martedì 30 novembre 2021

Amare la purezza

Tempo fa ho ricevuto una bella testimonianza di vita cristiana da parte di una ragazza che voleva vivere in castità nonostante il fidanzato aveva idee diverse dalle sue...

Caro curatore di questo meraviglioso blog vocazionale, sono una studentessa di ventuno anni, lettrice assidua del tuo blog e di letture sacre (amo leggere). E' da tempo che volevo scriverti, per raccontarti la mia storia. Sono una cattolica-cristiana (vado a Messa la Domenica), e sin da quando andavo alle medie sono catechista, Dio mi ha dato questo grande dono di insegnare la sua Parola e trasmetterla agli altri. Sin da quando ero ragazzina amo Dio, e quando avevo 17 anni decisi di dire a mia madre che dopo la scuola superiore sarei voluta partire per andare in un monastero di clausura, per lodare Dio e dedicargli tutta la vita. Mia madre fece di tutto per distogliermi dalla mia vocazione, non perdeva mai un'occasione per ripetermi che prima o poi l'avrei abbandonata. Riuscì a distogliermi e […] l'anno dopo conobbi il mio attuale ragazzo. All'inizio mi sembrò un giovane credente, di buona fede, ma ora dopo tre anni che siamo fidanzati mi ripete sempre che il fidanzamento come lo intendo io (cioè casto fino al matrimonio) è solo un'idea arcaica [...]. Da parte mia ho detto che mi era sembrato di essere stata chiara sin dall'inizio e ho detto che se a lui non va bene il fidanzamento così, può anche lasciarmi, ma lui ha detto che sarebbe stupido lasciarmi solo per questo. Credevo di aver trovato una persona adatta alla mia personalità, (sono molto semplice, non vado mai dal parrucchiere, vesto sempre con dei vestiti che coprono tutto il mio corpo, non sono mai stata in discoteca la sera e per studiare all'università vivo in un istituto di suore), ma non è così, a lui piaccio solo perché sono seria, ma poi mi dice che mi trascuro, che sbaglio a dedicare tanto tempo allo studio e sbaglio ad essere con dei princìpi che mai nessuno mi toglierà, ne tanto meno lui. Vorrei qualche consiglio sul comportamento che devo assumere, aiutami, perché non riesco a parlare con nessuno di questa delicata questione, mi vergogno di tutto questo e il mio cuore è triste...

In più vorrei qualche consiglio spirituale, sono un'umile serva di Dio e lo amerò sempre! Grazie davvero per tutto ciò fai per ogni anima che ti chiede conforto. Pregherò per te.

(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                  ti ringrazio per avermi scritto, la tua testimonianza di vita cristiana mi è piaciuta molto.

Il tuo modo di concepire il fidanzamento, cioè di viverlo in castità fino al matrimonio, non è arcaico, ma è il modo di viverlo ordinatoci per nostro bene dal Signore. Il Catechismo della Chiesa Cattolica promulgato da Papa Giovanni Paolo II ribadisce ai cristiani di oggi ciò che la Chiesa ha sempre insegnato al riguardo, e cioè che tutte le persone che non sono sposate devono vivere in castità anche se sono fidanzate. Purtroppo, persino tanti fedeli praticanti rifiutano di obbedire a questa Legge che Dio ha scritto nei nostri cuori (non fornicare), e si ribellano agli insegnamenti della Chiesa sul sesto comandamento. Tu continua a obbedire all'eterna Legge di Dio e non te ne pentirai giammai. I mondani ti derideranno e ti insulteranno, ma Gesù Cristo ci ha detto: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.” (Matteo 5,11-12)

Dunque non sei una persona antiquata, sei solo una seguace del Redentore Divino: continua così! L'unica cosa che conta nella vita è piacere a Dio, tutto il resto è vanità delle vanità. Apprezzo moltissimo anche il modo castigato di vestirti. La Madonna a Fatima disse che un giorno sarebbero venute delle mode che avrebbero offeso molto Nostro Signore, e infatti quelle mode oscene sono giunte davvero: minigonne, scollature profonde e gli altri abiti spudorati costituiscono un grave scandalo per l'anima del prossimo, poiché lo inducono a commettere dei peccati. Per questo motivo una donna davvero cristiana deve indossare solo abiti che non offendono il pudore. Continua ad essere semplice, a non frequentare luoghi malsani come le discoteche, e a vivere coerentemente la vita cristiana.

Quando avevi 17 anni era meglio se non avessi confidato a tua madre il desiderio di donarti a Dio in un monastero di clausura. Ma ormai quel che è fatto è fatto, adesso bisogna guardare al futuro. Ormai sei maggiorenne e tra qualche anno finirai gli studi universitari, ritengo sia importantissimo utilizzare questo periodo per riflettere attentamente sullo stato di vita che il Signore ha scelto per te. Io non so se ciò che sentivi nel tuo cuore a 17 anni era una vera vocazione o un semplice pio desiderio, però ti raccomando di metterti in ascolto della volontà di Dio. E se Gesù buono volesse prenderti tutta per Sé? Lo spero tanto! Un conto è essere sposa del Re del Cielo, altro conto è essere moglie di un uomo della terra: non c'è paragone! Io ti chiedo solo di pregare il Signore di farti capire la sua volontà. Tra coloro che mi hanno scritto ci sono anche varie persone (in prevalenza donne) che rimpiangono di essersi sposate e di non aver approfondito in gioventù la possibilità di abbracciare la vita religiosa. Tu sei ancora in tempo per riflettere attentamente ed eleggere lo stato di vita al quale ti chiama il Signore. Durante le prossime vacanze sarebbe ottima cosa poter trascorrere alcuni giorni in qualche convento fervoroso e osservante. Immersa nella preghiera e nella meditazione sarà più facile poter ascoltare ciò che Iddio vuole da te.

Ti consiglio di fare l'orazione mentale, la quale consiste nel dedicare alcuni minuti della giornata nel pensare alla maestà della Santissima Trinità, alla dolorosa Passione del Redentore, all'amore di Dio per noi, ai novissimi o ad altri misteri di fede, e inframmezzare questa meditazione con devote frasi piene d'amore rivolte a Gesù buono e anche alla nostra Mamma del Cielo. Per allenare l'anima al sacrificio e al combattimento spirituale, è buona cosa fare ogni giorno qualche mortificazione, ad esempio rinunciare a mangiare una caramella, ad usare l'ascensore e l'automobile, ad ascoltare una canzone, a leggere subito una lettera che si è appena ricevuta, a guardare un film lecito, a discolparti quando ricevi un rimprovero, ecc. Per quanto riguarda la tristezza che senti nel cuore, puoi trovare facilmente conforto buttandoti tra le braccia di Gesù buono. Solo Dio può consolarci nei momenti di dolore.

Carissima sorella in Cristo, spero tanto di esserti stato di qualche utilità. Per me è una grande gioia poter essere di aiuto alle persone che vogliono amare Dio, pertanto non esitare a scrivermi ogni volta che ne sentirai il bisogno.

Ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter




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lunedì 29 novembre 2021

Lasciare i genitori

Una ragazza mi ha detto che si sente attrarre da Gesù alla vita religiosa, però sente anche un forte legame con sua madre, e ciò potrebbe essere un ostacolo alla vocazione.


Caro D.,
                in questo periodo il desiderio di consacrarmi a Gesù buono non si è affatto affievolito anzi, ogni momento libero che ho cerco di dedicarlo alla preghiera e all'adorazione, e quando sono molto impegnata cerco di trovarli ad ogni costo. Mi sento molto attratta dalla vita contemplativa e il mio primo pensiero andrebbe proprio lì, ma ho una gran paura... Non riesco a staccarmi completamente dagli affetti, soprattutto da mia mamma con la quale c'è un legame molto forte [...]. Penso che in parte sia anche una tentazione e che il maligno voglia allontanarmi dal mio proposito facendo leva sulle mie debolezze e vulnerabilità. Spero che gli esercizi spirituali mi possano essere di aiuto e confido in Dio che lo saranno. Comunque mi farebbe molto piacere sapere quali sono i buoni monasteri dove si possono fare delle esperienze di vita contemplativa.

Ti ringrazio dell'aiuto e prego il buon Gesù che il tuo blog possa essere di aiuto e sostegno per tanti giovani che come me sentono la chiamata a seguirlo.

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                        sono contento che parteciperai agli esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Questi esercizi sono utili per tutti, ma lo sono in modo speciale per coloro che stanno eleggendo lo stato di vita. Le meditazioni ignaziane che ascolterai, ti daranno la spinta per fare la volontà di Dio.

Nella lettera che ti ho inviato in privato, ti ho segnalato alcuni buoni monasteri situati nella tua zona.

