Le donne che sentono nel proprio cuore di avere la vocazione matrimoniale, ma non riescono a trovare un fidanzato cristiano, possono leggere il seguente annuncio di un uomo che sta cercando una moglie davvero fedele agli insegnamenti della Chiesa Cattolica. Cliccare qui per leggere l'annuncio.


venerdì 29 ottobre 2021

Vocazione religiosa maschile

Un ragazzo mi ha scritto una bella lettera che riporto volentieri.

Caro fratello,
                    ho scoperto da poco il tuo blog e non ho potuto fare a meno di leggere tutti gli interventi in cui emerge chiaramente la mirabile opera che Dio compie in silenzio ogni giorno attraverso le Sue chiamate alla vita religiosa e sacerdotale.

E nello stesso tempo il mio cuore si rattrista perché non ho saputo fare altrettanto finora, cioè ascoltare il mio cuore, visto che fin da ragazzo mi sento chiamato da Gesù a essere Suo testimone e ho sempre fatto finta di non sentire. Ma Cristo pazientemente ha insistito, alimentando dentro di me una voce che mi spinge costantemente verso di Lui. Ora vorrei iniziare un cammino di discernimento vocazionale per capire se quella stretta al cuore, quell’amore appassionato che sento per la croce di Cristo sia davvero una chiamata a seguirlo che ho sempre rifiutato. Ho provato più volte a “costringermi” alla vita che la mia famiglia, i miei amici hanno voluto per me: ho un bel lavoro, ho una casa, e mi sono ritenuto fortunato, anche se non sono riuscito a arrivare al matrimonio, fino a quando ho capito che in realtà non avevo niente, mi sentivo infelice perché non ho risposto prontamente alla chiamata di Cristo che dolcemente e con tenacia mi sussurra “vieni e seguimi”.

Così ora mi ritrovo a 37 anni con una passione per Cristo che mi travolge anima e corpo; ora sarei pronto a lasciare tutto ciò che ho sempre considerato “bello” e per cui mi consideravo fortunato, per volgere il mio sguardo verso la Croce di Cristo e seguirlo.

Ho capito che finora non avevo mai provato la felicità, anzi, solo un grande dispiacere per aver rifiutato di seguire Gesù; ma Lui è paziente, e se sa che c’è una piccola possibilità che noi apriamo il nostro cuore, non si arrenderà fino a quando entra così profondamente dentro di noi che tutto sembra andare avanti solo perché Lui esiste!

Sono consapevole che non sarà una scelta facile: ma prego il Signore che mi accompagni e che, se questa è la Sua volontà, io possa donargli l’unica cosa che ho di davvero prezioso: la mia vita.

Grazie per avermi ascoltato, ricordami nelle tue preghiere perché oggi più che mai ne ho davvero bisogno!

(lettera firmata)


Carissimo in Cristo,
                               è edificante sapere che nonostante sei un ragazzo con una posizione sociale invidiabile, sei disposto a lasciare tutto pur di seguire la vocazione. Se non hai ancora deciso in quale ordine entrare ti consiglio di fare un'esperienza vocazionale presso l'Istituto del Verbo Incarnato che a mio avviso è uno dei migliori ordini presenti in Italia, e infatti è uno dei pochi in forte espansione. Tra l'altro a differenza di altri istituti accettano anche candidati che hanno superato i 35 anni.

Certamente i mondani criticheranno la tua scelta di seguire Gesù Cristo, ma i loro giudizi non contano nulla, ciò che conta davvero è fare la volontà di Dio e sentire la pace nel cuore. Coraggio, non ti arrendere di fronte alle difficoltà che potresti incontrare sul tuo cammino!

Pregherò molto volentieri per te, c'è tanto bisogno di anime che si donino a Dio per la nuova evangelizzazione.

In Corde Matris

Cordialiter




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giovedì 28 ottobre 2021

Tentazioni

Tempo fa una studentessa liceale mi disse che subiva delle tentazioni contro la vocazione. Ciò è normale, il nemico del genere umano, quando si accorge che qualcuno vuole abbracciare la vita religiosa, cerca in tutti i modi di fargli cambiare idea...


Caro D.,
             è un po' che non scrivo, ma seguo sempre il blog che non mi fa sentire sola e mi dà la forza di andare incontro al mio futuro Sposo. A volte non è facile andare avanti, le tentazioni aumentano sempre di più e mi gettano in un grande sconforto in cui penso che ho buttato via i miei diciassette anni, che ormai sono "un caso perso", impossibile che migliori e che tutti i miei buoni propositi sono pura fantasia e un tentativo di evasione dalla realtà. Queste crisi sono piuttosto frequenti, ma fortunatamente non continue, in quanto c'è sempre Qualcuno che non mi abbandona e mi mostra il Suo amore infinito prendendomi per mano; è davvero commovente pensare a tutto quello che il Signore fa per me […]. Un grande sostegno in questi ultimi mesi l'ho avuto leggendo Storia di un'anima, non so spiegare quanto bene mi abbia fatto, sono sempre stata devota a S. Teresa di Lisieux ma leggendolo l'ho sentita ancora più vicina a molti aspetti del mio carattere e anche ad alcune particolari esperienze che abbiamo provato entrambe. Ma soprattutto è stato un ulteriore slancio e conferma della mia vocazione, infatti ho visto scritti tutti i miei più profondi desideri. Perciò le ho chiesto di prendermi con sé come se fossi sua figlia e prepararmi per il giorno delle nozze; inoltre penso che sia contenta di aver finalmente trovato "un'anima più piccola della sua" che mi ha fatta sorridere quando l'ho letto...

Quest'anno non credo di riuscire a fare un'esperienza vocazionale, ma penso che l'estate prossima ci sarà l'occasione (sarò obbligata a dirlo ai miei, ma indagando in modo molto impersonale ho capito che accetterebbero molto volentieri che anche tutti i figli si consacrassero). Nel frattempo ho pensato che potrei confidarmi con una mia cara amica (che qualche anno fa mi aveva rivelato la sua vocazione), ma prima di farlo vorrei avere un tuo parere.

Comunque volevo ringraziarti per tutto il bene che fai alle anime, continua ad incoraggiarle perchè il Signore non abbandona mai chi si affida a Lui e i momenti di prova rendono più forti. Ti chiedo di pregare per la conversione di una persona che è stata molto importante per me (quasi una seconda mamma) e di un'altra mia amica, che involontariamente hanno creato le basi della mia vocazione.

Un abbraccio e una preghiera,

(lettera firmata)


Carissima in Cristo,
                                sono contentissimo di sapere che stai perseverando nel discernimento vocazionale. Il nemico del genere umano moltiplica le tentazioni per farti cadere nello sconforto e indurti ad abbandonare la vita cristiana, ma mi rallegro nel constatare che stai cercando di resistere tenacemente agli assalti avversari, come un valoroso soldato in battaglia. Sappi che ogni volta che sconfiggi una tentazione fai contento Gesù e progredisci nella vita spirituale. Non scoraggiarti quando sei tribolata dalle tentazioni, queste infatti sono prove che anche i santi hanno dovuto superare. L'amore con amor si paga. Il Redentore Divino ha dimostrato il suo amore per te facendosi flagellare e inchiodare alla croce pagando al tuo posto la pena meritata dai peccati. Tu devi dimostrare il tuo amore per Dio soffrendo per amor suo. È facile essere cristiani in mezzo alle consolazioni spirituali, ma il vero seguace Gesù Cristo è colui che per amor Suo sopporta la croce di ogni giorno. Qui vult venire post me abneget semetipsum et tollat crucem suam et sequatur me (Mt 16,24).

Il vero amore si dimostra sacrificandosi e soffrendo per la persona amata. Coloro che non amano il Signore non sono disposti a soffrire per la sua maggior gloria. Ma che ci stiamo a fare su questa terra se non amiamo Dio? Amiamolo con tutte le nostre forze! Solo Lui merita di possedere i nostri cuori!

Sono contento che hai letto "Storia di un'anima". Questo libro ha spinto tanta gente a donare la propria vita a Dio, ma è ottimo anche per coloro che non si sentono portati per la vita religiosa. Fai bene a leggere i classici del cattolicesimo, con essi infatti puoi nutrire spiritualmente la tua anima senza correre rischi. Invece devi fare attenzione ai libri di certi autori moderni che seminano confusione e rilassamento. Se leggi i libri scritti dai santi puoi star sicura che non ti ritroverai sulla strada sbagliata.

Sarebbe bello se tu potessi avere un'amica spirituale con cui parlare di vocazione e di altre cose devote. Però deve essere una persona devota e riservata, cioè che non vada a spifferare in giro le cose che gli confidi. Se vedi che un'amicizia ti aiuta a crescere nella virtù, allora è buona, se invece ti allontana da Dio, allora è una falsa amicizia, e bisogna troncarla subito.

