto quando chiama Dio a stato più perfetto, chi non vuole mettere in gran rischio la sua salute eterna, deve ubbidire ed ubbidire subito. Altrimenti sentirà rimproverarsi da Gesù Cristo […]. I lumi di Dio son passaggieri, non permanenti; onde [...] s. Tommaso d'Aquino [...] nella sua Somma propone il dubbio, se sia lodevole l'entrare in religione senza il consiglio di molti e senza lunga deliberazione. E risponde di sì, dicendo che il consiglio e la considerazione sono necessari nelle cose dubbie; ma non già in questa, che è certamente buona, giacché l'ha consigliata Gesù medesimo nel Vangelo [...]."

Dio è generoso nel dispensare le grazie (e la vocazione religiosa è una delle più grandi grazie che può donare), ma se vede che una persona le rifiuta, allora può anche revocarle. Ad esempio, se tu vuoi fare un regalo ad una tua amica, ma costei lo rifiuta, che fai? Ogni giorno ritenti di darglielo? No, dopo qualche rifiuto, prendi atto dell'ingratitudine della tua amica, e il regalo lo dai ad un'altra persona più meritevole.

La vocazione è una grazia del Signore, e come tutte le grazie può anche essere chiesta per se stessi o per altre persone. Ad esempio nel libro “Storia di un'anima” si narra che Santa Teresa di Lisieux pregò Dio di donare la vocazione a una sorella di una novizia, e dopo breve tempo quella ragazza abbandonò il mondo ed entrò in monastero.

Spero di aver risposto alle tue domande.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




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mercoledì 30 gennaio 2019

Sprecare la vita o donarla a Dio?

Tempo fa una lettrice mi ha chiesto gentilmente di postare sul blog una lettera che scrisse a delle suore.