Sì, come tu stessa hai compreso, spesso il demonio cerca di far perdere la vocazione con un eccessivo attaccamento ai parenti. Purtroppo, tanti giovani hanno perso la vocazione per non aver voluto lasciare i genitori. Di questo pericolo ne parlò ampiamente anche Sant'Alfonso. Ecco quel che scrisse questo grande Dottore della Chiesa nell'opuscolo intitolato “Conforto ai novizi”: “Le tentazioni con le quali il diavolo suol tentare i novizi ad abbandonare la loro vocazione sono le seguenti. Per prima li tenta con la tenerezza dei parenti. Per resistere a questa tentazione bisogna riflettere che Gesù Cristo ha dichiarato che non è degno di goderlo chi ama i suoi parenti più di lui. [...] Oh quanti poveri giovani per l'affetto ai parenti han perduta prima la vocazione, e poi (come facilmente suole avvenire) anche l'anima! Di questi casi funesti ne son piene le cronache. Sta dunque attento, fratello mio, se il demonio per tal via cerca di farti perdere la vocazione. [...] Ascolta dunque quel che ti dice Dio, e vedi che se lo lasci per amor dei parenti, troppa sarà la pena e il rimorso che avrai in morte, quando ti ricorderai della casa di Dio che hai abbandonata [...]. Considera invece qual contento e pace sentirai morendo, se sarai stato fedele a Dio e avrai la sorte di finire la vita in mezzo ai tuoi fratelli religiosi che ti aiuteranno con le loro orazioni e con la speranza del paradiso, senza lusinghe, ti daranno animo a morire allegramente. Considera inoltre che se i parenti da vari anni e con qualche tenerezza ti hanno amato, molto tempo prima e con assai maggior tenerezza ti ha amato Dio. Non saranno più che venti o trent'anni che i tuoi genitori ti amano, ma Dio ti ama sin dall'eternità. Avranno sì i parenti fatta qualche spesa e patito qualche incomodo per te; ma Gesù Cristo per te ha speso tutto il sangue e la vita. Allorché dunque senti qualche tenerezza verso i tuoi parenti e pare che la gratitudine ti stimoli a non lasciarli, pensa che più grato devi esser con Dio che più di tutti ti ha beneficato ed amato, e di' fra te stesso: Parenti, se io vi lascio, vi lascio per Dio che più di voi merita il mio amore e che mi ha amato più di voi. E così dicendo vincerai questa terribile tentazione dei parenti, che a molti è stata di rovina in questa vita e nell'aldilà. [...]”

Ti incoraggio a non arrenderti di fronte alle tentazioni e alle avversità.

In Gesù e Maria,

Cordialiter




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domenica 28 novembre 2021

Lasciare tutto per seguire Gesù

Ripubblico volentieri la testimonianza che mi scrisse una ragazza al ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid nel 2011.


Caro Cordialiter,
da poco sono tornata dal pellegrinaggio in Spagna. Ringrazio Dio per aver potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.

Durante la Veglia a Cuatro Vientos risuonava un unico coro di più di un milione e mezzo di giovani che gridava “Questa è la gioventù del Papa!”. Come sai quella sera, appena il Santo Padre ha iniziato il suo discorso, è iniziato a piovere, ma più pioveva e più gridavamo e ci rallegravamo. È stata una grande benedizione dal Cielo!

Ciò che più mi ha colpito invece, è stato il silenzio che improvvisamente si è fatto quando il Santo Padre ha esposto il Santissimo Sacramento. Che gioia vedere tanti giovani adorare silenziosamente Gesù Eucaristico, tra l’altro erano state allestite varie tende – cappella con la possibilità di continuare l’Adorazione durante la notte. In quel momento ho pregato tanto per te, per le lettrici del blog e per tutti i giovani che stanno pensando alla vita religiosa, sono sicura che dopo la GMG tanti ragazzi e ragazze lasceranno il mondo per consacrarsi al Signore.

Ti ringrazio per il bene che attraverso il blog stai facendo a tante anime e ti incoraggio a continuare accompagnandoti con le nostre preghiere. Ti chiedo di pubblicare questa piccola mail, e a tutte le ragazze che si sentono chiamate alla vita religiosa ricordo le parole del Santo Padre durante la Veglia di preghiera del 20 agosto 2011:

“…Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza… Vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone!... Che bello è sapere che Gesù ti cerca, fissa il suo sguardo su di te, e con la sua voce inconfondibile dice anche a te: «Seguimi!» (cfr Mc 2,14).” [LEV]

Coraggio! Solo per Cristo vale la pena lasciare tutto!

In Gesù e Maria,
(lettera firmata)

Carissima sorella in Cristo,
                                           ti ringrazio per la bella testimonianza che mi hai inviato. Anche io spero ardentemente che molte persone che hanno partecipato alla GMG decidano di abbandonare il mondo traditore e di donarsi a Dio in qualche ordine religioso fervoroso e zelante del bene delle anime, come l'istituto delle “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”, dette anche “Servidoras”. Alle ragazze che in seguito alla Giornata Mondiale della Gioventù si sentono attrarre da Gesù in un ordine di vita attiva e missionaria, consiglio di fare un'esperienza vocazionale presso le Servidoras (ai maschi consiglio l'Istituto del Verbo Incarnato). Possono contattare queste zelanti suore (tra l'altro in maggioranza giovani), scrivendo all'indirizzo: vocazione@servidoras.org

Rilancio volentieri la tua esortazione finale: “Coraggio! Solo per Cristo vale la pena lasciare tutto!”

In Cristo Redentore e in Maria Corredentrice,

Cordialiter


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sabato 27 novembre 2021

Libri da leggere

Una gentile lettrice mi ha scritto per chiedermi i titoli di buoni libri da leggere.

Buonasera,
è da quasi un anno che leggo il suo blog e la voglio ringraziare con tutto il cuore per il lavoro che fa! Ho letto "Storia di un anima" e mi è piacuto davvero tanto, dunque le chiedo se potrebbe darmi alcuni titoli di altre buone letture spirituali.

Cari saluti
(Lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                       dammi pure del tu (lo preferisco). Sono contento di sapere che segui da circa un anno il mio blog. Ciò mi fa presupporre che sei una persona che sta riflettendo sullo stato di vita da eleggere. Spero con tutto il cuore che Gesù buono voglia prenderti presto tutta per Sé, facendoti abbracciare la vita religiosa.

Hai fatto bene a leggere “Storia di un'anima”, è davvero un libro edificante. Apprezzo moltissimo il tuo desiderio di fare delle buone letture spirituali. Purtroppo, nel mondo si parla di tutto (soldi, carriera, successo, discoteche, divertimenti, viaggi, gossip, svaghi, ecc.) tranne che della questione della salvezza eterna dell'anima e dell'amore che siamo tenuti a dare a Dio, cioè delle cose più importanti della vita.

Per questo motivo, se vogliamo imparare a conoscere, amare e servire il Signore, dobbiamo nutrire le nostre anime con delle buone letture spirituali. Per non correre il rischio di leggere i libri di certi pericolosi teologi moderni che seminano confusione ed eresie, ci conviene leggere i classici del cristianesimo, testi che elevano l'anima a Dio.

Ecco una piccola lista di titoli che ti consiglio di leggere:

-) Imitazione di Cristo (autore incerto)
-) Le Glorie di Maria (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Riflessioni devote (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Pratica di amar Gesù Cristo (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Uniformità alla volontà di Dio (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Del gran mezzo della preghiera (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Visite al Santissimo Sacramento (di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
-) Il castello interiore (di Santa Teresa d'Avila)
-) Filotea (di San Francesco di Sales)
-) Trattato della vera devozione a Maria (di San Luigi Maria Grignon de Montfort)

Come hai notato, la maggioranza dei libri che ti ho consigliato sono stati scritti da Sant'Alfonso Maria de Liguori. Questo grande santo coi suoi scritti spirituali ha infiammato tante anime d'amore per Gesù, nostro Dio, e Maria, nostra Mamma e Mediatrice di tutte le grazie. Se fossi ricco farei stampare i suoi libri in milioni di copie e le diffonderei gratuitamente dappertutto. Troppo grande è il bene spirituale che si ricava con queste preziose letture.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cristo Redentore e Maria Corredentrice,

Cordialiter




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venerdì 26 novembre 2021

La prova della speranza

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


Dammi, o Signore, una speranza invincibile; insegnami a sperare contro ogni speranza, insegnami a « soprasperare ». 