Io continuo a sperare che tu possa fare un'esperienza vocazionale già questa estate, a meno che tu non abbia qualche impedimento. Non devi avere paura di chiedere il permesso dei tuoi genitori, perché a loro dovrai dire soltanto che vuoi fare un "ritiro spirituale" per ritemprare lo spirito, senza parlare per il momento di vocazione. Se loro intuiscono qualcosa e ti chiedono "Vuoi farti suora?", puoi rispondere "Non ne sono degna", oppure puoi dire che da grande vorresti sposarti. No, non è una bugia, ma una "restrizione mentale" che non costituisce nemmeno peccato veniale. Infatti la professione religiosa è un vero e proprio sposalizio, solo che invece di prendersi per sposo una povera creatura, ci si sposa con il Re del Cielo.

In Corde Matris

Cordialiter




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mercoledì 27 ottobre 2021

Il grande valore della Messa

Una giovane lettrice del blog mi ha chiesto di chiarirle l'aspetto sacrificale della Messa.


Caro fratello in Cristo,
(...) Più volte ti ho detto quanto mi facciano bene, tanto bene, le tue lettere. Alimentano la mia spiritualità. (...) le tue parole sono sempre spunto di riflessione e preghiera per me. Dio ti benedica per questo, che tu possa essere di aiuto per tante persone! 

Oggi durante la messa mi sono emozionata! Mi succede spesso di vivere la Santa Messa con emozione, prego intensamente e mi sento felice di lodare, ringraziare, ma sai che ancora non capisco bene il mistero dell'Eucaristia e il "sacrificio" della santa Messa? 

Ti auguro una buona domenica nel Signore!

In Gesù e Maria,

(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo, 
                                     sono contento che le lettere che ti scrivo non sono fatica sprecata, ma ti aiutano molto nella vita spirituale.

Padre Adolphe Tanquerey insegna che se per qualche ragione una persona non ha una guida spirituale, ci pensa il Signore a dirigerla, grazie anche alle buone letture spirituali. Quindi fai bene a leggere molto su argomenti religiosi.

Il peccato è un'offesa fatta a Dio, e poiché Dio ha una maestà infinita, per poter riparare le offese che gli vengono fatte c'è bisogno di un "risarcimento" che abbia un valore infinito. Le nostre opere buone e la nostra stessa vita hanno un valore finito, pertanto non sono idonee a riparare integralmente un'offesa (anche “solo” in materia veniale) fatta a un Dio infinito. Ecco perché Gesù Cristo è venuto nel mondo: essendo la Seconda Persona della Santissima Trinità, tutte le sue opere avevano un valore infinito, quindi per salvarci dalla dannazione eterna sarebbe bastata una sua lacrima, una sua preghiera, persino un semplice sospiro d'amore nei nostri confronti o qualsiasi altra azione offerta all'Eterno Padre in riparazione delle nostre colpe. Ma per dimostrare il suo grande amore per noi volle addirittura lasciarsi uccidere in croce offrendosi come Vittima di espiazione, pagando al posto nostro la pena meritata dai nostri peccati. Nella Santa Messa, al momento della Consacrazione, si rinnova in maniera incruenta lo stesso sacrificio che il Redentore compì sul Golgota. Dunque quando assisti alla Consacrazione, in cuor tuo devi offrire alla Santissima Trinità te stessa (la tua vita, la tua morte, le tue sofferenze, i tuoi problemi, i tuoi peccati di cui sei pentita, ecc.) unendoti al Sacrificio di Cristo, in riparazione dei tuoi peccati e di quelli del mondo intero.

L’intramontabile Catechismo di San Pio X insegna che il Santo Sacrificio della Messa viene offerto per quattro fini:


- per onorare e adorare Dio come si conviene;

- per ringraziare il Signore per tutto ciò che ci dona;

- per placare Dio e dargli la dovuta soddisfazione per i nostri peccati, e anche per suffragare le anime sante del Purgatorio; per tali motivi il Sacrificio della Messa viene definito “propiziatorio”;

- per impetrare dalla Santissima Trinità nuove grazie, soprattutto spirituali.

Purtroppo, oggi ben pochi cattolici conoscono l’aspetto sacrificale della Messa. Con grande dolore devo constatare che addirittura tanta gente non crede nella Presenza reale di Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento, con tutto il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Invece noi cattolici fedeli al Magistero perenne della Chiesa crediamo fermamente a quel che il Concilio di Trento insegna infallibilmente al riguardo dell’Eucaristia, pertanto siamo felici di poter accogliere Gesù sacramentato in noi al momento della Comunione, unendoci a Lui con carità e devozione, ringraziandolo per tutti i suoi benefici e supplicandolo di aiutarci a raggiungere il supremo ed eterno traguardo nella Patria celeste, ove potremo amare con ardore la Santissima Trinità per tutti i secoli dei secoli. 

Nella speranza di averti fatto capire un po’ di più il grande valore della Santa Messa, ti saluto cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter




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martedì 26 ottobre 2021

Lasciare il lavoro per seguire Dio

Coloro che hanno avuto la grazia della vocazione religiosa devono avere il coraggio di abbandonare tutto per poter abbracciare la vita consacrata. Uno degli ostacoli più ardui da superare è il rinunciare alla carriera lavorativa. Dopo aver studiato molti anni e aver faticato parecchio per vincere un concorso, so benissimo che non è facile abbandonare il proprio lavoro, specialmente se è un posto fisso e ben remunerato, ma se si ha davvero la vocazione religiosa, sarebbe assurdo rinunciare a questa immensa grazia per una carriera lavorativa. Ovviamente bisogna agire con prudenza e prima di licenziarsi è opportuno fare un percorso di discernimento vocazionale per comprendere quel che davvero Dio vuole. Per poter fare un'esperienza vocazionale non è necessario rassegnare le proprie dimissioni, ma è sufficiente prendersi alcuni giorni di ferie o al massimo mettersi in aspettativa. Per quanto riguarda i dipendenti statali, è bene sapere che in Italia hanno la possibilità di prendersi un anno di “aspettativa”, in questo modo non si corre il rischio di perdere il posto di lavoro qualora dopo aver iniziato il postulandato o il noviziato qualcuno decida di tornarsene a casa. L'aspettativa per gli statali può essere rinnovata annualmente, pertanto se si ha qualche incertezza potrebbe essere prudente rinnovarla sino alla professione perpetua.

Coloro che preferiscono perdere la vocazione anziché rinunciare al proprio lavoro, devono pensare al giorno della morte. Ah quanti rimpianti (e forse anche rimorsi) avrà il moribondo nelle ultime ore di vita, quando sul letto d'agonia penserà che avrebbe potuto farsi santo se avesse obbedito alla divina vocazione, e che invece, restando nel mondo, ha condotto una vita tiepida e forse anche peccaminosa. Allora dirà: "Ah, povero me! Che ne sarà dell'anima mia tra qualche ora? Ah, se potessi tornare indietro, obbedirei alla vocazione del Signore e adesso morirei sereno! Ohimè, mi vedo così lurido di colpe, mentre se fossi entrato in un monastero di stretta osservanza mi sarei fatto santo! Adesso non mi rimane che piangere e affidarmi alla divina misericordia per impetrare il perdono finale, prima di presentarmi innanzi a Cristo Giudice per rendere conto di tutte le azioni della mia vita."

La storia insegna che in punto di morte, persino dei famosi monarchi hanno detto che sarebbe stato meglio se si fossero fatti frati anziché regnare. E se questo rimpianto è accaduto a ricchi e potenti monarchi, a maggior ragione può accadere a gente comune che ha rinunciato alla vocazione per non perdere un normale posto di lavoro. Ciò mi fa venire in mente Esaù che vendette la primogenitura a suo fratello Giacobbe per avere in cambio un piatto di lenticchie.

Ovviamente chi in passato ha commesso l'errore di rifiutare la vocazione, adesso non deve disperarsi se nel frattempo si è sposato o è diventato troppo vecchio per entrare in convento. Non bisogna mai disperarsi dei propri errori, poiché finché si è vivi si è in tempo per chiedere perdono a Dio, che è un Padre amorevole. Però chi è ancora in tempo per eleggere lo stato di vita a cui Iddio lo chiama, faccia attenzione a non sbagliare. Non vale la pena rinunciare a uno stato di vita più perfetto per ottenere in cambio dal mondo un piatto di lenticchie.

Lo ripeto, non bisogna licenziarsi subito dal proprio lavoro. Tuttavia, dopo che si è avuta la certezza della propria vocazione religiosa, sarebbe insensato continuare a voler restare nel mondo. A chi è indeciso sul da farsi, dico che bisogna farsi coraggio, poiché troppo grande è il bene spirituale che si riceve adempiendo la divina vocazione. Dunque, coraggio! e non dimentichiamo mai quel che diceva San Francesco d'Assisi: "Tanto è quel che m'aspetto, che ogni pena mi è diletto".




