martedì 2 marzo 2021

Come ottenere la scienza necessaria alla direzione delle anime

Riporto un interessante scritto che potrebbe interessare molto i numerosi sacerdoti e seminaristi che seguono il blog.


Per acquistare la scienza necessaria alla direzione delle anime si richiedono tre condizioni: un Manuale, la lettura dei grandi maestri, la pratica.

A) Lo studio d'un Manuale [di ascetica, ndr]. Le letture spirituali che si fanno in un seminario, la pratica della direzione, e specialmente l'acquisto progressivo delle virtù aiutano certamente molto il seminarista a formarsi alla direzione delle anime. Ma pure ci vuole anche lo studio d'un buon Manuale. 1) Le letture spirituali sono anzitutto un esercizio di pietà, una serie d'istruzioni, di consigli e d'esortazioni sulla vita spirituale, ed è ben raro che vi si trattino in modo metodico e completo tutte le questioni di spiritualità. 2) In ogni caso, se i seminaristi non hanno un Manuale, a cui possano logicamente riferire i vari consigli che lor si danno, e che possano rileggere di quando in quando, presto dimenticheranno ciò che hanno inteso e mancheranno della competente scienza. Ora questa scienza è una di quelle che il giovane clero deve acquistare in Seminario, come ben disse Pio X: "Scientiam pietatis et officiorum quam asceticam vocant". 39-1

40.   B) Lo studio approfondito dei Maestri spirituali, specialmente degli autori canonizzati, o di quelli, che senza essere tali, sono vissuti da santi. a) Al loro contatto, infatti, il cuore si riscalda, l'intelligenza, illuminata dalla fede, percepisce più chiaramente e gusta meglio che in un libro didattico i grandi principii della vita spirituale, e la volontà, sorretta dalla grazia, è stimolata alla pratica delle virtù così vivamente descritte da coloro che vi si sono valorosamente esercitati. Aggiungendovi la lettura delle vite dei santi, si capirà anche meglio perchè e come si devono imitare, e l'irresistibile efficacia dei loro esempi darà nuova forza ai loro insegnamenti: "Verba movent, exempla trahunt".

b) Questo studio, cominciato in Seminario, dovrà continuare e perfezionarsi nel ministero: la direzione delle anime lo renderà più pratico; come un buon medico non cessa di perfezionare i suoi studi con la pratica dell'arte e l'arte con nuovi studi, così un savio direttore darà compimento alle sue cognizioni teoriche con la direzione delle anime, e all'arte della direzione con nuovi studi riguardanti i bisogni speciali delle anime a lui affidate.

41.   C) La pratica delle virtù cristiane e sacerdotali sono sotto il savio stimolo d'un direttore. Per ben capire la varie tappe della perfezione, non c'è mezzo più efficace che percorrerle da sè stesso; infatti, la miglior guida attraverso le montagne non è forse colui che le ha percorse egli stesso in tutti i sensi? E quando si è stati ben diretti, si è, a parità di condizioni, più atti a dirigere gli altri, perchè si è visto per esperienza come si applicano le regole nei casi particolari.

Combinando queste tre condizioni, si studierà la Teologia ascetica con molto profitto per sè e per gli altri.

42.   Soluzione di alcune difficoltà. A) Si rimprovera talvolta all'Ascetica di falsare le coscienze, mostrandosi molto più esigente della Morale e chiedendo alle anime una perfezione inattuabile. Questo rimprovero sarebbe fondato se essa non distinguesse tra precetto e consiglio, tra le anime chiamate ad un'alta perfezione e quelle che non lo sono. Ora non è così: pur spingendo le anime elette verso altezze inaccessibili ai cristiani ordinari, non dimentica la differenza che passa tra precetto e consiglio, tra le condizioni essenziali per salvarsi e quelle che sono richieste per la perfezione; ma sa pure che, per osservar bene i comandamenti, bisogna osservare pure alcuni consigli.

43.   B) Viene accusata di favorire l'egoismo, a tutto anteponendo la propria santificazione. -- Ma Nostro Signore stesso c'insegna che la salvezza dell'anima nostra dev'essere il nostro primo pensiero: Quid enim prodest homini si mundum universum lucretur, animæ vero suæ detrimentum patiatur? 43-1 Nulla v'è d'egoistico in questo; perchè una delle condizioni essenziali per salvarsi è la carità verso il prossimo, la quale si manifesta tanto con le opere corporali quanto con le spirituali; e la perfezione vuole che si ami il prossimo al punto da sacrificarsi per lui, come fece Gesù per noi. Se questo è egoismo, è un egoismo poco temibile.

C) Si insiste: l'Ascetica spinge le anime alla contemplazione e quindi le distoglie dalla vita attiva. -- Bisogna assolutamente ignorare la storia, per affermare che la contemplazione nuoce all'azione: "I veri mistici, dice il signor De Montmorand, sono persone di pratica e di azione, non di ragionamento e di teoria. Hanno il senso dell'organizzazione, il dono del comando, e si palesano pieni di ottime doti per gli affari. Le opere che essi fondano sono vitali e durevoli; nella concezione e nella direzione delle loro imprese, danno prova di prudenza e di arditezza, e di quella giusta stima delle possibilità che costituisce il buon senso. Difatti sembra appunto che il buon senso sia la loro dote principale: un buon senso che non è turbato da alcuna esaltazione morbosa nè da alcuna immaginazione disordinata, al quale s'aggiunge anzi una rara potenza di discernimento." Non abbiamo forse visto, leggendo la storia della Chiesa, che la maggior parte dei santi che hanno scritto intorno alla vita spirituale erano nello stesso tempo uomini di scienza e d'azione? [...] La contemplazione non soltanto non è di ostacolo all'azione, ma la illumina anzi e la dirige.

Nulla dunque è più nobile, più importante, più utile della Teologia ascetica ben compresa.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Desclée & Co., 1928].




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