1 - Diamo prova della saldezza della nostra fede quando perseveriamo in essa malgrado le oscurità; diamo prova della saldezza della nostra speranza quando non cessiamo di sperare malgrado le circostanze avverse per cui ci sembra talvolta che Dio ci abbia abbandonati. Come è più meritorio l’atto di fede fatto in mezzo alle tenebre ed ai dubbi, così è più meritorio l’atto di speranza emesso in mezzo alla desolazione ed all’abbandono. Le virtù teologali sono il mezzo più adatto e proporzionato per unirci a Dio, e di fatto ci uniremo di più a lui quanto più la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità saranno pure, intense, pienamente soprannaturali. Proprio per farci giungere a ciò, Dio ci fa passare attraverso il crogiuolo della prova. Per ogni anima cara a Dio si rinnova, in certo modo, la storia di Giobbe: egli è provato nei beni, nei figli, nella sua persona; è abbandonato dagli amici e dalla moglie; da ricco e stimato qual era, si trova solo, su un letamaio, ricoperto di un’orribile lebbra dalla testa ai piedi. Ma, se Dio è buono, se è vero che ci vuol bene, perchè permette tutto ciò? Perchè ci lascia soffrire? « Dio non ha fatto la morte - dice la Sacra Scrittura - nè si allieta della perdizione dei viventi... Ma gli empi, con la mano e con la voce, chiamano la morte » (Sap.1,13 e 16). La morte e la sofferenza sono conseguenze dei peccati che Dio non impedisce perchè vuol lasciare l’uomo libero. E, tuttavia, non soffrono solo i peccatori, ma anche gli innocenti: perchè? Perchè Dio vuol provarli come si prova l’oro nella fornace, perchè vuole purificarli, vuole inalzarli ad un bene e ad una felicità immensamente superiori ai beni ed alle felicità della terra. Ed ecco che Dio permette la sofferenza dei buoni e si serve anche delle conseguenze del peccato - guerre, disordini, ingiustizie sociali e private -per il maggior bene dei suoi eletti. Resta però che, mentre siamo nella prova, non vediamo, non comprendiamo il perchè di essa; Dio non ci dà conto della sua condotta, non ci svela i suoi piani e perciò è per noi duro resistere nella fede e nella speranza. Duro, ma non impossibile, perchè è certo che Dio non ci manda mai prove superiori alle nostre forze, come pure è certo che Dio non ci abbandona mai, se non siamo noi i primi ad abbandonarlo. 

2 - Il minimo atto di speranza, di fiducia in Dio, formulato in mezzo alla prova, in uno stato di desolazione interiore od esteriore, vale immensamente più di mille atti formulati nel tempo della gioia, della prosperità. Quando soffri nell’anima o nel corpo, quando sperimenti il vuoto dell’abbandono e dell’impotenza, quando sei travagliato dalle ripugnanze e dalle ribellioni della natura che vorrebbe scuotere il giogo del Signore, non puoi pretendere di avere il sentimento confortante della speranza, della fiducia, anzi, spesso ne proverai il sentimento contrario e, tuttavia, anche in questo stato puoi fare atti di speranza e di fiducia, non sentiti, ma voluti. Le virtù teologali si esercitano essenzialmente con la volontà; quando il sentimento le accompagna, il loro esercizio è soave, consolante; ma quando rimane il puro atto della volontà, allora questo esercizio è arido e freddo, eppure, non per questo è meno meritorio, anzi, può esserlo ancora di più e dà molta gloria a Dio. Non devi, quindi, turbarti se non senti più la fiducia, ma devi voler avere fiducia, devi voler sperare e sperare ad ogni costo, malgrado tutti i colpi che Dio t’infligge per mezzo della prova. Allora è il momento di ripetere con Giobbe: « Quand’anche Dio mi uccidesse, in lui spererò » (13,15). Non illuderti di poter passare attraverso queste prove senza dover lottare contro lo scoraggiamento, contro tentazioni di sfiducia e forse anche di disperazione; questa è la reazione della natura che si ribella a ciò che la ferisce. Il Signore, che conosce la nostra debolezza, non ci condanna, ma ci compatisce. Questo stato non offende Dio, purchè tu cerchi sempre dolcemente di reagire con atti di fiducia voluta. Ogni volta che l’onda dello scoraggiamento tenta di travolgerti, reagisci ancorandoti in Dio con un semplice movimento di fiducia; anche se in certi periodi la tua vita spirituale dovesse ridursi a questo esercizio, non avresti perduto nulla ma, anzi, avresti guadagnato molto. Proprio attraverso queste prove si arriva all’esercizio eroico della fede e della speranza; e l’eroismo delle virtù è necessario per arrivare alla santità. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].




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giovedì 25 novembre 2021

Depressione

Mi hanno scritto varie persone che soffrono o hanno sofferto di depressione. Per entrare in qualsiasi ordine religioso è necessario essere in buone condizioni psichiche e mentali. Coloro che riescono a guarire stabilmente dalla depressione, possono certamente abbracciare la vita religiosa...


Gentile Cordialiter,
                               mi chiamo [...], ho quasi 24 anni e vivo a [...]. Mi sono imbattuta per caso nel tuo blog e per me è diventato un appuntamento giornaliero. Ammiro moltissimo il tuo lavoro e ti ringrazio per l'aiuto che offri a tanti giovani che cercano la loro strada. Ora è arrivato il mio turno di chiedere consiglio.

Ero una cristiana piuttosto tiepida, una di quelle che si permetteva di selezionare solo quelle verità di fede che le facevano più comodo. Tuttavia ho sempre sentito la sete di qualcosa di più grande. Poi con l'inizio dell'università ho avuto un crollo: studio Chimica, un corso di laurea che, oltre ad essere piuttosto impegnativo, non è certo l'ambiente ideale per sviluppare la propria spiritualità. E così smisi di credere. Continuavo a pensare che ci fosse un'entità superiore (la complessa perfezione dell'universo rende assurdo credere che tutto sia dovuto al caso...), ma non mi preoccupavo di approfondire la questione in nessun modo. Per tre anni sono stata lontana da Dio, ma non ero davvero felice e mi sentivo spesso inquieta. Negli ultimi dieci mesi ho cominciato a stare male. Non riuscivo più a studiare e soffrivo di continui attacchi di panico, apparentemente immotivati. Non volevo più uscire con gli amici e sono rimasta indietro con gli esami. Mi è stato spiegato che esiste una parola per descrivere lo stato in cui mi trovavo: depressione. Così, dopo un difficile percorso di convincimento, ho deciso di andare da un bravo psichiatra che fosse in grado di aiutarmi. Nello stesso tempo però, ho sentito un fortissimo impulso verso Dio. Ho cominciato a pregare Gesù e la Vergine Maria, come mamma di tutti noi. Mi sono affidata a Lei. Ho sentito che in questi anni avevo vissuto immersa nel buio e, leggendo i brani del Vangelo, sono stata avvolta da una nuova luce. Mi sono confessata: è stato come rinascere a vita nuova. Adesso sento il bisogno di pregare spesso durante la giornata e anche di andare alla Messa. Voglio sempre sentire la vicinanza a Gesù. I miei genitori mi vedono ogni giorno più serena e sono felici che la terapia con lo psichiatra funzioni. Io però so che tutta questa gioia, questa felicità, la serenità nell'affrontare le piccole difficoltà di ogni giorno (che prima mi sembravano insormontabili), vengono dalla preghiera e dal sostegno di Maria. Sento di aver ricevuto una grande grazia e vorrei donarmi ancora di più a Gesù buono.

Credi che questo improvviso e rovente amore per Dio sia solo uno stato passeggero dovuto alla depressione? La mia paura più grande è che questo sia per me solo un modo per evadere dalla realtà e dalle responsabilità di tutti i giorni. Non so cosa fare. Non ho il coraggio di affrontare quest'argomento con la mia famiglia, sono tutti atei e so che non capirebbero, anzi, si arrabbierebbero tantissimo. Forse dovrei parlare di questo col mio psichiatra?

Mi scuso per la lunghezza della lettera. Spero tanto che tu riesca a trovare un po' di tempo per leggerla e per rispondermi. Grazie infinite per la tua attenzione!

Un affettuoso saluto in Gesù e Maria,
(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per avermi scritto, è edificante leggere i racconti di conversioni come la tua, perché in esse rifulge maggiormente l'infinita misericordia di Dio. È commuovente pensare alla bontà con cui il Signore accoglie i peccatori pentiti. La pace interiore che senti dentro di te non è un'illusione, è un dono di Dio. Ordinariamente parlando, tutti coloro che si confessano umilmente e si uniscono a Gesù Eucaristico, sentono la pace della coscienza, la quale è un bene maggiore di tutte le ricchezze della terra. I mondani non comprendono questi discorsi, altrimenti lascerebbero le discoteche per andare a trovare la vera gioia in Dio. La verità è che siamo stati creati per amare Dio, e il nostro cuore non può trovare pace sin tanto che non riposa in Lui.