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lunedì 25 ottobre 2021

Vanità del mondo

Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa.


Vanità del mondo

Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animae vero suae detrimentum patiatur? (Matth 16,26)

PUNTO I

Fuvvi un certo antico filosofo, chiamato Aristippo, che viaggiando una volta per mare, naufragò colla nave, ed egli perdé tutte le sue robe; ma giunto al lido, essendo esso molto rinomato per la sua scienza, fu da' paesani di quel luogo provveduto di tutto ciò che avea perduto. Ond'egli scrisse poi a' suoi amici nella patria che dal suo esempio attendessero a provvedersi solamente di quei beni, che neppur col naufragio si perdono. Or questo appunto ci mandano a dire dall'altra vita i nostri parenti ed amici che stanno all'eternità, che attendiamo a provvederci qui in vita solamente di quei beni, che neppure colla morte si perdono. Il giorno della morte si chiama, "Dies perditionis (Iuxta est dies perditionis. Deut 29,21)". Giorno di perdita, perché in tal giorno i beni di questa terra, gli onori, le ricchezze, i piaceri tutti si han da perdere. Onde dice S. Ambrogio che questi non possiamo chiamarli beni nostri, mentre non possiamo portarli con noi all'altro mondo; ma le sole virtù ci accompagnano all'altra vita: "Non nostra sunt, quae non possumus auferre nobiscum; sola virtus nos comitatur".

Che serve dunque, dice Gesù Cristo, guadagnarsi tutto il mondo, se in morte perdendo l'anima perderemo tutto? "Quid prodest homini, si mundum universum lucretur?". Ah questa gran massima quanti giovani ne ha mandati a chiudersi ne' chiostri, quanti anacoreti a vivere ne' deserti, quanti martiri a dar la vita per Gesù Cristo! Con questa massima S. Ignazio di Loiola tirò molte anime a Dio; e specialmente la bell'anima di S. Francesco Saverio, il quale stava in Parigi, applicato ivi a' pensieri di mondo. Francesco (gli disse un giorno il santo) pensa che il mondo è un traditore, che promette e non attende. Ma ancorché ti attendesse quel che ti promette il mondo, egli non potrà mai contentare il tuo cuore. Ma facciamo che ti contentasse, quando durerà questa tua felicità? può durare più che la tua vita? ed in fine che te ne porterai all'eternità? Vi è forse ivi alcun ricco, che si ha portata una moneta, o un servo per suo comodo? Vi è alcun re, che si ha portato un filo di porpora per suo onore? A queste parole S. Francesco lasciò il mondo, seguitò S. Ignazio e si fece santo. "Vanitas vanitatum", così chiamò Salomone tutti i beni di questo mondo, dopo ch'egli non si negò alcun piacere di tutti quelli che stanno sulla terra, com'egli stesso confessò: "Omnia quae desideraverunt oculi mei, non negavi eis" (Eccl 2,10). Dicea suor Margherita di S. Anna carmelitana Scalza, figlia dell'imperator Ridolfo II: "A che servono i regni nell'ora della morte?". Gran cosa! tremano i santi in pensare al punto della loro salute eterna; tremava il P. Paolo Segneri, il quale tutto spaventato dimandava al suo confessore: Che dici, padre, mi salverò? Tremava S. Andrea d'Avellino, e piangeva dirottamente dicendo: Chi sa, se mi salvo! Da questo pensiero ancora era così tormentato S. Luigi Beltrando, che per lo spavento la notte sbalzava di letto dicendo: E chi sa, se mi danno! E i peccatori vivono dannati, e dormono, e burlano, e ridono!

PUNTO II

"Statera dolosa in manu eius" (Os 12). Bisogna pesare i beni nelle bilance di Dio, non in quelle del mondo, le quali ingannano. I beni del mondo son beni troppo miseri, che non contentano l'anima, e presto finiscono. "Dies mei velociores fuerunt cursore, pertransierunt quasi naves poma portantes" (Iob 9,25). Passano e fuggono i giorni della nostra vita e de' piaceri di questa terra, e finalmente che resta? "Pertransierunt quasi naves". Le navi non lasciano neppure il segno per dove son passate. "Tanquam navis, quae pertransit fluctuantem aquam, cuius, cum praeterierit, non est vestigium invenire" (Sap 5,10). Domandiamo a tanti ricchi, letterati, principi, imperadori, che or sono all'eternità, che si trovano delle loro pompe, delizie e grandezze godute in questa terra? Tutti rispondono: Niente, niente. Uomo, dice S. Agostino: "Quid hic habebat, attendis, quid secum fert, attende". Tu guardi (dice il santo) solamente i beni, che possedea quel grande; ma osserva che cosa si porta seco, or che muore, se non un cadavere puzzolente ed uno straccio di veste per seco infracidirsi? De i grandi del mondo che muoiono, appena per poco tempo si sente parlare, e poi se ne perde anche la memoria. "Periit memoria eorum cum sonitu" (Ps 9,7). E se i miseri vanno poi all'inferno, ivi che fanno, che dicono? Piangono e dicono: "Quid profuit nobis superbia, aut divitiarum iactantia?... transierunt omnia illa, tanquam umbra" (Sap 5,8). Che ci han giovate le nostre pompe e le ricchezze, se ora tutto è passato come un'ombra, ed altro non c'è rimasto che pena, pianto e disperazione eterna?

"Filii huius saeculi prudentiores filiis lucis sunt" (Luc 16,8). Gran cosa! come sono prudenti i mondani per le cose della terra! Quali fatiche non fanno, per guadagnarsi quel posto, quella roba! Che diligenza non mettono, per conservarsi la sanità del corpo! Scelgono i mezzi più sicuri, il miglior medico, i migliori rimedi, la miglior aria. E per l'anima poi sono così trascurati! Ed è certo che la sanità, i posti, le robe un giorno han da finire; ma l'anima, l'eternità non finiscono mai. "Intueamur (dice S. Agostino) quanta homines sustineant pro rebus, quas vitiose diligunt". Che non soffre quel vendicativo, quel ladro, quel disonesto per giungere al suo pravo intento? E poi per l'anima non vogliono soffrir niente? Oh Dio, che alla luce di quella candela, che si accende nella morte, allora in quel tempo di verità si conosce e si confessa da' mondani la loro pazzia. Allora ognuno dice: Oh avessi lasciato tutto, e mi fossi fatto santo! Il Pontefice Leone XI diceva in morte: Meglio fossi stato portinaio del mio monastero, che Papa. Onorio III similmente Papa, anche dicea morendo: Meglio fossi restato nella cucina del mio convento a lavare i piatti. Filippo II re di Spagna morendo si chiamò il figlio, e gittando la veste regale, gli fe' vedere il petto roso da' vermi, e poi gli disse: Principe, vedi come si muore, e come finiscono le grandezze del mondo. E poi esclamò: Oh fossi stato laico di qualche religione e non monarca. Nello stesso tempo si fe' ligare al collo una fune con una croce di legno, e dispose le cose per la sua morte, e disse al figlio: Ho voluto, figlio mio, che voi vi foste trovato presente a quest'atto, acciocché miriate come il mondo in fine tratta anche i monarchi. Sicché la loro morte è uguale a quella de' più poveri del mondo. In somma chi meglio vive ha miglior luogo con Dio. Questo medesimo figlio poi (che fu Filippo III) morendo giovine di 42 anni, disse: Sudditi miei, nel sermone de' miei funerali, non predicate altro se non questo spettacolo che vedete. Dite che non serve in morte l'esser re, che per sentire maggior tormento d'esserlo stato. E poi esclamò: Oh non fossi stato re, e fossi vivuto in un deserto a servire Dio, perché ora anderei con maggior confidenza a presentarmi nel suo tribunale, e non mi troverei a tanto rischio di dannarmi! Ma che servono questi desideri in punto di morte, se non per maggior pena e disperazione a chi in vita non ha amato Dio? Dicea dunque S. Teresa: "Non ha da farsi conto di ciò, che finisce colla vita; la vera vita è vivere in modo, che non si tema la morte". Perciò se vogliamo vedere, che cosa sono li beni di questa terra, miriamoli dal letto della morte; e poi diciamo: Quegli onori, quegli spassi, quelle rendite un giorno finiranno: dunque bisogna attendere a farci santi e ricchi di quei soli beni che verranno con noi, e ci renderanno contenti per tutta l'eternità.

PUNTO III

"Tempus breve est... qui utuntur hoc mundo, tanquam non utantur, praeterit enim figura huius mundi" (1 Cor 7,31). Che altro è la nostra vita su questo mondo, se non una scena che passa e presto finisce? "Praeterit figura huius mundi"; figura cioè scena, commedia. "Mundus est instar scenae (dice Cornelio a Lapide), generatio praeterit, generatio advenit. Qui regem agit, non auferet secum purpuram. Dic mihi, o villa, o domus, quot dominos habuisti?". Quando finisce la commedia, chi ha fatta la parte del re, non è più re; il padrone, non è più padrone. Ora possiedi quella villa, quel palagio; ma verrà la morte, e ne saran padroni gli altri.