Pace e bene sorelle,
                                  sono una ragazza di 25 anni in discernimento vocazionale, [...] ho conosciuto e letto tante cose sulla vostra Fondatrice, nella sua storia ho trovato la mia, qualcosa di me, di ciò che sono, che il Signore mi fa essere. Quando sono stata dalle suore del vostro Istituto, stare con i bambini, parlare con le sorelle, con Gesù, ho capito qualcosa, ma il Signore mi fece cercare qualcosa di profondo. Sentii la prima chiamata il 27 agosto 2000, e dopo dolori e sofferenze, dopo che Gesù mi ha fatto assaporare la sofferenza della sua croce affinché mi innamorassi di Lui, ecco che mi ha guarita. Sentii la sua voce nel seguirlo, nel seguire san Francesco... l'amore per i poveri. Evangelizzare, portare la parola di Gesù in terre lontane, dove la povertà regna... è quello che mi chiede il Signore, amare i poveri, gli ammalati, portare Gesù da loro, aiutarli, confortarli, assisterli. Ho avuto esperienze stupende di contatti con poveri, specie bambini; la cosa che ho visto in loro? LA GIOIA DI VIVERE NONOSTANTE TUTTO. CHE GIOIA MI HA RESO QUESTO! E IO STRUMENTO DEL MIO AMATO Gesù, HO TRASMESSO IL SUO AMORE, IN UN SEMPLICE ABBRACCIO, UNA CAREZZA. Sono stata stravolta dall'amore di Gesù, mi sono innamorata così profondamente che non ho visto e sentito niente... solo una cosa... mi indicava la povertà, aiutare i poveri, i bisognosi, gli ammalati, mi indicava di seguire Francesco. Io lo ringrazio infinitamente per aver sofferto tanto, perché da questa mia sofferenza è stato lì che Gesù mi ha chiamato a scoprire il suo amore infinito, e solo se mi affidavo a Lui e alla sua misericordia potevo stare bene. E così, quella sera del 27 agosto pregai fino allo sfinimento il Signore affinché mi facesse veramente la grazia di guarire... (ha voluto aspettare tutto questo tempo, ha voluto che portassi le mie croci come le sue, di salire sul Calvario per poi rinascere a vita nuova), stavo a casa, non uscivo, stavo male, ma quella sera decisi di uscire... andai in chiesa ...Lui era lì... mi aspettava... c'era il Santissimo esposto... mi sedetti e il mio cuore è stato invaso ...ho sorriso dopo anni di tristezza...Lui era il mio unico consolatore...l'amore che da sempre cercavo e mai trovavo. Tornai a casa, non cenai, andai in camera... mi misi davanti al crocifisso di san Damiano a parlare con il mio amato. Pregai, lo pregai davvero incessantemente; ero stanca di soffrire, di pensare a me, di sprecare la mia vita così, avevo capito che il Signore mi voleva mettere davanti un disegno d'amore grande... che all'inizio avrei fatto fatica a capire. Il Signore voleva farmi capire che la mia salvezza avrebbe portato frutti... come il famoso seme, resta solo un seme se non cade nella terra e non muore; ma se muore produce molti frutti. Poi andai a letto, l'indomani mi alzai, feci colazione, sorridente, cantai l'anima mia magnifica il Signore... e uscii. Mia madre rimase sconvolta, ero cambiata...andai da Gesù, non potevo farne a meno. Tornata a casa... pranzai, mia madre mi osservava e mi disse: E' UN MIRACOLO ... lo capii anche io! Capii davvero che il Signore mi fece passare attraverso la sua croce ... affinché capissi tutto, ero prescelta, ero sua, ecco perché non ho trovato mai l'amore, perché quell'amore era Gesù. Lui che mi ha colmato il vuoto interiore, Lui che ha purificato il mio cuore. Sono stata male per tanto tempo, per cosa? Per chi? L'unica risposta adesso è Gesù! Mi sono posta diverse domande! Perché sprecare la mia vita nell'egoismo di me stessa? Perché comprarmi abiti di marca quando ci sono ragazzini che non hanno nemmeno un tozzo di pane? Perché uscire il sabato sera, con vestiti attillati, andare in discoteca, sballarsi, quando potremmo incontrarci con gruppi di giovani e andare da Gesù che ci riempie di gioia e amore? Perché fare diete, essere belle, truccarsi per fare colpo, quando dietro quella maschera ci sono occhi tristi e pieni di rabbia? Io mi sono chiesta davanti al mio caro Gesù queste domande, e penso non è questa la vita che voglio. Sprecarla cosi? ma scherziamo? e Gesù? e i poveri? Amo i poveri, ecco perché voglio stare con i poveri, e per i poveri... insieme a Gesù, perché in loro vedo tutto, vedo Gesù! Io sono pienamente felice, innamorata. Io amo Gesù, Lui è il mio tutto, tutto quello che mi è sempre mancato... con Lui vivo... perché Lui vive in me. Io ho trovato la mia vita... la mia gioia, la mia felicità, aiutando i bambini e i ragazzi poveri, i più bisognosi, gli ammalati, portando e avvicinando Gesù a tutti loro... che bello!!! Vorrei davvero far parte della vostra Famiglia Religiosa, stare con voi sorelle, perché ormai non ho più dubbi, io voglio consacrare la mia vita a Gesù!





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domenica 13 gennaio 2019

Insegnare a pregare ai bambini

Dagli scritti di Fratel Candido delle Scuole Cristiane.


Racconta un parroco che un bambino povero, avendo la mamma ammalata in una misera soffitta, scrisse una lettera al suo Papà del Cielo e la imbucò nella cassetta delle elemosine. Tra i soldi delle offerte il parroco trovò quella lettera. Commosso da tanta ingenuità, andò all'indirizzo segnato sulla busta per portare un po' di aiuto. Fu così che il buon Dio esaudì la preghiera di quel bambino, che ebbe sempre più fiducia nel Signore e nell'efficacia della preghiera.

Un altro povero bambino di sette anni, credendo di essere solo in chiesa, stando vicino al Tabernacolo ripeteva: "Gesù, sii Tu mio padre. Gesù, sii Tu mio padre". Un signore che, non visto dal bambino, stava pregando lì vicino, gli si avvicinò e gli disse:

-Perché chiedi a Gesù di farti da padre?
-Sono rimasto orfano, non ho più nessuno. Pochi giorni fa è morto mio papà, e morendo mi ha raccomandato: "Prega Gesù perché ti faccia da papà".

Quel signore, commosso, gli disse:

-Il Signore ha esaudito la tua preghiera. Tu hai perduto il papà e io ho perduto il mio unico figlio. Se vuoi venire con me, io sarò il tuo papà, in nome di Gesù!


LA SAPIENZA DEI BAMBINI

Il bambino innocente tende naturalmente a Dio: è un'inclinazione che gli è stata messa nell'anima da Dio stesso nel Battesimo. Il bambino sente Dio, gusta Dio e, se lo si fa riflettere, se si eleva la sua mente e il suo cuore a Dio, ascolta volentieri quando si parla di Lui, e sarà portato a parlargli più spesso di quanto immaginiamo.