Adesso che sei quasi guarita dalla depressione devi perseverare nella via della vita devota che tanta gioia interiore ti sta donando. Il mondo è ingannatore, promette di far felici i suoi seguaci, ma in realtà rende inquieti e infelici su questa terra, e ancora di più dopo la morte, se si muore senza pentimento. San Domenico Savio ripeteva spesso: "La morte, ma non peccati". Aveva ragione, è meglio morire anziché offendere Dio con qualche peccato. Ormai sei stata presa in “trappola” da Gesù buono, non puoi più vivere senza di Lui. :-) Non ti rimane altro da fare che arrenderti al suo amore per te. Quando il mondo non era stato ancora creato, il Signore già ti amava, ti ha sempre amato sin dall'eternità. E chi altro potresti amare all'infuori di Lui? Io non conosco nessun altro uomo che si lascerebbe inchiodare in croce per salvarti. Dunque, che fare? Non parlare coi tuoi familiari di ciò che senti nel tuo cuore, loro sono atei, non possono capire questi discorsi, sarebbe come parlare in cinese. Il consiglio che ti do è di fare gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola per comprendere quale stato di vita eleggere. Appena sarai completamente guarita dalla depressione, potrai anche abbracciare la vita religiosa, se questa è la volontà di Dio su di te. Non parlare di queste cose con lo psichiatra, a meno che non sia una persona profondamente religiosa ed esperta di vita spirituale, come lo fu San Giuseppe Moscati, ma è raro trovare un fedele laico con queste caratteristiche. Puoi stare certa che l'amore per Dio non è un'evasione dalle proprie responsabilità, anzi, questo amore aiuta a svolgere i propri doveri in maniera più responsabile. Continua ad amare la Santissima Trinità con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze, ti assicuro che non te ne pentirai. Soprattutto non te ne pentirai nell'istante della morte, quando finalmente potrai vedere Gesù e vivere insieme a Lui per tutta l'eternità. Chi possiede Dio, possiede ogni bene, e chi invece perde Dio, perde tutto!

Sono felicissimo di sapere che sei devota alla Madonna, hai fatto benissimo a rifugiarti tra le sue mani materne. San Bernardo diceva che chi non è devoto alla Beata Vergine Maria è moralmente impossibile che si salvi, perché è come se chiudesse il canale delle grazie. Infatti Ella è la Mediatrice di tutte le grazie che Dio ci dona, quindi commettono un grosso errore coloro che non la amano e non si rivolgono a Lei per chiederle aiuto.

Spero di esserti stato di qualche utilità, approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Gesù Redentore e Maria Corredentrice del genere umano,

Cordialiter




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mercoledì 24 novembre 2021

L'aumento della vita spirituale per mezzo del merito

Di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).

Noi progrediamo per mezzo della lotta contro i nostri nemici ma più ancora con gli atti meritorii che facciamo ogni giorno. Ogni opera buona, fatta liberamente da un'anima in stato di grazia per un fine soprannaturale, possiede un triplice valore, meritorio, sodisfattorio e impetratorio, che contribuisce al nostro progresso spirituale.

a) Un valore meritorio, col quale aumentiamo il nostro capitale di grazia abituale e i nostri diritti alla gloria celeste: ne riparleremo subito.

b) Un valore sodisfattorio, che inchiude a sua volta un triplice elemento: 1) la propiziazione, che per ragion del cuore contrito ed umiliato ci rende propizio Dio e l'inclina a perdonarci le colpe; 2) l'espiazione che, con l'infusione della grazia, cancella la colpa; 3) la sodisfazione che, per il carattere penoso annesso alle nostre buone opere, annulla in tutto o in parte la pena dovuta al peccato. Questi felici risultati non sono prodotti soltanto dalle opere propriamente dette ma anche dall'accettazione volontaria dei mali e dei patimenti di questa vita, come insegna il Concilio di Trento; il quale aggiunge che vi è in questo un gran segno del divino amore. Che cosa infatti di più consolante che poterci giovare di tutte le avversità per purificarci l'anima e unirla più perfettamente a Dio?

c) Finalmente queste opere hanno pure un valore impetratorio, in quanto contengono una domanda di nuove grazie rivolta all'infinita misericordia di Dio. Come ben fa notare S. Tommaso, si prega non solo quando in modo esplicito si presenta una supplica a Dio, ma anche quando con uno slancio del cuore o con le opere si tende a Lui, così che prega sempre colui che l'intiera sua vita tiene sempre ordinata a Dio: "tamdiu homo orat quamdiu agit corde, ore vel opere ut in Deum tendat, et sic semper orat qui totam suam vitam in Deum ordinat". Infatti, questo slancio verso Dio non è forse una preghiera, un'elevazione dell'anima verso Dio e un mezzo efficacissimo per ottenere da Lui quanto desideriamo per noi e per gli altri?

Per lo scopo che ci proponiamo, ci basterà esporre la dottrina sul merito dicendone:

1° la natura;
2° le condizioni che ne aumentano il valore.
I. La natura del merito.

Due punti sono da spiegare:

1° che cos'è il merito;
2° in che modo le nostre azioni sono meritorie.


1° CHE COS'È IL MERITO.

A) Il merito in generale è il diritto a una ricompensa. Il merito soprannaturale, di cui qui trattiamo, sarà dunque il diritto a una ricompensa soprannaturale, vale a dire a una partecipazione alla vita di Dio, alla grazia e alla gloria. Non essendo Dio tenuto a farci partecipare alla sua vita, occorrerà una promessa da parte sua per conferirci un vero diritto a questa ricompensa soprannaturale. Si può quindi definire il merito soprannaturale: un diritto a una ricompensa soprannaturale, che risulta da un'opera soprannaturale buona, fatta liberamente per Dio, e da una promessa divina che garantisce questa ricompensa.

B) Il merito è di due specie: a) il merito propriamente detto (che si chiama de condigno), al quale la retribuzione è dovuta per giustizia, perchè vi è una specie d'uguaglianza o di proporzione reale tra l'opera e la retribuzione; b) il merito di convenienza (de congruo), che non si fonda sulla stretta giustizia ma su un'alta convenienza, essendo l'opera solo in piccola misura proporzionata alla ricompensa. Per dare un'idea approssimativa di questa differenza, si può dire che il soldato che si diporta valorosamente sul campo di battaglia, ha uno stretto diritto al soldo di guerra, ma solo un diritto di convenienza ad essere citato nel bollettino di guerra o ad essere decorato.

C) Il Concilio di Trento insegna che le opere dell'uomo giustificato meritano veramente un aumento di grazia, la vita eterna, e, se muore in questo stato, il conseguimento della gloria.

D) Richiamiamo brevemente le condizioni generali del merito. a) L'opera, per essere meritoria, dev'essere libera; infatti se si opera per forza o per necessità, non si è moralmente responsabili dei propri atti. b) Deve essere soprannaturalmente buona, per aver proporzione colla ricompensa; c) e, quando si tratta di merito propriamente detto, dev'essere fatto in stato di grazia, perchè è la grazia che fa abitare e vivere Cristo nell'anima nostra e ci rende partecipi dei suoi meriti; d) fatta nel corso della vita mortale o viatoria, avendo Dio sapientemente determinato che, dopo un periodo di prova in cui possiamo meritare o demeritare, arrivassimo al termine, dove si resta fissati per sempre nello stato in cui si muore. A queste condizioni da parte dell'uomo si aggiunge, da parte di Dio, la promessa che ci dà un vero diritto alla vita eterna; secondo S. Giacomo infatti "il giusto riceve la corona di vita che Dio ha promesso a coloro che l'amano: Accipiet coronam vitæ quam repromisit Deus diligentibus se".

2° COME GLI ATTI MERITORI AUMENTANO LA GRAZIA E LA GLORIA.

Pare difficile a prima vista capire come atti semplicissimi, comunissimi, ed essenzialmente transitori, possano meritare la vita eterna. La difficoltà sarebbe insolubile se questi atti provenissero solo da noi; ma in verità si è in due a farli, sono il risultato della cooperazione di Dio e della volontà umana, il che spiega la loro efficacia: Dio, coronando i nostri meriti, corona pure i suoi doni, avendo in questi meriti una parte preponderante. Spieghiamo dunque la parte di Dio e quella dell'uomo e così intenderemo meglio l'efficacia degli atti meritori.

A) Dio è la causa principale e primaria dei nostri meriti: "Non sono io che opero, dice S. Paolo, ma la grazia di Dio con me: Non ego, sed gratia Dei mecum. È Dio infatti che crea le nostre facoltà, che le eleva allo stato soprannaturale perfezionandole con le virtù e coi doni dello Spirito Santo; è Dio che con la grazia attuale, preveniente e adiuvante, ci sollecita a fare il bene e ci aiuta a farlo: egli è dunque la causa primaria che mette in moto la nostra volontà e le dà forze nuove per abilitarla a operare soprannaturalmente.