"Malitia horae oblivionem facit luxuriae magnae" (Eccli 11,29). L'ora funesta della morte fa scordare e finire tutte le grandezze, le nobiltà ed i fasti del mondo. Casimiro re di Polonia un giorno, mentre stava a mensa co' grandi del suo regno, accostando la bocca ad una tazza per bere, morì, e finì per lui la scena. Celso imperadore, in capo a sette giorni ch'era stato eletto, fu ucciso, e finì la scena per Celso. Ladislao re di Boemia, giovine di 18 anni, mentre aspettava la sposa, figlia del re di Francia, e si apparecchiavano gran feste, ecco in una mattina preso da un dolore se ne muore; onde si spediscono subito i corrieri ad avvisare la sposa, che se ne torni in Francia, poiché per Ladislao era finita la scena. Questo pensiero della vanità del mondo fe' santo S. Francesco Borgia, il quale come di sopra si considerò a vista dell'imperadrice Isabella, morta in mezzo alle grandezze e nel fiore di sua gioventù, risolse di darsi tutto a Dio, dicendo: "Così dunque finiscono le grandezze e le corone di questo mondo? Voglio dunque da ogg'innanzi servire ad un padrone, che non mi possa morire".

Procuriamo di vivere in modo, che non ci sia detto in morte, come fu detto a quel pazzo del Vangelo: "Stulte, hac nocte animam tuam repetent a te, et quae parasti cuius erunt?" (Luc 12,20). Onde conclude S. Luca: "Sic est qui sibi thesaurizat, et non est in Deum dives". E poi dice: Procurate di farvi ricchi, non già nel mondo di robe, ma in Dio di virtù e di meriti, che son beni che saranno eterni con voi in cielo: "Thesaurizate vobis thesauros in coelo, ubi neque aerugo neque tinea demolitur". E perciò attendiamo ad acquistarci il gran tesoro del divino amore. "Quid habet dives, si caritatem non habet? Pauper si caritatem habet, quid non habet?" dice S. Agostino. Se uno ha tutte le ricchezze e non ha Dio, egli è il più povero del mondo. Ma il povero che ha Dio, ha tutto. E chi ha Dio? chi l'ama: "Qui manet in caritate, in Deo manet, et Deus in eo" (1 Io 4,16).


[Meditazione tratta da "Apparecchio alla morte", di Sant'Alfonso Maria de Liguori].



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domenica 24 ottobre 2021

Testimonianza di una ragazza laureata

Ripubblico una bella testimonianza che mi scrisse una ragazza che si era appena laureata.


Ciao Cordialiter, mi chiamo [...], ho 24 anni, sono di [...] ma vivo a […] da 5 anni ormai. Ho concluso i miei studi il mese scorso...mi sono laureata con 110 e lode in Scienze [...] e sono sicura che senza l'aiuto della Vergine Maria e di Gesù non avrei mai raggiunto questo risultato. A gennaio devo iniziare uno stage presso [...], sono fidanzata da più di 4 anni e l'anno prossimo dovrei sposarmi.... beh può sembrare una vita perfetta...cosa chiedere di più? Non potevo sperare in meglio...e invece, caro fratello in Cristo, in questo ultimo periodo della mia vita sono molto confusa...non riesco a capire se stia nascendo in me la vocazione o il mio è semplicemente un grande amore per Gesù e un vivo desiderio di piacergli sempre di più, di essere come Lui mi vuole, desiderio che a mio parere dovrebbero avere tutti, e non solo sacerdoti e suore. Gesù ha donato la sua Vita per tutti noi...e non c'è uomo sulla terra che non deve vivere unicamente per Sua Maestà. Tutti siamo chiamati alla santità....e ad amare immensamente il Signore.

Ecco fino a qualche mese fa ero certa che la mia vocazione era quella ad avere una famiglia, ho sempre desiderato avere una famiglia come quella di Santa Teresina. Ti premetto che sono molto religiosa, la Santa Messa quotidiana è diventato uno dei momenti più importanti della mia giornata, e quando per qualche motivo non posso andarci, sento un vuoto dentro...mi manca l'incontro con Gesù; ogni giorno leggo letture spirituali (ed è proprio leggendo il Diario di Suor Faustina che Gesù mi ha richiamata a Sé) e dedico del tempo alla preghiera personale. Le buone letture mi hanno insegnato molto...ed è così che pian piano sono cambiata. Prima passavo interi giorni senza pregare, non tutte le domeniche andavo a Messa, preferivo andare allo stadio ad esultare per una squadra di calcio, avevo rapporti con il mio fidanzato, ma poi, una volta compreso il gravissimo peccato della carne, gli ho parlato, e dopo non poca fatica, gli ho fatto capire come sia importante vivere in grazia di Dio. [...] il mio fidanzato vede la vita di fede che conduco, ed è stato forse proprio lui a far nascere dentro di me questo dubbio...più volte mi ha ripetuto che la vita che conduco è la vita di una suora, che non è normale che una ragazza della mia età ha la libreria piena di libri religiosi, che non ama truccarsi, che non ama mettersi lo smalto (prima lo mettevo ma ora non ne sento e non ne vedo la necessità), che non ama indossare le scarpe con i tacchi, e che il pomeriggio ad una passeggiata preferisce andare in Chiesa per la recita del Santo Rosario e la Santa Messa. Ecco qualche volta è anche capitato di litigare pesantemente per tutto questo […].

[…] a volte sento tanta aridità e mi chiedo se quest'aridità possa conciliarsi con una possibile vocazione! Io fino a poco tempo fa desideravo più che mai avere una famiglia e dei figli da educare con lo stesso amore con cui l'hanno fatto i genitori di Santa Teresina. Ma ora ho paura di sbagliare scelta... Ci sono momenti in cui sono certa che la mia sia vocazione, ma altri invece, e a volte anche subito dopo, in cui sono certa che la mia sia una chiamata alla vita matrimoniale.... puoi immaginare i momenti che passo... ed è per questo che seguirò un consiglio che hai dato ad una lettrice del blog.... andrò agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio che si terranno dalle Serve del Signore e della Vergine di Matarà. Ho già scritto alle sorelle e sono stata contattata da Suor Maria Stella. Sarà per me un tempo di grazia, e chiederò al Signore di illuminarmi. [...]

Prega per me e per il mio ragazzo, caro fratello in Cristo. So che ho anche bisogno di un buon Padre Spirituale, ma per il momento non sono riuscita a trovarlo. […] Intanto prego il Signore di illuminare il sacerdote al quale aprirò la mia anima. Infine voglio ringraziarti per tutto il tempo che dedichi a chi ti scrive e per le bellissime parole che ci doni...pregherò il Signore per te.

Un caro saluto fraterno.


Cara sorella in Cristo,
                                    ti ringrazio per la bella testimonianza che mi hai scritto. Le storie vocazionali che mi colpiscono di più sono quelle come la tua, cioè di persone che da una vita peccaminosa passano ad un'intensa vita spirituale. È commuovente pensare alla Divina Misericordia: il Signore invece di castigare i peccatori con la morte, li converte, li perdona e a volte gli dona pure la grazia della vocazione religiosa. Che dire? Merita proprio di essere amato con tutto il cuore e sopra ogni cosa! Ciò che mi dispiace è che sono pochi coloro che amano Dio. Con le lacrime agli occhi i santi dicevano che l'Amore non è amato!

Sono contentissimo di sapere che ti sei iscritta agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio, ti saranno molto utili per capire ciò che Dio vuole da te. Se vuoi puoi chiedere alle Servidoras di poter restare lì da loro qualche altro giorno, così potrai fare anche la tua prima esperienza vocazionale, cioè vivrai insieme alle suore per vedere se sei portata per la vita religiosa. Loro saranno felicissime di accoglierti, e credo che resterai colpita dalla loro carità fraterna e dalla loro gioia cristiana.

Per quanto riguarda il direttore spirituale avrai l'imbarazzo della scelta, infatti lì potrai conoscere i sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato, i quali oltre ad essere ben preparati sono anche molto cordiali.

Circa l'aridità di spirito non devi preoccuparti, anche i santi hanno sofferto questa prova d'amore. È in questi momenti che si vede se uno ama davvero Dio. Infatti alcune persone quando spariscono le lacrime e le consolazioni spirituali, smettono di pregare e si allontanano dal Signore. Forse a te l'aridità è causata dal contatto col mondo, perché non è facile fare vita devota e accendersi nel fervore quando si ha a che fare tutto il giorno con le cose dissipanti che infestano la società. Fortunatamente nei conventi e nei monasteri (parlo di quelli osservanti, non di quelli rilassati) non ci sono dissipazioni che inaridiscono la devozione.