[...]

IL RISCHIO DI PERDERE DIO

A un papà o a una mamma fa piacere vedere il loro bambino che si avvicina spontaneamente, non per recitare un complimento imparato a memoria, ma per dire parole di affetto che gli escono dal cuore: "Mamma, quanto sei buona; ti voglio tanto bene... Papà, grazie per il bel giocattolo che mi hai comperato...".

Un papà mi raccontava, commosso, che suo figlio, al quale in occasione del suo compleanno aveva regalato un orologio, ogni tanto, durante il pranzo, si alzava e gli saltava al collo con mille espressioni affettuose come il cuore gli dettava, per esprimergli la sua gioia e la sua riconoscenza per il dono ricevuto.

Anche il Signore regala continuamente ai bambini, suoi figli carissimi, molti doni. E come potrebbe non gioire nel sentirsi ripetere da loro espressioni affettuose di riconoscenza che partono dal cuore, spontanee, e non sempre e solo delle formule imparate a memoria?

Che diremmo di un bambino che si limitasse a ripetere espressioni imparate a memoria da un libro, e non avesse mai una parola tutta sua, neanche in casa con i familiari?

Se non educhiamo i nostri bambini alla preghiera spontanea li priviamo, e con loro priviamo il Signore, di una grande gioia e lasciamo in essi una lacuna che rischia di non colmarsi più. Fatti adulti, troveranno come ostacoli sul loro cammino gli affari e le passioni... e se non sono stati abituati fin da piccoli a usare un linguaggio familiare con Dio, non ne sentiranno il bisogno e consumeranno i loro giorni nella freddezza verso il Signore, "arrangiandosi" come potranno, vivendo da illusi o da disperati, ma comunque in modo sterile e dannoso. E quanti ce ne sono in queste condizioni...!

Se si comincia a studiare una lingua da adulti, non si arriverà mai a una pronuncia perfetta. Così, se con Dio non si impara il linguaggio del cuore fin da bambini, è molto difficile impararlo da adulti.


INSEGNIAMO LA PREGHIERA SPONTANEA

Quando il bambino ha qualche pena, va spontaneamente dalla mamma e in lei cerca aiuto e conforto. Talvolta la mamma lo invita a rivolgersi al papà, se questi può fare qualcosa di più che lei non può fare.

E perché allora non suggerire al bambino di ricorrere anche al Signore e alla Madonna quando ha qualche bisogno, specialmente spirituale, qualche grazia da chiedere o qualche difficoltà da superare? Suggeriamo al bambino di pregare, di domandare ciò che desidera. Così più tardi, da adulto, quando avrà bisogno di qualunque cosa, di riuscire in qualche impresa, saprà a Chi rivolgersi per ottenere luce e forza nei suoi problemi.

Se invece, come già detto, è stato solo educato a dire meccanicamente qualche formula, senza mai conversare intimamente con Dio, a tu per tu, con espressioni sue, più tardi o lascerà del tutto quelle formule, a cui non ha mai dato grande importanza, e che ritiene cose da bambini o da vecchi, o continuerà a dirle senza attenzione, perché non gli ispirano alcuna fiducia, né elevano il suo cuore a Dio, a cui non è mai stato abituato a parlare con la confidenza di un figlio.

E così abbiamo uomini e donne che, mentre da bambini sulle ginocchia della mamma hanno pregato, nell'uso comune dell'espressione, cioè hanno detto delle preghiere, da adulti non pregano più, e vivono senza Dio! Le formule che dicevano da bambini, senza riflettervi, mancavano di calore, e per questo sono rimaste lettera morta per il loro cuore, e non hanno dato vita all'anima. È così che, pian piano, si è spento il gusto di Dio, donato da Dio stesso nel giorno del Battesimo.

[...]


INSEGNIAMO A PREGARE CON LE FORMULE

Che fare dunque? Non insegnare più ai bambini le solite formule di preghiere? No, sarebbe una conclusione sbagliata. La preghiera usuale, espressa con le formule è utile, anche perché può fornire un'ottima base alla preghiera spontanea.

Gesù ci ha insegnato la più sublime formula di preghiera. La Chiesa, nostra Madre e Maestra, prega per tutti, con formule comuni, e ci esorta a ripeterle con i suoi ministri.