B) Ma la nostra libera volontà, rispondendo alle sollecitazioni di Dio, agisce sotto l'influsso della grazia e delle virtù, e diviene quindi causa secondaria ma reale ed efficiente dei nostri atti meritorii, perchè siamo i collaboratori di Dio. Senza questo libero consenso non c'è merito; in cielo non meritiamo più, perchè là non possiamo non amare Dio che chiaramente vediamo essere bontà infinita e fonte della nostra beatitudine. D'altra parte anche la nostra cooperazione è soprannaturale: per mezzo della grazia abituale noi siamo divinizzati nella nostra sostanza, per mezzo delle virtù infuse e dei doni lo siamo nelle nostre facoltà, e per mezzo della grazia attuale anche nei nostri atti. Vi è quindi vera proporzione tra le nostre azioni, divenute deiforme, e la grazia che è essa pure una vita deiforme o la gloria che non è se non lo sviluppo di questa stessa vita. È vero che questi atti sono transitorii e la gloria è eterna; ma poichè nella vita naturale atti che passano producono abiti e stati psicologici che restano, è giusto che nell'ordine soprannaturale avvenga lo stesso, che i nostri atti di virtù, producendo nell'anima una disposizione abituale ad amar Dio, siano ricompensati con una durevole ricompensa; ed essendo l'anima nostra immortale, conviene che la ricompensa non abbia fine.

C) Si potrebbe certamente obiettare che, non ostante questa proporzione, Dio non è tenuto a darci una ricompensa così nobile e duratura come la grazia e la gloria. Il che concediamo senza difficoltà e riconosciamo che Dio, nella sua infinita bontà, ci dà più di quanto meritiamo; non sarebbe quindi tenuto a farci godere dell'eterna visione beatifica se non ce l'avesse promesso. Ma ei l'ha promesso per il fatto stesso d'averci destinato a un fine soprannaturale; la qual promessa ci è più volte ricordata nella S. Scrittura, dove la vita eterna ci è presentata come ricompensa promessa ai giusti e come corona di giustizia: "coronam quam repromisit Deus diligentibus se... corona justitiæ quam reddet mihi justus judex". Quindi il Concilio di Trento dichiara che la vita eterna è nello stesso tempo una grazia misericordiosamente promessa da Gesù Cristo e una ricompensa che, in virtù della promessa di Dio, è fedelmente concessa alle buone opere ed ai meriti.

Per ragione appunto di questa promessa si può conchiudere che il merito propriamente detto è qualche cosa di personale: per noi e non per gli altri meritiamo la grazia e la vita eterna, perchè la divina promessa non va oltre. -- La cosa va ben diversamente per Gesù Cristo, il quale, essendo stato costituito capo morale dell'umanità, in virtù di quest'ufficio meritò per ognuno dei suoi membri, e meritò in senso stretto.

Possiamo certamente meritare anche per gli altri, ma solo con merito ci convenienza; il che è già cosa molto consolante, perchè cotesto merito viene ad aggiungersi a ciò che meritiamo per noi stessi e ci fa così capaci, lavorando alla nostra santificazione, di cooperare pure a quella dei nostri fratelli.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Desclée & Co., 1928] 




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martedì 23 novembre 2021

Dal giornalismo alla vita religiosa

Tra le lettrici del blog vi era anche una giovane giornalista, la quale in passato viveva mondanamente come se Dio non esistesse, ma dopo la sua conversione ha cominciato a sentirsi attratta alla vita religiosa. Molto gentilmente ha accettato di rispondere a una serie di domande, ed è venuta fuori una specie di “intervista” che ripubblico volentieri perché è davvero edificante.

Quando vivevi in maniera mondana, ti sentivi felice e con la pace nel cuore?

No, non ero in pace. Cercavo l'esagerazione, il divertimento e soprattutto l'amore nel modo sbagliato. Ovviamente, come tutte le illusioni, i primi tempi è "tutto bello", poi però c'è qualcosa che ti lascia una scia di tristezza. Era una felicità che mi sfuggiva dalle mani. Cercavo di prenderla, ed ogni volta scappava. Finiva. Mi lasciava vuota. Nonostante avvertissi tutto ciò, non avevo ancora toccato "il fondo" per risalire. Nel mio cuore infatti c'erano l'ambizione alla carriera, la voglia di essere sempre più bella e piacere agli uomini, e di farmi una famiglia (cosa buona) ma che cercavo di fare sulle basi dei valori proposti dal mondo: la bella casa, il bel fidanzato, i gioielli, le vacanze, ecc.

Come è avvenuta la tua conversione?

La conversione è avvenuta perché Qualcuno è venuto a prendermi. Avevo il fidanzato e non vivevo certo in castità. Lui lavorava in televisione ed io ero affascinata da questo mondo e dal potere che aveva. Iniziai qui infatti ad innamorarmi del giornalismo. All'inizio era tutto bello. Sembrava che fosse davvero l'amore della mia vita. Avevo anche litigato con i miei genitori per vivermi questa storia. Nel frattempo mi laureo e dopo un susseguirsi di soddisfazioni nasce dentro di me una strana inquietudine. Ora, la chiamerei una "sana inquietudine". Cioè mi capitava questo: in ogni posto dove andavo con il mio ragazzo, non mi sentivo al mio posto. Non so, ti faccio qualche esempio. Andavamo ad una mostra ed io volevo uscire fuori. Andavamo a vedere una rappresentazione teatrale ed io non mi sentivo bene lì. Non capivo che era Gesù che mi stava cercando. L'ho capito più in là, ma quello, ne sono certa, è stato il primo forte richiamo di Gesù. Mi sentivo insoddisfatta e mi sembrava che tutto non avesse più senso. Litigavo sempre più spesso con il mio ragazzo e diventavo sempre più triste. Decisi così di mollarlo. Per un po' andò meglio, nonostante la sofferenza affettiva che provavo perché non capivo cosa mi stesse succedendo. Davo intanto la colpa agli altri. Al mondo e alle persone. Ma Gesù non mi lasciò sola. Mi buttai nel lavoro. Ero sempre più vanitosa. Avevo le giornate belle piene ma quando tornavo a casa e chiudevo la porta della mia camera, mi veniva da piangere a più non posso. Ero infelice!!! E avrei voluto gridarlo al mondo intero. Ma non capivo il perché. In fondo, mi dicevo, ho tutto. Avevo un lavoro bello, i ragazzi non mi mancavano... ma ero triste. Sono state le parole del Vangelo e il diario di Santa Faustina a darmi LUCE. Mi è bastata la parola di Gesù: "IO SONO LA VIA, LA VERITA', LA VITA'" a farmi capire improvvisamente tutto. E a farmi chiedere: ma io per cosa vivo questa vita? Mi sono sentita amata da Gesù in una maniera così grande e unica che poi mi sono buttata a cercare libri su Gesù, preghiere e tutto quello che lo riguardava. Ma soprattutto ho iniziato a cercarlo ed ho scoperto che Lui è stato sempre a fianco a me. Sono esplosa nel vero senso della parola. Ho iniziato ad andare a Messa quasi tutti i giorni, a pregare, a parlare con Gesù. Per me è stato come innamorarmi di un Uomo. Il resto non aveva più senso per me. Quando qualcuno nominava l'Eucaristia, la Messa o la Parola di Dio mi batteva forte il cuore. Ho scoperto L'AMORE GRANDE di un Padre che prima ignoravo. Da qui è iniziato il cambiamento. Ci tengo a dire che non è stato un cambiamento avvenuto dal giorno alla notte. È stato proprio un cammino in salita che ho fatto muovendo un passo alla volta. E tuttora sto camminando nella stessa montagna. La conversione dura tutta la vita!

Quando hai cominciato a sentirti attratta alla vita religiosa?

Sentivo che questo amore cresceva sempre di più. Più scoprivo l'amore di Dio e più nasceva in me il desiderio di rispondere a questo AMORE. Quando ho sentito per la prima volta l'attrazione alla vita religiosa, ovvero a dedicare tutta la mia vita per Gesù, mi sono detta: "eh si, ma cosa vado a pensare, ma figurati se Gesù sceglie proprio me e perché proprio io?". Non ci volevo credere. Più mandavo via questo pensiero e più tornava. Andavo perfino da alcuni preti raccontando tutte le cose negative su di me perché loro mi dicessero che non poteva essere che Gesù mi chiamava. MA GESÙ ORMAI MI AVEVA PRESA. E l'ho capito quando ho visto che la mia vita non avrebbe avuto senso se non vissuta solo per Lui.

Cosa hanno detto i tuoi amici e conoscenti quando hanno saputo che intendi entrare in convento?

Non sono stata vista tanto bene. E la cosa che mi ha stupito di più, e mi dispiace dirlo, è che alcune critiche sono arrivate proprio da alcuni fedeli che frequentano la chiesa. Mi sono accorta che ci sono molti fedeli che non simpatizzano molto per le suore. Spesso sono considerate delle fallite, o comunque un esempio da non imitare. Comunque delle critiche non mi importa. Ho scelto Gesù e sono contenta.

Tu sei giornalista, tante persone vorrebbero avere il tuo lavoro, cos'è che ti spinge a lasciare tutto per abbracciare la vita religiosa?

Cosa vuoi che sia il mio lavoro da giornalista in confronto alla morte in croce che Gesù ha dovuto affrontare per me? Cosa vuoi che siano tutti i successi di questo mondo, e i ragazzi che potrei avere in confronto all'AMORE DI GESÙ? Io credo proprio nulla.