Coraggio, non temere! Prega lo Spirito Santo affinché ti faccia capire la sua volontà. Io ovviamente spero con tutto il cuore che Gesù buono voglia prenderti tutta per Sé. Un conto è essere sposa di un uomo della terra, altro conto è essere sposa del Redentore Divino!

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter




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sabato 23 ottobre 2021

Le vere amicizie si fondano sulle virtù cristiane

Le amicizie mondane sono false, perché non sono fondate sulle virtù cristiane e allontanano da Dio. Invece le vere amicizie sono molto edificanti per l'anima. Grazie al blog ho potuto allacciare delle amicizie spirituali con diversi lettori e lettrici, tra cui quella con Clara, pseudonimo di una delle più generose finanziatrici di "Cordialiter". È grazie a persone come lei se sto continuando faticosamente a tenere aperti i miei blog su temi religiosi, i quali assorbono molte ore di lavoro, soprattutto per rispondere a migliaia di e-mail all'anno.



Caro D., 
           mi dà gioia aiutarti con qualche piccola donazione. Il tuo blog è come un faro per tutti i credenti in Gesù e Maria, ed è spunto di riflessione per tutti quelli che sono assaliti da mille dubbi e indecisioni. Sto leggendo con molto interesse i libri che mi hai donato soprattutto i Pensieri di Santa Teresa di Los Andes e quello sulle anime del Purgatorio. Gli audiolibri che mi hai inviato sono di una profondità straordinaria e di grande insegnamento (ovviamente ne ho da ascoltare per mesi visto quanti me ne hai inviati: grazie davvero!).

Per quanto riguarda il progetto di aprire un convento in provincia di [...] per consentire a donne mature, con diversi trascorsi di vita, di potersi consacrare al Signore, lo trovo di una carità cristiana unica nel suo genere. Spero proprio si possa realizzare! Tu quando puoi tienimi informata perché ovviamente sono interessata. Pregherò sicuramente perché l'Opera sia benedetta da Maria Santissima.

Il libro sulla Passione di Cristo purtroppo è andato perso nell'incendio! [...] Una cosa è certa: con questa "prova" sono diventata molto più paziente ed ho capito che tutto, ma proprio tutto, è un dono e niente ci è dovuto! Niente è per sempre! Solo Dio è eterno! Ecco perché dobbiamo aggrapparci a Gesù, l'unico che ci amerà per sempre!

Ti saluto cordialmente. A presto.

Clara



Carissima in Cristo,
                                       è una grande grazia l'aver accettato con rassegnazione cristiana le dure prove che hai dovuto affrontare negli ultimi anni. Purtroppo, molti cristiani in questi casi perdono la fede e si allontanano da Dio, non volendo rassegnarsi a quanto gli è capitato. Sono contento che nonostante tutto tu abbia avuto la forza di restare ancorata a Cristo, il nostro amorevole Redentore.

Oggi è davvero difficile andare “controcorrente”, senza farsi trascinare dalla mentalità mondana. In giro si sentono i discorsi dei seguaci del mondo, i quali parlano solo di ammassare beni materiali, avere successo, seguire le mode, cinema, gossip, discoteche, divertimenti sfrenati, e tante altre cose vane che allontanano il cuore da Dio, unico vero bene.

I mondani spesso ci accusano di essere persone asociali, ma non è vero. A noi piace socializzare, ma solo con persone spirituali, le quali ci avvicinano a Dio. Queste sono le vere amicizie, perché sono basate sulle virtù cristiane, invece le amicizie mondane, non essendo fondate sulle virtù, sono frivole e ci allontanano dalla strada che conduce a Cristo.

Visto che quasi tutti i tuoi libri spirituali sono stati bruciati dall'incendio, ho deciso di regalarti qualche altro volumetto edificante. Questa mattina ho provveduto a spedirti le “Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo” e un altro libretto di Sant'Alfonso Maria de Liguori intitolato “Uniformità alla volontà di Dio”. Si tratta di uno scritto alfonsiano molto edificante, perché insegna ad accettare cristianamente tutto ciò che ci capita nella vita, anche le sofferenze, le incomprensioni col prossimo, le persecuzioni, le perdite di beni materiali, ecc. Nella seconda parte del libro è stato aggiunto un breve opuscoletto che parla del modo in cui conversare con Dio durante l'orazione mentale. Insegnamenti davvero utilissimi!

Per me è una grande gioia donarti libri spirituali. Sin dalla tua prima e-mail ho compreso che sei una persona portata per la vita devota e che aspiri a praticare un'intensa vita spirituale. 

È consolante sapere che nella nostra società secolarizzata e paganizzata, esistono ancora delle persone spirituali come te, che desiderano vivere per Dio e praticare con fervore le virtù cristiane per dare gusto al Signore. Infatti in questi anni mi hanno scritto tanti lettori e lettrici che la pensano come noi e che non vogliono conformarsi con la mentalità mondana che dilaga nella società materialista in cui viviamo.

Per questo motivo quando ricevo le e-mail tue o di altre persone spirituali, rimango molto edificato. È incoraggiante sapere che la pensiamo allo stesso modo e che siamo spiritualmente uniti. La Chiesa Cattolica è il Corpo Mistico di Cristo: Gesù è il capo, noi siamo le membra. Per questo motivo non esagero quando dico che siamo spiritualmente uniti.

Rinnovandoti la mia stima e il mio affetto fraterno, ti saluto cordialmente nei Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter



Caro D., 
              ti ringrazio per i tuoi cari doni che apprezzo moltissimo [...]. Grazie per la tua mail così affettuosa e fraterna: tu hai proprio il dono della consolazione. 

Contraccambio i saluti fraterni che mi hai mandato. A presto.

Clara




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venerdì 22 ottobre 2021

Seguire la vocazione

Riporto alcuni brani di una lettera di una ragazza.

Carissimo fratello in Cristo,
                                           […]. Per 4 anni ho negato e rifiutato ogni segno o sentore di chiamata religiosa [..] sono stati anni di intensa e profonda tribolazione e sofferenza interiore! Se finalmente ho deciso di agire diversamente è soltanto perché mi sono resa conto che la mia indecisione sullo stato di vita da abbracciare deve terminare [...] a volte mi chiedo il perché di tanta predilezione da parte del Signore nonostante la mia indegnità!

E' davvero difficile mettere per iscritto ciò che si sente nel cuore in certe situazioni ed io ti ringrazio per la tua disponibilità e pazienza! L'averti scritto e lo scriverti mi aiuta tanto, mi dà forza... ti chiedo scusa se sono stata inopportuna e se ti ho fatto perdere del tempo prezioso con queste mie mails insensate!

Non voglio più disturbarti perché mi rendo conto di non scrivere nulla di coerente... voglio solo dirti ancora grazie e chiederti di pregare per me:) niente di più...

un abbraccio... continuerò a leggere il blog...

(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                   non devi chiedermi scusa di nulla e non devi preoccuparti; per me non è una scocciatura ricevere lettere da parte di persone attratte dalla vita religiosa, anzi è davvero una gioia rispondere e incoraggiare le anime a seguire Cristo in qualche buon ordine religioso. Quindi se vorrai scrivermi, leggerò con piacere le tue lettere e ti risponderò volentieri. Ci tengo moltissimo ad ogni singola vocazione, dunque anche alla tua. Non voglio che nemmeno una vada persa. Ogni vocazione è un tesoro non solo per colui che la riceve, ma anche per tutto il resto della Chiesa Cattolica che è il Corpo Mistico di Cristo. Ti confesso che non vedo l'ora che tu vada in convento per fare un'esperienza vocazionale. So chi è il tuo direttore spirituale, è un sacerdote molto preparato, e se ha visto in te i segni vocazionali, c'è da credergli.

Perché tra tante altre ragazze il Signore ha scelto proprio te? I decreti divini sono imperscrutabili, però ciò che è certo è che Lui non sceglie in base ai meriti, quindi la tua chiamata è solo un'opera del suo amore gratuito. In convento sarà molto facile per te disprezzare tutte le vanità della terra (ricchezze, successo, moda, ecc.) e vivere solo per amare Dio e per salvare le anime con la preghiera, la penitenza e l'apostolato. Queste sofferenze interiori che stai patendo sono il tuo campo di battaglia. La vita su questa terra è una prova, cioè dobbiamo provare a Dio che lo amiamo davvero con tutto il cuore e sopra ogni cosa. Il vero amore si dimostra nel saper soffrire per la persona amata. Tu ora stai soffrendo molto, ma è proprio in questa sofferenza che stai dimostrando di amare Dio. Senza che te ne rendi conto, in ogni istante di dolore stai dicendo che preferisci soffrire questi patimenti interiori anziché ribellarti alla volontà del Signore che ti sta chiamando alla sua sequela in uno dei migliori ordini religiosi presenti in Italia.