Dobbiamo dunque far imparare e far dire le preghiere tradizionali, cercando, ovviamente, che non si riducano ad essere solo parole ripetute meccanicamente.

Bisogna far riflettere i bambini sul significato di quelle parole, perché, quando le recitano, accompagnino con la mente e col cuore ciò che dicono con la bocca.


[Brano tratto da "Lasciate che i fanciulli vengano a Me", di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, titolo originale: "Formiamo il bimbo al soprannaturale", "L.I.C.E."]


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venerdì 4 gennaio 2019

Vera gioia

Una ragazza è rimasta colpita dalla vera gioia che ha visto negli occhi di una suora di clausura della sua età...


Caro D., 
                 è un sacco di tempo che non ti scrivo, ma nel frattempo sono stata un paio di volte dalle Servidoras e non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermele fatte conoscere. Sono davvero delle suore incredibili: piene di gioia di vivere, di allegria, che vivono davvero in povertà ma che condividono tutto. Quando sono stata con loro (sia a Segni che a Tuscania) non mi sono mai sentita ospite, ma sempre parte integrante della comunità, questo anche grazie al fatto che abbiamo condiviso con loro non solo la preghiera, ma anche i momenti di lavoro e di svago. Ho avuto anche la fortuna di aver conosciuto la suora di clausura di Velletri che prega per me, ed ho scoperto che ha la mia età ed ho visto nei suoi occhi e in quelli delle sue consorelle la Vera Gioia, quella che solo Gesù può dare. Ho visto concretamente come tutta la nostra vita può diventare Liturgia di gioia e di onore a Dio ed ora non vedo l'ora di poter fare gli esercizi spirituali di sant'Ignazio. Inoltre, siccome qui ho difficoltà a trovare un padre spirituale, mi hanno detto che posso mettermi in contatto con uno dei sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato... nel frattempo continuo con le letture spirituali (al momento sto leggendo "Le Glorie di Maria"). 

Sono ancora piena di dubbi, incertezze e non so se si possa parlare di vocazione nel mio caso (per questo voglio parlare con un buon padre spirituale) ma se dovessi dirti come vorrei trascorrere la vita non avrei dubbi nel risponderti che voglio viverla così come la vivono loro e quella gioia che ho provato vorrei che tutti la conoscessero. Non si può conoscerle e non desiderare di essere felici come lo sono loro... quindi ti scrivo questa mail (forse un po' sconclusionata ma sono anche stanca tra lavoro e studio) soprattutto per ringraziarti e per spronarti a continuare il lavoro che stai facendo con i blog perché molte ragazze con le quali ho parlato mi hanno detto di aver conosciuto le Servidoras tramite internet ed il tuo blog. 

Un caro abbraccio in Gesù e Maria.


Cara sorella in Cristo,
                                    sono molto felice di sapere che durante questi mesi in cui non ci siamo più sentiti hai continuato a riflettere sullo stato di vita da eleggere e hai fatto alcune esperienze vocazionali tra le Servidoras. 

Tutti gli esseri umani sono alla ricerca della felicità, alcuni la cercano nelle ricchezze, altri nel successo, altri nei divertimenti sfrenati o in altre cose materiali. Infine ci sono quelli che la cercano in Dio, e sono gli unici che la trovano, perché il nostro cuore è stato creato per amare il Signore, e non trova pace sin tanto che non riposa in Lui.

Le donne più felici che ho conosciuto nella mia vita sono le suore che vivono con fervore la propria unione sponsale con Gesù buono, il miglior sposo che una donna possa avere. Le Servidoras sono davvero molto fervorose e zelanti del bene delle anime, non è un caso che hanno tante vocazioni. Sarebbe meraviglioso se il Redentore Divino ti prendesse tutta per Sé facendoti abbracciare la vita religiosa tra le “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”. Tra l'altro lì ti sarà facile trovare una buona guida spirituale tra i sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato (fanno i cappellani nei conventi delle Servidoras), i quali oltre ad avere una buona preparazione dottrinale, sono anche molto caritatevoli e fraterni.

Questo è un periodo importantissimo per il tuo futuro, perché stai riflettendo sullo stato di vita da eleggere. Spero tanto che tu possa diventare sposa di Gesù Cristo tra le Servidoras. Solo in Cielo comprenderai appieno quanto grande sia stata la grazia della vocazione religiosa.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Corde Matris,

Cordialiter





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