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lunedì 22 novembre 2021

Pensieri d'amore per Gesù

Una lettrice in discernimento vocazionale è affascinata dall'orazione mentale, cioè dal dialogo “da cuore a Cuore” con Dio.


Ciao D.,
                  da quando ho scoperto l'orazione mentale non riesco più a farne a meno!

Una volta pregare per me significava recitare le preghiere che conoscevo, sempre con grande attenzione e profondità d'animo, ma non avevo un vero dialogo aperto con Gesù e la Madonna.

Ora, soprattutto mattino e sera, mi viene naturale avere una breve o lunga conversazione con Gesù e Maria, per chiedere aiuto, consiglio, o semplicemente per ringraziare. Ora sì che inizio a sentirmi più vicina al Signore!

Grazie per i tuoi preziosi consigli, senza i quali forse non starei ritrovando Dio.



Cara sorella in Cristo, 
                                           ciò che mi hai confidato è davvero consolante. L'orazione mentale è la fornace ardente che tiene ravvivato nei nostri cuori il fuoco dell'amore per la Santissima Trinità. Sant'Alfonso Maria de Liguori, Santa Teresa d'Avila e tanti altri santi raccomandavano di fare ogni giorno l'orazione mentale. Chi rimane fedele a questa pratica di devozione, farà molti progressi nella vita spirituale, e sarà facile per lui salvarsi l'anima. 

Quando “dialoghi” con Dio in modo familiare, è bene inframmezzare il “discorso” con affetti devoti, ossia con brevi ma intensi pensieri d'amore come i seguenti che utilizzava Sant'Alfonso Maria de Liguori (lui si rivolgeva a Dio dando il “voi”, ma puoi tranquillamente utilizzare il “tu”, come fa la Chiesa nella sacra liturgia): 

- Signore, e chi sono io che tanto cercate d'essere amato da me? 
- Vi amo, Gesù mio, io vi amo, e spero di finir la vita dicendo: Io vi amo, io vi amo. 
- E chi voglio amare, se non amo voi, Gesù mio? 
- Fate ch'io sia tutto vostro prima ch'io muoia. 
- Accetto tutte le pene, purché io vi ami, o mio Dio. Oh potessi, Gesù mio, morir per voi che siete morto per me! 
- Mio Dio, voi solo voglio. 
- Io voglio solo tutto quel che volete voi. 
- Fatemi morire prima che io vi abbia ad offendere. 
- Voi non mi lascerete, io non vi lascerò. Sempre ci ameremo, o mio Dio, adesso e per l'eternità. 
- Troppo vi sarei ingrato, o Gesù mio, se dopo tante grazie io vi amassi poco. 
- Voi vi siete dato tutto a me, io mi do tutto a voi. 
- Voglio amarvi assai in questa vita per amarvi assai in Cielo. 
- Oh vi avessi sempre amato! Oh fossi morto prima che offendervi! 
- Datemi ogni castigo, ma non mi private di potervi amare. 
- Voglio amarvi senza riserva, e far tutto quel che intenderò esser di vostro gusto. 
- Oh potessi farvi amare da tutti quanto voi meritate! 
- Amor mio, non permettete che io mi separi da voi. 
- Quando sarà che potrò dirvi: Mio Dio, non vi posso perdere più? 
- O Maria Madre mia, fate ch'io sempre a voi ricorra. Voi mi dovete far santo, così spero.

Ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter

lll




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domenica 21 novembre 2021

Vuole vivere sempre con Gesù

Ripubblico la lettera di una studentessa universitaria innamorata di Gesù.

Carissimo fratello in Cristo,
                                               sono una tua lettrice accanita e oggi avevo piacere di raccontarti la mia storia. Mi chiamo [...], ho 22 anni e sono di [...]. Nella mia vita Gesù è stato sempre presente, ma in maniera piuttosto "blanda". Ho vissuto un'adolescenza tranquilla, ho avuto qualche fidanzatino, ma Gesù era presente solamente in quei 50 minuti della Messa domenicale. A 18 anni ho conosciuto un ragazzo splendido, in grado davvero di donarsi agli altri, che mi ha portato ad avere una fede più profonda, così profonda che dopo 3 anni di fidanzamento assolutamente perfetti, in cui pensavamo davvero di essere fatti l'uno per l'altra, mi sono innamorata di Gesù. All'inizio non capivo nemmeno io cosa mi stava succedendo, perchè avessi il desiderio di andare a Messa anche nei giorni feriali, di pregare il rosario di tanto in tanto, di recitare lodi e compieta. Poi dopo un paio di mesi di preghiera, non dico intensa, ma sicuramente più forte di prima, sono partita 4 giorni con i miei genitori, e proprio in quei giorni mi sono resa conto di quanto mi mancasse l'incontro con Gesù nella Messa, che ormai era diventato quotidiano, e di quanto quell'incontro fosse diventato fondamentale per la mia vita. Tornata da quella breve vacanza, ho iniziato davvero a pregare intensamente per cercare di comprendere la volontà del Signore. Ma più i giorni passavano, più il mio amore per Lui cresceva, più il desiderio di donarmi a Lui si faceva forte. Così, con tanta sofferenza nel cuore, mi sono decisa a lasciare il mio fidanzato, spiegandogli che la mia vita sarebbe stata un'intera consacrazione al Signore. Un mese dopo, ho trovato il coraggio di dirlo anche ai miei genitori, ahimè molto poco credenti, ma inspiegabilmente non l'hanno presa così male come mi aspettavo.

Oggi mi ritrovo con pochissimi esami al termine dell'università, con la certezza nel cuore che Dio è la mia vita, ma con ancora tanti dubbi riguardo a dove concretamente svolgerò la mia "missione". Ho un carattere molto aperto, solare, infatti mi piace moltissimo stare a contatto con le persone; proprio l'altro giorno, un ragazzo disabile, che non mi conosceva affatto perché è entrato da poco nella struttura dove faccio volontariato, mi ha detto che nei miei occhi e nel mio sorriso ha visto una luce che non aveva mai visto prima. Il mio cuore è sobbalzato! Non credevo che il mio amore per Gesù trapelasse così tanto :) ! Che bello però sapere che Gesù mi usa come un suo strumento per portarLo agli altri. Credo quindi di essere maggiormente portata ad una vita attiva, piuttosto che ad una contemplativa. Comunque non mi preoccupo più di tanto riguardo a dove il Signore mi vorrà, perché sono certa che quando sarà il momento, quando finirò l'università, Lui me lo farà capire e io accetterò con gioia qualsiasi cosa, pur di compiere la Sua volontà!

Ti ringrazio davvero di cuore per tenere questo splendido blog, è davvero utile a tanti giovani in ricerca come me.

Un abbraccio nel Signore,
(lettera firmata)

Carissima sorella in Cristo,
                                               ti ringrazio per avermi scritto, è davvero edificante constatare che nonostante il materialismo pagano che dilaga nella società, Gesù buono continua ancora a catturare i cuori di tante persone. La carriera, i soldi, i viaggi, i divertimenti sfrenati e tutte le altre cose passeggere della terra, non potranno mai saziare le nostre anime che sono state create per conoscere, amare e servire Dio in questa vita, per poi poterlo amare in Cielo per tutta l'eternità. Sono davvero molto felice di sapere che senti il desiderio di donare il resto della tua vita all'amorevole Redentore delle anime nostre. Diventare sposa del Re del Cielo, ti rendi conto? Gesù si donerà tutto a te, e tu ti donerai tutta a Lui. Continua a perseverare, poiché è troppo grande il dono della vocazione religiosa. Solo in Cielo capirai con pienezza quanto grande sia stata la grazia di aver abbracciato la vita consacrata. Dispiace che i mondani non possono capire queste cose, altrimenti i conventi e i monasteri verrebbero invasi da una moltitudine di postulanti.

Non mi stupisco affatto che quel ragazzo disabile si sia accorto che in te c'è qualcosa che brilla. Quando una persona è innamorata di Gesù, la grazia di Dio la trasforma in un essere mansueto, dolce e caritatevole che attira la benevolenza delle anime di buona volontà. Ecco perché San Francesco di Sales e il Santo Curato d'Ars riuscivano a convertire tante anime. La carità e la grazia di Dio affascinano persino i pagani, i quali ai tempi di San Paolo rimanevano colpiti nel vedere che i cristiani si amavano come fratelli. Continua ad amare Dio e il prossimo, soprattutto i poveri e i disabili, perché è in base alla carità che si vede se un tale è davvero seguace di Gesù Cristo. Non dobbiamo dimenticarci che un Giorno saremo giudicati sull'amore. Inoltre la carità fraterna è un potente strumento d'apostolato, pensiamo ad esempio a quanti pagani si sono convertiti al cattolicesimo dopo essere stati folgorati dalla carità fraterna dei missionari. Il vero cristiano deve ardere dal desiderio di veder la Santissima Trinità amata da tutti, e per questo motivo deve zelare la salvezza delle anime redente dal Sangue di Cristo. Sarebbe meraviglioso se tu questa estate potessi fare un'esperienza vocazionale in qualche ordine religioso fervoroso e osservante come le Serve del Signore e della Vergine di Matarà.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Re e in Maria Mediatrice e Corredentrice del genere umano,

Cordialiter




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sabato 20 novembre 2021

Rimanere fedeli a Gesù nei momenti di difficoltà

Ripubblico la lettera di una giovane ragazza desiderosa di donare il resto della sua vita a Gesù buono, la quale stava attraversando un periodo di sofferenze interiori...