Le tue sofferenze sono una vera e propria croce, ma senti un po' quel che scrisse in proposito Santa Gemma Galgani: ...Mi ha detto poi Gesù: «Sai, figlia mia, in che maniera io mi diverto a mandare le croci alle anime a me care? Io desidero possedere l'anima loro, ma intera, e per questo la circondo di croci, e la chiudo nelle tribolazioni, perché non mi scappi di mano; e per questo io spargo le sue cose di spine, perché non si affezioni a nessuno, ma provi ogni suo contento in me solo. È l'unica via per vincere il demonio e giungere a salvezza: Figlia mia, quanti mi avrebbero abbandonato, se non li avessi crocifissi! La croce è un dono troppo prezioso, e da esso si apprendono molte virtù!»

“Tanto è ciò che mi aspetto che ogni pena mi è diletto” diceva il zelantissimo San Francesco d'Assisi. La stessa cosa dico a te per incoraggiarti a perseverare.

Ti saluto fraternamente in Gesù e Maria

Cordialiter




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giovedì 21 ottobre 2021

Lettera di un lettore

Ripubblico una bella lettera che qualche anno fa ho ricevuto da un caro lettore.


Caro D., […]
                      sono […] quel ragazzo che ti chiese notizia per un convento dei […], ed alla fine... sono andato...!!!

Anche se non ti conosco personalmente, ti ringrazio dal profondo del mio cuore per il tuo (apparentemente) piccolo aiuto che fornisci con il tuo blog, e che mi hai fornito perchè grazie a te il Signore ha fatto sì che io facessi questa splendida esperienza, profonda e infinitamente superiore nella loro casa dei postulanti a [...], oltreché essere riuscito a parlare (per grazia di Dio) con il Padre Fondatore, […].

Ho trovato il coraggio, ed il Signore mi ha dato la forza e la gioia di dire il mio SI a LUI! ed ora entro in convento il 31 di dicembre, lasciando tutta la mia carriera, la mia famiglia, i miei affetti e tutto ciò di materiale che mi lega, per seguire il mio Signore sulla via della perfezione e della santità.

Il Signore ha riconfermato con forza e misericordia profonda di Padre e di Crocifisso il suo Amore per me e per tutti chiamandomi a questo servizio che mi sovrasta infinitamente, perchè si è chinato su di me, piccolo e vile servitore indegno! rivestendomi con questo dono immenso di grazia.

Rendo Grazie al Signore e ti ricordo nelle mie preghiere, ti affido a Maria Vergine Immacolata e spero che anche tu non ti stancherai mai di annunciare Cristo Crocifisso e Risorto!

Un Abbraccio in Cristo Signore!

PAX et BONUM

(lettera firmata)


Caro amico,
                       ti ringrazio per la bella notizia che mi hai dato nel giorno del Natale di Nostro Signore. Il giorno prima era stata una lettrice a darmi un'altra bella notizia. Grazie a tutti voi!

Sono contento che hai scelto di entrare in un ordine religioso di stretta osservanza, nel quale sarà facile per te seguire la strada della perfezione cristiana e fare del bene alle anime. Povero te se fossi entrato in un ordine rilassato, dove non si vive più da veri religiosi.

Adesso bisognerà pregare assai affinché tu sia perseverante nella tua vocazione. Il Signore ti ha fatto un dono troppo grande chiamandoti alla sua sequela, mentre tanti altri poveri ragazzi nel mondo vivono schiavi dei vizi più degradanti, dall'odio verso il prossimo alla lussuria, dalla cupidigia del denaro alla mancanza di fede in Dio. Coraggio amico, se sarai fedele, il Signore ti ricompenserà con i suoi preziosi beni spirituali.

Quando sarai nella cappella del convento, o nella tua povera cella, non dimenticarti di pregare per i lettori del blog in ricerca vocazionale. Ce ne sono alcuni che mi hanno scritto, i quali vorrebbero abbracciare la vita religiosa, ma devono ancora superare varie difficoltà.

Incoraggio tutti alla perseveranza, e ricordate che maggiori sono le difficoltà, più bella è la vittoria!

In Cordibus Jesu et Mariae

Cordialiter




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mercoledì 20 ottobre 2021

Chi è Dio?


Ripassiamo le nozioni basilari della nostra fede cattolica con l'intramontabile Catechismo di San Pio X.



1. Chi ci ha creato?
Ci ha creato Dio

2. Chi è Dio?

Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.

3. Che significa perfettissimo?


Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione senza difetto e senza limiti, ossia che Egli è potenza, sapienza e bontà infinita.

4. Che significa Creatore?

Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose.

5. Che significa Signore?

Signore significa che Dio è padrone assoluto di tutte le cose.

6. Dio ha corpo come noi?

Dio non ha corpo come noi, ma è purissimo spirito.

7. Dov'è Dio?

Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli è l'Immenso.

8. Dio è sempre stato?

Dio è sempre stato e sempre sarà: Egli è l'Eterno.

9. Dio sa tutto?

Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli è l'Onnisciente.

10. Dio può far tutto?

Dio può far tutto ciò che vuole: Egli è l'Onnipotente.

11. Dio può fare anche il male?

Dio non può fare il male perché non può volerlo essendo bontà infinita.

12. Dio ha cura delle cose create?

Dio ha cura e provvidenza delle cose create e le conserva e dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà e giustizia infinita.

13. Per qual fine Dio ci ha creato?

Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso.

14. Che cos'è il paradiso?

Il paradiso è il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e in Lui di ogni altro bene senza alcun male.

15. Chi merita il paradiso?

Merita il paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente Dio e muore nella sua grazia.

16. I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale, che cosa meritano?

I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale meritano l'inferno.

17. Che cos'è l'inferno?

L'inferno è il patimento eterno della privazione di Dio, nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene.

18. Che cos'è il purgatorio?

Il purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio, e di altre pene che tolgono dall'anima ogni resto di peccato.

19. Perché Dio premia i buoni e castiga i cattivi?

Dio premia i buoni e castiga i cattivi perché è la giustizia infinita.




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martedì 19 ottobre 2021

Le varie forme di apostolato

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


O Gesù, insegnami a pregare, a soffrire, a lavorare con te per la salvezza delle anime.

1 - Quando si parla di apostolato si pensa quasi esclusivamente all’attività esterna; certamente questa è necessaria, però non è l‘unica forma di apostolato. Bisogna aver sempre presente che Gesù ci ha salvati non solo con l’attività svolta negli ultimi tre anni della sua vita, dedicati all’evangelizzazione delle folle e alla formazione del primo nucleo della Chiesa, ma anche con la preghiera, con la soffrenza, insomma, con tutta la sua vita. Gesù fu sempre apostolo, fu sempre il mandato del Padre per la nostra salvezza. Il suo apostolato comincia a Betleem nello squallore di una grotta dove, piccolo bambino avvolto in fasce, già soffre per noi; continua nei trent’anni di vita trascorsi a Nazaret nella preghiera, nel ritiro, nel nascondimento; prende una forma esterna a contatto diretto con le anime durante la vita pubblica; culmina nell’agonia dell’orto degli olivi e nella morte di Croce. Gesù è apostolo nella stalla di Betleem, nella bottega di Giuseppe, nelle angosce del Getsemani e del Calvario non meno di quando percorre la Palestina ammaestrando le turbe o disputando con i dottori della legge. Il nostro apostolato consiste nell’associarci a quanto Gesù ha fatto per la redenzione dell’umanità, perciò non si limita solo all’attività esterna, ma consiste anche, e in modo essenziale, nella preghiera e nel sacrificio. Si distinguono così due forme fondamentali di apostolato: l’apostolato interiore della preghiera e dell’immolazione, che è un prolungamento della vita nascosta e della Passione di Gesù; l’apostolato esteriore della parola e delle opere, che è un prolungamento della sua vita apostolica. Tutti e due sono una partecipazione dell’opera salvifica di Gesù, però vi è fra loro una grande differenza: l’apostolato interiore è la base indispensabile dell’apostolato esteriore; nessuno, infatti, può pensare di salvare le anime con un’attività che non sia sostenuta dalla preghiera e dal sacrificio. Invece, si danno casi in cui l’attività esterna può mancare, senza che per questo venga diminuita quella interiore della preghiera e del sacrificio, che può ugualmente essere molto intensa e feconda. Ogni cristiano è apostolo non solo in forza dell’attività che svolge, ma principalmente in forza della sua partecipazione alla preghiera ed al sacrificio con cui Gesù ha redento il mondo.

