mercoledì 21 aprile 2021

L’anima dell’apostolato

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


Fammi comprendere, o Signore, che solo l'unione con te, che solo l’amore può fecondare ogni apostolato. 

1 - Non si può essere collaboratori di Dio, docili strumenti nelle sue mani, non si può sentire con Cristo e associarsi al suo amore ed alla sua opera per la salvezza delle anime, senza una vita di affettuosa intimità con Dio e con Gesù benedetto, ossia, senza una intensa vita interiore. 

Mediante la preghiera e la lotta contro il peccato, mediante la rinuncia di sè e l’esercizio delle virtù, la vita interiore spoglia progressivamente l’anima di tutto ciò che è difettoso, favorendo così in lei lo sviluppo della grazia e dell’amore, il che è quanto dire che la riveste di vita divina, giacchè grazia e amore sono una partecipazione della vita stessa di Dio. Ne consegue che quanto più un’anima coltiverà la vita interiore, tanto più si avvicinerà a Dio e, diventata simile a lui per grazia ed amore, potrà vivere nella sua intimità, potrà godere della sua amicizia, penetrare i suoi misteri ed associarsi ad essi. Chi, dunque, sarà atto a comprendere il grande mistero della Redenzione e a portarvi il suo contributo più di colui che, per mezzo di una fervorosa vita interiore, vive in intima amicizia con Dio? 

Ai fini dell’apostolato non può essere sufficiente quel primo grado di amicizia divina che risulta dall’assenza del peccato grave, ma occorre un’amicizia più profonda che crei uniformità di vedute, di volontà, di desideri, di affetti, in modo che l’apostolo possa agire secondo il cuore di Dio, mosso non da impulsi personali, ma dall’impulso della grazia, dal volere divino, dalle ispirazioni dello Spirito Santo. È significativo il fatto che Gesù, prima di lanciare gli Apostoli alla conquista del mondo, ha voluto farli vivere per tre anni nella sua intimità, trattandoli da veri amici: « Io non vi chiamo più servi... vi ho chiamati amici » (Gv. 15, 15). Amici non solo perchè ha partecipato ad essi i tesori della sua vita divina, ma anche perchè li ha voluti collaboratori e, in un certo senso, continuatori della sua missione di Redentore. 

L’apostolo non può essere tale se non è amico di Dio; Dio Stesso l’invita a questa amicizia, ma è necessario che egli vi corrisponda con una seria vita interiore che renda i suoi rapporti con Dio sempre più intimi e più ricchi di amore. 

2 - Solo dall’amicizia con Dio, solo dalla carità che ci unisce a lui, scaturisce quella forza soprannaturale che rende efficace qualsiasi forma di apostolato. Quanto più un’anima è unita a Dio, tanto più partecipa della potenza di Dio stesso e quindi le sue preghiere, i suoi sacrifici e le sue opere intraprese per la salvezza delle anime sono efficaci, raggiungono il loro intento. 

Ma, dove attingerà l’apostolo questo amore che, unendolo a Dio, lo rende tanto potente? Senza dubbio da Dio stesso. « L’amore divino si è riversato nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato » (Rom. 5, 5). In un primo momento, il momento della giustificazione, Dio infonde in noi la carità senza la nostra collaborazione, ma Egli non ci conserva questo dono, e tanto meno l’accresce, se non ci manteniamo uniti a lui mediante gli esercizi della vita interiore. La lotta contro le passioni, la pratica delle virtù, la frequenza dei sacramenti, la preghiera, il raccoglimento, la presenza di Dio hanno appunto lo scopo di favorire l’unione col Signore e l’aumento della carità. La vita interiore è la fucina segreta in cui l’anima a contatto con Dio s’infiamma del suo amore e, proprio perchè infiammata e forgiata dall’amore, diventa docile strumento, di cui Dio può valersi per diffondere l’amore in altri cuori. È quindi molto opportuno richiamarsi spesso al grande principio: la vita interiore è l’anima dell’apostolato. Una vita interiore profonda sarà generatrice di intenso amore, di intima unione con Dio, e perciò da essa sgorgherà un apostolato fecondo, vera collaborazione dell’opera salvifica di Cristo; invece una vita interiore mediocre non potrà produrre che un amore e un’unione con Dio molto deboli e fiacchi, e di conseguenza l’apostolato che ne deriverà non potrà avere un efficace influsso sulle anime. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].




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