Carissimo,
                  è un po' che non ti scrivo, ma leggo tutti i giorni il blog.

Mi trovo in un periodo strano, sono confusa... non riesco a pregare mi sembra di aver perso Dio, non lo so ma è come se Lui non fa parte più della mia vita, è tutto così strano, così confuso.

Ti scrivo con il cuore pieno di tristezza e amarezza, puoi darmi dei consigli? Non so che fare!

Grazie
(lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                   ti ringrazio per avermi scritto, per me è una grande gioia poter incoraggiare le persone che sentono il desiderio di abbracciare la vita religiosa. Uno degli scopi dell'amicizia spirituale è appunto di aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà, pertanto rispondo volentieri alla tua lettera.

Ti confesso che durante questo lungo periodo in cui non ci siamo sentiti, ogni tanto mi sono domandato se tu stessi perseverando nel discernimento vocazionale. Lo spero tanto! Quando nella prima lettera mi avevi parlato del desiderio di donare a Gesù buono il resto della tua vita, avevo accolto con gioia questo tuo bel proposito. Però, sapevo bene che il nemico del genere umano avrebbe fatto di tutto per farti cambiare idea. Nel mondo ci sono tante distrazioni e dissipazioni che a poco a poco raffreddano lo spirito di devozione e a volte conducono l'anima anche a separasi da Gesù Cristo per aderire alla “nuova religione” del materialismo edonistico e idolatrico.

Per questo motivo quando qualcuno sente la vocazione è bene cercare di rispondere il più presto possibile alla chiamata del Signore. Nei monasteri fervorosi e osservanti è più facile condurre vita devota poiché non ci sono quelle distrazioni che affliggono coloro che vivono nel mondo.

Questa sofferenza che senti nel cuore è una prova importante della tua vita. È facile essere cristiani e dedicarsi alla preghiera quando si sentono le consolazioni spirituali, ma il vero cristiano deve dimostrare la sua fedeltà a Gesù nei momenti di difficoltà. Il vero amore si dimostra sapendo soffrire qualcosa per la persona amata. Molti in questi momenti di dolore tradiscono il Signore decidendo di abbandonare la fede e immergendosi nei divertimenti mondani, più o meno peccaminosi. Meglio morire anziché tradire il Redentore Divino! Dopo tutto l'amore che ci ha dimostrato nella sua dolorosa Passione, non merita di essere tradito. Fin quando saremo in questa valle di lacrime dobbiamo dimostrargli tutto il nostro amore, non solo nei momenti felici, ma anche in quelli di tristezza e dolore. Ma che ci stiamo a fare su questa terra se non amiamo Dio? Lui è l'unica ragione della nostra vita essendo il fine ultimo della nostra esistenza.

Che fare in concreto per superare questa prova d'amore? Innanzitutto devi dire a Dio che non desideri altro che di amarlo in questa vita e nell'eternità, e che preferici la morte anziché offenderlo col peccato. Supplica la Beata Vergine Maria di prenderti sotto la sua protezione, Ella è la Mediatrice di tutte le grazie e ti aiuterà volentieri a rimanere fedele a Gesù. Una mamma non può abbandonare una figlia in difficoltà, pertanto se ti metterai nelle mani della Madonna puoi stare certa che tutto andrà bene, Lei è la Regina delle Vittorie.

Anche se non senti più le consolazioni spirituali, continua a recitare le preghiere e a compiere tutte le pratiche di devozione alle quali sei abituata. Cerca di fare molta lettura spirituale dei grandi classici del cristianesimo come “L'imitazione di Cristo” e “Le Glorie di Maria”. Vai ai piedi del tabernacolo per adorare, amare e supplicare Gesù buono, davvero presente nel Santissimo Sacramento. Offri le tue sofferenze per la conversione dei nemici della Chiesa.

Ti consiglio vivamente di fare presto un'esperienza vocazionale in qualche convento fervoroso. Visto che abiti nel centro Italia potresti contattare le “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”, scrivendo al seguente indirizzo: vocazione@servidoras.org Queste giovani suore hanno uno stile di vita gioioso e fervoroso che contagia facilmente le anime. Credo che se farai un ritiro da loro ritroverai subito la pace e la gioia nel cuore.

Coraggio, non ti demoralizzare! Tu vuoi, tu puoi, tu devi superare questo periodo di tristezza. Continuo a pregare ardentemente per te e per la tua vocazione religiosa, e rimango a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o anche solo per continuare il dialogo spirituale.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Re e Maria Corredentrice del genere umano.

Cordialiter




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venerdì 19 novembre 2021

Circa l'obbligo dei sacerdoti di tendere alla perfezione cristiana

Di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932).


I sacerdoti, in virtù del loro ministero e della missione che loro incombe di santificare le anime, sono obbligati a una santità interiore più perfetta di quella dei semplici religiosi non elevati al sacerdozio. Tal è l'espressa dottrina di S. Tommaso, confermata dai più autentici documenti ecclesiastici: "quia per sacrum ordinem aliquis deputatur ad dignissima ministeria, quibus ipsi Christo servitur in sacramento altaris; ad quod requiritur major sanctitas interior, quam requirat etiam religionis status". I Concilii, massime quello di Trento, i Sommi Pontefici, specialmente Leone XIII e Pio X, insistono tanto sulla necessità della santità per sacerdote, che il negare la nostra tesi sarebbe un mettersi in flagrante contraddizione con queste irrefragabili autorità. Ci basti ricordare che Pio X, in occasione del cinquantesimo anniversario del suo sacerdozio, pubblicò una lettera indirizzata al clero cattolico, ove dimostra la necessità della santità per sacerdote e indica esattamente i mezzi necessari per acquistarla, mezzi che, a dirlo di passata, sono quelli stessi che inculchiamo noi nei nostri Seminarii. Dopo aver descritto la santità interiore (vitæ morumque sanctimonia), dichiara che sola questa santità ci rende quali la divina nostra vocazione richiede: uomini crocifissi al mondo, rivestiti dell'uomo nuovo, che non aspirino se non ai beni celesti e che si studino con ogni mezzi possibile d'inculcare agli altri gli stessi principi [...].

Il Codice sancì queste idee di Pio X, insistendo, più che l'antica legislazione non facesse, sulla necessità della santità pel sacerdote e sui mezzi di praticarla. Dichiara nettamente che "gli ecclesiastici devono condurre una vita interiore ed esteriore più santa dei laici e dar loro buon esempio con le virtù e le buone opere". Aggiunge che i Vescovi devono fare in modo "che gli ecclesiastici s'accostino frequentemente al Sacramento della Penitenza per purificarsi delle loro colpe; che ogni giorno attendano per un po' di tempo all'orazione mentale, visitino il SS. Sacramento, recitino il rosario in onore della Vergine Madre di Dio, e facciano l'esame di coscienza. [...]

Vi è poi una serie d'insegnamenti che sono direttamente ed esplicitamente riservati agli apostoli e ai loro successori: quelli che Gesù dà ai Dodici e ai Settantadue inviandoli a predicare nella Giudea e quelli che disse nell'ultima Cena. Ora questi discorsi contengono un codice di perfezione sacerdotale così alta da risultarne per i sacerdoti uno stretto dovere di tendere incessantemente alla perfezione. Dovranno infatti praticare il disinteresse assoluto, lo spirito di povertà e la povertà effettiva, contentandosi del necessario, lo zelo, la carità, la piena dedizione, la pazienza e l'umiltà in mezzo alle persecuzioni che li aspettano, la fortezza per confessar Cristo e predicare il Vangelo a tutti e contro tutti, il distacco dal mondo e dalla famiglia, il portamento della croce e la perfetta abnegazione.

Nell'ultima Cena Gesù dà loro quel comandamento nuovo che consiste nell'amare i fratelli come li ha amati lui, cioè sino alla intiera immolazione; raccomanda la fede viva, una piena confidenza nella preghiera fatta in suo nome; l'amor di Dio che si manifesti nell'osservanza dei precetti; la pace dell'anima per accogliere e gustare gl'insegnamenti dello Spirito Santo; l'intima e abituale unione con lui, condizione essenziale di santificazione e d'apostolato; la pazienza in mezzo alle persecuzioni del mondo che odierà loro come odiò il Maestro; la docilità allo Spirito Santo che verrà a consolarli nelle tribolazioni; la fermezza nella fede e il ricorso alla preghiera in mezzo alle prove: in una parola le essenziali condizioni di quella che oggi chiamiamo vita interiore o vita perfetta. E termina con quella preghiera sacerdotale, piena di tanta tenerezza, con cui domanda al Padre di custodire i suoi discepoli come li custodì lui nella sua vita mortale; di preservarli dal male in mezzo a quel mondo che devono evangelizzare e di santificarli in tutta verità.