2 - L’apostolato interiore può sussistere da sè e infatti vi sono forme di vita che legittimano l’assenza dell’apostolato esteriore. È il caso della vita contemplativa pura, sempre fiorita nella Chiesa e da essa maternamente sostenuta contro chi la taccia di assenteismo dal campo dell’attività. Coloro che, seguendo la chiamata di Dio, si ritirano dalle opere per darsi a questo genere di vita non sono dei disertori, degli evasi; e se lasciano le file dell’apostolato esterno, lo fanno proprio per darsi ad un apostolato più profondo: quello della preghiera e dell’immolazione continua. « Coloro che compiono nella Chiesa l’ufficio della preghiera e della penitenza continua, contribuiscono all’incremento della Chiesa e alla salvezza del genere umano molto più di quelli che coltivano il campo del Signore con la loro attività; se essi infatti non traessero dal cielo l’abbondanza delle grazie divine per irrigare il campo, gli operai evangelici ricaverebbero certamente minor frutto dal loro lavoro » (Pio XI, Umbratilem).


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].




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lunedì 18 ottobre 2021

Offrire le sofferenze per consolare Gesù

Ripubblico la lettera di una ragazza che stava soffrendo molto perché non riusciva a comprendere se doveva entrare in un monastero di clausura oppure scegliere un'altra strada.


Carissimo fratello,
                              ho aspettato, ho aspettato, ma ora non posso più aspettare a scriverti. Mi faccio viva dopo parecchi mesi, ma devi sapere che ogni giorno la prima pagina che apro al computer è il tuo blog. Come se fosse un quotidiano che mi mette sicurezza. [...] Dunque ho deciso finalmente di farmi viva. L'ultima volta ti dissi che sarei stata in un monastero di Clarisse per due settimane, per una esperienza diretta nella vita claustrale. Due settimane che non dimenticherò mai. Vivere le giornate ruotando sempre intorno al tabernacolo è un dono grandioso che il buon Dio si compiace di concedere alle Sue spose dilette. Le sorelle erano meravigliose, di età compresa tra i 19 e gli 80 passati... Il tempo scandito dal suono della campana che richiamava in coro per le ore canoniche; le lunghe passeggiate nell'orto, i pranzi consumati in silenzio o in allegria nei giorni festivi, le ricreazioni e i momenti di solitudine in cella o nella penombra del coro... Tutto è perfetto, edificante, salutare. Cosa non è andato allora? Non era il mio posto. Non sarei stata capace di rimanere lì dentro per tutta la vita. Come faccio a comprendere se il problema è solo la clausura o la vita religiosa? C'erano momenti in cui mi sentivo così fortunata a vivere lì dentro, continuamente unita a Gesù; la notte andavo a dormire sapendolo a pochi passi dalla mia cella; al mattino, un'ora prima dell'alba, ero già in coro a sorridere a Lui nel tabernacolo; pensavo alla vita esterna e vedevo tutto come una perdita di tempo, tempo prezioso per prepararsi all'eternità. Ma più passavano i giorni, più mi rendevo conto che, anche se perfetto, non era quello il mio posto. Era anche il problema di diverse spiritualità, di diverse formazioni. Non so se mi spiego. In ogni caso, finita l'esperienza, sono tornata a casa. Quando ho varcato la soglia della clausura e ho chiuso il portone del monastero alle mie spalle, ho sentito come un brivido gelido e come se mi fossi persa. Il ritorno è stato traumatico, perché la vita di città è caotica, vivere in un condominio non è facile, il caos del mondo manda in tilt il cervello che desidera un po' di silenzio. [...] Nel frattempo ho fatto il grande passo: mi sono consacrata a Dio. E' stata una cerimonia molto intima e privata, il giorno più bello della mia vita. Il sacerdote mi ha messo l'anello al dito come segno di questa unione e mi ha dichiarata Sposa di Gesù, dopo aver recitato la formula di consacrazione a Gesù per mezzo di Maria, quella del Montfort (ero già consacrata con questa formula e ha voluto che usassi proprio questa come rinnovo e consacrazione totale di tutta la mia vita al Signore).

Il gran passo è stato fatto. Ma non basta. Non voglio restare nel mondo, non mi accontento di prestare un semplice servizio alla parrocchia. Sento che potrei impegnarmi molto di più nella crescita spirituale, se fossi concentrata in un vita religiosa. Ma in questi mesi il Signore ha mandato a monte tutti i miei progetti, tutti i miei sogni, ogni mia aspettativa. L'ho pregato di mettere nel mio cuore i desideri del Suo Cuore, per riuscire a compiere giustamente la Sua volontà. So che mi sto dilungando, ma abbi un altro po' di pazienza, questa è carità bella e buona, il Signore saprà come ricompensarti!! :)

Dunque, desidero una vita religiosa, ma come si fa a capire se ho la vocazione alla vita religiosa? Sono già consacrata, potrebbe bastarmi, è questa la cosa importante. Invece no. Mi immagino ogni giorno vestita da religiosa, in ginocchio davanti al tabernacolo o a lavorare nell'orto o in refettorio. Non sono portata per la vita attiva, come avrai capito. Ma temo di non essere neppure pronta per la vita claustrale. Allora ho letto scritti di alcune sante e diverse testimonianze di monache che avevano una paura terribile per la clausura, ma che poi hanno avuto il coraggio di compiere il primo passo. […] Caro fratello, sono giorni difficili, mi sento schiacciata a terra. Una influenza mal curata mi ha portata anche alla bronchite e sono stata costretta questa settimana a stare a casa, quindi da domenica non mi nutro del mio Gesù Eucaristia. Faccio la Comunione Spirituale, ma mi sento distante da Lui. Come se il buon Dio avesse tirato le tende. Non riesco neppure a parlare col padre spirituale, che in questo periodo sta male fisicamente.

[…] Mi spiace di aver preso tanto tempo, ma è uno sfogo per me e tu sei l'unico col quale mi sono sentita di parlare. Una parola, anche una sola parola mi aiuterebbe a ritrovare un po' la speranza. Mi sento vuota e forse la soluzione è non pensare più a una vita religiosa, aspettando che sia il Signore a intervenire. Sai darmi un consiglio? Ti ringrazio infinitamente per la pazienza squisita che hai nei miei confronti. Sei tanto buono e quello che fai con il blog è degno di stima. Prego per te e per tutti i lettori. Restiamo uniti nella preghiera, qualunque cosa accada. Vi raccomando particolarmente al Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra dolcissima. Gesù baci le vostre anime e benedica ogni vostro passo.

(Lettera firmata)


Carissima in Cristo,
                                ho letto con molto interesse la tua lettera. In privato ti ho inviato una lunga risposta. Qui dico solo che non devi scoraggiarti e abbandonare il pensiero di abbracciare la vita religiosa.

Dio è stato particolarmente generoso con te, infatti, non tutti hanno avuto la grazia di sentirsi attrarre alla vita consacrata. Queste sofferenze spirituali che stai patendo sono una grande prova d'amore. Purtroppo, molte altre ragazze che si trovavano nella tua situazione non sono riuscite a superare la prova, poiché si sono lasciate ingannare, hanno abbandonato la vocazione religiosa, e sono ritornate a seguire il mondo. Un'anima è nell'ora della sofferenza che dimostra di amare davvero Dio, sopportando pazientemente i patimenti e rimanendo fedele al Signore, senza volgersi indietro verso le lusinghe del mondo traditore.

“Militia est vita hominis super terram”, diceva il Santo Giobbe. È proprio così, la vita su questa terra è un continuo combattimento contro i nemici dell'anima. Però non dobbiamo rattristarci. “Gaudere et exultare nos voluit in persecutione Dominus, quia tunc dantur coronae fidei, tunc probantur milites Dei”, diceva l'eroico vescovo martire San Cipriano. È così, il Signore vuole che nelle persecuzioni dobbiamo gioire ed esultare, perché è in esse che vengono messi alla prova i soldati di Dio e si riceve la corona della fede.

Insomma, è nei momenti di difficoltà che si vede se una persona ama veramente Gesù. Coloro che lo amano poco, si arrendono, mentre coloro che lo amano assai continuano con ardore la battaglia. I martiri combatterono tenacemente e preferirono la morte anziché tradire il Redentore Divino. Perdere la vita terrena per salvare la vita eterna dell'anima. “Un'anima, un'eternità!”, diceva Santa Teresa d'Avila alle sue seguaci.

Coraggio, non arrenderti!

Ti saluto in Cristo Redentore e in Maria Corredentrice del genere umano,

Cordialiter




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domenica 17 ottobre 2021

Disprezzare le discoteche e la vita mondana

Tempo fa una ragazza in discernimento vocazionale mi ha confidato di voler vivere il cristianesimo in maniera coerente, stando alla larga dai luoghi pericolosi come le discoteche.


Ciao Cordialiter!
Mi presento: mi chiamo [...], ho 17 anni e abito in provincia di [...]. Finalmente ho preso la decisione di scriverti una lettera, dopo mesi di riflessione e di ricerca, che tuttora continuano. Era un pomeriggio di inizio aprile, lo ricordo bene, quando visitai la prima volta questo blog, e da allora la prima cosa che faccio quotidianamente è leggere i post che tu pubblichi. Ad aprile ero così spaesata, non sapevo nemmeno cosa cercare né dove, non riuscivo nemmeno io a capire le mie emozioni, cosa mi stava succedendo, quanto stava crescendo il mio amore per Gesù. C'è voluto un bel po' per capire che quello che provavo era una cosa bellissima e non dovevo affatto spaventarmene. E così è anche adesso. Sono comunque confusa, ma c'è molta più chiarezza in me, e questo è tutto merito di questo blog, ormai diventato pane per i miei denti. È così confortante sapere che ci sono tanti giovani che sentono la chiamata di Dio alla vita consacrata, e che però devono affrontare ostacoli, non solo sul piano emotivo, ma anche per quanto riguarda famiglia e amici, e che qui possono trovare aiuto e conforto sicuri. 

Ti vorrei raccontare un po' della mia vita, e come è cambiato quasi tutto da quando il Signore ci è entrato. Sono nata e cresciuta in una famiglia credente e praticante. Almeno così ho sempre pensato, ma ultimamente il comportamento dei miei non lo ritengo cristiano. I miei genitori mi hanno sempre portato a messa, ho fatto per cinque anni la chierichetta, ho frequentato il catechismo, ma purtroppo quello che hanno fatto a me, non era vero catechismo, e sono arrivata alla Cresima senza capire niente della mia religione e di quello che stavo per fare. Di questo solo adesso mi rammarico. […] Poi, a circa 14/15 anni, c'è stata una forte crisi in me, spirituale e non, anche per quello che avevo subito un paio di anni prima a scuola. Per me è difficile parlarne, sono stata vittima di bullismo alle medie. È stato il periodo più brutto della mia vita, ed i miei genitori non sono stati di conforto. Ancora Gesù non lo sentivo presente, ma so che Lui c'era e mi confortava. Ciò che ho passato è stato un duro colpo che ha cambiato totalmente la mia vita, la mia visione del mondo e delle persone.  […] Poi, iniziate le superiori, la crisi persisteva. Ho cominciato ad andare mal volentieri in chiesa, non pregavo, inventavo tante scuse. Pensavo che fosse inutile andare a messa. I miei genitori mi hanno lasciato fare […]. Adesso lo reputo strano che due genitori così credenti e praticanti non mi abbiano mai insegnato niente sulla fede, mai una preghiera, mai una lode al Signore. A quel tempo mi interessava avere tante amiche, fare pettegolezzi, cercare al più presto un ragazzo ed attirare l'attenzione degli altri. Desideravo diventare modella, avere una bella vita ricca di successo e soldi. Ma il buon Dio non ha voluto per me nessuna delle cose appena citate. Il cambiamento è avvenuto a 16 anni, l'estate scorsa. Ancora andavo malvolentieri a messa, ma nel momento del bisogno ho fatto una cosa che non facevo da molto: ho pregato. Tantissimo. Ed ecco che mi sono ricreduta. Il Signore si è fatto sentire e da allora non ho mai smesso di pregare, anche se ora si è sistemato tutto. Ed ecco: è stato in quel momento che io, in mezzo a tante cose mondane e che mi distraevano, ho aperto la porta a Gesù. La preghiera tutt'oggi per me è una parte molto importante, come dopo ti dirò. Verso l'inizio di quest'anno ho percepito che un cambiamento dentro di me stava avvenendo. E lo vedevano un po' tutti coloro che mi stavano attorno. Ho cominciato ad essere ancora più generosa, altruista. L'Amore di Gesù, che iniziavo a ricambiare, si trasmetteva agli altri. E ho iniziato a leggere il Vangelo e dei libretti di preghiere che avevo in casa e che prima di allora non mi interessavano affatto! Tutto in me stava cambiando: la mia concezione della vita stessa, dono di Dio. La mia concezione di felicità: l'amare il Signore, che ha donato la Sua vita per noi peccatori. Cos'era importante per me: la preghiera. Ringraziare e lodare il Signore quotidianamente, per tutto. […] Ho cercato in vari siti sul tema della Vocazione, ma questo lo trovo il migliore. […] I miei credo abbiano ben notato il cambiamento in me, mio padre a volte ne è contento e apprezza il fatto che segua le messe, ecc. mia madre invece è il contrario. Ha sempre detto che non è normale che una della mia età segua queste cose, invece di avere il ragazzo e andare in discoteca. Ogni volta rimango allibita. Il buon Dio non vuole questo per me. Non ho mai messo piede in una discoteca, non ho mai avuto un ragazzo, evito qualsiasi ritrovo mondano, come feste e sagre che nella mia regione abbondano. Ho preso la ferma decisione che non entrerò mai in una discoteca […]. Evito qualsiasi cosa mondana, ho smesso di guardare alcuni programmi tv, e ho iniziato a stare attenta a come mi vesto, infatti uso esclusivamente vestiti casti. Mi hanno sempre preso in giro perché non metto abiti scollati, ma io dopo poco aver compiuto 17 anni ho scelto di vivere in castità e di essere orgogliosa della mia verginità. In un mondo che vuole tutt'altro che la castità, sarei considerata pazza se qualcuno sapesse della mia scelta! Purtroppo pochi osservano certi precetti. Insomma, è cambiato quasi tutto nella mia vita. [...] Mi sento attratta dalla vita missionaria, ma non so bene cosa il Signore voglia per me. Non posso escludere che mi voglia in clausura! Prego ogni giorno il Signore e la Vergine affinché mi indichino la strada giusta. Io sento di avere un bellissimo dialogo con Cristo, e voglio tanto che ciò persista! 

Penso che il lavoro che fai sia fantastico, dai un aiuto importantissimo a tante persone, e anche non conoscendoti sei nelle mie preghiere. […] Percepire la Sua Chiamata a 16 anni inizialmente non è stato facile. Per ora faccio come Maria, serbo tutte queste cose nel mio cuore. Mi scuso per essermi dilungata così tanto, avrei tante cose da dirti. 

Ti saluto, a presto.

In Cristo e Maria.

(Lettera Firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                          stai facendo benissimo a riflettere sullo stato di vita che eleggerai in futuro. È molto importante fare la scelta giusta, cioè quello che vuole Dio.

Sono contento che lo Spirito Santo ti ha fatto capire quanto sia virtuoso vivere in castità. I santi elogiavano molto lo stato verginale, il quale, come insegna il Magistero della Chiesa Cattolica, è nettamente superiore allo stato matrimoniale (anch'esso buono). Se vuoi saperne di più su questo tema puoi leggere la splendida enciclica “Sacra Virginitas” del grande Papa Pio XII (la trovi facilmente su internet).

Per essere buoni cristiani non basta credere in Dio, bisogna anche mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo. Per questo motivo apprezzo molto il tuo stile di vita “controcorrente”. Sbagliano quei cristiani che vivono facendo dei compromessi tra il Vangelo e la mentalità mondana. Bisogna essere cristiani coerenti, come lo furono i santi, i quali erano disposti a subire le persecuzioni del mondo pur di non tradire il Redentore Divino. Sono d'accordo con te, bisogna evitare di frequentare le discoteche perché sono luoghi pericolosi per l'anima. Lì infatti è molto facile offendere Dio con qualche peccato. Inoltre bisogna stare alla larga dalle cattive compagnie, perché chi frequenta degli amici che calpestano la Legge di Dio, prima o poi rischia di farsi trascinare al male. Tanti bravi ragazzi che erano cristiani virtuosi si sono rovinati a causa delle cattive amicizie.

Per quanto riguarda la tua libera scelta di vestirti con abiti castigati che salvaguardano il pudore, devo dirti che si tratta di una coraggiosa decisione di una vera seguace di Gesù Cristo. Anche se i mondani dovessero criticarti perché non utilizzi mai minigonne o altri vestiti spudorati, non è un problema, l'importante è piacere a Dio, osservando la sua Legge per dargli gusto. La Madonna a Fatima preannunciò che sarebbero venute delle mode vergognose che avrebbero molto offeso Nostro Signore. Purtroppo, queste mode scandalose sono arrivate davvero. E' vergognoso andare in giro svestite con abiti da meretrici. Il zelantissimo Pio XII esortò le ragazze cattoliche a combattere la “Crociata della purezza”, cioè a impegnarsi a diffondere nella società una moda cristiana. Anche oggi bisognerebbe lanciare una campagna apostolica per propagare l'amore per la purezza e il disprezzo per le mode indecenti e l'impurità.

La televisione è meglio guardarla il meno possibile, cioè solo quando ci sono trasmissioni che nutrono l'anima. Purtroppo, molti programmi allontanano il cuore dal Signore, infatti sono permeati della mentalità mondana che induce a vivere come se Dio non ci fosse, e a pensare solo alle cose materiali. Su questa terra tutto è vanità delle vanità, fuorché amare e servire il Signore. 

In Gesù e Maria,

Cordialiter




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