[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Desclée & Co., 1928]




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giovedì 18 novembre 2021

Una ragazza innamorata di Cristo

Cari lettori del blog, molti di voi mi hanno scritto delle lettere vocazionali che mi hanno procurato tanta consolazione spirituale. Tempo fa una ragazza minorenne mi ha scritto una lettera molto bella, che voglio ripubblicare ad edificazione delle vostre anime.


Salve, è la prima volta che scrivo e conoscere il tuo blog è stata davvero una grazia della Provvidenza.

Mi chiamo [...] e ho quasi diciassette anni; qualche mese fa ho sentito per la prima volta dentro di me la chiamata del Signore e da quel momento il desiderio di essere Sua per sempre si è fatto sempre più intenso. Tuttavia non so se è davvero questa la mia vocazione, spesso ho dei grandi dubbi sul fatto che sia soltanto una mia fantasia, un condizionamento o qualcosa che non viene da Dio. Non ne ho mai parlato con nessuno... e anche questo aumenta i miei dubbi. Io desidero solo fare la Sua Santissima volontà, mi metto tutta nelle Sue mani, ma ho paura di non riconoscere e di non saper comprendere la voce del Signore. Non mi sento degna di essere la Sua sposa perchè vedo tutti i miei limiti e sono ben lontana dall'essere santa! Desidero solo fargli piacere.

Sono molto devota alla Madonna, non Le nascondo niente e vorrei essere proprio come Lei: la serva del Signore. Prego quasi tutti i giorni il Rosario e questo mi dà la forza di andare avanti, mettendomi tanta pace nel cuore.

[…] Ultimamente sto cercando di informarmi, attraverso internet, su vari ordini religiosi; mi ha particolarmente colpita quello delle [...]. Ma sono in uno stato di confusione terribile, anche perché come dicevo, mi sento troppo peccatrice e temo che sia una tentazione di superbia o di "evasione" dalla realtà.

Concludendo, al di là della mia grande confusione, vorrei consolare Gesù e la Madonna, riparare tutti gli oltraggi che vengono fatti verso Essi ed essere come una piccolissima fiammella che si consuma d'amore per Loro, per la salvezza di tutte le anime. Questo nel modo che più desiderano.

Ti ringrazio anticipatamente, mi scuso se non sono riuscita a spiegarmi e prometto di ricordare te e tutti i lettori del blog nella preghiera.

(Lettera firmata)


Carissima sorella in Cristo,
                                             ti ringrazio per la bellissima lettera che mi hai scritto; mi riempie il cuore di gioia sapere che in questo mondo edonista e materialista ci siano ancora giovani ragazze che ardono dal desiderio di donare la propria vita al Redentore Divino.

Ciò che mi hai scritto mi è piaciuto molto e adesso ti spiego il perché. La vocazione, più che in un sentimento del cuore o in una sensibile attrattiva, è riscontrabile principalmente nella retta intenzione di chi aspira alla vita religiosa. Chi desidera diventare suora per il nobile motivo di consacrarsi al servizio di Dio e alla salvezza delle anime, di vivere più unita a Gesù, di appartenere tutta a Lui, e cose di questo genere, costei mostra di avere dei segni tipici di una sincera vocazione. Leggendo la tua lettera ho constatato le buone motivazioni che ti spingono a donarti al Re del Cielo. Questa è una delle tre condizioni che assicurano che una vocazione è vera. Le altre due condizioni sono l'assenza di impedimenti (problemi di salute, genitori in stato di bisogno, eccetera), e l'accettazione da parte dei superiori dell'ordine della richiesta di entrare nel monastero.

Io nutro molte speranze che la tua sia una vera vocazione, ma per il momento devi continuare il percorso di discernimento vocazionale. San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori (due grandi Dottori della Chiesa) insegnano che quando una persona sente di essere chiamata alla vita religiosa, deve rispondere subito. Tuttavia il tuo caso è un po' diverso, poiché essendo minorenne è necessario avere il consenso di entrambi i genitori. Non preoccuparti, Gesù sa benissimo che non è colpa tua se non puoi entrare subito in monastero, dunque ti aiuterà a conservare intatta la vocazione, purché tu la custodisca con cura.

Sono contento che desideri solo piacere a Gesù. Questa è l'essenza della vita cristiana! Infatti il seguace di Gesù Cristo in tutte le sue azioni deve operare solo con l'intento di piacere a Dio. Prego con tutto il cuore affinché tu sia perseverante nel discernimento vocazionale, e spero vivamente che un giorno tu possa diventare una casta sposa di Cristo Re.

In unione di preghiera

Cordialiter




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mercoledì 17 novembre 2021

Difendere la vocazione

Ripubblico la lettera di una ragazza che non voleva arrendersi di fronte agli ostacoli alla vocazione.

Carissimo D.,
                       non so davvero come ringraziarti per le tue parole, non hai idea di quanto mi siano state d'aiuto! Possa davvero il Buon Gesù ricolmarti di benedizioni per tutto quello che fai per noi giovani alle prese con il grande dono della vocazione religiosa!

Ero proprio giù di morale l'altro giorno, non so davvero cosa le è preso a mia madre, anche se da un lato credo che il diavolo riesca ad infilarsi dappertutto pur di creare dubbi e angosce a chi vuole donarsi totalmente a Dio. Ma io non mollo, perchè il mio unico desiderio è di fare la Sua volontà. Infatti credo proprio che seguirò il tuo consiglio, ossia di evitare di parlare della mia vocazione in casa; mi dispiace perchè sarebbe bello avere la famiglia come supporto, ma pazienza, per Gesù questo e d'altro :) !

Ultimamente spesso mi chiedo e Gli chiedo di aiutarmi a fare chiarezza su "dove" concretamente vivrò la mia vocazione. Come ti dicevo, quest'anno ho frequentato un gruppo di preghiera tenuto da un ordine di suore della mia città e con loro ho vissuto alcuni week-end di esercizi spirituali. Mi piacciono molto sia loro, sia il loro carisma che sento molto mio (queste suore consacrano la loro vita perchè le anime dei sacerdoti possano andare in Paradiso, quindi pregano per loro e li aiutano anche a livello materiale). Però allo stesso tempo ho paura a "soffermarmi" nel senso di non guardarmi intorno, di non frequentare nessun altro ordine solo perchè ho conosciuto loro, anche se in fondo mi sento molto "condotta" in quest'ordine. Sicuramente questo ultimo anno universitario mi servirà per fare un ulteriore discernimento.

Tu nella mia città o nei dintorni conosci qualche ordine "fervoroso" come dici tu, che mi possa essere d'aiuto? Magari anche solo per vivere un'esperienza di silenzio che possa aiutarmi a sentire meglio la Sua voce.

Ti ringrazio di cuore ancora una volta, davvero ti ricordo ogni giorno nelle mie preghiere!
In Lui,

(lettera firmata)

Cara sorella in Cristo,
                                   sono contento che nonostante qualche scetticismo familiare nei confronti del tuo desiderio di consacrarti a Dio, hai deciso come un soldato indomito di non arrenderti, ma di perseverare sulla strada del discernimento vocazionale, costi quel che costi.

“Gaudere et exultare nos voluit in persecutione Dominus, quia tunc dantur coronae fidei, tunc probantur milites Dei”, diceva l'eroico vescovo martire San Cipriano. È proprio così, il Signore vuole che nelle persecuzioni dobbiamo gioire ed esultare, perché è in esse che vengono messi alla prova i soldati di Dio e si riceve la corona della fede.

Insomma, è nei momenti di difficoltà che si vede se una persona ama veramente Gesù. Coloro che lo amano poco, si arrendono, mentre coloro che lo amano assai continuano con ardore la battaglia. I martiri combatterono tenacemente e preferirono la morte anziché tradire il Redentore Divino. Perdere la vita terrena per salvare la vita eterna dell'anima. “Un'anima, un'eternità!”, diceva Santa Teresa d'Avila alle sue seguaci.

Spero tanto che Gesù buono ti catturi e ti faccia sua prigioniera per il resto della tua vita e per l'eternità. Nessuno può amarti con un amore così ardente e puro come il Suo. Se tutte le ragazze comprendessero queste cose, più nessuna perderebbe tempo dietro alle vanità nella terra, che presto finiranno, ma con le lacrime agli occhi supplicherebbero il Re dei re di poter aver il privilegio di divenire sue spose. Purtroppo, c'è da piangere, perché è difficile in questa società pagana e materialista propagandare questi discorsi.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Corde Matris.

Cordialiter




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